La scuola sotto il ricatto vaccinale
Si stringe la morsa contro personale scolastico e studenti dai 12 anni in su. L’Associazione nazionale dei presidi invoca l’obbligo vaccinale. E il Governo è tentato di forzare la mano. Lo spettro della Dad è il sottile ricatto per convincere i genitori dei non vaccinati. Un ricatto immotivato e da regime dispotico, che creerebbe cittadini di serie B, privati di diritti fondamentali.
È come una tenaglia che si va stringendo sulle libertà di insegnanti e studenti. Inizialmente c’è stata la spinta per la vaccinazione dei primi insieme a tutto il personale scolastico, che risulta già vaccinato con almeno una dose per circa l’85% e per il 79% a ciclo completo (al 23 luglio), il che va ben oltre il dato complessivo nazionale ed è vicinissimo all’obiettivo più volte indicato per la fantomatica immunità di gregge. Ma il generale Francesco Figliuolo - che ha chiesto di avere entro il 20 agosto un elenco del personale scolastico non vaccinato - è contento solo a metà, perché sì, il dato totale soddisfa, ma ci sarebbero «nove Regioni» in ritardo. Il pretesto perfetto perché la tenaglia continui il suo lavoro.
Prima si parlava di libertà di vaccinazione, ora si parla sempre più di obbligo, e non solo da parte del Governo e dei virologi star. Il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, Antonello Giannelli, l’aveva già chiesto nei giorni scorsi per il personale scolastico; ieri, prima dell’incontro con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, l’ulteriore stretta invocata dallo stesso Giannelli: «Serve anche l’obbligo di vaccino per gli studenti che possono farlo». Oggi si parla di studenti dai 12 anni in su, domani chissà.
Da parte sua Bianchi ha battuto sul «vacciniamoci tutti», come «atto di responsabilità collettiva». Come dire che chi non aderisce è un irresponsabile. Eppure la realtà continua a dire che anche i vaccinati possono contagiare, che i vaccini hanno una minore efficacia contro varianti più aggressive e che all’origine di queste ultime ci possono essere proprio i sieri sperimentali.
Ma appunto la possibilità di forzare la mano, magari dopo una fase di «forte raccomandazione», è sul tavolo dell’esecutivo. «Valuteremo se introdurre obblighi», aveva dichiarato in tv già lunedì sera il ministro della Salute Roberto Speranza. L’unico che pare essere contrario tra gli alleati di governo è Matteo Salvini che ha liquidato con un «non scherziamo» la possibilità di un sostanziale green pass a scuola, ma non si sa fino a che punto il leader della Lega avrà la volontà e il coraggio di contrastare una linea liberticida che ha in Mario Draghi il suo vertice. Se ne dovrebbe sapere di più già domani, quando il ministro Bianchi presenterà il Piano Scuola alla Conferenza Stato-Regioni.
È possibile che Bianchi adotterà delle linee guida per chiarire il parere fornito dal Comitato Tecnico-Scientifico in risposta ad alcuni quesiti del Ministero dell’Istruzione e allegato alla nota del 22 luglio dello stesso Miur, a firma del capo dipartimento Stefano Versari. Nella nota si legge che «appare eticamente doverosa la vaccinazione del personale scolastico», ventilando un obbligo anche sulla base di un precedente, generale giudizio espresso dal Comitato Nazionale per la Bioetica; la nota del Miur non parla espressamente di obbligo per gli studenti, ma fa capire che il ritorno a scuola e «anche la possibilità di fruire di ulteriori opportunità educative e formative» sono subordinati a un’ampia copertura vaccinale degli studenti «dai 12 anni in su». Se le lezioni avverranno comunque in presenza, il Cts raccomanda l’osservanza della regola di indossare le mascherine «da parte delle persone non vaccinate».
