Sermone di Fedez al concertone su RaiTre, capolinea della sinistra. Attacca Pro Vita & Famiglia con violenza inaudita. Replica Jacopo Coghe: è scorretto, pensi a cantare
“La TV pubblica italiana, RaiTre, rete da sempre vicina ad una certa area politica, prima cerca di censurare una persona (Fedez) e poi smentisce di averlo fatto. Lui però ha registrato e li sputtana. Quelli che hanno nominato tutti lì dentro, lottizzando tutto, lo applaudono!” (Guido Crosetto @GuidoCrosetto – Twitter 1° maggio 2021).
“La Rai smentisce la censura. Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad ‘adeguarmi ad un SISTEMA’ dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi” (Fedez @Fedez – Twitter 1° maggio 2021).
“Tiziano Ferro su Fedez: ‘Subisco ancora bullismo. Ci sono persone che scrivono anche canzoni… Che un idolo dei ragazzini mi prenda in giro su quelle dinamiche (sessuali) è un atto di bullismo molto forte. Mi dispiace non ci sia una legge contro l’odio, se ne sente il bisogno’” (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter 1° maggio 2021).
“Fedez usa la Rai per criticarmi dal palco del concertone come “la prima voce a sollevarsi contro il Ddl Zan” (senza contraddittorio). Ottima notizia: stiamo lavorando bene e dando fastidio ai rosiconi col rolex. Avanti tutta contro una legge liberticida. Stop Zan” (Jacopo Coghe @jacopocoghe – Twitter, 1° maggio 2021).
“No, Fedez non può dire ‘il c@zzo che gli pare’ in Rai. Non è il suo profilo Instagram. È la tv pubblica, pagata da tutti, e prevede ‘pluralismo’ e ‘contraddittorio’. Cose da cui fuggi quando non hai argomenti” (Jacopo Coghe @jacopocoghe – Twitter, 2 maggio 2021).
“Mi hanno appena scritto per comunicarmi che devo rinchiudermi in sacrestia e non scrivere sul Ddl Zan. Ecco ciò che ci aspetta. Ricatti, minacce e detenzione. Io non demordo. Sappiatelo” (Don Mirco Bianchi).
“Qualcuno confonde la sacra libertà di espressione con la inesistente libertà di diffamazione. Qualcuno vuole farci lezioni di diritto costituzionale con la terza elementare. Qualcuno vuole insegnarci la vita e puzza ancora di latte” (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter 2 maggio 2021).
“Che schifoso mondo di ipocriti!” (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter 2 maggio 2021).
Fedez, il cantante di sinistra in quota Partito Democratico abusa del Concertone del Primo Maggio trasmesso da RaiTre, per attaccare come autentico democratico senza possibilità di contraddittorio, coloro che non la pensano come lui sul Disegno di legge Zan, liberticida, inutile, dannoso e pericoloso.
Ecco quello che ha detto Fedez durante il Concertone trasmessa dalla televisione pubblica RaiTre (per cui siamo obbligati a pagare il canone) nel nome della libertà di esprimere odio per coloro che non la pensano come lui e la risposta di Jacopo Coghe, Vicepresidente dell’Associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, all’attacco di Fedez. Segue un affondo di Giuliano Guzzo, sulla capolinea della sinistra: dagli intellettuali ai papagalli.
Il monologo di Fedez, “democratico e tollerante combattente contro l’odio”
È la prima volta che mi viene chiesto di inviare un testo di un mio intervento perché venisse messo al vaglio di approvazione della politica. Approvazione che a quanto pare non c’è stata in prima battuta, o meglio dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi di politici e partiti ed edulcorarne il contenuto. Ho dovuto combattere un pochino, però alla fine mi è stato dato il permesso di potermi esprimere liberamente. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio, sappiate però che il contenuto di questo mio intervento è stato definito inopportuno dalla vicedirettrice di Rai3.
Mi assumo delle responsabilità di ciò che dico e faccio. Sappiate che il contenuto di questo discorso è stato definito come inopportuno dalla vice direttrice di Rai Tre. Buon Primo Maggio e buona festa dei lavoratori, anche a chi un lavoro non ce l’ha e non ha potuto, da oltre un anno. E quale migliore occasione per celebrare la festa dei non lavoratori se non un palco? Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e di quelli dello spettacolosi equivalgono. Quindi non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza. e che è regolato da normative stabilite negli anni quaranta e mai modificate.
A proposito di Superlega due parole sul personaggio del momento, il sonnecchiante Ostellari, il quale ha deciso che un ddl di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, già approvato alla camera, può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di unsingolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua lotta all’uguaglianza.
