La Chiesa conciliare italiana in soccorso del Green pass del Governo
nell’anno 2 della pandemia, essa inventa, e instaura, un nuovo sacramento: la vaccinazione contro il Covid. Così, questa Chiesa, da conciliare diventa anche sanitaria.
Per raggiungere questa salvezza sanitaria, i sieri sperimentali anti Covid diventano nutrimento quotidiano per volontà della Conferenza Episcopale italiana.
Lo scorso 8 settembre, i vescovi italiani hanno pubblicato una lettera pastorale che esorta a «curare le relazioni». E nell’era del Covid, la cura delle «relazioni di solidarietà, comunione e attenzione verso tutti, soprattutto i più deboli» può solo effettuarsi con l’imperativo morale di farsi vaccinare.
Dopo aver citato due fonti principali della rivelazione dopo il Vaticano II, e cioè il video messaggio di Francesco del 18 agosto scorso, quello del vaccino come «atto d’amore», per così dire; e l’intervento del Presidente della Repubblica Italiana al meeting di Rimini, la lettera si rivolge alle coscienze dei fedeli perché si lascino toccare dalla richiesta di compiere questo «atto d’amore».
«La cura delle relazioni chiede d’incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori».
Di conseguenza, «le Conferenze Episcopali regionali e ciascun vescovo» sono invitati a «formulare messaggi o esortazioni per invitare alla vaccinazione tutti i fedeli e, in particolar modo, gli operatori pastorali coinvolti nelle attività caratterizzate da un maggiore rischio di contagio, come quelle elencate».
Ogni grave effetto indesiderato della vaccinazione o anche la morte, tra questi operatori pastorali, probabilmente verranno considerati come il coronamento di atti eroici di obbedienza e di amore.
La Conferenza Episcopale Italiana poteva solo esortare e non imporre; mentre Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, entra in scena per venire in soccorso del sanitariamente corretto difeso dal Vaticano bergogliano.
In un articolo firmato da Giacomo Gambassi, il quotidiano dei vescovi chiede in sostanza allo Stato di riflettere sul passaggio dal raccomandare il vaccino per la vita e l’attività liturgica e pastorale al renderlo obbligatorio:
«La Cei non può imporre l’obbligo vaccinale all’ombra del campanile» - scrive Avvenire - «perché il tema “è affidato alle competenti autorità dello Stato”, si legge nella missiva intitolata “Curare le relazioni al tempo della ripresa”».
Peccato che nella lettera della CEI l’oggetto delle virgolette non è l’obbligo della vaccinazione, ma la “tutela della salute pubblica”, in generale, e si precisa che «finora l’obbligo vaccinale riguarda solo alcune circoscritte categorie di lavoratori» … «La normativa civile attuale non prevede l’obbligo vaccinale né richiede la certificazione verde per partecipare alle celebrazioni o alle processioni né per le attività pastorali in senso stretto».
Avvenire esplicita la richiesta soggiacente alla lettera dei vescovi, quella che il documento invoca solo timidamente: e cioè che lo Stato ha competenza per imporre delle condizioni di partecipazione al culto. In pratica, i prelati italiani autorizzano lo Stato italiano a legiferare in sacris, facendo di ogni obbligo sanitario una condizione sine qua non per la partecipazione alla liturgia e alla vita sacramentale della Chiesa conciliare. Il giornale dei vescovi italiani sembra quindi strizzare l’occhio allo Stato, perché intervenga dove i poveri vescovi non possono fare nulla...
Avendo stabilito al Vaticano II che l’evoluzione è una parte essenziale della vita e che seguire le mode del momento è un imperativo vitale, ecco come si muove la Chiesa conciliare: dall’essere neomodernista e neoprotestante, diventando di conseguenza relativista e indifferentista, all’essere post-moderna facendosi cinghia di trasmissione della cultura di scelta arcobaleno, ed ecco che ora è anche decisamente covidiana... e del cattolicesimo che essa pretende di rappresentare, conserva solo il nome.
