Mascarucci: Salvate Benedetto dai Suoi Consiglieri, Ridateci Ratzinger…
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Americo Mascarucci ci invia questa riflessione sull’intervista a Joseph Ratzinger apparsa sul Corriere della Sera, a firma di Massimo Franco. Buona lettura, e buona discussione…
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Salvate Benedetto XVI dai suoi consiglieri e restituiteci il “vero” Ratzinger
Una leggenda nera ha cercato di accreditare per secoli l’idea che papa Bonifacio VIII avesse fatto avvelenare il predecessore Celestino V che aveva in precedenza rinunciato al trono, ma che i francesi, con l’apporto della famiglia Colonna, avrebbero voluto rimettere a capo del papato, dopo aver deposto Bonifacio come indegno e blasfemo. In realtà l’accusa di aver fatto uccidere il suo predecessore, sarà una delle tante calunnie costruite a tavolino dal re di Francia Filippo IV detto “il Bello” e dai suoi diabolici consiglieri (in testa a tutti lo spregiudicato e corrotto Guglielmo di Nogaret) per ottenere (inutilmente) la deposizione del pontefice in vita (altre accuse riguardavano la stregoneria, la simonia, la sodomia e tanto altro) e dopo la morte per macchiarne per sempre l’onorabilità. Accuse che però non trovarono alcun fondamento, al punto che il successore di Bonifacio, il francese Clemente V che era talmente succube di Filippo da aver acconsentito a sciogliere l’ordine cavalleresco dei Templari e a celebrare un processo post mortem al suo predecessore, preso atto dell’inconsistenza delle accuse, non volle rendersi complice del tentativo di sporcare ingiustamente l’immagine di Bonifacio VIII, cedendo al re di Francia i possedimenti della Chiesa che il sovrano rivendicava, e che erano stati al centro dello scontro con il papa precedente, in cambio della rinuncia al processo. Eppure, nonostante ciò, per secoli ha continuato ad essere avvalorata la fake news sull’omicidio di Celestino V da parte di Bonifacio, nonostante come detto non esistano prove in tal senso, se non quelle costruite in maniera artificiosa dai francesi all’epoca dei fatti.
Un episodio storico tornato alla mente in queste ore in cui si sta molto dibattendo circa l’intervista di Benedetto XVI rilasciata al Corriere della Sera. Un’intervista che, come ha ben evidenziato monsignor Ics su Stilum Curiae, è altamente improbabile possa essere stata rilasciata dal papa emerito in piena lucidità e consapevolezza.
Perché si fa davvero una grande fatica a intravedere il “vero” Ratzinger dietro delle risposte così “terra-terra” che sembrano rilasciate da un qualsiasi rappresentante della Cei e che risultano completamente estranee al linguaggio e ai pensieri profondi e “teologicamente raffinati” che hanno sempre contraddistinto i discorsi e gli interventi di Benedetto XVI. Del resto, a leggere la cronaca del Corriere, emerge chiaramente l’immagine di un uomo stanco, fiaccato dagli anni, che risponde alle domande a fatica e che addirittura si limiterebbe a confermare con un gesto della testa i pensieri del suo segretario padre Georg.
Di certo sono lontani i tempi in cui si poteva arrivare ad ipotizzare l’omicidio di un ex pontefice scomodo ed ingombrante da parte di un suo successore, ma appare evidente come dietro l’intervista a Benedetto XVI si nasconda in realtà il tentativo di delegittimare la Chiesa “militante e resistente” quella cioè che si sta opponendo con forza alle svolte mondialiste, progressiste, moderniste di Bergoglio. Per bocca proprio del principale alfiere della tradizione, il difensore di quell’ermeneutica della continuità del Concilio Vaticano II che oggi di fatto è stata superata da un pontificato che sembra aver assorbito e fatte proprie le principali teorie di Karl Rahner e dei profeti della discontinuità, auspicato per oltre trent’anni dai teologi modello Alberto Melloni.
Non servono processi post mortem o accuse costruite a tavolino, basta la potenza dei media per ottenere l’effetto di neutralizzare un papa emerito scomodo, che non molto tempo fa, quando ancora forse possedeva la lucidità, scriveva prefazioni a libri di cardinali ultra conservatori in cui ribadiva l’indissolubilità del magistero rispetto alle aperture bergogliane; un emerito che provocava le dimissioni del responsabile della sala stampa vaticana colpevole di aver estrapolato i contenuti di un suo intervento per accreditare posizioni favorevoli a Bergoglio e contrarie al suo modo di intendere il magisatero. Capace di lamentarsi per il contributo offerto alle encicliche bergogliane da parte di teologi in passato molto critici con lui e con San Giovanni Paolo II.
Forse oggi Benedetto XVI non possiede più la lucidità necessaria per poter essere coerente con se stesso? Forse si lascia facilmente influenzare da chi gli sta intorno? O forse, come avanza monsignor Ics, forse qualcuno sta approfittando proprio di una debolissima lucidità del papa emerito dovuta all’età avanzata, per fargli dire ciò che lui non si sognerebbe mai? Questo ovviamente senza mettere in dubbio la professionalità di Massimo Franco che certamente prescinde dalle chiavi di lettura sopra prospettate.
