Tra vaccino e mamma e papà: mistificazioni e false libertà
Ci scrive la componente del Comitato Nazionale di Bioetica sul tema giovani, vaccini e genitori: «Non guardate a chi decide, ma che cosa si decide e al favor vitae». La risposta del direttore: «Dare per scontato che il vaccino sia un “salvavita” è una mistificazione inaccettabile. I giovani non vogliono vaccinarsi per tutelare una salute per loro non a rischio, ma per ottenere la libertà. Nell’avallare questo ricatto, il CNB si prende anche la responsabilità di affermare un concetto distorto di libertà». Botta e risposta Cascioli/Morresi sull'etica della vaccinazione.
Il bene e il male esistono. Un Comitato per la Bioetica fa il suo mestiere quando ragiona su cosa è bene e cosa è male di fronte ad alcuni dilemmi che si pongono, solitamente di fronte a nuovi sviluppi scientifici che riguardano la medicina o comunque che hanno un impatto importante sulla vita e sulla salute delle persone.
Il parere del Comitato per la Bioetica “Vaccini e adolescenti” parla anche – non solo - dei criteri con cui potrebbe decidere un giudice in un contenzioso fra genitori, medici e minori che non sono in accordo fra loro su un trattamento sanitario per il minore stesso, e si rivolgono a un tribunale per stabilire cosa fare.
La questione in gioco è il criterio di giudizio che vogliamo indicare ai giudici quando il conflitto arriva a loro, tenendo conto che la persona minore di età non può dare un consenso valido dal punto di vista legale, e che nel parere non si parla di cambiare il limite di età della legge in vigore (18 anni).
Ad avviso dell’intero Comitato, me compresa, il criterio è stabilire quale sia il bene del minore.
Se questo bene coincidesse sempre e comunque con la volontà dei genitori, allora dovremmo ricordare che quelli di Eluana Englaro (che era maggiorenne ma incapace di dare il suo consenso) e quelli di Charlie Gard hanno chiesto cose diverse per i loro figli. La prima sentenza in Europa per sospendere alimentazione e idratazione artificiale è stata per Tony Bland, che aveva 17 anni quando l’incidente allo stadio lo ha fatto cadere in stato vegetativo, e i suoi genitori erano d’accordo con i medici nel chiedere l’interruzione dei trattamenti vitali, così come lo hanno chiesto (e ottenuto) i genitori di Nancy Cruznan, mentre per Terry Schiavo e Cristina Magrini (tutte maggiorenni come Eluana ma non in grado di dare il consenso) erano contrari.
Ricordiamo che il protocollo di Groeningen per l’eutanasia dei neonati è stato applicato sempre con il consenso dei genitori, e spesso su loro richiesta. Ricordiamo anche che i Testimoni di Geova vedono i loro figli ricevere trasfusioni di sangue che salvano la vita perché le autorizza un giudice, contro la loro volontà. E per esperienza so che quando viene una ragazza minorenne nei Centri di Aiuto alla Vita, spesso è perché lei vuole portare avanti la gravidanza contrariamente ai genitori.
Tutti questi esempi per ricordare quello che ho già avuto modo di scrivere in modo più approfondito nel mio libro su Charlie Gard del 2017: le scelte possibili non sono tutte uguali, e il problema non è CHI decide, ma COSA si decide. E noi dobbiamo capire COSA è bene, per poterlo indicare e fare la scelta giusta.
I figli non sono proprietà dei genitori né dello stato, né di nessun altro. Sono persone di cui i genitori si prendono cura e dei quali hanno responsabilità, legalmente fino a 18 anni. Quando accadono contrasti in cui si decide al posto loro va stabilito con quale criterio decidere, dentro e fuori i tribunali, perché non si può cambiare a seconda di quel che ci piace.
Ritengo che il primo criterio sia ascoltarli sempre, il che non significa certo assecondarli sempre, ma capire e voler veramente capire quali sono le loro esigenze e bisogni e paure e necessità. Il secondo criterio è stabilire COSA è bene e COSA è male, perché il bene e il male esistono. Ritengo che la bussola per orientarsi sia quella del favor vitae, sempre. Ritengo che il compito dei bioeticisti, ma in particolare di noi cattolici, sia far crescere la consapevolezza che il favor vitae è fondamentale per noi e per tutti, per il singolo e per la collettività, sempre e comunque. Ma c’è una deriva in corso che sta portando il discorso su CHI decide, quindi sull’autodeterminazione e sulla responsabilità genitoriale, anziché su COSA si decide, e quindi il favor vitae o no.
Faccio un esempio attuale: Marco Cappato sta facendo la sua campagna per il referendum sull’eutanasia, ed è tutta su CHI decide, e in particolare sul fatto che ognuno può decidere su se stesso, senza considerare le relazioni intorno a sé. Il ragionamento che lui porta avanti nel chiedere le firme che aprono all’eutanasia è che io decido su me stesso e gli altri non contano, non contano le conseguenze sulla società e la sofferenza che io posso produrre negli altri. Non contano le relazioni. Sono le ragioni dell’individualismo contro quelle del personalismo: noi combattiamo le prime e sosteniamo le seconde. Per questo io uso come bussola il COSA si decide, e quindi il favor vitae, sempre, e l’ho fatto anche per questo parere.
