Le manovre per ridurre, cambiare, eliminare il “Summorum Pontificum”. Mosse inconsulte contro la “Vetus Ordo Missæ”
Rilanciando un nostro articolo “che tratta di un problema emerso in questi giorni: e cioè le manovre per ridurre, cambiare, eliminare il documento – Summorum Pontificum – con cui Benedetto XVI ampliava e metteva al sicuro da abusi vescovili la possibilità di celebrare e seguire la Messa secondo il Vetus Ordo” – Marco Tosatti scrive [QUI]: “Forse sono solo chiacchiere di corridoio, ma può essere che uno dei motivi alla radice di queste mosse inconsulte siano il fatto che molti giovani preti amano la celebrazione tridentina, e di conseguenza si vorrebbe porre un limite di età al possibile uso… Se così fosse, saremmo davvero nell’ordine della follia: dal momento che fede e vocazioni sono nello stato in cui sono scoraggiamo ulteriormente chi vuole intraprendere quella strada. Sono solo voci, in attesa di conferma. Ma in Vaticano, per chi lavorano?”.
Il piano del Papa per limitare la Messa Latina Tradizionale sostenuto da due cardinali di curia
di Diane Montagna
The Remnant, 1° giugno 2021
The Remnant ha avuto conferme in modo indipendente che un documento vaticano che limita la lettera apostolica Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI è sostenuto da almeno due cardinali vaticani, è nella sua terza bozza, e minaccia di ostacolare la crescita della Messa Latina Tradizionale e di altri sacramenti in particolare tra il clero diocesano.
Due alti membri della gerarchia hanno confermato il 31 maggio che il documento, riportato per la prima volta da Messainlatino.it il 25 maggio [Francesco vuole abrogare il Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Messainlatino.it riferisce che l’ha detto alla Plenaria della Conferenza Episcopale Italiana – 26 maggio 2021], è attualmente in fase di revisione presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF).
Diverse fonti hanno anche detto a The Remnant che Papa Francesco desidera pubblicare presto il documento, e che si presume che stia ricevendo l’appoggio, in vari gradi, di due cardinali consulenti della Congregazione per la Dottrina della Fede: Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, e il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
Le fonti hanno anche detto che queste misure restrittive saranno molto probabilmente eseguite dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e dal suo sottosegretario appena nominato, Mons. Aurelio García Marcías, che Papa Francesco avrebbe elevato all’episcopato proprio allo scopo di eseguire questi piani.
Diverse fonti vaticane di alto livello hanno anche confermato che la prima bozza del documento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco che si dice sia molto dura e acrimoniosa nei confronti della Messa tridentina.
Il documento è ora alla terza bozza, dato che le prime due sono state ritenute troppo severe. Se alla fine verrà pubblicato, è probabile che si riduca la liberalizzazione della Forma Straordinaria della Messa introdotta dalla Lettera apostolica di Papa Benedetto XVI del 2007, Summorum Pontificum.
Quel documento autorizzava qualsiasi gruppo stabile di fedeli attaccati alla “precedente tradizione liturgica” a chiedere la Messa al loro sacerdote locale, il quale “dovrebbe acconsentire volentieri alle loro richieste”. La Lettera apostolica affermava che la forma più antica della Messa non era “mai stata abrogata” e che sia la Forma Straordinaria che quella Ordinaria erano “due espressioni” di “un unico Rito Romano”.
The Remnant ha appreso che la prima bozza poneva severe limitazioni all’età dei celebranti ed è descritta come in qualche modo simile all’indulto di Paolo VI, che permetteva ai sacerdoti anziani di continuare ad offrire la Messa tridentina dopo la promulgazione del Novus Ordo Missae da parte di Paolo VI. Ha anche discusso se permettere o proibire l’amministrazione degli altri sacramenti nella Forma Straordinaria del Rito Romano.
Nella sua forma attuale, le comunità e i sacerdoti diocesani che già offrono la Messa nella Forma Straordinaria possono continuare a farlo, ma il clero diocesano che desidera iniziare ad offrire la Messa Tradizionale dovrebbe ottenere l’autorizzazione. Se i vescovi locali o la Santa Sede saranno responsabili della concessione di tali autorizzazioni è ancora in discussione.