Prete Messo da Parte: Era Critico dell’Appoggio del Papa alle Unioni Gay.
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, qualche giorno fa Life Site News ha pubblicato una storia molto interessante, che possiamo offrirvi grazie alla traduzione di Vincenzo Fedele, a cui va come al solito la nostra riconoscenza. Buona lettura.
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Intervista esclusiva: sacerdote coraggioso messo da parte per aver sfidato il sostegno di Papa Francesco alle unioni civili gay
“Vedo un’apparente vittoria dell’etica situazionale sulla morale cattolica tradizionale”.
Il 21 ottobre 2020, nel documentario Francesco di Evgeny Afineevsky, Papa Francesco ha rilasciato una dichiarazione sull’omosessualità che si è diffusa molto rapidamente attraverso i media e che ha sbalordito il mondo. L’abate Janvier Gbénou, sacerdote africano di 41 anni nato in Benin e residente in Costa d’Avorio (Africa occidentale), non aveva idea che questa dichiarazione avrebbe segnato e cambiato la sua vita. Ordinato Sacerdote di Gesù Cristo a Roma nel 2012, ha conseguito un Master in Informatica Applicata nel Business Management e un Dottorato in Filosofia. Poiché a breve cadrà il primo anniversario della dichiarazione di Papa Francesco, l’Abbé desidera richiamare l’attenzione su un evento già dimenticato da molti cattolici ma che, per lui, costituisce un’apparente vittoria dell’omosessualità e dell’etica situazionale sul papato. Per reagire l’abate Janvier Gbénou ha deciso di prendere in mano la penna usando lo pseudonimo di Padre Jesusmary Missigbètò .
Padre Jesusmary, membro dell’Opus Dei, è stato sospeso dal sacerdozio nel marzo di quest’anno dopo che lo scorso novembre aveva criticato il sostegno di papa Francesco alle unioni civili delle coppie omosessuali e gli aveva chiesto di correggere la sua posizione o di dimettersi. Non gli è permesso celebrare messe pubbliche, predicare o ascoltare confessioni, e gli è stato anche intimato di lasciare la residenza dell’Opus Dei.
Padre Jesusmary ora vive in una residenza privata e ha scritto un libro su questa storia per testimoniare la verità.
LifeSiteNews ha contattato padre Jesusmary, chiedendogli di raccontarci cosa gli è accaduto dopo che Papa Francesco ha pubblicamente approvato le unioni civili di coppie omosessuali e cosa si propone con il suo nuovo libro.
Padre Jesusmary proviene da una famiglia povera con nove figli. Non molto tempo dopo essere stato ordinato diacono, gli fu chiesto se avesse timore di diventare sacerdote. Padre Jesusmary rispose che non ne aveva paura, e tra le ragioni per cui non lo temeva, ha affermato : “… una volta che sarò ordinato sacerdote, il mio compito sarà quello di trasmettere la grazia e il messaggio di Cristo. Trasmettere, non inventare o improvvisare. Quello che darò non sarà mio ma di Cristo, e oltretutto mi sento fiducioso perché so di essere nelle mani della Vergine Maria, Madre di tutti i sacerdoti».
La lealtà di padre Jesusmary all’insegnamento di Cristo lo ha portato in un conflitto con i suoi superiori che prima non avrebbe mai immaginato. Si alza audacemente e soffre per Cristo e la sua verità
Qui di seguito l’intervista completa:
LifeSiteNews: Il 21 ottobre 2020, nel documentario Francesco di Evgeny Afineevsky, Papa Francesco ha affermato: “Quello che dobbiamo fare è una legge sulla convivenza civile; hanno il diritto di essere coperti legalmente. Ho difeso questo». Perché è importante per te, padre Jesusmary, attirare l’attenzione su questa affermazione un anno dopo che è stata resa pubblica?
