LA SUPPLICA
«Vescovi, aiutateci a opporci all'obbligo vaccinale»
«Chiediamo il suo sostegno nell’opporci all’obbligo e/o al ricatto vaccinale, in particolar modo quando riferito ai bambini e ai ragazzi». La supplica ai vescovi italiani parte dal basso e si diffonde sui social. In esclusiva sulla Bussola il testo dell'appello da diffondere in ogni diocesi.
L’avanzamento della campagna vaccinale si accompagna a un crescente clima di costrizione e ricatto, che fa leva su meccanismi di stigma e discriminazione sociale. Questo è il contesto sociale in cui ci troviamo ormai immersi da settimane e che potrebbe ulteriormente accendersi nella prossima stagione.
Accanto a un simile trend di stampo civile e laico, sono emersi nel mese di agosto alcuni segnali che fanno intendere un allineamento anche in ambiente ecclesiale. E così abbiamo già letto di vescovi che impongono il vaccino al proprio clero, o che attaccano i no-vax, come anche di parrocchie e oratori che impongono il Green Pass quale prerequisito alla frequentazione degli ambienti di preghiera o di incontro cristiano. Se questo orientamento di controllo crescente è già preoccupante da un punto di vista meramente politico-sociale (come ricordato, tra gli altri, da Agamben, Cacciari, Sceusa, Cardini, Benozzo, Del Sol, Sacré), quanto più risulta scandaloso in contesto religioso e cristiano.
Può un intervento sanitario, peraltro discusso a livello di comunità medica e politica internazionale, divenire elemento di divisione nella Chiesa? Può un senso di emergenza, mediaticamente veicolata, scavalcare le più comuni norme di prudenza e rispetto in termini di salute ed educazione anche tra le mura parrocchiali? Sembra di sì, a giudicare dagli episodi citati.
Ecco perché un gruppo di fedeli, in primo luogo genitori preoccupati per la salute e l’educazione dei propri ragazzi, ha ritenuto di dare vita a una rete dal basso, cui affidare il compito di contattare e incontrare i Vescovi della Chiesa italiana e chiedere loro di rinnovare il proprio compito quali garanti di tutto il gregge, favorendo il rispetto di tutte le posizioni, e combattendo le nuove correnti di divisione che minacciano diabolicamente il popolo di Dio.
«Sentiamo il dovere di presentarle le nostre perplessità – si legge nella supplica ai vescovi -, che sono anzitutto quelle di genitori ai quali Dio ha affidato il compito di custodire e crescere la prole. E sentiamo il dovere di invocare il Suo sostegno. Perché un vescovo dovrebbe lasciarci soli in questo momento di sfida tanto urgente?».
Poi l’appello vero e proprio diretto ai pastori, a tutti i pastori della Chiesa italiana: «Chiediamo il suo sostegno nell’opporci all’obbligo e/o al ricatto vaccinale, in particolar modo quando riferito ai bambini e ai ragazzi».
La rete si affida a San Giuseppe e prende così il nome di “Patris Corde”. Chiunque può unirsi e proporsi come testimonial nella propria diocesi, entrando nel canale telegram t.me/patriscorde. L’appello che i membri della rete si impegnano a portare personalmente ai propri Pastori viene pubblicato in anteprima sulle pagine della Nuova Bussola Quotidiana ed è scaricabile QUI.
I valori e i toni espressi in questa supplica - cui si sono già associati anche vari sacerdoti, consacrati, catechisti, docenti ed educatori - sono miti e dialogici, trasparenti e appassionati, e meriterebbe che fossero fatti propri da chiunque, vaccinato o no, abbia a cuore il valore dell’unità e della pace, anzitutto nella Chiesa. I promotori dell’iniziativa, che preferiscono non dichiararsi, anche per non personalizzare un sentimento che ritengono comune e diffuso tra molti credenti, sono convinti che questo gesto possa dare forza all’episcopato e permettere così a tutti i fedeli di essere voce profetica: promotori di una non facile unità, proprio all’interno di un momento di forti divisioni civili e sociali.