Prof. Assuntina Morresi
Componente del Comitato Nazionale di Bioetica
RISPONDE IL DIRETTORE
Cara Morresi,
la ringrazio per questa lettera che intende spiegare il suo voto nel Consiglio Nazionale di Bioetica (CNB) sul documento “Vaccini e adolescenti” che abbiamo ieri commentato con Tommaso Scandroglio. E la ringrazio perché spiega anche molto bene il principio di favor vitae «di fronte ad alcuni dilemmi che si pongono», principio che la Bussola ha sempre difeso. Quindi sul principio siamo perfettamente d’accordo. Vorrei però ribadire - come ha spiegato Scandroglio – che il documento del CNB è improntato al principio di autodeterminazione se è vero che invita a seguire la volontà del minore anche se non intende vaccinarsi (seppure cercando di persuaderlo).
Ma a parte questo la sua lettera ci dà l’occasione di chiarire alcuni punti fondamentali della questione “vaccini e adolescenti”. Perché prima del favor vitae, c’è un altro principio, quello di realtà, ovvero stabilire se il trattamento proposto sia adeguato alla condizione fisica della persona e valutare anche le circostanze non prettamente sanitarie che possono influenzare la decisione. E qui ci sono almeno tre punti critici da valutare:
1) Dal punto di vista sanitario, lei dà per scontato che il vaccino sia un “salvavita”, assunzione del tutto arbitraria sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista statistico-sociale. Sappiamo benissimo che la discussione scientifica è aperta sul tema e che altri paesi sconsigliano apertamente la vaccinazione dei minori se non in situazioni di particolari fragilità. Questo anche per le possibili conseguenze, anche sul lungo termine, che certi vaccini possono avere e per cui non ci sono al momento risposte, mentre si moltiplicano casi di cronaca di morti “sospette” che dovrebbero comunque indurre alla prudenza. Inoltre, inutile ricordare che c’è la possibilità di terapie precoci che anche negli adulti abbassano notevolmente la probabilità di esiti letali della malattia Covid. E a questo si deve poi aggiungere che – lo sappiamo tutti – la mortalità degli adolescenti dovuta al Covid è prossima allo zero assoluto. Piuttosto sarebbe bene preoccuparsi della mortalità degli adolescenti dovuta ai suicidi da lockdown. Si può legittimamente decidere di vaccinarsi, ma spacciare il vaccino per un salvavita è una mistificazione inaccettabile.
2) Allargando il discorso al contesto, non si può far finta che il dilemma sul vaccino sia solo dal punto di vista etico-sanitario. Guardiamo la realtà: perché gli adolescenti desiderano vaccinarsi, magari contro il volere dei genitori? Chi ha avuto modo di essere in contatto con i giovani lo sa: la stragrande maggioranza lo vuole non per tutelare la salute ma per ottenere la “libertà”. Ne fa cenno anche il documento del CNB. Ci si vaccina cedendo al ricatto imposto dal governo: niente divertimenti, niente vacanze all’estero (e anche in certi posti italiani), niente piscine e palestre, niente stadio, cinema e quant’altro. E infine, niente scuola in presenza (è la spada di Damocle che viene costantemente evocata). Nell’avallare questo ricatto il CNB si prende anche la responsabilità di affermare un concetto distorto di libertà, ridotta alla possibilità di accedere in alcuni luoghi. Ma soprattutto si prende la responsabilità di creare una nuova categoria di giovani emarginati e discriminati, privati di una vita sociale, come già è evidente che accada. E lo ripeto: senza una sola ragione scientifica o sanitaria che giustifichi questo ricatto.
3) Infine c’è un’altra questione, non strettamente legata al Covid, ma comunque non meno inquietante. Da almeno trenta anni c’è una lobby internazionale che, allo scopo di promuovere aborto e contraccezione nonché altre ideologie tese a distruggere la famiglia, teorizza l’autodeterminazione dei minori contro la potestà dei genitori. Sempre con il pretesto dei motivi sanitari oppure per il rispetto dei diritti umani. Ricordo che questo è un cardine delle campagne abortiste (in nome della salute riproduttiva) riccamente finanziate e spinte dalle agenzie ONU. Ma è anche un cardine della propaganda dell’ideologia gender: guarda caso è un tema che è parte integrante del ddl Zan sull’omotransfobia, e purtroppo è quello che già accade. “Anche senza il consenso dei genitori” è la parola d’ordine di questo movimento. Spenderla per favorire un vaccino che non è “salvavita”, non fa altro che portare acqua – anche se involontariamente – al mulino di chi vuole distruggere la famiglia.