L’amministrazione degli altri sacramenti nella Forma Straordinaria, cioè matrimonio, battesimo, cresima, ecc., sarebbe mantenuta per coloro che hanno già il permesso di celebrare la Messa Tradizionale.
La terza bozza sposta l’ufficio di ricorso per le questioni riguardanti la Messa Tradizionale Latina e la supervisione delle società sacerdotali e delle comunità religiose che usano il Messale pre-1970, dalla Quarta sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede (già Pontificia Commissione Ecclesia Dei) alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
La prima bozza inizialmente discuteva l’ipotesi di collocare queste società sacerdotali (ad esempio la Fraternità di San Pietro, l’Istituto di Cristo Re e l’Istituto del Buon Pastore) e altre comunità tradizionali sotto la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, hanno confermato due alte fonti vaticane.
Una tale mossa sarebbe considerata potenzialmente più problematica per queste comunità, alla luce del modo in cui la Congregazione ha gestito gli ordini contemplativi nel recente passato, vale a dire, attraverso l’Istruzione Cor Orans del 2018, che richiede ai monasteri femminili autonomi di appartenere a una federazione più ampia, e chiede alle novizie e alle monache contemplative di clausura professe di lasciare il loro recinto per la formazione iniziale e continua, qualcosa di estraneo alla vita contemplativa di clausura.
Secondo l’attuale piano, Mons. García, che è stato Capo ufficio della Congregazione per il Culto Divino dal 2016, è stato elevato all’episcopato per assumere le responsabilità precedentemente svolte sotto Ecclesia Dei dal suo ex Presidente, l’Arcivescovo Guido Pozzo. Professore al Pontificio Istituto Liturgico presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, Mons. García non è noto per condividere le opinioni di Benedetto XVI sulla sacra liturgia, una fonte lo descrive come “la persona più anti-tridentina della Messa mai conosciuta”.
Non è ancora chiaro se la Quarta sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede continuerà a gestire le questioni dottrinali e le relazioni con la Società San Pio X.
Diverse fonti vaticane di alto livello hanno anche confermato che la prima bozza del documento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco che si dice sia stata molto dura e acrimoniosa nei confronti della Messa Tridentina. Il Cardinale gesuita Luis Ladaria, Prefetto della CDF, si è fortemente opposto sia alla prima bozza che alla lettera, hanno confermato alte fonti vaticane. La lettera è stata poi rivista.
Le preoccupazioni su possibili riduzioni della Forma Straordinaria sono sorte dopo che la CDF ha inviato una lettera ai Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo chiedendo loro di distribuire un questionario in nove punti su Summorum Pontificum [QUI]. Il Cardinale Ladaria ha detto che il questionario è stato emesso perché il Papa voleva essere “informato sull’attuale applicazione” della Lettera apostolica.
Circa il trenta per cento dei vescovi del mondo ha risposto al questionario, e più della metà di coloro che hanno risposto ha avuto una risposta favorevole o neutrale, hanno confermato più fonti.
Una fonte che ha familiarità con il documento di consultazione ha detto che, anche se le domande erano notevolmente sbilanciate contro il Summorum Pontificum, o formulate in un modo che non sempre ha suscitato una risposta chiara e specifica, ciò che è emerso dal questionario è come la Messa Tradizionale Latina ha messo radici. Ha rivelato che anche in luoghi inaspettati, la vecchia Messa è abbracciata e amata dai giovani e dalle famiglie, sta dando i suoi frutti in parrocchie fiorenti, vocazioni sacerdotali e religiose, e in una maggiore preghiera e devozione tra i fedeli.
Il 31 maggio, il sito web tradizionale francese Paix Liturgique, che è stato tra i primi a riferire dell’imminente documento [il 26 maggio 2021 QUI], ha pubblicato un articolo intitolato: “La galassia Summorum Pontificum si prepara a resistere!” [QUI].