In questa marcia di avvicinamento alla vaccinazione per tutti, la Dad è stata insomma come una prova generale. Intere generazioni di bambini e ragazzi sono state private per mesi del diritto di andare a scuola, con danni gravi e a volte gravissimi per i livelli di apprendimento e lo sviluppo armonico della persona. Ora si agita lo spauracchio di un nuovo anno di Dad se non ci si assoggetterà al diktat vaccinale. Contro questa imposizione hanno parlato alcune associazioni come il Family Day e Pro Vita & Famiglia, denunciando le illegittime discriminazioni che si verrebbero a creare tra gli studenti stessi e chiedendo la convocazione delle organizzazioni rappresentative dei genitori (Fonags). Tra i vari diritti costituzionali che l’obbligo vaccinale a scuola violerebbe c’è infatti, oltre a quello allo studio, anche il diritto-dovere dei genitori di educare i propri figli.
Se obbligo vaccinale sarà, uno degli scenari, già prospettato nei discorsi di questi giorni, potrà essere quello di far restare a casa i ragazzi non vaccinati, che diventerebbero a tutti gli effetti degli studenti di serie B. A chi si scandalizza per le associazioni con i totalitarismi del passato, davvero non preoccupano tali metodi e idee? Il problema alla radice è simile: si impone arbitrariamente qualcosa - qui il dovere del vaccino - quale verità assoluta; chi è privo di quel qualcosa, o non adempie il presunto dovere, è socialmente marchiato e privato di libertà fondamentali. Vale quanto detto in generale, a proposito di green pass, da due esponenti del pensiero laico come Massimo Cacciari e Giorgio Agamben: «Ogni regime dispotico ha sempre operato attraverso pratiche di discriminazione, all’inizio magari contenute e poi dilaganti».
Amareggia, invece, che diversi ambienti del mondo cattolico non vedano la gravità della questione e ritengano che l’esclusione dalla scuola in presenza sia, in fondo, solo un problema dei genitori restii a vaccinare i propri figli contro il Covid. Ma così si perde di vista che c’è un problema di libertà, non fine a sé stessa, ma legata alla verità: sono infatti in gioco seri rilievi morali sui quattro vaccini attualmente autorizzati in Italia e, in più, è la stessa autorizzazione d’emergenza di tali vaccini a ricordarci la loro natura sperimentale. Oltre ai possibili effetti avversi nel breve periodo, non c’è certezza né sull’efficacia né sulla sicurezza a medio-lungo termine, che per forza di cose non è stata studiata. Questi sono rilievi oggettivi.
A quanto detto va aggiunto che: 1) tra i bambini e gli adolescenti italiani la mortalità per il virus è quasi nulla, nell’ordine dello zero virgola zero, zero, zero e qualcosa (vedi qui), ed è superiore all’1% solo per gli over 80; 2) non vale l’equazione “contagiato = malato”; 3) per chi si ammala esistono cure (diverse dal protocollo governativo “paracetamolo e vigile attesa”) capaci di evitare nella gran parte dei casi, nella testimonianza dei non pochi medici che le prescrivono, l’ospedalizzazione. E questo è un ulteriore elemento che attesta la mancanza di uno stato di necessità per imporre la vaccinazione a tutti.
Sostenere quindi che sia doveroso vaccinare indiscriminatamente docenti e studenti di medie e superiori è pura ideologia, che non fa i conti con la matematica e la logica più elementari. E se sarà imposto l’obbligo, esplicito o fittizio, sarà un’ulteriore prova che il nostro non è più un Paese libero.
Ermes Dovico
https://lanuovabq.it/it/la-scuola-sotto-il-ricatto-vaccinale
Vaccinare i minori contro il covid è illegale
Di Alberto Conti, ComeDonChisciotte.org
In attesa che le porcherie geniche spacciate per panacea-covid siano messe al bando per sopravvenute evidenze scientifiche, possiamo essere certi fin d’ora che la vaccinazione anticovid-19 ai minori è illegale, assolutamente fuori legge, e quindi va impedita ope legis immediatamente.
E sarebbe bene che la magistratura si desse finalmente una mossa nel svolgere la sua funzione istituzionale, indipendentemente dalle pressioni vacciniste del mainstream a reti unificate.
Altrimenti la nostra civiltà, ben rappresentata dalla Costituzione, cosa ha separato a fare i poteri?