JM: Al di là di Francesco [qui, e anche nel seguito, con “Francesco”, in corsivo, ci si riferisce al cortometraggio dove il Papa fa le sue dichiarazioni. N.d,T,] e della questione omosessuale che solleva, vedo un’apparente vittoria dell’etica della situazione sulla morale cattolica tradizionale. Dal 2016, con la pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, diversi esperti di morale cattolica (in particolare il filosofo tedesco Robert Spaemann e il teologo inglese Aidan Nichols, OP) hanno avvertito che il pontificato di papa Francesco sembra aprire le porte della tradizione morale cattolica ad una certa etica situazionale. Ma il problema è che l’etica situazionale è stata espressamente condannata da san Giovanni Paolo II nel 1993 nell’enciclica Veritatis splendor (nº 84 e 85). Questi esperti hanno ragione o torto? È chiaro che non spetta ai fedeli della Chiesa giudicare questa materia ma alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Speriamo che lo faccia per il bene della Chiesa e del Papa. Ad ogni modo, la verità è un sole che nessuno può nascondere con la propria mano, non importa quanto sia grande quella mano.
LifeSiteNews: Pax Christi Ecclesia: omosessualità contro papato è il titolo del tuo libro. Perché hai deciso di parlare invece di rimanere in silenzio?
JM:Perché c’è un’apparente vittoria dell’omosessualità sul papato, considerato l’ultimo baluardo morale dell’umanità. Dei 266 Papi che la Chiesa cattolica ha avuto, Papa Francesco è il primo ad aver accettato le leggi sulla convivenza civile omosessuale. Il problema è che i cristiani vivono nella società civile e non solo nella società ecclesiale. Se l’omosessualità si afferma nel diritto civile, ci saranno molte conseguenze negative per la Chiesa cattolica nel breve, medio e lungo termine: la perdita di valore del Sacramento del Matrimonio, la perdita di valore del Sacramento dell’Eucaristia, la difficoltà di educare i figli all’amore vero tra l’uomo e la donna come voluto da Dio Creatore, le future vocazioni sacerdotali e religiose, la sicurezza dei cristiani contro il terrorismo, la coerenza morale della dottrina cristiana, la fede stessa dei fedeli, l’unità della Chiesa, ecc.
LifeSiteNews: Come spiegheresti l’etica situazionale che sembra esserci nelle parole di Papa Francesco riguardo all’accettazione delle leggi sulle unioni civili omosessuali?
JM: È semplice! Lo faccio riferendomi all’accettazione delle leggi sull’aborto da parte del presidente Joseph Biden. In effetti, l’attuale presidente degli Stati Uniti è [membro della] religione cattolica. Eppure accetta il seguente teorema: ” Sono d’accordo con le leggi sull’aborto ma sono contro l’aborto”. Non c’è un’incoerenza in questa frase? Non è come dire: “Sono d’accordo per regolamentare le rapine ma sono contro la rapina”? Come si può essere contro un peccato e nello stesso tempo accettare una legge che lo favorisce? Per questo l’arcivescovo di Washington, il cardinale Wilton Gregory, dovrebbe certamente esigere che il presidente Biden viva nella “coerenza eucaristica”, cioè rigetti la sua apertura alla possibilità dell’aborto o accetti il dolore di vedersi negato l’accesso al sacramento dell’Eucaristia. Infatti, fin dai tempi dei primi cristiani, c’è sempre stata incompatibilità tra la ricezione dell’Eucaristia e l’accettazione pubblica dei peccati gravi. Ma perchè non cerchiamo di mettere in parallelo l’atteggiamento del presidente Biden sull’aborto con quello di papa Francesco sull’omosessualità? Infatti potremmo riassumere quanto affermato da Papa Francesco il 21 ottobre 2020, nella seguente frase: “Sono d’accordo con le leggi sulla convivenza omosessuale ma sono contrario alla convivenza omosessuale”. Ma questa frase non trasmette anche l’etica della situazione? Si può davvero essere fedeli a Cristo e accettare una possibile situazione etica nelle parole di un Papa?