Descrivendo il Summorum Pontificum come “disposizioni per la pace” che “ha cercato di portare la pace in una Chiesa che stava affondando sempre più profondamente nella crisi”, gli autori notano come “fin dall’inizio, il movimento tradizionale è stato fondato sull’azione dei laici”. I loro sforzi, prosegue, sono stati “una manifestazione sorprendente e provvidenziale del sensus fidelium, dell’istinto della fede tra i fedeli, che difende con le unghie e con i denti l’espressione della lex orandi delle dottrine del Sacrificio eucaristico, della Presenza reale, del sacerdozio gerarchico, e più in generale della trascendenza del mistero: ‘Fate questo in memoria di Me!’”.
Se Papa Francesco decidesse di limitare il Summorum Pontificum emettendo un tale documento, Paix Liturgique afferma che “questa capacità di resistere ‘sul terreno’… potrebbe arrivare a includere potenti manifestazioni e azioni”. “Già ora”, aggiungono, “in vari punti del globo, sono prese in seria considerazione”.
Rilanciando un nostro articolo “che tratta di un problema emerso in questi giorni: e cioè le manovre per ridurre, cambiare, eliminare il documento – Summorum Pontificum – con cui Benedetto XVI ampliava e metteva al sicuro da abusi vescovili la possibilità di celebrare e seguire la Messa secondo il Vetus Ordo” – Marco Tosatti scrive [QUI]: “Forse sono solo chiacchiere di corridoio, ma può essere che uno dei motivi alla radice di queste mosse inconsulte siano il fatto che molti giovani preti amano la celebrazione tridentina, e di conseguenza si vorrebbe porre un limite di età al possibile uso… Se così fosse, saremmo davvero nell’ordine della follia: dal momento che fede e vocazioni sono nello stato in cui sono scoraggiamo ulteriormente chi vuole intraprendere quella strada. Sono solo voci, in attesa di conferma. Ma in Vaticano, per chi lavorano?”.
Il piano del Papa per limitare la Messa Latina Tradizionale sostenuto da due cardinali di curia
di Diane Montagna
The Remnant, 1° giugno 2021
The Remnant ha avuto conferme in modo indipendente che un documento vaticano che limita la lettera apostolica Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI è sostenuto da almeno due cardinali vaticani, è nella sua terza bozza, e minaccia di ostacolare la crescita della Messa Latina Tradizionale e di altri sacramenti in particolare tra il clero diocesano.
Due alti membri della gerarchia hanno confermato il 31 maggio che il documento, riportato per la prima volta da Messainlatino.it il 25 maggio [Francesco vuole abrogare il Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Messainlatino.it riferisce che l’ha detto alla Plenaria della Conferenza Episcopale Italiana – 26 maggio 2021], è attualmente in fase di revisione presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF).
Diverse fonti hanno anche detto a The Remnant che Papa Francesco desidera pubblicare presto il documento, e che si presume che stia ricevendo l’appoggio, in vari gradi, di due cardinali consulenti della Congregazione per la Dottrina della Fede: Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, e il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
Le fonti hanno anche detto che queste misure restrittive saranno molto probabilmente eseguite dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e dal suo sottosegretario appena nominato, Mons. Aurelio García Marcías, che Papa Francesco avrebbe elevato all’episcopato proprio allo scopo di eseguire questi piani.
Diverse fonti vaticane di alto livello hanno anche confermato che la prima bozza del documento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco che si dice sia molto dura e acrimoniosa nei confronti della Messa tridentina.
Il documento è ora alla terza bozza, dato che le prime due sono state ritenute troppo severe. Se alla fine verrà pubblicato, è probabile che si riduca la liberalizzazione della Forma Straordinaria della Messa introdotta dalla Lettera apostolica di Papa Benedetto XVI del 2007, Summorum Pontificum.
Quel documento autorizzava qualsiasi gruppo stabile di fedeli attaccati alla “precedente tradizione liturgica” a chiedere la Messa al loro sacerdote locale, il quale “dovrebbe acconsentire volentieri alle loro richieste”. La Lettera apostolica affermava che la forma più antica della Messa non era “mai stata abrogata” e che sia la Forma Straordinaria che quella Ordinaria erano “due espressioni” di “un unico Rito Romano”.
