ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 23 febbraio 2012

Legionari. Il giovane vicario e le vergini inquiete

Un uomo nuovo al vertice della congregazione: il tedesco Heereman. Intanto però molte consacrate se ne vanno. Il tormento della loro leader, Malén Oriol. La rivoluzione silenziosa del cardinale De Paolis

di Sandro Magister

ROMA, 23 febbraio 2012 – Da una settimana alla testa dei Legionari di Cristo c'è un uomo nuovo. È giovane, di soli 36 anni. È tedesco della Baviera. Appartiene al nobile casato dei van Zuydtwyck. Ha un fratello religioso e una sorella vergine consacrata. I suoi genitori testimoniarono per lui in piazza San Pietro, alla presenza del papa, nella veglia di chiusura dell'anno sacerdotale, il 10 giugno 2010.

Il suo nome è Sylvester Heereman. È lui il nuovo vicario generale della Legione, nel ruolo che in precedenza è stato a lungo di padre Luís Garza Medina, il più potente degli intimi collaboratori e poi successori del famigerato fondatore Marcial Maciel.


La nomina è arrivata improvvisa, il 16 febbraio, con un comunicato del cardinale Velasio De Paolis, il delegato pontificio al quale Benedetto XVI ha dato i pieni poteri per salvare dal naufragio la Legione e il contiguo movimento laicale Regnum Christi con le sue centinaia di uomini e donne consacrate.

Assieme a padre Heereman, il cardinale De Paolis ha promosso al vertice della Legione un altro sacerdote anche lui estraneo alla cerchia di Maciel, padre Deomar De Guedes Vaz, 51 anni, brasiliano.

Sia l'uno che l'altro furono tra i più decisi nel prendere le distanze dal fondatore, quando vennero alla luce le sue incontrovertibili malefatte. E quando la Santa Sede mise sotto inchiesta l'intera Legione, furono tra i più trasparenti nel rispondere agli interrogatori dei visitatori apostolici.

Al vertice della Legione, De Guedes ha preso il posto di un altro dei pretoriani di Maciel, padre Francisco Mateos Gil, spagnolo.

Mateos fu per anni "nunzio" del direttore generale della congregazione, per le scuole e le università. I nunzi imitavano nella Legione il ruolo che gli ambasciatori del papa esercitano in tutto il mondo. Ma di fatto con poteri molto più pressanti. Erano le spie del direttore, ma più ancora del vicario generale Garza, del quale trasmettevano i comandi. Oggi i nunzi non ci sono più. Il cardinale De Paolis ha smantellato anche questa rete di potere e di intelligence.

In seguito a questi cambiamenti, oggi il vertice della Legione è dunque così composto:

Direttore generale:
Álvaro Corcuera Martínez del Rio

Vicario generale:
Sylvester Heereman

Consiglieri generali:
Deomar De Guedes Vaz
Michael Ryan
Joseph Burtka

Consiglieri aggiunti:
Juan José Arrieta
Jesús Villagrasa

Amminstratore generale:
Eduardo Vigneaux

Anche i due consiglieri aggiunti sono stati immessi, nel gennaio del 2011, dal cardinale De Paolis, al quale l'intero comando della Legione è comunque sottoposto in tutto.

Della vecchia guardia entrata in carica nel 2005, vivente ancora Maciel, restano quindi ancora ai loro posti il direttore generale Corcuera, messicano, i consiglieri Ryan, irlandese, e Burtka, statunitense, e l'amministratore generale Vigneaux, cileno.

Di questi, Ryan e Vigneaux sono tuttora legatissimi a Garza, che nonostante sia stato esiliato negli Stati Uniti e privato del controllo delle proprietà della Legione continua a essere molto temuto.

Anche Corcuera si illude di essere irremovibile, grazie al legame che ha intessuto in Vaticano con il vescovo Josef Clemens, attuale segretario del pontificio consiglio per i laici e già segretario personale di Joseph Ratzinger quando questi era cardinale.

Ma la loro sorte è segnata. Anche Garza si credeva sicuro di restare al suo posto, fino a pochi giorni prima della sua rimozione. Il cardinale De Paolis procede con passo di tartaruga, ma è inesorabile.

Come dimostrano le inattese promozioni al vertice di due uomini nuovi come Heereman e De Guedes.

E come dimostrano anche i provvedimenti presi da De Paolis negli stessi giorni circa i consacrati e le consacrate di Regnum Christi.

*

Qui, specie tra le consacrate, c'è una febbrile inquietudine. Su circa 800 quasi la metà se ne sono già andate, in maggior numero che tra i sacerdoti e i religiosi.

Ultimamente ha fatto particolarmente scalpore la vicenda della loro assistente generale, Malén Oriol Muñoz, di ricca famiglia spagnola, con quattro fratelli sacerdoti usciti dalla Legione l'uno dopo l'altro nei mesi scorsi.