LifeSite: Qual è il tuo obiettivo con questo libro?
JM:Verità e pace. Prima di tutto, la verità rispetto leggi sulle unioni civili omosessuali. In realtà, c’è una trappola in cui siamo caduti: l’amalgama tra “discriminazione contro gli omosessuali” e “ideologia LGBTQ”. Il problema, infatti, è proprio la confusione di queste due idee. Lasciatemi spiegare. La discriminazione è correlata alle leggi protettive mentre l’ideologia LGBTQ è correlata alle leggi sindacali. Non percepiamo la differenza tra “leggi protettive” e “leggi sindacali”, mentre è invece molto importante fare questa differenza. Altrimenti cadiamo nella trappola tesa dagli attivisti LGBTQ. Parlano di discriminazione e poi chiedono leggi sindacali. No! Ciò di cui ha bisogno una società umana ed equa sono invece leggi protettive per proteggere i diritti fondamentali delle persone emarginate. Ci sono leggi protettive per bambini, donne incinte, disabili, migranti, carcerati, ecc. Le leggi sull’unione omosessuale contraddicono orgogliosamente la volontà di Dio per l’uomo, la donna e la sessualità manifestata nel Libro della Genesi. Il secondo obiettivo del mio libro è la pace nella Chiesa perché oggi vediamo nei media e nei social una mancanza di unità. Ma l’unità è proprio in rapporto con la verità (l’etica situazionale è anche chiamata etica della mezza verità o etica della tiepidezza). Potremmo dire che ci sono due tipi di unità: un’unità oggettiva basata sulla verità e un’unità soggettiva basata sulle opinioni. Quando la verità non è percepita come un riferimento, mentre è percepita come dominante l’opinione di una persona o di alcune persone, questo crea conflitto e instabilità. L’attuale guerra ecclesiastica (vescovi contro vescovi, cardinali contro cardinali, vescovi contro papa e papa contro vescovi, preti contro papa e papa contro preti, laici contro papa e papa contro laici) non è un onore per la Chiesa cattolica, in quanto istituzione chiamata ad evangelizzare il mondo. A mio modesto parere, la Chiesa cattolica ha bisogno di ritrovare la sua coerenza morale pre-2016 ed essere in pace dal punto di vista morale, dottrinale, pastorale e liturgico.
LifeSiteNews: Qual è la tua speranza riguardo alla pubblicazione di questo libro?
JM: La mia speranza è principalmente nella Vergine Maria. Ricordo la bella testimonianza del cardinale Carlo Caffarra che ci espose le parole che gli aveva scritto suor Lucia, la veggente di Fatima. Ho il testo a portata di mano e te lo leggo subito: “La battaglia finale tra il Signore e il regno di Satana riguarderà la famiglia e il matrimonio. Non abbiate paura perché chi opera per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e contrastato in ogni modo perché questa è la questione decisiva. Tuttavia, la Madonna gli ha già schiacciato la testa». Il mio libro è un modesto contributo di meditazione e di riflessione sul pericolo che l’approvazione delle leggi sulla convivenza civile omosessuale da parte di Papa Francesco costituisce per il matrimonio e la famiglia. Affido pertanto il mio libro alla Vergine Maria, Madre di Gesù, Madre della Chiesa e Regina delle famiglie.
LifeSiteNews: il tuo libro è scritto sotto forma di meditazioni; più concretamente, è un insieme di tre meditazioni incorniciate da un prologo e un epilogo. Perché hai adottato questo stile?