The Remnant ha appreso che la prima bozza poneva severe limitazioni all’età dei celebranti ed è descritta come in qualche modo simile all’indulto di Paolo VI, che permetteva ai sacerdoti anziani di continuare ad offrire la Messa tridentina dopo la promulgazione del Novus Ordo Missae da parte di Paolo VI. Ha anche discusso se permettere o proibire l’amministrazione degli altri sacramenti nella Forma Straordinaria del Rito Romano.
Nella sua forma attuale, le comunità e i sacerdoti diocesani che già offrono la Messa nella Forma Straordinaria possono continuare a farlo, ma il clero diocesano che desidera iniziare ad offrire la Messa Tradizionale dovrebbe ottenere l’autorizzazione. Se i vescovi locali o la Santa Sede saranno responsabili della concessione di tali autorizzazioni è ancora in discussione.
L’amministrazione degli altri sacramenti nella Forma Straordinaria, cioè matrimonio, battesimo, cresima, ecc., sarebbe mantenuta per coloro che hanno già il permesso di celebrare la Messa Tradizionale.
La terza bozza sposta l’ufficio di ricorso per le questioni riguardanti la Messa Tradizionale Latina e la supervisione delle società sacerdotali e delle comunità religiose che usano il Messale pre-1970, dalla Quarta sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede (già Pontificia Commissione Ecclesia Dei) alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
La prima bozza inizialmente discuteva l’ipotesi di collocare queste società sacerdotali (ad esempio la Fraternità di San Pietro, l’Istituto di Cristo Re e l’Istituto del Buon Pastore) e altre comunità tradizionali sotto la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, hanno confermato due alte fonti vaticane.
Una tale mossa sarebbe considerata potenzialmente più problematica per queste comunità, alla luce del modo in cui la Congregazione ha gestito gli ordini contemplativi nel recente passato, vale a dire, attraverso l’Istruzione Cor Orans del 2018, che richiede ai monasteri femminili autonomi di appartenere a una federazione più ampia, e chiede alle novizie e alle monache contemplative di clausura professe di lasciare il loro recinto per la formazione iniziale e continua, qualcosa di estraneo alla vita contemplativa di clausura.
Secondo l’attuale piano, Mons. García, che è stato Capo ufficio della Congregazione per il Culto Divino dal 2016, è stato elevato all’episcopato per assumere le responsabilità precedentemente svolte sotto Ecclesia Dei dal suo ex Presidente, l’Arcivescovo Guido Pozzo. Professore al Pontificio Istituto Liturgico presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, Mons. García non è noto per condividere le opinioni di Benedetto XVI sulla sacra liturgia, una fonte lo descrive come “la persona più anti-tridentina della Messa mai conosciuta”.
Non è ancora chiaro se la Quarta sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede continuerà a gestire le questioni dottrinali e le relazioni con la Società San Pio X.
Diverse fonti vaticane di alto livello hanno anche confermato che la prima bozza del documento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco che si dice sia stata molto dura e acrimoniosa nei confronti della Messa Tridentina. Il Cardinale gesuita Luis Ladaria, Prefetto della CDF, si è fortemente opposto sia alla prima bozza che alla lettera, hanno confermato alte fonti vaticane. La lettera è stata poi rivista.
Le preoccupazioni su possibili riduzioni della Forma Straordinaria sono sorte dopo che la CDF ha inviato una lettera ai Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo chiedendo loro di distribuire un questionario in nove punti su Summorum Pontificum [QUI]. Il Cardinale Ladaria ha detto che il questionario è stato emesso perché il Papa voleva essere “informato sull’attuale applicazione” della Lettera apostolica.
Circa il trenta per cento dei vescovi del mondo ha risposto al questionario, e più della metà di coloro che hanno risposto ha avuto una risposta favorevole o neutrale, hanno confermato più fonti.
Una fonte che ha familiarità con il documento di consultazione ha detto che, anche se le domande erano notevolmente sbilanciate contro il Summorum Pontificum, o formulate in un modo che non sempre ha suscitato una risposta chiara e specifica, ciò che è emerso dal questionario è come la Messa Tradizionale Latina ha messo radici. Ha rivelato che anche in luoghi inaspettati, la vecchia Messa è abbracciata e amata dai giovani e dalle famiglie, sta dando i suoi frutti in parrocchie fiorenti, vocazioni sacerdotali e religiose, e in una maggiore preghiera e devozione tra i fedeli.