Mi stupisco, cara Morresi, che a lei sempre così attenta a queste tematiche sfugga questo aspetto.
Riccardo Cascioli
https://lanuovabq.it/it/tra-vaccino-e-mamma-e-papa-mistificazioni-e-false-liberta
VACCINARE RAGAZZI E BAMBINI
La mano dello Stato sui minori
Le attuali politiche governative sulla vaccinazione di massa da tempo prendono di mira i minorenni e forti pressioni vorrebbero coinvolgere anche i bambini. Vaccinare i minori sembra sia diventata la priorità per la lotta al virus. Su questo punto la Dottrina sociale della Chiesa esprime la sua forte avversità dato che riscontra in queste politiche l’azione di principi contrari al bene comune.
Quando ha cominciato a diffondersi l’idea di vaccinare i minorenni, molti avevano fatto presente l’illiceità morale e politica della cosa. I motivi erano tanti e tutti importanti. Prima di tutto: c’era una documentazione certa della gravità del rischio cui si sarebbe andati incontro non vaccinandosi? Non c’era. Anzi, i dati documentavano il contrario certificando che il rischio epidemiologico tra i giovani è bassissimo. Il dovere morale di sottoporsi a vaccinazione esiste solo davanti ad un gravissimo pericolo incombente, che per i giovani non esisteva quando si cominciò a parlare della loro necessaria vaccinazione e non esiste tuttora.
A questo punto si è tirata fuori l’altra idea: anche se non c’è rischio diretto e personale grave, i giovani devono essere comunque vaccinati per ridurre e impedire la diffusione del virus, ossia per esigenze di etica pubblica. Ma questo principio è moralmente inaccettabile per due motivi strettamente collegati tra loro. L’intervento sanitario deve procurare un bene per la persona soggetta a tale intervento. Altri motivi, chiamiamoli di “salute pubblica”, non possono giustificare un intervento sulla persona se tale intervento anche non procura un bene alla persona, ma invece procura un danno oppure la sottopone ad un rischio ingiustificato. Tanto più il principio vale se il cosiddetto vaccino che viene inoculato è ancora in fase sperimentale, per la cui cosa il danno e il rischio grave non si possono escludere in modo assoluto. La persona non può essere strumento del bene pubblico, il giovane non bisognoso per sé del vaccino, non può quindi essere vaccinato per garantire la salute altrui, a maggior ragione quando non ci sono nemmeno dati che confermano che il suo sacrificio possa veramente essere utile..
Questo conduce al secondo principio: non ci può essere contrasto tra il bene comune e il bene della singola persona. Questo è stato sempre insegnato dalla Dottrina sociale della Chiesa, in accordo con la filosofia e la teologia politica cattolica. Non è etico sacrificare qualcuno per il bene di altri, o della maggioranza. Il rapporto tra la società e la persona è il rapporto di un tutto con un altro tutto. Il bene comune non è un bene superiore a quello delle singole persone, ma coincide con il bene di ogni singola persona.
Dietro a questo equivoco sta la confusione tra bene comune e bene pubblico. Il primo è un bene qualitativo ed etico che riguarda ogni singola persona della comunità politica, il secondo è un bene quantitativo che può riguardare alcuni, la maggioranza o anche tutti i cittadini ma come somma del loro benessere individuale. Il primo ha come componente (ma non essenziale) anche il bene sanitario, il secondo ritiene invece essenziale il bene sanitario inteso come quello stabilito dal potere politico (spesso a servizio di quello economico).
L’obiettivo di vaccinare tutti i minori viene perseguito dal potere politico in vari modi. Il primo modo è propagandistico e consiste nei veicolare tramite i media di Stato e i testimonial del jet set l’idea del dovere civico per proteggere i cosiddetti soggetti deboli dal contagio. Il secondo consiste nel ricatto del Green Pass, impedendo varie attività a chi non è vaccinato e quindi obbligando senza obbligare. Ad un possibile terzo modo ha dato il proprio contributo il recente parere del Comitato Nazionale di Bioetica sostenendo il diritto del minore di vaccinarsi anche contro il parere dei genitori o di chi detiene la patria potestà. In questo modo si è valorizzata l’autodeterminazione del giovane. Egli crede di autodeterminarsi mentre invece è eterodeterminato dalla propaganda e dalle pressioni dirette e indirette.
di Stefano Fontana
https://lanuovabq.it/it/la-mano-dello-stato-sui-minori
No al Green Pass per i Minori. Una Petizione – da Firmare – di Pro Vita.
4 Agosto 2021 Lascia il tuo commento
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ben sapete che noi siamo contrari all’istituzione di una misura anti-costituzionale, limitativa delle libertà personali di base, e priva – come ammette candidamente anche qualche “scienziato” del circo vaccinista – di qualsiasi base scientifica. Ma ci sembra particolarmente odioso imporre questa misura, che speriamo non passi o crolli presto ai minori; cioè a quella categoria di persone che corrono in assoluto meno rischi di ammalarsi di un “morbo” da cui guarisce l’oltre 99% (altro che piaghe bibliche…) e che comporta per quella fascia d’età rischi elevati dovuti ai trombi. Per questo vogliamo condividere con voi, e chiedervi di condividere, questa iniziativa di Pro Vita e Famiglia. Buona lettura.