JM: Nel libro menziono più volte il Santissimo Sacramento. Questo perché desidero che ogni cristiano, e anche ogni vescovo, e anche il Papa, davanti al Santissimo Sacramento, meditino profondamente sull’accettazione delle leggi sulle unioni civili omosessuali e su tutto ciò che questo implica in termini di future conseguenze negative nella vita del mondo e della Chiesa. Per attirare l’attenzione su questi aspetti, ho iniziato prima con la mia pagina Facebook e poi con la mia pagina Twitter. Speravo che ciò che stavo postando avrebbe aiutato i leader della chiesa a esaminare le dichiarazioni contenute in Francesco. Ma, invece, ho trovato una riluttanza ad affrontare il problema. Mi sono poi ricordato di santa Caterina da Siena e della sua lettera al cardinale di Ostia dove diceva: “Ahimè, basta silenzio! Grida con centomila lingue. Vedo che, a causa del silenzio, il mondo è corrotto, la Sposa di Cristo è impallidita, spogliata del suo colore, perché il suo sangue, cioè il Sangue di Cristo, è stato succhiato via dal suo corpo».
LifeSiteNews: Per quanto riguarda l’omosessualità, qual è la tua convinzione personale?
JM:La mia posizione è quella della Chiesa, come ricordata dal Santo Papa Giovanni Paolo II e dal Papa Emerito Benedetto XVI nel documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, datato 3 giugno 2003, e intitolato “Considerazioni su proposte di dare riconoscimento legale alle unioni tra persone omosessuali”. Pertanto, distinguo tra persone omosessuali umili e persone omosessuali orgogliose (quali sembrano essere gli attivisti LGBTQ che stanno lavorando attivamente per imporre l’omosessualità alla nostra umanità). Come tutte le persone umane, tutte le persone omosessuali hanno il diritto di non essere maltrattate a causa della loro condizione. Seguendo l’esempio di umiltà di Papa Francesco, sono pronto a inchinarmi e baciare i loro piedi perché sono tutti figli di Dio e meritano di essere amati. Tuttavia, nei confronti degli attivisti LGBTQ, le mie parole sono affettuosamente dure per spingerli alla conversione. Innanzitutto attraverso Aristotele, che ci ricorda la necessità di agire con intelligenza e giustizia per primeggiare nell’umanità: l’attività omosessuale non onora l’essere umano ma lo disonora come creatura di Dio. Allora, come Gesù, Giovanni Battista e Paolo, dirò: “Guai al mondo a causa delle cose che causano il peccato. Tali cose devono accadere, ma guai a colui a causa del quale accadono… E se il tuo occhio ti fa peccare, cavalo e gettalo via. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo che essere gettato con due occhi nella Geenna di fuoco” (Mt 18,7-9). Queste parole di Gesù nostro Signore ovviamente non vanno prese alla lettera ma in senso figurato. Infatti Gesù sta parlando in una parabola per dire che ogni peccato ci separa da Dio e che dobbiamo fare dei passi per distaccarci da esso. È orgoglioso e pretenzioso glorificare il peccato. È umile e saggio lottare per separarci da esso.
LifeSiteNews: p. Jesusmary, puoi dirci come la dichiarazione di Papa Francesco ha cambiato la tua vita personale?
JM:Mi ha colpito da un punto di vista intellettuale. A Yamoussoukro [una città della Costa d’Avorio], tenevo corsi di teologia a gruppi di studenti e professionisti cattolici. In questi corsi ho insegnato, tra l’altro, il grave obbligo morale formulato dal Santo Papa Giovanni Paolo II e dal Papa emerito Benedetto XVI, e chiedevo ad ogni cristiano di lottare contro l’istituzione di leggi sulle unioni civili omosessuali, e di lavorare per il matrimonio e la famiglia voluti da Dio Creatore. Ma con la dichiarazione di papa Francesco, apparentemente in contraddizione con i suoi 265 predecessori, ho percepito un bug nella matrice dell’insegnamento morale cattolico. Ho quindi pubblicato una lettera aperta il 21 novembre 2020 per attirare l’attenzione su questo bug. Sfortunatamente, il titolo che avevo scelto frettolosamente per questa lettera (“Perché papa Francesco deve dimettersi?”) ha preso il sopravvento e ha impedito a molti cristiani di leggere le mie argomentazioni. Il titolo completo sarebbe stato più esplicito, ma aveva lo svantaggio di essere lungo: «Perché papa Francesco deve dimettersi, se non chiarirà o rettificherà la sua affermazione perché Giovanni Paolo II e Benedetto XVI l’hanno conservata come un serio principio morale , chiaramente basata sulla Bibbia e sulla Tradizione, che ogni cristiano deve lottare contro l’istituzione di leggi sulle unioni civili omosessuali?” Sembra infatti sussistere un’oggettiva incompatibilità tra l’ufficio di Supremo Pastore della Chiesa e quello di promotore universale delle leggi sulle unioni civili omosessuali».
