Obbligo del vaccino? È la nostra Costituzione a escluderlo
Sulla questione della salute si gioca il delicato equilibrio tra rispetto della persona e “interesse della collettività”. La libertà e la dignità della persona umana non possono essere subordinati all’interesse della collettività, se non per gravi e fondati motivi. La costituzionalità dell’imposizione dell’obbligo vaccinale non sta nell’efficacia dei vaccini come mezzi di prevenzione delle malattie, ma nelle condizioni di superiore interesse per la collettività e rispetto della persona umana.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sostenuto, nel suo recente intervento al Meeting di Rimini, che “vaccinarsi è un dovere non in obbedienza a un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli”. Anche se dal punto di vista tecnico tale generica dichiarazione di fede nei vaccini sarebbe criticabile (non è detto che il cosiddetto vaccino sia lo strumento più efficace: ad esempio per controllare l’AIDS gli strumenti più efficaci sono stati l'igiene e le cure), in questo intervento desidero commentare un altro punto della relazione di Mattarella.
A un certo punto egli afferma che “Il primo dei presupposti della libertà sta proprio nella coscienza della persona. E nella possibilità di un suo sviluppo integrale. Il coraggio dell'io ha a che fare con il coraggio della società di tenere sempre aperte, di non chiudere mai, le strade di uno sviluppo integrale della persona, di ogni persona. A questo dovere ci richiama la nostra Costituzione la cui impronta è, appunto, personalista”.
Questa affermazione, di per sé condivisibile, pare contrastare con l’altra che richiama al “dovere” e con la firma apposta al Decreto Legge n. 44/2021 che ha istituito l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, molti dei quali sono già sospesi e senza stipendio per suo effetto.
In particolare, il Presidente dovrebbe sapere che la Costituzione all’art. 32 menziona la persona umana dove recita “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Lo stesso articolo afferma che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Quindi è proprio sulla questione della salute che si gioca il delicato equilibrio tra rispetto della persona e “interesse della collettività”. E’ anche per questo che la questione dell’obbligo vaccinale (o ricatto vaccinale, che è la stessa cosa) è centrale nell’attuale dibattito e negli orientamenti della società intera per il futuro. Non è questione semplicemente di rischi/benefici di una pratica medica, ma di rapporto tra la persona umana e i veri o presunti interessi dello Stato.
Per questo ritengo utile precisare proprio alcuni punti della Costituzione, importante e fondamentale baluardo di civiltà e di diritto in questo frangente in cui sulla questione dei vaccini infuria il dibattito e montano le tensioni. Di questo argomento ho avuto occasione di trattare estesamente nel libro “Vaccini sì, obblighi no” (edizioni Libreria Cortina, Verona 2017) cui rimando per approfondimenti.
Essendo la salute un fondamentale diritto della persona che viene tutelato, una delle massime espressioni di tale tutela è di non poter essere sottoposti a cure o terapie che non siano scelte o accettate. Nello stesso articolo 32, è menzionato e quindi tutelato anche l’interesse della “collettività”. Tra il diritto dell’individuo e l’interesse della collettività esiste un equilibrio delicato e non è facile stabilire i confini dei due ambiti. La libertà e la dignità della persona umana non possono essere subordinati all’interesse della collettività, se non per gravi e fondati motivi.
Nella Costituzione si nomina la persona umana proprio in forza del principio “personalista”, da cui è informato l’intero ordinamento italiano. Il principio di autodeterminazione della persona umana in materia di trattamenti sanitari, che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale, è a sua volta riconducibile anche agli art. 2, 3 e 31 della Costituzione. Esso è inoltre tutelato da numerose norme del diritto Europeo e dalla convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina, firmata a Oviedo il 4 aprile 1997, il cui art. 5 stabilisce la regola generale per cui “un trattamento sanitario può essere praticato solo se la persona interessata abbia prestato il proprio consenso libero e informato”.
Apertosi un dibattito sul caso dei vaccini pediatrici e della legge “Lorenzin”, il Servizio Studi della Camera dei deputati ha prodotto il Dossier n° 294 - Elementi per la valutazione degli aspetti di legittimità costituzionale (25 luglio 2017), in cui si legge che «la Corte costituzionale ha avuto modo di affermare che la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l'art. 32 Cost. se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell'uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale (sentenza n. 307/1990)».