Qualcuno come lui ha detto che ci sono altre priorità rispetto al Ddl Zan in questo momento di pandemia. E allora guardiamole queste priorità. Il senato non ha avuto tempo per il del per discutere: l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo per i poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio di Formigoni. Quindi secondo Ostellari, il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. Ma a proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione pro vita, ultra cattolico e anti abortista Jacopo Coghe, amicane del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a sollevarsi contro il Ddl Zan. L’antiabortista non si è però reso conto che il Vaticano ha investito 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon, avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, senza accorgervi che ce l’avevate in casa. Che brutta storia.
Coghe risponde a Fedez lancia in resta: “Deriso mentre stavo guardando tv con mia famiglia. Lo sfido a un confronto”
“Davanti al televisore, a casa con la mia famiglia, mi sono imbattuto nel pistolotto di Fedez e ad un certo punto mi sono sentito citato e deriso senza possibilità di contraddittorio. Ma un cantante, può porre in essere questi attacchi personali senza possibilità di contraddittorio? Nelle sue parole ho percepito una violenza inaudita, tutto questo pagato con i nostri soldi, perché si tratta di servizio pubblico. La Rai non può farsi megafono di una singola voce. È vergognoso oltre che non rispettoso delle regole”, ha dichiarato Jacopo Coghe, Vicepresidente dell’Associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, attaccato come ultracattolico e antiabortista e amicone del leghista Simone Pillon, dal cantante rap durante il concertone del primo maggio andato in onda su Raitre.
“Fedez pensi a cantare, senza condannare le opinioni degli italiani, tutelate dalla Costituzione e dal nostro diritto. Se vuol fare il politico, scenda in campo e si confronti allora in un dibattito pubblico e mostri tutta la sua ignoranza sul tema. La sua è solo propaganda, non conosce i contenuti del Ddl Zan, non è in grado di entrare nei singoli temi e pubblicizza l’antiomofobia come fosse uno smalto. Si metta in gioco, lo aspetto per un confronto alla pari”, ha concluso Jacopo Coghe.
Intanto, è diventata non solo un fenomeno social, ma anche un caso politico la partecipazione di Fedez al Concertone del Primo Maggio, trasmesso ieri da RaiTre.
“Chi gli ha consentito di fare un comizio per privare della libertà di espressione chi non la pensa come lui o per minacciare la libera attività parlamentare?” (Massimiliano Capitanio).
La Rai, attraverso una nota replica alle accuse di Fedez sulla “censura” da parte di Rai3: “In riferimento al video pubblicato sul suo profilo Twitter da Fedez, notiamo che l’intervento relativo alla vicedirettrice di Rai3 Ilaria Capitani (l’unica persona dell’azienda Rai tra quelle che intervengono nella conversazione pubblicata da Fedez) non corrisponde integralmente a quanto riportato, essendo stati operati dei tagli. Le parole realmente dette sono: ‘Mi scusi Fedez, sono Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai3, la Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che la Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà. Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo. Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua”.
“Basta con il teatrino della censura, Fedez ha confuso il 1° maggio con la Festa de l’Unità. La libertà di espressione sarà sempre garantita anche a chi, come lui, ha usato il palco dei lavoratori per fare squadrismo politico senza contraddittorio. Fa paura la sua lista di proscrizione senza contraddittorio e che si usi mezzo milione di euro dei cittadini per fare comizi, recitando un pietoso copione. La Rai ha il dovere di tutelare tutti, non solo i promoter milionari del Pd”, ha dichiarato Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e Capogruppo in Vigilanza Rai, che poi aggiunge: “Nella giornata dei diritti dei lavoratori, Fedez, contravvenendo alle regole Rai, ha sfilato con il cappellino Nike, dimenticando la tempesta di polemiche sullo sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia che investì proprio quella multinazionale. Probabilmente le polemiche montate dal cantante erano finalizzate a dare più visibilità a chi lo paga per questa sfilata. Chi ha consentito a Fedez di fare pubblicità alla Nike? Chi gli ha consentito di fare un comizio per privare della libertà di espressione chi non la pensa come lui o per minacciare la libera attività parlamentare?”.
Il sermone di Fedez, capolinea della sinistra
di Giuliano Guzzo
Giulianoguzzo.com, 2 maggio 2021
Giusto quel minutino scarso per ricordare i lavoratori, una parentesi quasi di sfuggita, e più del doppio del tempo per spargere letame sulla Lega di Salvini, sui pro family e sui pro life. Il sermone del primo maggio di Fedez a me è sinceramente piaciuto. Di più: ritengo andrebbe studiato a Scienze politiche. Sì, perché fotografa meglio di tanti manuali e con nitore la parabola – in realtà in corso da anni – della sinistra: il trasloco dai diritti sociali ai diritti civili, dagli operai sfruttati agli influencer miliardari, da Mirafiori a CityLife. Un’aristocratizzazione spietata, che a sua volta spiega l’avvento del sovranismo, rivolta di chi vorrebbe risposte sulla fine del mese più che alla fine delle stories.