LifeSiteNews: Ma questo ha avuto conseguenze pratiche sulla tua vita?
JM: Sì! Francesco mi ha colpito anche sul piano pratico. Dalla pubblicazione della mia lettera aperta, sono stato percepito dalla mia famiglia spirituale [Opus Dei] come un sacerdote che è contro il Papa. Eppure, non smetto mai di dire che non sono contro Papa Francesco. Inoltre, penso che sia impossibile per un cattolico non amare il Papa (e ancor di più quando quel cattolico viene chiamato “tradizionalista”). Gesù ha voluto che l’amore per il Papa fosse iscritto nel nostro DNA religioso. Tuttavia, come è risaputo, Aristotele disse: “ Amicus Plato, sed magis amica veritas. Platone mi è caro, ma ancora più cara è la verità». Per me è il primo comandamento che ha la precedenza: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente» (Mt 22,37). Ora, per noi cristiani, amare Dio significa amare Cristo, l’eterna verità di Dio. E amare Cristo significa difendere la verità nella nostra Chiesa cattolica. Questo non significa essere contro qualcuno ma stare con Gesù. Se le nazioni hanno bisogno della verità, la Chiesa cattolica ne ha ancora più bisogno. È una questione di onestà, credibilità, autenticità, efficacia e unità. La verità è la bussola affinché non perdiamo la strada per il Paradiso. La verità è la roccia su cui stare in piedi quando cadiamo.
LifeSiteNews: Dove vivi adesso?
JM: Nella mia famiglia naturale. Lo scorso gennaio ho chiesto un ritiro spirituale personale per meditare su Francesco. Sfortunatamente, la mia famiglia spirituale mi ha chiesto di rinunciare al progetto del mio libro; in caso contrario non avrei potuto soggiornare nei loro centri di formazione. Quindi vivo con la mia famiglia naturale. Ma poiché ho ricevuto una minaccia di morte su Twitter da un attivista omosessuale, sono obbligato a vivere nascosto mentre finisco di scrivere il mio libro. Il 4 marzo 2021 ho ricevuto una lettera dal Vicario dell’Opus Dei in Costa d’Avorio che mi informava che ero stato bandito dalle messe pubbliche, dalle confessioni e dalla predicazione a causa della mia attività su Facebook e Twitter, che era percepita come un attacco diretto al Papa. Ma avevo già chiesto pubblicamente scusa al Papa attraverso questi media il 25 febbraio. Come Cristo che fu incompreso a suo tempo, anch’io perdono e non porto rancore perché credo che tutti agiscano con buona intenzione. Ma non posso fare a meno di dire che mi sembra ingiusto. Guarda cosa è successo in Germania lo scorso maggio con il centinaio di sacerdoti che hanno benedetto le unioni omosessuali con il sostegno dei loro vescovi! Guarda cosa è accaduto con il Superiore Generale dei Gesuiti, Padre Arturo Sosa, che ha negato pubblicamente l’esistenza del Diavolo e ha messo in dubbio la veridicità dei Vangeli! Tutti questi preti non sono stati sanzionati! Perché coloro che dicono la verità dovrebbero essere messi a tacere e puniti?
LifeSiteNews: Ma questo non è più un problema di obbedienza?