§§§
Qualche giorno fa il Generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, ha affermato che prossimamente si cercherà di coinvolgere nella campagna vaccinale anche i minori: con tanto di obbligo di Green pass per accedere ai ristoranti, agli spettacoli all’aperto, ai centri termali, alle piscine, alle palestre, alle fiere, ai congressi, ai concorsi, a musei, cinema e teatri, e chi più ne ha più ne metta.
Il tutto in barba alla priorità educativa della famiglia, sancita sia dalla Costituzione italiana che dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: e nonostante in mezza Europa (inclusi Paesi quali Germania, Gran Bretagna e Olanda) il vaccino anti-Covid non sia stato autorizzato per i minorenni, o al massimo sia stato raccomandato solamente agli adolescenti con fragilità.
Firma questa petizione, compilando il modulo, per chiedere che il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Ministro della Salute Roberto Speranza rinuncino all’idea di imporre il Green pass anche ai minori.
— Ecco il messaggio che invieremo al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Ministro della Salute Roberto Speranza —
Il Governo italiano, nella persona del Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Generale Francesco Paolo Figliuolo, ha recentemente espresso l’intenzione di coinvolgere nella campagna vaccinale contro il SARS-CoV-2 anche i minorenni. In tal modo, anche per gli adolescenti l’accesso a una serie di servizi e attività sarà condizionato al possesso del Green pass, creando quindi delle odiose discriminazioni tra i ragazzi, che invece dovrebbero avere libero accesso alle attività ricreative.
Eppure, Stati europei quali Croazia, Portogallo, Irlanda, Islanda Norvegia e Ucraina non hanno autorizzato l’uso del vaccino anti-Covid sui minori. Mentre altre Nazioni come Germania, Gran Bretagna, Svezia, Finlandia, Belgio, Olanda e Lussemburgo hanno deciso di raccomandare la profilassi solo agli under 18 con fragilità, sconsigliandola agli altri adolescenti.
In questo quadro evidentemente caratterizzato dall’incertezza, stupisce negativamente che l’esecutivo intenda scavalcare il primato educativo della famiglia, peraltro sancito dalla Costituzione italiana e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Quando invece la vera emergenza vissuta dai ragazzi è quella educativa, che non si potrà superare senza un coinvolgimento diretto e immediato delle associazioni dei genitori.
Chiediamo pertanto al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Ministro della Salute Roberto Speranza di recedere dal progetto di imporre l’obbligo del Green pass anche ai minorenni.
— Puoi scaricare qui il modulo cartaceo per la raccolta manuale delle firme —
Vaccinazione degli under 18. Un’interrogazione al governo
Senato della Repubblica
XVIII Legislatura
Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00388
Pubblicato il 16 giugno 2021, nella seduta n. 337
Zaffini, Ciriani, Calandrini, Balboni, Barbaro, De Bertoldi, De Carlo, Fazzolari, Iannone, La Pietra, Petrenga, Rauti, Ruspandini
Il Senato,
premesso che:
in Italia è stata recentemente avviata la fase della campagna vaccinale che prevede la vaccinazione anche degli “over 16″, mentre nei giorni scorsi è arrivato il via libera da parte delle agenzie EMA e AIFA per la vaccinazione anche delle persone in fascia d’età compresa tra i 12 e i 15 anni, per le quali sono già stati programmati ed avviati i cosiddetti open day per la somministrazione del vaccino Comirnaty (Pfizer/Biontech);
in Germania la commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko) del “Robert Koch Institut” non consiglia la somministrazione di Pfizer ai giovanissimi e addirittura, nelle raccomandazioni ufficiali diffuse sul sito del Robert Koch Institut, che è l’equivalente dell’Istituto superiore di sanità italiano, si legge che: “L’uso di Comirnaty in bambini e adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni senza precedenti malattie è attualmente generalmente non raccomandato” e che “per questa fascia di età è quindi possibile la vaccinazione solamente dopo consiglio medico e se il bambino o l’adolescente o i tutori accettano i rischi individuali”;
in Israele e negli Stati Uniti la vaccinazione con vaccini anti COVID-19 a mRNA per la fascia dei giovanissimi 12-16 anni e over 16 è iniziata da tempo, ed è notizia recente che proprio in Israele sono state riportate 275 miocarditi nei giovani di età compresa tra i 16 e i 30 anni;
a tale evidenza si è aggiunta la preoccupazione destata dall’ultimo rapporto di vigilanza dei CDC, i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie negli USA, secondo cui, dopo le vaccinazioni con Pfizer e Moderna, nei soggetti tra i 16 e 24 anni si sono riscontrate miocarditi in numero superiore rispetto all’atteso;
