Spie in campo per attuare “Traditionis custodes” e colpire i disobbedienti
Fonti vaticane: papa Francesco userà un “sistema di spionaggio” per sopprimere la Messa tradizionale.
Vi propongo alcune parti dell’articolo di lifesitenews.
di Maike Hickson
In conversazioni con diverse fonti – tutti esperti vaticani o membri del Vaticano che hanno voluto rimanere anonimi – LifeSite ha appreso che ci si aspetta che papa Francesco intenda attuare il suo motu proprio Traditiones custodes, teso essenzialmente a sopprimere la Messa latina tradizionale, con l’aiuto di un sistema di spionaggio e soprattutto del capo della Congregazione dei religiosi, il cardinale João Braz de Aviz. Braz de Aviz ha alle spalle una storia di dura persecuzione verso comunità religiose orientate alla tradizione, in particolare i francescani dell’Immacolata.
Nel suo motu proprio del 16 luglio (art. 7), il papa ha affidato alla Congregazione per i religiosi, nonché alla Congregazione per il culto divino guidata dall’arcivescovo Arthur Roche, il compito di vigilare sull’attuazione delle sue istruzioni.
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, nella sua nuova risposta al motu proprio Traditionis custodes del 16 luglio, parla anche della persecuzione delle comunità fedeli in atto sia sotto Braz de Aviz sia sotto papa Francesco. Fa qui riferimento al fatto che papa Francesco ha posto ora le comunità che tengono viva la Messa tradizionale latina sotto la diretta autorità di Braz de Aviz, “come triste preludio di un destino già segnato”.
“Non dimentichiamo – prosegue Viganò – la sorte toccata ai fiorenti ordini religiosi rei di essere stati benedetti da numerose vocazioni nate e coltivate proprio grazie all’odiata liturgia tradizionale e alla fedele osservanza della regola”.
Due fonti hanno detto a LifeSite che il papa utilizzerà un “sistema di spionaggio” o una “rete di spionaggio”. Come ha scritto una fonte vaticana: “Utilizzeranno il sistema di spionaggio. Ovunque ci sono dei troppo zelanti che riferiranno a Roma che da qualche parte si celebra il rito antico, o accuseranno quei vescovi che non intervengono”. Le informazioni raccolte da queste “spie”, ha proseguito la fonte, verranno utilizzate contro quei vescovi che comunque sono già considerati antipatici.
“Il danno maggiore sarà fatto dal cardinale Braz de Aviz e dal suo segretario”, ha continuato la fonte. Accuseranno le persone di “essere contro il Concilio Vaticano II o contro il papa”.
Afferma un esperto osservatore vaticano che ha chiesto di rimanere anonimo: “Penso che il papa punirà in ogni modo possibile qualsiasi vescovo che lo sfiderà direttamente. Ha usato le sue reti di spionaggio con buoni risultati durante tutta la sua carriera e non ha mai smesso”. Questa fonte pensa che il papa potrebbe anche usare le accuse di insabbiamento di abusi sessuali come strumento per mettere a tacere i vescovi resistenti.
Questa fonte teme che i vescovi dei nostri giorni abbiano già una disposizione indebolita fin dall’inizio, e che quindi possano facilmente cadere. “In questo momento abbiamo una malattia mentale nella Chiesa che fa sì che le persone deboli di mente vogliano dimostrare la loro lealtà commettendo un suicidio rituale”.
Ad esempio, questa fonte indica comunità religiose che hanno già attuato con entusiasmo le direttive papali, anche se hanno portato alla distruzione delle loro comunità, diventando così “nemici di loro stessi pur di dimostrare la loro obbedienza”. Questa fonte sottolinea che non solo Braz de Aviz, ma anche il suo segretario è dietro molte dure misure prese contro le buone comunità.
Un osservatore vaticano ha detto a LifeSite che per ora, durante l’estate, “non accadrà nulla” e che sarà difficile dire cosa accadrà. Ma è chiaro che “il Vaticano è un regime, ed è ovvio che Bergoglio voglia eliminare la Messa tradizionale”. Questo papa, ha proseguito la fonte, “ha un odio ideologico profondamente radicato” contro questa Messa, ed è “un uomo di potere aggressivamente autocratico che non accetta opposizione”.
“Pertanto – ha proseguito questo esperto vaticano – posso ben immaginare che dobbiamo prepararci”.
Anche l’abate Claude Barthe, uno degli organizzatori dell’annuale pellegrinaggio Summorum pontificum che richiama a Roma migliaia di cattolici, ha lanciato alcuni avvertimenti. Ha detto in una intervista che questo nuovo motu proprio Traditionis Custodes “è ovviamente molto doloroso. Ostacolerà la diffusione della Messa tradizionale. Darà inizio a nuove persecuzioni”.
Barthe ha dichiarato che le comunità religiose precedentemente sotto la protezione della commissione Ecclesia Dei saranno ora “colpite”.