Ancora, il sermone di Fedez è utile pure per capire il pensiero progressista: se chiedi ad un artista straricco che va sulla tv pagata dai contribuenti d’evitare comizi, allora è squallida censura; se però un cittadino qualunque – per affermare che il matrimonio è tra uomo e donna, che i bambini han bisogno di padre e madre e che l’utero in affitto è un crimine – rischia una denuncia per omofobia, beh: quella è sacrosanta lotta alle discriminazioni. Logica ferrea, non c’è che dire. Infine, lo show del marito di Chiara Ferragni è da incorniciare perché mostra come si possa parlar mesi d’una norma, il Ddl Zan, senza mai mostrare d’averla letta, senza mai andare nel merito. Anche qui, la metamorfosi della sinistra è tristemente spettacolare: dagli intellettuali ai pappagalli.
Fedez attacca Pro Vita e Famiglia in Diretta. Scorretto, Pensi a Cantare.
2 Maggio 2021 33 Commenti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, esistono guitti che non conoscono l’antico detto latino “Sutor, ne ultra crepidam”, Calzolaio, non oltre la scarpa. Uno di questi è Fedez, che da buon istrione in quota area di sinistra e PD in particolare approfitta di un momento come il “Concertone” del 1° Maggio per attaccare – senza possibilità di contraddittorio, vero democratico – chi non la pensa come lui su un progetto di legge il DDL Zan, liberticida, inutile e dannoso. Ecco quello che ha detto Fedez in Italiavisione, e la risposta della persona attaccata così miserabilmente, Jacopo Coghe.
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«Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan — prosegue Fedez— e allora vediamole queste priorità: il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l’Etichettatura del vino; la riorganizzazione del Coni; l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano; e per non farsi mancare niente il reintegro del vitalizio di Formigoni. Quindi secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. Ma a proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione Pro-Vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe, amicone del leghista Pillon in questi mesi è stato la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan. L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon, purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia».
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Concertone, Coghe (Pro Vita e Famiglia) risponde a Fedez: “Deriso mentre stavo guardando tv con mia famiglia. Lo sfido a un confronto”
“Davanti al televisore, a casa con la mia famiglia, mi sono imbattuto nel pistolotto di Fedez e ad un certo punto mi sono sentito citato e deriso senza possibilità di contraddittorio. Ma un cantante, può porre in essere questi attacchi personali senza possibilità di contraddittorio? Nelle sue parole ho percepito una violenza inaudita, tutto questo pagato con i nostri soldi, perché si tratta di servizio pubblico. La Rai non può farsi megafono di una singola voce. È vergognoso oltre che non rispettoso delle regole” ha dichiarato Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, attaccato come ultracattolico e antiabortista e amicone del leghista Simone Pillon, dal cantante rap durante il concertone del primo maggio andato in onda su Raitre.
“Fedez pensi a cantare, senza condannare le opinioni degli italiani, tutelate dalla Costituzione e dal nostro diritto. Se vuol fare il politico, scenda in campo e si confronti allora in un dibattito pubblico e mostri tutta la sua ignoranza sul tema. La sua è solo propaganda, non conosce i contenuti del Ddl Zan, non è in grado di entrare nei singoli temi e pubblicizza l’antiomofobia come fosse uno smalto. Si metta in gioco, lo aspetto per un confronto alla pari” ha concluso Jacopo Coghe.
De Vito, Ferragnez: Abbiamo i Meghan e Harry de Noantri…ci Mancavano.
2 Maggio 2021 6 Commenti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la polemichetta del Fedez al Concertone ha ispirato riflessioni mondane – ma non solo -alla nostra Benedetta De Vito. Buona divertita lettura….
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Qualche tempo fa, in una bella casa romana, che ha sul colmo un volo di colombi affrescati da un artista Decò, mentre insegnavo a una delle mie allieve bambine, la lingua di Shakespeare, facendola entrar, come oro fuso, dalle orecchie al cuore, mi sono accorta che un grande occhio azzurro, vitreo, glaciale, inquietante, con ciglia nere ben stirate, poste a mo’ di pettine, e un’aria imperiosa e saccente insieme, mi spiava, guardandomi di sotto in su.