Questo punto è fondamentale perché in nessun caso si può pensare che si debba imporre una inoculazione di un prodotto farmaceutico nell’”interesse” della persona da trattare, senza il suo consenso. E’ solo se tale inoculazione fosse veramente necessaria alla salute “come interesse della collettività” che il trattamento non sarebbe incompatibile con l’articolo 32. Ed è proprio qui che sorgono i più grossi dubbi tecnici e quindi giuridici sui cosiddetti “vaccini” anti-COVID-19.
Scrivo cosiddetti perché questi prodotti hanno una doppia azione, di “vaccini” (stimolatori della reazione immunitaria) ma anche di “farmaci” (modificatori dell’assetto biologico e biochimico dell’organismo). E’ ormai una nozione scientificamente acquisita il fatto che due dosi di questi nuovi prodotti biotecnologici conferiscano una protezione per qualche mese (poi serviranno probabilmente altre dosi ripetute nel tempo, come sta già succedendo in Israele) dalle conseguenze più gravi della malattia, ma non impediscono i contagi e non riducono la carica virale nel naso e nella bocca. Pertanto, il presunto interesse della collettività non esiste, se non per ciò che potrebbe forse riguardare il fatto che le cure agli eventuali malati potrebbero pesare sulle casse dello Stato. Ma la qual cosa si verifica già per la gran parte delle malattie croniche, che sarebbero pur prevenibili con molti mezzi ben noti.
Questo aspetto è determinante anche sul piano etico. Se fosse vero che la inoculazione del singolo fosse necessaria per il bene della collettività potrebbe forse essere comprensibile l’affermazione di papa Francesco secondo cui vaccinarsi sarebbe un “atto di amore”. Ma le attuali evidenze scientifiche smentiscono o almeno pongono in dubbio che la vaccinazione a tappeto di tutta la popolazione, fino a raggiungere le fasce giovanili e infantili che non ne hanno bisogno, con inoculi che si prospettano ripetuti a scadenze ravvicinate, sia veramente un progresso dello stato globale di salute. E tralasciamo il fatto che gli atti di amore dovrebbero eventualmente essere liberi e non frutto di obbligo e ricatto.
La medicina è in perenne evoluzione e spesso si assiste a drastici cambiamenti di prospettiva: si pensi ad esempio all’utilizzo diffuso degli antibiotici nel secolo XX, che oggi è fortemente limitato dalla ben nota insorgenza di molti ceppi resistenti a qualsiasi antibiotico. Si pensi anche al grave problema della emergenza continua di ceppi di virus varianti, certo favorita dalla diffusa distribuzione di vaccini “imperfetti”, che sono proprio quelli che possono ridurre la gravità della malattia ma non eliminare il coronavirus.
Il dossier n° 294 sopra citato spiega, inoltre, che la Corte Costituzionale ha precisato che le leggi che prevedono l'obbligatorietà delle vaccinazioni sono compatibili con l'art. 32 della Costituzione (sentenza n. 258/1994) se vi sia "la previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili"
Tornando al rispetto della persona umana, è necessario affermare nel modo più netto che i cosiddetti vaccini anti-COVID-19 sono gravati da rischi di gravi effetti avversi con una incidenza incomparabilmente superiore a tutti i vaccini tradizionali. I sistemi di farmacovigilanza, in atto almeno da 10 anni in tutti i paesi progrediti, pur nei loro limiti di efficienza ben noti (si tratta di segnalazioni “spontanee” e non raccolte in modo sistematico), segnalano centinaia di morti in Italia e migliaia in Europa. E’ vero che non tutti i 498 decessi segnalati in Italia (da Gennaio a Luglio) nei giorni successivi all’inoculo di anti-COVID-19 potrebbero essere causalmente correlati (di questo problema si è già trattato in precedenza in questo stesso sito), ma è altrettanto vero che gli stessi sistemi di vigilanza segnalavano da 4 a 10 decessi in un intero anno dopo le comuni vaccinazioni anti-influenzali. Simili segnali di pericolo si registrano anche in altri database come quello “VAERS” degli USA in cui a fronte di 4917 morti per vaccini anti-COVID-19 (al 2/09/2021) sono stati riferiti (dal 1990) 585 morti dopo il vaccino anti-influenzale. Da notare che negli USA è vaccinata contro l’influenza più della metà della popolazione.
Ai fini della questione posta in partenza, vale a dire la costituzionalità dell’imposizione dell’obbligo vaccinale, va chiarito ancora una volta nel modo più netto che il problema attuale non sta nell’efficacia dei vaccini come mezzi di prevenzione delle malattie, fatto assodato e indiscutibile, anche se spesso troppo enfatizzato rispetto alla realtà dei fatti. Errato e fuorviante sarebbe porre i termini della questione come pro - o contro - i vaccini. Errato e fuorviante sarebbe rispondere ai legittimi dubbi della popolazione con l’affermazione che i vaccini hanno salvato milioni di vite umane e ancora li salvano (in altri continenti).