Insomma, l’operazione sembra chiara: la prospettiva che il papa emerito stia “giungendo al capolinea” (l’età avanza e i problemi di salute pure) si presenta tutto sommato ghiotta per poter mettergli in bocca concetti e pensieri destinati a restare nella mente di tutti e nella storia. E poter dire che, prima di morire, Benedetto XVI ha “scomunicato” tutti coloro che in questi anni, delusi e sconcertati dal pontificato di Francesco, lo hanno continuato a vedere come un importante punto di riferimento, una sorta di baluardo dell’ortodossia cattolica, di custode della vera dottrina rispetto ai tentativi modernisti di riformare il magistero. Ruolo che, seppur senza esposizioni pubbliche o prese di posizioni dirompenti, Ratzinger ha comunque ricoperto, ribadendo ciò in cui ha sempre creduto e riconfermando le sue convinzioni spesso divergenti da quelle del pontefice regnante e del teologo a lui più affine, Walter Kasper.
E il finale potrebbe essere per lui molto amaro con un’uscita di scena davvero dolorosa. Perché, comunque la si pensi, Ratzinger continuerà ad essere criticato, e in larga parte detestato, da quel cattolicesimo progressista che ruota intorno alle teorie di Raher, Kung, Lehman che hanno sempre visto in lui e in Giovanni Paolo II i principali responsabili del mancato compimento del Concilio Vaticano II, i fautori della restaurazione e dell’inquisizione contro il “libero pensiero” interno alla Chiesa. Ora però rischia di passare alla storia anche come il papa delle contraddizioni, capace di avvalorare alla fine della sua vita ciò che aveva in realtà sempre contrastato. Arrivando persino a giustificare un presidente come Biden, distinguendo il “cattolico” dal “democratico”, e quasi accettando l’idea che si possa separare l’impegno politico dalla propria coscienza o dai valori della fede.
No, questo non è Ratzinger, qualcuno lo riporti alla luce, lo faccia uscire dalle tenebre della confusione e gli faccia riacquisire la sua inconfondibile “raffinatezza teologica”. Non fate che lasci questo mondo con il sospetto di essersi arreso al relativismo etico, il male assoluto che ha sempre combattuto. Che non sia dopo Celestino V, oltre al papa del “gran rifiuto”, anche il papa che “sconfessò se stesso”.
Americo Mascarucci- giornalista e scrittore
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3 Marzo 2021 10 Commenti
Indizio n.42 Riflessione: “Durante la tempesta Gesù dormiva. Serenità della Fede: una riflessione sulla confusione che prende spesso il sopravvento” di INVESTIGATORE BIBLICO
In questi giorni riflettevo sullo stile della Chiesa contemporanea, nella quale scorgo confusione. Assisto spesso alla voce di fedeli storditi, disorientati, arrabbiati.
Da una lato osservo l’acclamazione del mondo, dall’altro una Chiesa diventata paladina della nuova religione ecologica, per la quale hanno grande importanza la differenziazione dei rifiuti e non di meno l’umiltà dei legumi.
La lotta per Cristo è in secondo piano?
Riflettevo sulla passata rinuncia di Benedetto XVI. Pare che da quel fatto in poi si sia scagliata sulla Chiesa la più grande prova della storia: l’indifferentismo. La Verità non è più Gesù Cristo. Tutto è il contrario di tutto..
L’ultima volta che sono entrato in Vaticano ho avuto una sensazione terribile, come se lo Spirito si fosse ritirato da quel luogo. Non intendo dire che Lo Spirito si sia ritirato dalla Chiesa. Essa è formata da chiunque creda in Gesù: lì dimora lo Spirito Santo.
Ma, in questo momento, pare abbia abbandonato il Vaticano.
Non concordo, nonostante la mia affezione profonda e unione di intenti con Papa Benedetto, con chi continua a insistere sulla presenza di un vero Papa messo in un angolo (l’Emerito), e il reggente (Papa Francesco) come un falso Papa.
Un episodio in tal senso è avvenuto in merito a un intervista del Papa Emerito. Egli sostiene che il Papa è uno. Qualcuno continua a trovare sfumature e insinuare che si riferisca a se stesso.
Questo atteggiamento, a mio parere, non fa che aumentare la confusione.
Come interpretare, dunque, gli avvenimenti che coinvolgono la Chiesa nel suo profondo?
Dio ci mette alla prova. Egli vuole vagliare il grano buono. In che modo? Come fece nel giardino dell’Eden ponendo quell’albero visitato dal serpente.
Adamo ed Eva avrebbero potuto evitare di peccare, tuttavia, avendo il dono del libero arbitrio, decisero di peccare.
Dunque, immaginate chi possa impersonare l’albero attualmente.
Una Chiesa modificata nel profondo dei suoi insegnamenti, dove la Verità viene alterata (ergo non è più Verità) e nella quale manca la solidità del vero comando spirituale.
Una Chiesa che non pasce ma viene trasportata dagli umori del momento interpreta alla perfezione la mia idea di albero dell’Eden.
Allora, cari lettori, forza e coraggio! Senza timore nel mantenere viva quella fiammella nel cuore!
Coloro che resteranno forti e fedeli, coloro che continueranno ad avere fede in Gesù, avranno la salvezza. Questo ci è stato tramandato nei secoli, a questo ci atteniamo.
Forse siamo caduti nella tiepidezza. Forse già ci trovavamo nel torpore.
Tutto quello che dobbiamo fare a partire da ora è avere fede in Gesù che ci salverà da questa generazione.
Credere, pregare e ricevere i Sacramenti.
Le lobby possono occupare il Vaticano, ma non la Chiesa in senso spirituale. Nemmeno i nostri cuori.
Lo Spirito Santo dimora solo in coloro che credono in Gesù e in tutti gli insegnamenti immutabili che la Chiesa ha sempre insegnato.
Investigatore Biblico
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