“Sono nel mirino anche loro… Il documento lo dice chiaramente, la lettera del papa lo indica in modo cinico. Si tratta di distruggere la tradizionale celebrazione della messa assicurando che non ci siano più sacerdoti per celebrarla”.
L’esperto di liturgia francese prosegue descrivendo cosa accadrà sotto la nuova guida di Braz de Aviz: “La Congregazione per i religiosi, presieduta dal cardinale Braz de Aviz, è molto allineata con Francesco e si metterà al lavoro per mettere le cose in ordine. Ad esempio, faranno visite canoniche ai seminari per verificare che l’insegnamento ivi impartito sia conforme al Vaticano II, e per assicurarsi che lì studino e celebrino la nuova liturgia. Insomma: l’obiettivo sarà quello di scoraggiare le vocazioni. Quando noi obiettiamo: ma tu così farai inaridire le vocazioni di questi istituti, loro rispondono: ma non abbiamo bisogno di queste persone, sono inutili. (Questa è stata la risposta effettiva di una certa persona che non nominerò!)”.
Riguardo alla domanda su cosa dobbiamo fare in preparazione, abbiamo appreso dal vescovo Athanasius Schneider che si aspetta che molti sacerdoti e laici tradizionali continuino clandestinamente la liturgia e le devozioni tradizionali. Che cosa questo comporterà nello specifico è da vedere.
Monsignor Viganò, nel proprio giudizio sulla situazione attuale dopo il motu proprio , ha scritto che “i vescovi, i sacerdoti e i chierici incardinati nelle diocesi o negli ordini religiosi sanno che su di loro incombe la spada di Damocle della destituzione, della dimissione dall’incarico ecclesiastico e della privazione dei loro stessi mezzi di sussistenza”.
Fonte: lifesitenews
Mons. Viganò ai Preti: Celebrare in Rito Antico non è Mai Disobbedienza.
6 Agosto 2021 5 Commenti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra importante e interessante offrirvi, nella nostra traduzione, quanto l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha risposto a Maike Hickson, di LifeSiteNews, in relazione al Motu Proprio “Traditionis Custodes”. Maike Hickson gli ha chiesto come si debbano comportare i sacerdoti, nella situazione creata dal Motu Proprio, in particolare se il vescovo da cui dipendono sia ferocemente contrario alla celebrazione secondo il rito antico. Qui trovate il collegamento all’articolo di LifeSiteNews. Buona lettura.
5 agosto 2021
In Dedicatione B.M.V. ad Nives
Cara Maike,
In merito alla tua richiesta di chiarimento, ti invio alcune considerazioni che spero rendano più esplicito il mio pensiero. Questa è la frase di riferimento: “Sarà nostro dovere, sia come ministri di Dio che come semplici fedeli, mostrare fermezza e serena resistenza a tali abusi, percorrendo la via del nostro piccolo Calvario con spirito soprannaturale, mentre i nuovi sommi sacerdoti e scribi del popolo ci deridono e ci etichettano come fanatici. Sarà la nostra umiltà, l’offerta silenziosa delle ingiustizie nei nostri confronti, e l’esempio di una vita coerente con il Credo che professiamo a meritare il trionfo della Messa Cattolica e la conversione di molte anime”.
Tu mi chiedi: “Cosa faranno i sacerdoti e i fedeli quando il vescovo li metterà alle strette? Andranno nella clandestinità, o si esporranno pubblicamente, in pubblica disobbedienza?”. Permettetemi di dire innanzitutto che continuando a celebrare la Messa di Papa San Pio V nessun sacerdote compie alcun atto di disobbedienza, ma al contrario esercita il suo diritto sancito da Dio, che nemmeno il Papa può revocare. Chi ha il potere di offrire il Santo Sacrificio ha il diritto di celebrarlo nel rito antico, come è stato solennemente proclamato da San Pio V nella Costituzione Apostolica Quo Primum, promulgando la Liturgia Tridentina. Questo è stato ribadito dal Motu Proprio Summorum Pontificum come fatto indiscutibile. Chiunque contravvenga a queste disposizioni deve sapere che incorrerà nell’ira di Dio Onnipotente e dei Beati Apostoli Pietro e Paolo (Quo Primum).
La risposta a qualsiasi limitazione o divieto della celebrazione della Messa tradizionale deve ovviamente tener conto sia degli elementi oggettivi che delle diverse situazioni: se un sacerdote ha come Ordinario un nemico giurato del rito antico che non si fa scrupoli a sospenderlo a divinis se dovesse celebrare la Messa tridentina, la disobbedienza pubblica potrebbe essere un modo per rendere evidente l’abuso dell’Ordinario, soprattutto se la notizia viene diffusa dai media: i Prelati hanno molta paura della copertura mediatica sulle loro azioni, e talvolta preferiscono astenersi da provvedimenti canonici proprio per evitare di finire sui giornali. Il prete deve quindi valutare se la sua azione sarà più efficace con un confronto leale e diretto, o agendo con discrezione e nel nascondimento. A mio parere, la prima opzione è la più lineare e trasparente, e quella che risponde maggiormente al comportamento dei Santi, a cui ci si deve attenere.