Il 31 maggio, il sito web tradizionale francese Paix Liturgique, che è stato tra i primi a riferire dell’imminente documento [il 26 maggio 2021 QUI], ha pubblicato un articolo intitolato: “La galassia Summorum Pontificum si prepara a resistere!” [QUI].
Descrivendo il Summorum Pontificum come “disposizioni per la pace” che “ha cercato di portare la pace in una Chiesa che stava affondando sempre più profondamente nella crisi”, gli autori notano come “fin dall’inizio, il movimento tradizionale è stato fondato sull’azione dei laici”. I loro sforzi, prosegue, sono stati “una manifestazione sorprendente e provvidenziale del sensus fidelium, dell’istinto della fede tra i fedeli, che difende con le unghie e con i denti l’espressione della lex orandi delle dottrine del Sacrificio eucaristico, della Presenza reale, del sacerdozio gerarchico, e più in generale della trascendenza del mistero: ‘Fate questo in memoria di Me!’”.
Se Papa Francesco decidesse di limitare il Summorum Pontificum emettendo un tale documento, Paix Liturgique afferma che “questa capacità di resistere ‘sul terreno’… potrebbe arrivare a includere potenti manifestazioni e azioni”. “Già ora”, aggiungono, “in vari punti del globo, sono prese in seria considerazione”.
***
Nota dell’editore: A coloro che amano la Messa Tradizionale Latina, per favore sappiate che comprendiamo che questa notizia può causare angoscia. Coloro che desiderano scrivere rispettosamente al Vaticano per esprimere le loro preoccupazioni sulle potenziali restrizioni al Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, possono contattare la Congregazione per la Dottrina della Fede via email [QUI].
Indirizzo postale:
Congregazione per la Dottrina della Fede
Palazzo della Congregazione per la Dottrina della Fede
00120 Città del Vaticano
Coloro che desiderano scrivere rispettosamente al Santo Padre, Papa Francesco, per esprimere preoccupazione circa potenziali restrizioni al Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, possono farlo a questo indirizzo postale:
Sua Santità Papa Francesco
Domus Sanctae Marthae
00120 Città del Vaticano
Nota dell’editore: A coloro che amano la Messa Tradizionale Latina, per favore sappiate che comprendiamo che questa notizia può causare angoscia. Coloro che desiderano scrivere rispettosamente al Vaticano per esprimere le loro preoccupazioni sulle potenziali restrizioni al Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, possono contattare la Congregazione per la Dottrina della Fede via email [QUI].
Indirizzo postale:
Congregazione per la Dottrina della Fede
Palazzo della Congregazione per la Dottrina della Fede
00120 Città del Vaticano
Coloro che desiderano scrivere rispettosamente al Santo Padre, Papa Francesco, per esprimere preoccupazione circa potenziali restrizioni al Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, possono farlo a questo indirizzo postale:
Sua Santità Papa Francesco
Domus Sanctae Marthae
00120 Città del Vaticano
L’appello alla preghiera in difesa della Messa del Comitato Nazionale Summorum Pontificum
Più fonti confermano, come abbiamo riferito, che sarebbe l’intenzione del Pontefice regnante, consigliato e sostenuto da figure di spicco della Curia romana (anche se si muovono a ranghi sparsi e in direzioni opposti), di mettere le mani sulla Lettera apostolica a forma di Motu proprio il Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, in riferimento alla Vetus Ordo Missae. E non si tratta di “voci da corridoio”.
Di seguito condividiamo al riguardo delle manovre per ridurre, cambiare, eliminare il Summorum Pontificum, l’appello del Comitato Nazionale Summorum Pontificum [*] in difesa della Messa.
Il Summorum Pontificum in pericolo: un appello del CNSP
Summorumpontificum.org, 2 giugno 2021
Cari Amici,
come tutti Voi, il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum sta seguendo con crescente apprensione le voci, sempre più dettagliate, circa un imminente, pesante ridimensionamento delle disposizioni contenute nel Motu Proprio Summorum Pontificum, emanato il 7 luglio 2007 dal Sommo Pontefice Benedetto XVI, dal quale la nostra piccola organizzazione trae il suo stesso nome.