lo scorso 20 maggio 2021 è comparsa sul sito di HART (Health advisory & recovery team) una lettera aperta, sottoscritta da un gruppo di medici inglesi, indirizzata all’MHRA (Medicines & healthcare products regolatory agency), l’equivalente dell’AIFA italiana;
i contenuti dell’appello sollevano dubbi consistenti, sia sotto il profilo etico che sotto quello scientifico, rispetto alla scelta di somministrare i vaccini agli “under 18″;
si ritiene opportuno riportare alcuni passaggi significativi della citata lettera, il cui contenuto è comunque integralmente visionabile sul sito web di HART: i firmatari affermano che “è irresponsabile, non etico e in effetti non necessario includere i bambini sotto i 18 anni nel lancio nazionale del vaccino COVID-19”, ed è chiarito che gli studi clinici sui bambini pongono enormi dilemmi etici a causa dei rischi sconosciuti, aggiungendo che si dovrebbe attendere la fine degli attuali studi di fase 3 e diversi anni ancora per ricevere tutti i dati sulla sicurezza negli adulti, al fine di escludere o quantificare tutti i potenziali effetti avversi;
in particolare, si legge che “Tutti gli studi di fase 3 sui vaccini COVID-19 sono in corso e non dovrebbero concludersi fino alla fine del 2022/inizio 2023. I vaccini sono, quindi, attualmente sperimentali con dati limitati sulla sicurezza degli adulti a breve termine e non disponibili (…). La tecnologia del vaccino mRNA completamente nuova, che non è mai stata precedentemente approvata per l’uso nell’uomo (…). I potenziali effetti a insorgenza tardiva possono richiedere mesi o anni per manifestarsi. Le limitate sperimentazioni sui bambini intraprese fino ad oggi sono totalmente sottodimensionate per escludere effetti collaterali non comuni ma gravi. I bambini hanno una vita davanti a loro e i loro sistemi immunologici e neurologici sono ancora in fase di sviluppo, il che li rende potenzialmente più vulnerabili agli effetti avversi rispetto agli adulti. Sono già state sollevate una serie di preoccupazioni specifiche, tra cui malattie autoimmuni e possibili effetti sulla placenta e sulla fertilità. Un articolo pubblicato di recente ha sollevato la possibilità che i vaccini mRNA COVID-19 possano innescare malattie neurodegenerative basate su prioni. Tutti i potenziali rischi, noti e sconosciuti, devono essere bilanciati rispetto ai rischi del COVID-19 stesso, quindi ai bambini si applicherà un rapporto rischi/benefici molto diverso rispetto agli adulti”;
sulla protezione dal COVID nei bambini si aggiunge che “I bambini sani non corrono quasi alcun rischio di COVID-19, con un rischio di morte di appena 1 su 2,5 milioni. Nessun bambino precedentemente sano di età inferiore ai 15 anni è morto durante la pandemia nel Regno Unito e i ricoveri in ospedale o in terapia intensiva sono estremamente rari e la maggior parte dei bambini non presenta sintomi o ha sintomi molto lievi. Sebbene il Long-Covid sia stato citato come motivo per vaccinare i bambini, ci sono pochi dati concreti. (…) La condizione infiammatoria, PIMS, è stata elencata come un potenziale effetto avverso nello studio per bambini Oxford AstraZeneca. L’immunità? acquisita naturalmente darà un’immunità? più? ampia e più duratura rispetto alla vaccinazione. Infatti, molti bambini saranno già immuni mentre singoli bambini ad alto rischio possono già ricevere la vaccinazione”;
i medici specificano inoltre che i potenziali benefici sono chiari per gli anziani e i vulnerabili, tuttavia, per i bambini, l’equilibrio tra beneficio e rischio sarebbe molto diverso e che bisogna “garantire che non si ripetano tragedie passate che si sono verificate soprattutto quando i vaccini vengono immessi sul mercato”, riportando l’esempio del vaccino contro l’influenza suina, Pandemrix (2010), che ha provocato oltre mille casi di narcolessia (una lesione cerebrale devastante), ed il Dengvaxia, il nuovo vaccino contro la Dengue, che ha portato alla morte di 19 bambini per un possibile “effetto ADE” (“antibody-dependent enhancement”, potenziamento anticorpo-dipendente) prima che il vaccino fosse ritirato;