https://lanuovabq.it/it/vescovi-aiutateci-a-opporci-allobbligo-vaccinale
REAZIONI AVVERSE
«La testa in fiamme e la vita sconvolta: è stato il vaccino»
La vita di Mariagrazia Pavone, 31 anni, commessa di Torino è sconvolta: «La testa è sempre in fiamme, non dormo, la mano sinistra ha perso sensibilità e non guido più, non riesco nemmeno a fare una rampa di scale. Ma la referente Aifa mi ha detto che devo fare la seconda dose perché ora sono un soggetto fragile: ma sono fragile per colpa del vaccino». Il racconto alla Bussola di un'altra vittima con reazioni avverse gravi e misteriosi bruciori: «Esami negativi, ma la prossima risonanza sarà decisiva, nessun medico osa azzardare una correlazione, ma è evidente».
- IL DOSSIER DELLA BUSSOLA: MAL DI VACCINO
«Quando sono andata a chiedere di essere esonerata dalla seconda dose mi sono sentita replicare: “E perché? Dovresti invece farla: ora come mai sei un soggetto fragile”». È la risposta-beffa, tra l’assurdo e il sarcastico che Mariagrazia Pavone, 31 anni si è sentita dare dalla referente Asl per la farmacovigilanza della sua città. Solo che Mariagrazia è un soggetto fragile da quando ha fatto la sua prima dose di vaccino, Moderna, il 22 luglio e la sua vita è diventata impossibile. I bruciori, che la accomunano a tante altre storie sotterranee di reazioni avverse gravi da vaccino anti covid non indagate, sono terribili, in particolare alla testa e il suo stato di inabilità oggi si manifesta con la perdita di sensibilità della mano sinistra.
Anche Mariagrazia ha il terrore che questa invalidità possa essere permanente «ma io sono un leone e voglio lottare», dice con un filo residuo di ottimismo mentre chiede a gran voce che lo Stato, il Ministero della Salute, i medici con la M maiuscola che vanno in tv «si voltino verso di noi e incomincino ad affrontare questa piaga nascosta che non si vuole vedere e che è senza dubbio causata dal vaccino».
Invece, anche lei, oltre a tante ricette di Valium e inviti a “stare tranquilla che è solo un po’ di ansia” oggi non riesce a guidare, a fare le scale del negozio dove lavora. Ma invece di trovare comprensione riceve docce fredde come quella della funzionaria che la invita a vaccinarsi di nuovo perché ora è fragile, ma di una fragilità causata proprio dal vaccino.
L’intervista subisce qualche ritardo sulla tabella di marcia perché nei giorni scorsi Mariagrazia ha dovuto staccare il telefono: i dolori alla testa, alle gambe e al braccio si sono fatti insopportabili.
E oggi come sta, Mariagrazia?
Sono dieci giorni che la testa brucia senza sosta. Non riesco a chiudere la mano, se prendo qualcosa, anche una spazzola per capelli, ho dolore, dalla spalla in giù mi fa male, mentre la parte del braccio sopra la mano “brucia”.
Patologie prima del vaccino?
Nessuna, se non un leggero ipotiroidismo controllato farmacologicamente.
Dunque, la prima dose il 22 luglio…
Ero stata chiamata per il 17 agosto, ma il 22 luglio sono andata a pregare di farmi il vaccino perché non c’ero ad agosto.
Era convinta di farlo?
Più che convinta.
E poi?
Nei tre giorni seguenti le solite reazioni: febbre alta, un po’ di tachicardia, stanchezza. Ma la tachicardia era forte: 130 battiti, mai avuta. Vado in guardia medica.
Esito?
Tachipirina e attesa.
Attesa di cosa?