Se anche fosse vero che nella storia della medicina occidentale i vaccini abbiano rappresentato l’intervento di sanità pubblica più importante per l’umanità (argomento che si potrebbe comunque discutere se si prendesse in considerazione la potabilizzazione e disinfestazione delle acque), ciò non giustificherebbe l’introduzione di obblighi se non si verificassero le condizioni poste in premessa, di superiore interesse per la collettività e rispetto della persona umana.
Altrettanto discutibile sarebbe un’argomentazione per cui la stessa obbligatorietà vaccinale, introdotta da leggi del passato, fu utile per eradicare una malattia come il vaiolo o per difendere la popolazione dalla difterite e dal tetano. A quei tempi vi era un’alta prevalenza dell’analfabetismo nella popolazione, quindi l’imposizione di una regola igienica a tutto il complesso sociale poteva essere probabilmente vista come una supplenza all’ignoranza dei pericoli di contagio. Oggi non è più così, anzi la propaganda vaccinale su tutte le reti e le discussioni in materia hanno raggiunto livelli quasi insopportabili, ai limiti di una patologia ossessiva.
In conclusione, le ragioni qui presentate portano a concludere che i vaccini anti-COVID-19, ancora in fase sperimentale, devono essere considerati come possibili mezzi di prevenzione individuale ma non esistono i presupposti tecnici e giuridici per poterli inoculare a chicchessia senza il valido consenso delle persone umane.
Paolo Bellavite*
* Medico, ricercatore, docente
https://lanuovabq.it/it/obbligo-del-vaccino-e-la-nostra-costituzione-a-escluderlo
Il drone misura la febbre in spiaggia: tragicomica finestra di Overton
A Ostia sono entrati in funzione i droni per misurare la febbre, dall’alto, ai bagnanti sulle spiagge. Un provvedimento che sembra il parto della mente degli autori di Una pallottola spuntata più che di autorità sanitarie: d’altronde prima del 2020 nessuno avrebbe mai immaginato il totalitarismo del XXI secolo usare come arma gli starnuti. Sarà che sono tramontate le ideologie.
I fatti di Ostia in realtà furono anticipati dalle misure del governo Conte all’inizio della pandemia, quando il mantra quotidiano erano i contagi e non i vaccini: come dimenticare i droni utilizzati per fermare le pericolosissime grigliate della Pasquetta del 2020? Non solo c’é continuità con le misure di un anno fa, ma si nota anche un certo alzare l’asticella. Riavvolgendo il nastro della memoria ricordiamo gli elicotteri e imponenti spiegamenti di Forze dell’Ordine per fermare le gite fuori porta, come non se ne sono mai visti per sgominare la criminalità, la mafia o il terrorismo.
Anzi, negli anni scorsi diversi rappresentanti delle Forze dell’Ordine si lamentavano per la carenza di fondi necessari a contrastare la criminalità. Come mai prima i poliziotti facevano fatica a trovare benzina e ora, per beccare i villeggianti, ci ritroviamo Goldrake, Mazinga e Jeeg Robot d’Acciaio? Possibile che una malattia con una mortalità dello 0,1 per cento arrivi a far dispiegare droni ed elicotteri?
In realtà tutto questo è una finestra di Overton. Certo, una finestra di Overton all’italiana e quindi con risvolti grotteschi, ma pur sempre quello. La finestra di Overton è un meccanismo per cui alcune idee considerate inaccettabili, passo dopo passo, diventano prima radicali, cioé vietate ma con alcune eccezioni, poi accettabili, quindi sensate, diffuse e, infine, legalizzate (quando non persino obbligatorie). La misurazione della febbre al fine di controllare e magari cacciare le persone, un dato sensibile di pertinenza sanitaria, era ritenuto inaccettabile fino a poco tempo fa. Ricordiamo che, ad esempio, la ghettizzazione dei malati di Aids era considerata un orrore (qualcuno ricorda il film Philadelphia?).
Piano piano l’intrusione nella nostra salute, anche con maniere militari, è diventata “accettabile” fino a che non sarà “legalizzata”. Lo scopo è la schedatura e poi l’introduzione del sistema del credito sociale cinese. La buffonata di Ostia non è solo una pagliacciata, ma una pagliacciata pericolosa, con cui si punta a diventare padroni anche dei nostri corpi in una società basata sulla sorveglianza assoluta.