I vaccini anticovid sperimentali sono stati sdoganati per la somministrazione di massa in base al dichiarato stato di emergenza pandemico, di una malattia nuova della quale non si hanno a disposizione cure adeguate, se non la prevenzione vaccinale. Sappiamo per certo che non è vero niente, che la pandemia non è una vera pandemia, che le cure precoci ci sono eccome e funzionano benissimo, a differenza dei vaccini che non funzionano, o al più forse “funzionicchiano” solamente nel ridurre la sintomatologia, oltre ad essere altamente pericolosi. Sappiamo anche che le rilevazioni epidemiologiche sono pilotate in funzione ipervaccinista, per avere numeri taroccati a sostegno della narrazione catastrofista e terroristica della malattia, basati su esami diagnostici falsi (tamponi PCR), in quanto fondati su metodiche dichiaratamente non diagnostiche e tantomeno standardizzate, cioè altamente manipolabili. Ma tant’è, queste verità al momento sono censurate, avversate, ridicolizzate, secondo i ben noti metodi del potere autocratico.
Tuttavia una cosa è sempre stata certa fin dall’inizio: i bambini non si ammalano di covid-19, e quand’anche contraggono l’infezione se la digeriscono come una merendina, senza sintomi o con sintomi lievi e assolutamente non preoccupanti per le conseguenze sulla loro salute. Quindi la cosiddetta “emergenza” non li riguarda affatto, pertanto le istituzioni di vigilanza sui farmaci, così come i pediatri, non possono approvare a nessun livello l’utilizzo di vaccini sperimentali in quella fascia d’età. Non solo, la vaccinazione preventiva contro una malattia del tutto innocua per l’interessato non ha alcuna giustificazione clinica ne deontologica.
Se FDA, EMA, AIFA e compagnia cantante lo fanno lo stesso, cioè acconsentono all’uso di farmaci sperimentali su bambini sani che non ne hanno alcuna necessità, vanno censurate, condannate, commissariate, perché contravvengono al loro principale dovere istituzionale, quello per cui sono state create e finanziate, che è quello di tutelare la salute, di proteggere il pubblico dagli errori e dagli abusi dell’industria del farmaco. Solo la magistratura a questo punto può, ma soprattutto deve, agire in piena autonomia per fermare questo scempio della giustizia, della logica, della morale, impedendo danni potenzialmente irreversibili e devastanti per l’umanità.
A questo punto intervengono però le truppe cammellate di bigpharma, i vari “esperti” prezzolati a sostegno della necessità di vaccinare tutti a prescindere, anche ragazzi e bambini. Questi disgraziati sostengono, senza alcuna prova scientifica, che “occorre eradicare il virus”, che “occorre raggiungere l’effetto gregge vaccinando almeno la stragrande maggioranza della popolazione senza limiti d’età”, che “i giovani non vaccinati costituiscono un serbatoio potenziale di contagio”, che “anche ragazzi e bambini rischiano la loro salute per il covid-19” e non so più quali altre ipotesi fantasiose mai verificate scientificamente, cioè chiacchiere da bar.
Ricordiamo benissimo che fin dall’inizio di questa tragica storia, quando eravamo ancora tutti sbigottiti e spaventati dalla novità del rischio epidemico, correvano voci che “i nipotini uccidono i nonni”, in quanto veicoli inconsapevoli di contagio mortale. Se però si controllava la notizia cercandone le fonti, si scopriva che non erano fonti adeguatamente qualificate, per usare un eufemismo, e non c’era alcuna prova seria in tal senso. Così come ancor oggi non sono adeguatamente qualificate le ben note star della “scienza” alla ribalta mediatica del mainstream, personaggi spesso collocati in posizioni di responsabilità per meriti tutt’altro che scientifici. E qui si apre un’altra piaga sociale, oltre il ben noto conflitto d’interessi di questi cosiddetti esperti, foraggiati da chi finanzia queste campagne vaccinali.
Per la gran parte degli altri operatori sanitari infatti, vale quanto già stigmatizzato dal Manzoni secoli fa: “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, diceva Don Abbondio. Il problema è che i pochi medici e ricercatori scientificamente qualificati e indipendenti, che sanno come stanno veramente le cose, sanno anche cosa li aspetta se contraddicono pubblicamente la narrazione mainstream, ormai pura propaganda di Stato, e quindi, salvo poche eroiche eccezioni, tacciono.