Che passasse. Alla domenica avevo di nuovo febbre altissima, tachicardia forte, non riuscivo ad alzarmi: chiamo l’ambulanza. In ps mi fanno le analisi del sangue, un’ecografia e un ECG. Flebo di Tachipirina e concludono dicendo che va tutto bene: probabilmente avevo un po’ di ansia.
Ansia? Tanti nella sua condizione hanno ricevuto questa risposta…
Certo, con anche un carico di sarcasmo: “Avete tutti l’ansia di sto vaccino…”, diceva.
Che succede dopo domenica?
Il giorno seguente non cambia nulla. Chiamo un cardiologo e gli faccio presente che inizia a bruciarmi la testa.
Bruciare…? Intende?
Un bruciore indescrivibile, da parte a parte. Mi da acqua e brufen, come fosse una cefalea, ma non aveva l’aspetto della cefalea. Il 27 luglio mi sveglio per andare a lavorare, ma la testa mi stava esplodendo, non era tanto il dolore, era la testa in fiamme. Arrivo al lavoro, non riesco a tenere gli occhi aperti, accuso una grande fotosensibilità, sono confusa e torno al pronto soccorso, mi faccio accompagnare da mio marito perché nel frattempo non riuscivo neanche a guidare.
Che succede?
Esami, Tac e visita, il neurologo mi dice: “Ne ho viste altre come lei”, ma nessuno ha il coraggio di affrontare il tema della possibile reazione avversa da vaccino. Al ps ci torno il giorno dopo, la testa è in fiamme, mi dicono ancora “passerà”, mi faccio prescrivere una risonanza magnetica.
E stavolta?
Negativa. Il neurologo mi dice: “Valium e vai in ferie”. Capirai. Come se questo potesse risolvere il mio problema, il fatto è che io alla notte non dormo. Accetto l’ennesima diagnosi negativa e passano quattro giorni, ma la testa brucia ancora e brucia ancora oggi senza sosta, passa da un orecchio all’altro.
Va poi in ferie?
No. Il 7 agosto, 15 gg dopo il vaccino, mi sveglio con un bruciore alla gamba sinistra. Mi tirava dal ginocchio in giù. Ho zoppicato per sette giorni. Da quel giorno utilizzo il ghiaccio per trovare un po’ di ristoro. Dalla gamba è passato al braccio.
Esami ne ha fatti ancora?
Martedì scorso sono andata da un altro neurologo, mi propone di rifare la risonanza con liquido di contrasto estendendola anche alla colonna oltre a un esame di funzionamento dei nervi che si chiama “Potenziali evocati somatosensoriali”, ma una cosa, intanto, la trova.
Che cosa?
Ha notato che nella parte sinistra c’è una sensibilità inferiore rispetto alla destra, cosa che dalle precedenti visite neurologiche non era emerso. Il vaccino l’ho fatto a sinistra.
Teme che questa invalidità sia permanente?
Sarebbe una bugia dire di no, che non ho paura, ma ho anche voglia di trovare una soluzione.
La vita è cambiata?
Si, sto avendo molte difficoltà. Lavoro in negozio a due piani, fatico a fare su e giù e il braccio sinistro non riesco a usarlo. Non guido più, non ci riesco, la mano sinistra non me la sento sicura.
Che cosa ha provato a fare?
Quando mi sono sentita abbandonata ho scritto su Facebook e ho trovato centinaia di persone nella mia condizione. Tutte abbandonate, tutte senza diagnosi, tutte con la vita stravolta dal dolore.
Ha segnalato ad Aifa?
Ho fatto due segnalazioni. Il mio caso è registrato, ma non seguito.
È in quel frangente che le hanno detto di fare la seconda dose?
Sì, io chiedevo l’esenzione, loro invece me la volevano fare perché ora sono un soggetto fragile. Ma se sono un soggetto fragile è colpa di che cosa?
Del vaccino?
Sì, ne sono certa. È evidente
Andrea Zambrano
https://lanuovabq.it/it/la-testa-in-fiamme-e-la-vita-sconvolta-e-stato-il-vaccino
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