l’appello si conclude con la considerazione che “C’è un’importante saggezza nel giuramento di Ippocrate che afferma: ‘Prima non nuocere’. Tutti gli interventi medici comportano un rischio di danno, quindi abbiamo il dovere di agire con cautela e proporzionalità. Questo è particolarmente vero quando si considera l’intervento di massa in una popolazione sana, nella quale situazione ci devono essere prove concrete di benefici molto maggiori dei danni. Le attuali prove disponibili mostrano chiaramente che il calcolo del rischio rispetto al beneficio non supporta la somministrazione frettolosa e sperimentale di vaccini COVID-19 a bambini, che non hanno praticamente alcun rischio di COVID-19, ma affrontano rischi noti e sconosciuti derivanti dai vaccini. La Dichiarazione dei diritti del fanciullo afferma che ‘il fanciullo, a causa della sua immaturità fisica e mentale, ha bisogno di tutele e cure speciali, compresa un’adeguata protezione legale’. Da adulti abbiamo il dovere di proteggere i bambini da danni non necessari e prevedibili. Concludiamo che è irresponsabile, non etico e in effetti non necessario includere i bambini sotto i 18 anni nel lancio nazionale del vaccino COVID-19”;
con riferimento agli aspetti etici della questione sollevata, si ritiene necessario e non rinviabile l’intervento del Comitato etico;
a tal fine appare utile ricordare che, ai sensi dell’articolo 10 del decreto del Ministro della salute 24 ottobre 2014, recante l’approvazione dello statuto dell’Istituto superiore di sanità, il Comitato etico “opera in qualità di organismo guida e di valutazione sotto il profilo etico per le ricerche e per le sperimentazioni, in conformità con la normativa vigente”, e che, ai sensi del decreto del Ministro della salute 8 febbraio 2013, recante i criteri per la composizione e il funzionamento dei comitati etici, essi hanno la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere delle persone in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela;
il Comitato etico ha funzione consultiva nei riguardi dell’ISS in relazione a questioni etiche connesse con le attività scientifiche, assistenziali, didattiche e amministrative, allo scopo di proteggere e promuovere i valori etici e il rispetto della persona;
i rapporti epidemiologici fino ad ora disponibili dimostrano che ci sono poche prove di infezione secondaria da bambini ad altri nelle vie di trasmissione di COVID-19 e pertanto la vaccinazione dei bambini non può essere giustificata se deve fornire una protezione diretta, nonostante il carico minimo della malattia o aiutare a bloccare la trasmissione, se i bambini non costituiscono un serbatoio sostanziale per la trasmissione;
una meta-analisi pubblicata su “Clinical infectious disease” il 6 dicembre 2020 (“A meta-analysis on the role of children in severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 in household transmission clusters”) ha documentato che i bambini sarebbero significativamente poco contagiosi;
gli autori hanno osservato 90.000 bambini in tutte le scuole del North Carolina durante la pandemia e non sono riusciti a dimostrare un singolo caso di trasmissione del virus dai bambini agli insegnanti;
se per altre infezioni che possono essere prevenute dal vaccino, come ad esempio il meningococco, l’immunizzazione dei bambini non solo ha prevenuto le infezioni nei bambini, ma ha anche conferito benefici indiretti, diminuendo la malattia nelle persone anziane, a causa del suo effetto sulla riduzione del trasporto e sul blocco della trasmissione, per il COVID-19 potrebbe essere il caso contrario, con gli adulti che devono essere vaccinati per conferire protezione ai bambini piccoli;
con riferimento alla carenza di dati relativi agli effetti avversi negli under 18, è utile evidenziare come nella scheda riassuntiva delle caratteristiche tecniche del Comirnaty, pubblicata da AIFA, al paragrafo “Efficacia e immunogenicità negli adolescenti di età compresa fra 12 e 15 anni”, si rende noto che i partecipanti analizzati nello studio 2 sono stati appena 1.005, numero incredibilmente esiguo per valutare, con le dovute certezze, il rapporto tra benefici e rischi a fronte di un’autorizzazione alla vaccinazione di massa della fascia di età di cui si tratta;
sempre nella medesima sezione della scheda tecnica, desta perplessità la previsione in base alla quale “Questo medicinale è stato autorizzato con procedura ‘subordinata a condizioni’. Ciò significa che devono essere forniti ulteriori dati su questo medicinale. L’Agenzia europea dei medicinali esaminerà almeno annualmente le nuove informazioni su questo medicinale e il riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) verrà aggiornato, se necessario”;
i numerosi casi di miocarditi segnalati nei Paesi in cui la vaccinazione degli under 18 è in fase avanzata, unitamente all’esiguo numero di soggetti nella fascia di età 12-15 anni analizzati nello studio 2 sul Comirnaty, non appaiono compatibili con la previsione di una “analisi almeno annuale dei dati sul vaccino” come condizione per la sua somministrazione;
come è noto, il rafforzamento dei sistemi di monitoraggio delle segnalazioni di sospette reazioni avverse (ADR – adverse drug reaction) costituisce un’importantissima fonte di informazioni per le attività di farmacovigilanza, in quanto consente di rilevare precocemente potenziali segnali di allarme relativi all’uso dei medicinali, così da renderli più sicuri, a beneficio di tutti i pazienti;