JM: Personalmente non sono e non sarò mai contro l’obbedienza, ma penso che l’obbedienza abbia un limite: il peccato. Non puoi pretendere che una persona obbedisca tacendo sulla verità. La Chiesa ha già pagato un prezzo enorme con gli scandali pedofilia che ora ci attanagliano e che per noi non sono un onore. Per un’obbedienza fraintesa, quanti cardinali non si sono espressi? Quanti vescovi hanno taciuto? Quanti sacerdoti? Quanti padri e madri di famiglia? Abbandonando i poveri seminaristi, i poveri chierichetti, i poveri religiosi e religiose, i poveri figli e figlie, nelle mani di predatori sessuali che di giorno proclamavano Dio ma di notte contraddicevano quello stesso Dio abusando del proprio gregge.
LifeSiteNews: Quando uscirà il tuo libro? Possiedi l’autorizzazione necessaria, dal momento che l’Opus Dei probabilmente non te la darà?
JM: Vorrei che fosse pubblicato il 7 ottobre, festa della Madonna del Rosario, o il 13 ottobre, anniversario dell’ultima apparizione della Madonna di Fatima. E questo perché il 21 ottobre 2021 sarà il primo anniversario dell’accettazione pubblica delle leggi sulla convivenza civile omosessuale da parte di Papa Francesco. Sto ancora cercando un vescovo disposto a concedermi il “Nihil Obstat” e l’“Imprimatur”. E anche un editore che si impegna a pubblicarlo in inglese, francese, spagnolo e italiano. Ho già i 4 testi.
LifeSiteNews: Perché hai scelto “Padre Jesusmary Missigbètò” come pseudonimo?
JM: “Jesusmary” è dovuto al mio amore per Gesù e Maria. Poiché i loro cuori erano intimamente e profondamente uniti, ho voluto ribadire questo aspetto unendo i loro nomi. “Missigbètò” è un nome dell’etnia Goun in Benin che letteralmente significa “Rispetta l’uomo!” Significa che ogni essere umano deve essere rispettato perché figlio di Dio.
LifeSiteNews: Vorresti fare un altro commento in chiusura?
JM: Grazie mille a LifeSiteNews per aver dato voce a persone sconosciute come me. A mio modesto parere, il documentario Francesco è problematico, e sarebbe bello se il Papa e i nostri vescovi, guardando Gesù Cristo presente nella Santissima Eucaristia, prendessero in considerazione questo problema.
Concludo con tre testimonianze pubbliche che possono spiegare meglio di me l’impatto di Francesco. La prima è un’espressione di esultanza, la seconda di permissività e l’ultima di desolazione.
Primo, padre James Martin, SJ: “Cosa rende oggi così importanti i commenti di Papa Francesco a sostegno delle unioni civili tra persone dello stesso sesso? In primo luogo, li sta dicendo come Papa, non come Arcivescovo di Buenos Aires. In secondo luogo, sta chiaramente sostenendo, non semplicemente tollerando, le unioni civili. Terzo, lo sta dicendo davanti alle telecamere, non in privato”.
Secondo Harry Roque, portavoce del presidente filippino Rodrigo Duterte. Ha detto che [il presidente] ha accettato da tempo le unioni civili tra persone dello stesso sesso: “Con niente meno che il Papa che le sostiene, penso che anche il più conservatore di tutti i cattolici al Congresso non dovrebbe più avere una base per obiettare”.
E infine, il reverendo Al Mohler, presidente del Southern Baptist Theological Seminary, che è legato alla più grande denominazione protestante negli Stati Uniti [la Convenzione Battista del Sud]. Per lui, i commenti di papa Francesco “rivelano un altro segno dell’incoscienza di questo papato e mostrano l’indebolimento della verità, della dottrina e della logica morale della sua stessa Chiesa”; poiché “data l’influenza di quella Chiesa in tutto il mondo, indebolirà la testimonianza cristiana del matrimonio, della sessualità e del genere secondo la volontà di Dio e la Parola di Dio”.
Ma d'avvero questi vescovi, preti e compagnia cantando, pensa di presentarsi davanti al tribunale di Dio, con mascherina, guanti di plastica e ammuchina sottobraccio?
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