Squadrando il visus, presto mi sono accorta che quell’occhio antipatico decorava, sfacciato, la felpa della “mia” bambina. Così. tra me e me, senza dir nulla, gli ho girato le spalle e poi non ci ho pensato più. Finché una sera, quello stesso occhio, che nella felpa di Annetta, somigliava a un cartone animato e buono al massimo per farci il brodo, si è nuovamente materializzato sulla camicetta – o non ricordo che cosa – di una conduttrice televisiva con i capelli lunghi e un’età avanzata, che prima era una giornalista e ora non so. Sì, l’occhio, dalla televisione accesa, tornava a guardarmi, ben acceso, e sfidandomi sembrava farmi una linguaccia, dicendomi “tiè, io ci sono e tu non puoi ignorarmi!”. Scendo di un rigo per creare un poco di giro e vado avanti.
Così detto fatto, con due o tre clic, ho scoperto che esso, l’occhio (a naso, per me, massonico al femminile, si chiama Occhio di Horus e, vabbè dai, non occorre aggiungere altro) è il logo delle creazioni di Chiara Ferragni. E oggi che mi sono svegliata leggendo che i giornali importanti – Messaggero e Corriere e anche Repubblica e tutti i tg non tg delle nostre tv pubbliche e private – han per titolo principale la difesa di Fedez alla legge Zan e l’attacco alla Lega, ho messo tutto insieme e ho capito che, a forza di parlar dei due “influencer” di Instagram essi sono diventati veri, uscendo dalla macchina virtuale che, tenendoli in incubazione per anni, ora li ha buttati nel mondo.
Hanno aperto, così, tutti e due gli occhi, uno per uno, e si sono fatti adulti, importanti, delle autorità. I media, in onore di Fedez, han dimenticato persino la psico-pandemia, le tabelle dell’incubo, tamponi, vaccini e tutta la compagnia cantante. Solo Fedez, in adorazione di Fedez…
E quindi, vi annuncio che l’Italia non è più una Repubblica, ma ha la sua nuova coppia reale: Fedez, il rapper, e Chiara, l’occhiona di Horus. Lui, Fedez, principe consorte, lei, Regina, Iside, una che tutto quel che tocca lo tramuta in oro. Evviva, nel mondo alla rovescia, succede questo e altro.
Gioite, dunque, anche noi, qui in Italia, abbiamo i nostri Meghan e Harry e, forti dell’attenzione dei media che li hanno creati per volontà di chi non sappiamo, foraggiandoci le loro strampalate sciocchezze, ammannendoci i loro figlioletti come trofei e principi ereditari, dicono la loro su tutto.
E da chi ha per logo l’occhio di Horus (lei) e da chi si vanta di possedere un bel paio di Satan shoes (lui), bè, non c’è molto da chiedersi da che parte sono e saranno. Ora difendono la legge Zan e domani chissà che cosa altro. Sono influencer, no? Vogliono influenzarci, cioè farci ammalare perché l’influenza è un virus come il Covid 19. Attenti, dunque, all’occhio di Horus che lusinga, stordisce, ipnotizza e chi ci casca, patapunfete, in tentazione, finisce dritto nel Paese dei Balocchi e diventa ciuco con una pietra al collo.
Sono abbastanza in là con gli anni per ricordarmi che, in Italia, dopo i Savoia, abbiamo avuto un’altra famiglia reale, anch’essa piemontese per non turbar troppo gli animi e dare una certa continuità alle stirpi: sì, gli Agnelli. Come si sa, al Re – come ora a Fedez – basta un nome e portava il nome qualsiasi di Gianni; la regina, elegantissima, si chiamava, invece, Donna Marella, ed era davvero bella, come bella è la Ferragni, seppure a modo suo, un modo moderno; e certo meno fascinosa di Marella.
C’erano gli Agnelli e, al contrario di Fedez e della sua sposa, erano elegantissimi e pieni di chic. Ma i tempi cambiano e i re si adeguano ai precipizi del gusto. Per noi cattolici, invece, solo i Santi sono famiglia reale…E, prima di chiudere il capitolo per correre alla Santa messa domenicale, ricordo che, per motivi che non voglio rivelare, andai al battesimo di una bimba dell’allora famiglia reale italiana. Gianni non c’era e neppure Marella, ma altre sorelle e zie e cuginetti erano presenti e non vestivano alla marinara. Alcune di loro, giunsero in ritardo, venendo direttamente dai campi e dai loro amatissimi cavalli. Una signora, una gran dama, arrivò con gli stivali che avevan su un poco di mota, ma nessuno ci fece caso…
Vi lascio con due passi biblici dedicati ai Ferragnez. Isaia : “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro”. San Matteo: di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». E ora con una riverenza, passo e chiudo in questa domenica di maggio, mese di Maria.
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