non è più rinviabile la realizzazione di un meccanismo di farmacovigilanza specifico per gli effetti avversi legati alla somministrazione dei vaccini anti COVID-19, una rete di monitoraggio che sia in grado di monitorare in tempo reale e in modo duraturo e sistematico, fornendo dati disaggregati e pubblici, gli effetti avversi delle vaccinazioni per consentire agli scienziati una corretta valutazione di rischi e benefici e al Comitato etico una corretta valutazione sotto il profilo etico della somministrazione dei vaccini agli “under 18″;
gli attuali report realizzati da AIFA sono un tassello utile, ma non sufficiente rispetto alla necessità di adeguare l’attuale sistema di farmacovigilanza alla nuova realtà sanitaria dominata dal COVID-19, una realtà in cui una vigilanza ancora oggi tarata, per tempistiche e modalità, sul monitoraggio degli effetti avversi dei vaccini antinfluenzali, appare del tutto inadeguata a intercettare in modo organico, sistematico e completo gli effetti avversi legati alla somministrazione dei vaccini anti COVID-19;
il decreto del Ministro della salute 30 aprile 2015 ha ribadito l’obbligo di segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse da farmaci e da vaccini, ma in Italia non esistono sistemi di vigilanza dedicati ai vaccini per il COVID-19;
in base alle normative europee sulla farmacovigilanza (in particolare, il regolamento di esecuzione (UE) n. 520/2012 del 19 giugno 2012, relativo allo svolgimento delle attività di farmacovigilanza previste dal regolamento (CE) n. 726/2004 del Parlamento europeo del Consiglio e della direttiva 2001/83/CE del Parlamento europeo e del Consiglio), i medicinali contenenti nuove sostanze attive, non presenti in medicinali autorizzati in Europa alla data del 1° gennaio 2011, dovrebbero essere sottoposti a monitoraggio addizionale, in particolare i prodotti la cui autorizzazione è subordinata o autorizzata in circostanze eccezionali, come nel caso dei vaccini autorizzati per il coronavirus. In questi casi la normativa prevede anche la possibilità di imporre alle aziende titolari di AIC di condurre ulteriori studi sulla sicurezza o sull’efficacia del farmaco;
in Inghilterra l’MHRA ha dedicato un dinamico sistema di sorveglianza nella somministrazione dei vaccini anti COVID-19, attraverso un sito dedicato, il “Coronavirus yellow card”, lanciato a maggio 2020 specificamente per i farmaci e i dispositivi medici e per i vaccini utilizzati per il COVID-19;
le informazioni raccolte in questo database sono composte da segnalazioni che possono essere fatte da chiunque: pazienti, produttori e operatori sanitari. Questi rapporti sono categorizzati ed elaborati statisticamente a livello nazionale, nonché in un sistema europeo gestito dall’EMA e in un sistema mondiale gestito dall’OMS;
l’Italia non dispone ancora di un sistema di farmacovigilanza dedicato al COVID-19 e implementabile, che consenta una simile categorizzazione ed elaborazione statistica dei dati a livello nazionale e in un sistema europeo gestito dall’EMA o in un sistema mondiale gestito dall’OMS,
impegna il Governo:
1) ad attivare urgentemente il Comitato etico dell’Istituto superiore di sanità per la valutazione dei benefici e dei rischi della somministrazione dei vaccini anti COVID-19 agli under 18;
2) a sospendere la vaccinazione di massa degli under 18, se non in presenza di indicazioni specifiche per singoli casi, in attesa che la comunità scientifica disponga di dati sufficienti a sciogliere i dubbi legati agli eventi avversi resi noti, ad esempio dal CDC e dal sistema di vigilanza israeliano;
3) a potenziare la rete di farmacovigilanza con un sistema dedicato al COVID-19 e implementabile, che consenta una categorizzazione ed un’elaborazione statistica dei dati a livello nazionale e all’interno di un sistema europeo gestito dall’EMA, oltre che in un sistema mondiale gestito dall’OMS, alla stregua di quanto fatto ad esempio dall’Inghilterra.
Fonte: senato.it
https://www.aldomariavalli.it/2021/08/04/vaccinazione-degli-under-18-uninterrogazione-al-governo/
L’articolo che vi proponiamo, pubblicato su HART, evidenzia che il rischio di morte per i bambini a causa del COVID-19 è estremamente basso. Eccolo nella mia traduzione.
Dall’inizio della pandemia, è stato evidente che la COVID-19 è in gran parte una malattia degli anziani o di quelli con altre co-morbidità e fortunatamente ha avuto un impatto minimo sui bambini. Tuttavia, è stato difficile accedere ai dati completi; questo è particolarmente importante nel contesto della spinta in corso da alcune parti per la vaccinazione dei bambini.