La cosa drammatica è che i droni furono usati dai presidenti degli Stati Uniti da Obama in poi per scovare i terroristi dell’Isis. Oggi servono per beccare la famigliola che va al mare con un lineetta di febbre in più. Chiaro ora il raffronto?
di Andrea Sartori
Fonte: visionetv.it
Obbligo vaccinale. Lo schema Draghi, i suoi obiettivi e il diritto alla legittima difesa
Australia, legge shock: la polizia potrà hackerare i computer dei cittadini
Il governo australiano ha approvato una legge sulla sorveglianza senza precedenti, che sta suscitando aspre polemiche e preoccupazioni, fuori e dentro il Paese.
I partiti laburista e liberale hanno votato l’approvazione del Surveillance Legislation Amendment (Identify and Disrupt) Bill 2020 che consente alla polizia di hackerare qualunque dispositivo, raccogliere o eliminare i dati e prendere il controllo degli account sui social media, senza tutele, garanzie o alcun controllo giudiziario.
La legge mette a disposizione della Polizia federale australiana (AFP) e della Commissione di intelligence criminale australiana (ACIC) tre nuovi mandati:
- mandato di interruzione dei dati: la polizia avrà la possibilità di “interrompere i dati” modificandoli, copiandoli, aggiungendoli o eliminandoli
- mandato per attività di rete: consente alla polizia di raccogliere informazioni da dispositivi o reti internet
- mandato di acquisizione dell’account: consente alla polizia di assumere il controllo di un account online (ad es. un social media) allo scopo di raccogliere informazioni per un’indagine.
I mandati di attività di rete consentono pertanto all’AFP o all’ACIC di monitorare l’attività online, senza indagare o accusare una persona di un crimine. I mandati di acquisizione dell’account consentono alla polizia di rilevare un account e modificare i suoi dati, che potrebbero quindi essere utilizzati come prova in un procedimento penale. I mandati per l’interruzione dei dati concedono alle forze dell’ordine poteri di interruzione dei dati per fermare la sospetta attività di un reato.
Le attività di hacking richieste potrebbero includere: alterazione, copia ed eliminazione dei dati, intercettazione e modifica delle comunicazioni; reti di sorveglianza; modifica delle credenziali dell’account.
L’accusa che è stata rivolta a questa legge è che si consente all’AFP e all’ACIC di divenire “giudice, giuria e carnefice”, secondo quanto dichiarato dalla senatrice Lidia Thorpe, portavoce dei Verdi per la giustizia.
“Il disegno di legge non identifica né spiega perché questi poteri sono necessari e i nostri alleati negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada e in Nuova Zelanda non concedono questi diritti alle forze dell’ordine. I Verdi hanno presentato emendamenti per bilanciare questi poteri con un solido quadro dei diritti umani che proteggerebbe le persone innocenti dall’abuso di potere contenuto in questo disegno di legge, ma siamo stati messi in minoranza dai principali partiti”, ha spiegato Thorpe.
Avere la capacità di hackerare segretamente i computer dei cittadini, assumere il controllo dei loro canali social media e spiarli mina il diritto alla privacy e crea un inquietante precedente che potrebbe essere emulato anche da altri governi.
La sorveglianza è passata da essere una pratica presente ma relativamente marginale (dai controlli in aeroporto alle telecamere a circuito chiuso per strada) a divenire un elemento centrale nella vita di tutti noi, grazie alla presenza capillare e onnipresente di smartphone, Internet delle cose e sistemi di sicurezza sempre più avanzati.
Siamo entrati a pieno titolo nella cosiddetta “dataveglianza” che viene messa in atto attraverso tecniche sempre più sofisticate che permettono di raccogliere, incrociare, raffrontare istantaneamente i dati riguardanti un singolo soggetto e ora persino di hackerarli, cancellarli o modificarli. Queste metodologie consentono di monitorare il comportamento, gli spostamenti e le transazioni dell’individuo, senza la visione diretta come avveniva nel sistema del Panopticon, ma fornendo un’immagine straordinariamente precisa della vita reale di colui che si controlla.