Non vogliamo riproporre qui il contenuto di quelli che, purtroppo, non possono più considerarsi semplici rumors, essendo ormai diventati quasi vere e proprie anticipazioni. Confidiamo, però, che vi sia ancora spazio perché la saggezza trionfi, e ciò che sembra profilarsi all’orizzonte non veda mai la luce.
Molti fra i nostri Amici ci chiedono se e che cosa sia possibile fare per prevenire o reagire a quanto pare imminente. E’ certamente prematuro proporre oggi specifiche iniziative, anche se è giusto esprimere sin d’ora tutta la determinazione del Populus Summorum Pontificum, in Italia e nel mondo intero, a difendere con ogni mezzo lecito e legittimo il Motu Proprio e, in particolare, i principi cardine che lo animano: la perenne validità del Messale tradizionale, numquam abrogatum, e la piena liberalizzazione del suo uso, secondo quanto diposto dall’art. 2 del Motu Proprio.
Ai nostri cari Amici, a quanti hanno la bontà di considerarci un utile sostegno nel loro apostolato liturgico, diciamo con chiarezza che il CNSP sarà con entusiasmo al loro fianco, in tutte le lecite e legittime iniziative che vorranno intraprendere – nel pieno rispetto verso i nostri Pastori, ma nel sereno esercizio della libertà che il diritto riconosce a tutti i battezzati – per affermare, difendere e diffondere, a vantaggio di tutta la Chiesa, la grandezza della sua millenaria tradizione liturgica e i ricchissimi doni spirituali nuovamente offerti a tutti i fedeli dalle provvidenziali disposizioni del Motu Proprio Summorum Pontificum.
Sin d’ora, poi, ci sentiamo pressati a rivolgere a tutti voi un vibrante
APPELLO
Non vi è nessuna iniziativa, nessun progetto umano, nessuna azione o manifestazione pubblica che, per quanto necessaria o addirittura indispensabile, possa avere la forza della preghiera e conseguirne i mirabili effetti. Non vi è nessun difensore, nessun avvocato, che possa assumere la nostra causa meglio e più efficacemente di Maria Santissima, Nostra Signora.
Per questo invitiamo con tutto il cuore i fedeli del Populus Summorum Pontificum d’Italia ad iniziare subito, oggi stesso, la recita individuale o collettiva del Santo Rosario con la specifica intenzione che le norme del Motu Proprio Summorum Pontificum mantengano la loro piena validità così come sono oggi formulate, e che nessuna modifica venga apportata loro, se non per rendere ancora più diffusa e disponibile alla santificazione dei fedeli la pia e devota celebrazione della liturgia tradizionale.
Non c’è dubbio che, affidandoci all’infallibile protezione della Madonna, qualunque cosa possa accadere, saremo con Lei vincitori e potremo superare ogni difficoltà.
[*] Il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum è una libera federazione a livello nazionale italiano di associazioni, enti e realtà ecclesiali che nel proprio territorio sono impegnate a vario titolo nell’applicazione del Motu proprio Summorum Pontificum di Sua Santità Benedetto XVI e della relativa Nota interpretativa Universae Ecclesiae del 2011. Scopo immediato del Coordinamento Nazionale è quello di istituire, a livello locale e nazionale insieme all’Istituzione Ecclesiastica, un tavolo di lavoro comune per partecipare ciascuno nel suo modo proprio ad una serena e generosa applicazione dei principi canonici e teologici espressi nel documento papale.
Articoli precedenti
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– Ad orientem, conversi ad Dominum. Rivolgersi insieme verso il Signore nella Liturgia Eucaristica – 31 maggio 2021
– Sarebbe un disastro – non solo per i “tradizionalisti” ma per l’intera Chiesa Cattolica – se Papa Francesco proibisse o solo limitasse la Forma Straordinaria del Rito Romano – 2 giugno 2021
Foto di copertina: Santa Messa Pontificale del Pellegrinaggio Internazionale del Popolus Summorum Pontificum – Roma, 3 novembre 2012.
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