Questa opportuna pubblicazione utilizza i dati del National Child Mortality Database, collegato a PHE (Public Health England, la sanità pubblica, ndr) per i risultati del test PCR, e fornisce un’analisi completa di un anno dal 1 marzo 2020 al 28 febbraio 2021 con informazioni molto incoraggianti rispetto ai fattori di rischio COVID-19. Nel contesto ci sono stati 3.105 decessi (per tutte le cause, ndr) di bambini sotto i 18 anni in una popolazione di 12.023.568. 61 avevano un test PCR positivo entro 28 giorni, ma da un esame dettagliato delle loro note cliniche, 36 erano morti per altre cause. Per 25 bambini il COVID-19 è stato la causa principale o contributiva della morte, rappresentando lo 0,8% dei decessi infantili. 19 dei bambini avevano condizioni croniche preesistenti di cui 15 erano descritte come limitanti la vita. Anche se i bambini più grandi di 10-17 anni e quelli di etnia nera e asiatica erano sovra rappresentati, il loro rischio è rimasto estremamente basso.
La combinazione di neurodisabilità combinata con comorbidità respiratorie ha rapresentato il rischio più alto. Da notare che non c’è stata una sola morte di un bambino con fibrosi cistica o di un bambino con asma, entrambe condizioni per le quali era stata inizialmente raccomandata cautela. Gli autori concludono: “La SARS-CoV-2 è molto raramente fatale nei minori di 18 anni, anche tra quelli con comorbidità sottostanti. Questi risultati sono importanti, per guidare le famiglie, i clinici e i politici sulla futura schermatura e vaccinazione. Se i gruppi a più alto rischio sono identificati, possono beneficiare della vaccinazione e/o di una ‘protezione’ protettiva nei periodi di alta prevalenza, mentre una ‘protezione’ basata su presupposti errati di vulnerabilità può causare danni secondari significativi. Allo stesso modo, i rischi della malattia devono essere soppesati rispetto ai rischi della vaccinazione nell’informare la politica di vaccinazione”.
Questi risultati supportano la visione chiaramente dichiarata da HART che vaccinare i bambini non è necessario e non è etico. E’ incoraggiante vedere che i membri del JCVI cominciano a prendere la parola (Joint Committee on Vaccination and Immunization è un comitato consultivo di esperti indipendenti che fornisce consulenza ai dipartimenti sanitari del Regno Unito sull’immunizzazione, formulando raccomandazioni sui programmi di vaccinazione e sulla sicurezza dei vaccini). Questo articolo del BMJ (British Medical Journal, ndr) di personalità autorevoli pro e contro il ritardo della vaccinazione dei bambini è affascinante. I ‘favorevoli’ includono il professor Andrew Pollard, presidente della JCVI e ricercatore capo della sperimentazione per bambini di Oxford-AstraZeneca, e dà argomenti referenziati sul basso impatto per i bambini, discute la miocardite e l’importanza di garantire che i rischi non superino i benefici. Gli autori ‘contro’ affermano come unica prova di sicurezza “Le autorità mediche hanno giudicato i vaccini covid-19 sicuri ed efficaci per i bambini, e finora sono stati approvati per l’uso nei bambini dai 12 anni in su. L’Agenzia Europea per i Medicinali afferma che qualsiasi rischio in questo gruppo di età è controbilanciato dai benefici, e Health Canada e i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie sono d’accordo” come prova di sicurezza. Questo rispecchia ciò che a molti di noi è stato detto nelle risposte dei parlamentari: “Posso rassicurarvi che nessuna estensione di un’autorizzazione sarebbe approvata a meno che gli standard previsti di sicurezza, qualità ed efficacia siano stati soddisfatti e io sono soddisfatto che questi standard siano stati soddisfatti”. Questa dichiarazione di sicurezza della MHRA (Medicines and Healthcare products Regulatory Agency, l’Agenzia del farmaco inglese, ndr) ripetuta a pappagallo, basata quasi interamente sulla sperimentazione Pfizer che ha coinvolto 1134 bambini vaccinati, è ciò che dà credibilità ai molti sostenitori dello zero-covid che ancora chiedono che i bambini siano vaccinati. Una azione legale nei confronti MHRA è attualmente in preparazione.
Nel frattempo, le famiglie non possono viaggiare verso Malta a meno che tutti gli over 12 siano completamente vaccinati, e in effetti solo con la “giusta” marca di vaccino e dato che gran parte dell’Europa sta iniziando a vaccinare i bambini, speriamo che le voci più sane prevalgano qui fino a quando non saranno disponibili più dati. Ma quanti di noi conoscono giovani adulti che hanno dato come motivo della vaccinazione i viaggi all’estero?
La cosa più pertinente è che gli eventi avversi nei bambini negli Stati Uniti continuano ad aumentare, mentre in Canada si sta attivamente proponendo di vaccinare i bambini senza il consenso dei genitori come un modo per aggirare gli adulti “vaccino-esitanti”.
Di Sabino Paciolla
La Morresi ha quattro figli. Sarebbe utile sapere se li ha vaccinati. Chissà perché, non solo penso di no, ma sono anche sicura che li abbia istruiti attentamente a tenersi lontani da ogni siringa. Tanto a rimetterci la pelle sono i figli degli altri, e allora... chissenefrega!!
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