Grazie alle nuove tecnologie, si sta cioè affermando quello che Mark Poster ha nominato il “Superpanopticon”, con un monitoraggio continuo dei cittadini. Il Superpanopticon elettronico, a differenza del modello di Bentham, funziona attraverso lo spionaggio automatizzato delle data-immagini, una modalità di controllo che si effettua attraverso la raccolta, la selezione e l’incrocio dei dati personali e che si prolunga fin all’interno delle mura domestiche, in quanto siamo ormai immersi in una gabbia elettronica e digitale che non ci abbandona mai (così come noi non abbandoniamo mai il nostro smartphone). L’onnipresente sorveglianza diviene, come nel Panopticon, un elemento deterrente spingendo il soggetto controllato ad adottare comportamenti virtuosi.
Il disegno di legge australiano va ancora oltre in quanto permette alle forze dell’ordine di entrare e hackerare i dispositivi elettronici e i canali social degli utenti senza garanzie né tutele.
David Lyon, Professore di sociologia alla Queen’s University di Kingston, in Canada, nel suo saggio Massima sicurezza, spiega che in seguito agli attacchi alle Torri Gemelle le pratiche di sorveglianza esistenti vennero intensificate e i limiti precedenti varcati per sempre. Si era creato un precedente. Nel 2013 il direttore della CIA Michael Hayden ammise che dopo l’11 settembre «la CIA potrebbe essere ritenuta responsabile della militarizzazione del web». Una militarizzazione del web che, non solo controlla e sorveglia i cittadini, ma li manipola, li censura e ora li hackera persino.
Ancora secondo Lyon, all’indomani dell’11 settembre, bisogna temere non tanto il pericolo del terrorismo, bensì l’intrusione da parte dello Stato nella vita dei cittadini. Stato che, in nome della sicurezza nazionale, è arrivato a varare leggi sempre più restrittive e liberticide. L’esempio dello USA Patriot Act è emblematico: ha limitato la libertà e la privacy dei cittadini consentendo al governo di intervenire sempre più spesso e in modo indiscriminato nella vita privata degli stessi, in nome della “sicurezza” della collettività.
In nome di minacce quali il terrorismo, le fake news o altro, i governi stanno adottando misure drastiche sempre più liberticide, nel silenzio dei media e dei paladini del politicamente corretto. Misure che una volta adottate non vengono poi sospese ma semmai finisocno per delineare uno scenario sempre più oscuro e distopico.
ENRICA PERUCCHIETTI
https://visionetv.it/australia-legge-shock-la-polizia-potra-hackerare-i-computer-dei-cittadini/
Rilancio un pezzo pubblicato da Mario Giordano sul quotidiano “La Verità“ e rilanciato da Radio Radio. Lo faccio perché mi sembra una lettera carica di buonsenso, che vorrei arrivasse a più persone possibili.
Scrive Giordano:
“Se chi osa avere dubbi sui vaccini o sul passaporto verde viene accusato di violenze, mi dichiaro colpevole. Confesso di non credere che le iniezioni fermino il contagio e che il lasciapassare serva davvero a qualcosa“.
“Lo confesso, sono un terrorista, perché pur essendomi vaccinato continuo a pensare che i vaccini non siano l’unica soluzione per fermare il contagio. Anzi, penso che i vaccini non fermino assolutamente il contagio“.
“Sono un terrorista“, dice, “perché anziché limitarmi ai ritornelli in TV di Ricciardi o Bassetti leggo i dati ufficiali che arrivano da Israele e dalla Gran Bretagna, e alle volte persino le parole che arrivano da premi Nobel in semiclandestinità come Luc Montagnier“.
Sono un terrorista perché pur avendo in tasca il Green pass continuo a pensare che sia una solenne bischerata, almeno per come è stato concepito e perché poteva essere tranquillamente evitato come hanno fatto praticamente tutti i paesi del mondo, tranne noi e la Francia“.
“Mi dichiaro colpevole e ammetto la mia colpa” – prosegue Giordano – “sono un terrorista perché mi rifiuto di chiudere gli occhi davanti alla realtà e intendo continuare a dire cose che ritengo di puro buonsenso.
L’ultima moda è stata lanciata dal direttore di Libero Alessandro Sallusti quando ha detto che chiunque osi dissentire dal pensiero unico deve essere considerato il mandante morale di tutte le aggressioni no-vax, che è un po’ come se chi teorizza i principi della libertà sessuale fosse considerato il mandate morale di tutti i femminicidi, o come se chi rivendica i diritti dei lavoratori fosse considerato il mandante morale di tutte le aggressioni ai datori di lavoro“.
Silenzio. Una voce unica. Nessun dissenso“.
Questo è quello che volete?