Ovviamente ci può essere il caso di un Ordinario comprensivo, che lascia libero il suo sacerdote di celebrare il rito tridentino; parlare a cuore aperto con il proprio Vescovo è certamente importante, se si sa di poter trovare in lui un padre e non un funzionario. Purtroppo sappiamo bene che il più delle volte si tratta di tolleranza, e quasi mai di incoraggiamento sulla via della Tradizione. In alcuni casi, però, invitare il proprio Ordinario a celebrare egli stesso la Messa di San Pio V può essere un modo per fargli capire, toccando le corde più profonde del suo cuore e della sua anima sacerdotale, quali sono i tesori riservati ai Ministri di Dio che hanno la possibilità di offrire il Santo Sacrificio nel rito apostolico. Quando avviene questo “miracolo”, il Vescovo diventa un alleato del suo sacerdote, perché oltre all’aspetto intellettuale e razionale che rende preferibile la Messa tradizionale, sperimenta in prima persona la sua dimensione spirituale e soprannaturale, e come essa influisce sulla vita di Grazia di coloro che la celebrano.
Una Nuova Crociata: “Fatima Urgente”. La Recita del Rosario Perpetuo
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo da un amico arcivescovo questo testo, che diffonde l’iniziativa nata in un seminario benedettino, da un diacono che sta terminando la sua formazione, e che ci sembra degna di essere portata a vostra conoscenza.
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UNA NUOVA CROCIATA – FATIMA URGENTE
La recita perpetua dei quindici misteri del Santo Rosario
Una nuova crociata è iniziata l’anno scorso. L’obiettivo è di stabilire la recita ininterrotta del Rosario ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana sette giorni su sette; l’intenzione principale è quella di chiedere alla Madonna la grazia di convertire il Papa e il
vescovi di tutto il mondo, affinché abbandonino gli errori moderni, ritornino alla Tradizione e decidano di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato con un atto solenne, rispondendo così alle richieste del cielo.
Questo apostolato si chiama Fatima Urgente, per sottolineare l’urgenza del messaggio di Fatima.
Grazie a Dio, molte iscrizioni sono già arrivate da tutto il mondo.
Ma, per perseverare, c’è ancora bisogno di molte anime generose. Ecco perché vi invitiamo a unirvi a noi.
Vi invitiamo a unirvi a noi e a far conoscere questa iniziativa a coloro che vi circondano. Non dimentichiamolo, secondo Suor Lucia, gli ultimi due rimedi al caos del mondo di oggi sono il Rosario e il Cuore Immacolato di Maria. Queste potenti armi hanno compiuto molti miracoli, soprattutto dopo il 1917: in Portogallo, Austria, Brasile, senza dimenticare la casa di Hiroshima, e tante altre meraviglie nel mondo…
Come partecipare?
È facile: invia il tuo nome, cognome e indirizzo ai dati di contatto qui sotto con l’ora e i giorni della settimana in cui si può recitare il Rosario, specificando se è
il Rosario di cinque decine o il Rosario intero (quindici decine).
Esempio: Marie-Bernard SOUBIROUS, ogni lunedì e mercoledì alle 15, un rosario.
Pierre-Julien EYMARD, ogni giorno alle 18, i quindici misteri del Rosario.
Vi chiediamo anche di inviare un’e-mail in caso di un ritiro occasionale o di un arresto della vostro partecipazione.
Si prega di registrarsi inviando un’e-mail a:
fatimaurgente@gmail.com
Sito web: www.fatimaurgente.com
Con il Rosario la vittoria è certa!
“Datemi un esercito che reciti il rosario e conquisterò il mondo”.
(San Pio X)
“La Beata Vergine, in questi tempi, ha dato una nuova efficacia alla recita del Rosario, tanto che ormai fa parte della nostra vita quotidiana al punto che non c’è nessun problema, nemmeno il più difficile, di ordine temporale, ma anche e soprattutto di natura spirituale, che ci riguarda nella nostra vita personale o nelle nostre famiglie, che non possa essere risolto dal Rosario. Non c’è nessun problema, ripeto, per quanto difficile, che non possa essere risolto dal Rosario,
(Suor Lucia a Fuentes, postulatore della causa di beatificazione di Giacinta e Francesco, 26 dicembre1957).
"Papa Francesco userà un sistema di spionaggio per sopprimere la Messa tradizionale".
RispondiEliminaNuova conferma: fra i nuovi okkupanti del Vatikano, quelli che sembravano "solo" banditi sono individui da repertorio delle scale di valutazione psichiatrica (senza possibilità di progetto riabilitativo, considerata la cadente età).