Nonostante questo stato di fatto ricattatorio che riguarda primariamente tutti i sanitari, almeno 1.200 pediatri, che rappresentano circa il 5% della categoria, ha sottoscritto una richiesta di moratoria per sospendere il programma di vaccinazioni per la fascia di età 12-16 anni e per evitarne l’estensione ai bambini di qualsiasi età perché ( è scritto nel documento di 2 pagine ):
“1. Non sussistono benefici diretti …
2. Non sussistono benefici indiretti …”
Ne è promotore il Dott. Eugenio Serravalle, pediatra, che si può ascoltare in questi due interventi qui https://youtu.be/uRPgweCpqfo e qui https://www.radioradicale.it/scheda/637756/appello-per-la-moratoria-alle-vaccinazioni-anticovid-19-ai-bambini-intervista-al-dr
Fino a che ci sono veri uomini come il Dott. Serravalle, e molti altri come lui (ad es. tra i medici aderenti ad ippocrateorg.org che hanno prodotto questo toccante video da far circolare https://rumble.com/vji70x-proteggiamo-i-bambini-ippocrateorg.html ), anche se costituiscono un’esigua minoranza, possiamo a buon diritto impugnare la fiaccola della libertà e della speranza. A questo punto però anche avvocati e magistrati devono fare la loro parte urgentemente, perché il crimine è già in atto.
Politici non pervenuti, già ce ne siamo fatti una ragione.
Di Alberto Conti, ComeDonChisciotte.org
08.07.2021
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Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org
https://comedonchisciotte.org/page/2/
La versione ridotta a un’ora dell’originale di tre ore e mezza “Dark Horse Podcast” contenente un’intervista al Dr. Robert Malone, inventore della tecnologia del vaccino mRNA. YouTube e altre importanti piattaforme di social media hanno censurato il video.
Il fatto non ci stupisce, dal momento che nel filmato in questione gli scienziati trattano degli effetti avversi provocati dalla tecnologia mRNA contenuta nel siero sperimentale della Pfizer sia ai danni della salute dei vaccinati, che nel provocare l’insorgere di varianti.
Lo stesso Defender, sito dell’Organizzazione americana Children’s Health Defense, che ha pubblicato il seguente articolo è stato ripetutamente oggetto di censura da parte di Big Tech.
dott. Robert Malone, inventore della tecnologia dei vaccini a mRNA (e a DNA)
A giugno, il Dr. Bret Weinstein ha intervistato il Dr. Robert Malone, l’inventore della tecnologia dei vaccini mRNA, e Steve Kirsch, filantropo e imprenditore tecnologico che è diventato un autorevole punto di riferimento per la ricerca nel dare voce alle persone che sono state danneggiate dai vaccini COVID.
L’intervista di tre ore e mezza “DarkHorse Podcast” è stata censurata su YouTube e altre importanti piattaforme di social media. Cinque giorni dopo la pubblicazione del podcast DarkHorse, i risultati scientifici e i contributi di Malone sono stati cancellati da Wikipedia.
Grazie al regista Mikki Willis e al suo team per aver creato in esclusiva per The Defender questa versione da un’ora del podcast originale.
Durante il podcast, Malone, Weinstein e Kirsch trattano delle implicazioni del controverso studio giapponese di biodistribuzione di Pfizer, reso pubblico all’inizio di questo mese dal dottor Byram Bridle, un immunologo virale.
Lo studio di biodistribuzione ottenuto da Bridle ha mostrato che le nanoparticelle lipidiche del vaccino non sono rimaste nel muscolo deltoide dove sono state iniettate, come gli sviluppatori del vaccino hanno sostenuto che sarebbe successo, ma hanno circolato in tutto il corpo e si sono accumulate in grandi concentrazioni in organi e tessuti, tra cui la milza, il midollo osseo, il fegato, le ghiandole surrenali e – in “concentrazioni piuttosto elevate” – nelle ovaie.
Malone discute anche la mancanza di studi adeguati sugli animali per i nuovi vaccini mRNA, e la teoria, sostenuta dal virologo Geert Vanden Bossche, Ph.D., che la vaccinazione di massa con i vaccini mRNA potrebbe produrre varianti sempre più trasmissibili e potenzialmente mortali
Qui trovate il video censurato.
Di Wanda Massa
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