Mario Giordano
Eric Clapton affronta la follia della COVID-19 con una nuova canzone di protesta: ‘This Has Gotta Stop’
Ashley Hill
bizpacreview.com
L’iconico artista Eric Clapton ha ribadito il suo punto di vista anti-COVID-19 questa settimana, quando ha pubblicato un nuovo singolo a sfondo politico, “This Has Gotta Stop.”
Il pezzo in stile blues è stata pubblicato in un video musicale animato che mostra disegni che all’apparenza rappresentano l’oppressione, la tirannia e la mano pesante dei governi di tutto il mondo durante l’ultimo anno e mezzo di politiche sulla COVID-19. Figure senza volto appaiono nel video estasiate e dipendenti dai loro smartphone e dalle loro tv. Alcune figure tengono cartelli con le parole “liberty,” “stop” e “enough is enough”.
“Questa storia deve finire/ Quando è troppo è troppo / Non posso più sopportare queste stronzate,” canta il musicista 76enne in apertura del nuovo brano.
Il testo sembra rendere omaggio ai problemi che Claptona veva avuto dalla sua vaccinazione. All’inizio di quest’anno aveva riferito la preoccupazione di non poter più suonare la chitarra per le gravi reazioni che aveva avuto dopo che gli era stato somministrato il vaccino AstraZeneca.
“Ho avuto la prima iniezione di AZ [AstraZeneca] e subito ho avuto gravi reazioni che sono durate dieci giorni” ha scritto Clapton su Twitter. “Alla fine mi sono ripreso e mi è stato detto che ci sarebbero volute 12 settimane prima della seconda…”.
“Sapevo che qualcosa stava andando storto / Quando avete iniziato a dettare legge / Non riesco a muovere le mani / Mi bagno di sudore / Voglio piangere / Non ce la faccio più” canta Clapton.
Altre immagini nel video musicale suggeriscono che le politiche sulla pandemia stanno creando schiavi della razza umana. La risposta in musica di Clapton suggerisce che continuerà a combattere queste politiche draconiane, cantando: “Se volete la mia anima / Dovrete venire a buttare giù questa porta.”
Clapton ha fatto qualcosa di concreto, dal momento che, all’inizio dell’anno, aveva messo in chiaro che non avrebbe sopportato le ordinanze di vaccinazione da parte di politici assetati di potere, giurando che non averebbe partecipato a spettacoli dove fosse richiesta una prova di vaccinazione per potervi accedere.
“Voglio dire che non mi esibirò su nessun palco dove sia presente un pubblico discriminato,” ha scritto Clapton in risposta ad un annuncio del Primo Ministro britannico Boris Johnson che ordinava l’uso di passaporti vaccinali. “A meno che non ci sia una disposizione che permetta a tutte le persone di assistere, mi riservo il diritto di cancellare lo spettacolo.”
Le reazioni alla nuova canzone di Clapton sono state contrastanti, come ci si potrebbe aspettare in una politica che riguarda la pandemia, rivelando che molte persone sono ancora nella trance della politica dell’isolamento, ma altri si sono risvegliati nella consapevolezza che è necessario combattere per la libertà, anche durante una pandemia.
Alla fine dell’anno scorso, il musicista britannico aveva pubblicato una canzone anti-lockdown in collaborazione con Van Morrison intitolata “Stand and Deliver”. Il testo conteneva un messaggio cupo sulle politiche di lockdown.
“O la borsa, o la vita / Hai lasciato che mettessero la paura in te” e “Vuoi essere un uomo libero / O vuoi essere uno schiavo” sono due messaggi della canzone. “Magna Carta, Diritti Umani / La Costituzione cosa vale? / Sai che ci spremeranno al massimo, ah / Fino a farci davvero male / È questa una nazione sovrana / O solo uno Stato di polizia?”
Ashley Hill
Note a cura del traduttore
Per il testo tradotto in italiano della canzone “This has gotta stop” si veda il seguente link – https://www.nuovecanzoni.com/this-has-gotta-stop-eric-clapton/110044/
Per il testo tradotto in italiano della canzone “Stand and deliver” si veda il seguente link – STAND AND DELIVER (Eric Clapton-Van Morrison) con testo in italiano
https://www.youtube.com/watch?v=PgeM0kC_b5c
Fonte: https://www.bizpacreview.com/
Link: https://www.bizpacreview.com/2021/08/29/eric-clapton-takes-on-covid-19-overreach-in-new-protest-song-this-has-gotta-stop-1126333/
29.08.2021
Tradotto da NICKAL88 per comedonchisciotte.org
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