Negli ordinamenti in vigore fino a pochi giorni fa, le consacrate di Regnum Christi erano sottomesse alla Legione. Dipendevano dal vicario generale, in pratica per lungo tempo da padre Garza. Ma era proprio questa dipendenza che a molte di loro andava stretta, tanto più dopo lo sconquasso esploso per lo scandalo di Maciel.

Molte di loro, quindi, pensavano e pensano di continuare a vivere i loro voti sotto l'autorità non più della Legione ma dei vescovi del luogo, in forme nuove. Dicono di aver comunicato questa loro intenzione a Benedetto XVI e di averne avuto "sostegno e benedizione".

Malén Oriol è anche lei tentata da questo esodo. Lo scorso ottobre presentò al direttore generale dei Legionari la sua rinuncia alla carica di assistente generale. La ripresentò il 24 gennaio al cardinale De Paolis.

"Sono in attesa della sua risposta", ha scritto alle consorelle (e per conoscenza a Corcuera e Garza) in una lettera inviata lo scorso 12 febbraio e riprodotta integralmente più sotto.

Ebbene, la risposta è arrivata tre giorni dopo, il 15 febbraio, con un'altra lettera, circostanziata e pubblica, rivolta dal cardinale De Paolis alle consacrate e ai consacrati di Regnum Christi:

> "Il Visitatore Apostolico..."

In questa lettera, De Paolis accoglie la rinuncia di Malén Oriol alla carica di assistente generale, ma la prega di restare in Regnum Christi, e con lei anche le altre che sono impazienti di traslocare altrove.

Soprattutto, però, il delegato pontificio rivoluziona gli ordinamenti di Regnum Christi. Lo fa, scrive, sulla base dei risultati della visita apostolica compiuta anche lì dopo che nella Legione, e dei colloqui avuti a più riprese con consacrate e consacrati in Messico, in Brasile e a Roma.

D'ora in avanti – scrive il cardinale De Paolis – il vicario generale della Legione cessa di avere autorità sulle consacrate e sui consacrati.

E decadono anche gli assistenti generali dei due rami femminile e maschile. A Malén Oriol non subentra quindi nessun'altra.

Le consacrate e i consacrati avranno come autorità di riferimento due assistenti del delegato pontificio, rispettivamente padre Agostino Montan e padre Gianfranco Ghirlanda.

Quanto alla struttura delle due comunità, il modello sarà per ora quello di una semplice "associazione di fedeli".

Ogni legame con la Legione di Cristo è "per il momento" sospeso. Se ne riparlerà eventualmente in futuro, quando saranno ridefiniti la spiritualità e l'apostolato sia della congregazione che di Regnum Christi.

Per ora, "i consacrati e le consacrate devono avere una sana autonomia, e questa implica che sia una realtà associativa con una propria soggettività".

Questa lettera del cardinale De Paolis ha suscitato un autentico terremoto tra le consacrate.

Alcune vogliono comunque trasmigrare, ma non sanno bene dove e come. Altre pensano di restare in Regnum Christi, in attesa degli sviluppi. La stessa Malén Oriol è incerta.

È un'agitazione febbrile che si percepisce in modo particolare in quella che è la casa madre delle consacrate di Regnum Christi di tutto il mondo: un'ex convento di suore in via della Giustiniana, che sorge accanto alla prima delle due prestigiose scuole bilingui (in italiano e inglese) gestite a Roma dalle consacrate di Regnum Christi, l'Irish Institute e l'Highlands Institute, quest'altra situata nel quartiere dell'EUR.
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"LE RAGIONI CHE MI MUOVONO A PRENDERE QUESTE DECISIONI..."

Da: Oriol Malén
Inviata: domenica, 12 febbraio 2012
Per: DG 3GF
CC: Corcuera Álvaro LC; Garza Medina Luís LC

Oggetto: Note e preghiere

Venga il Tuo Regno!

Carissime consacrate,

Voglio avvicinarmi ad ognuna di voi e con sincerità commentare quanto successo nei miei riguardi.

Soltanto Dio sa, ed a Lui rendo conto davanti a voi, dell'instancabile desiderio che mi ha spinto sempre ad aiutare ognuna di voi ed il terzo grado femminile [3GF], cercando di camminare lungo il sentiero dell'amore, della comprensione e della verità, specialmente in questi ultimi anni così misteriosi ed inattesi.

Gli avvenimenti delle scorse settimane, come quasi tutte sanno già, hanno portato tra di noi informazione diverse, dicerie ed anche, oserei dire, giudizi e sfiducie non sempre indovinati. È per questo che vorrei esporre quelli che considero i fatti, al solo fine  di chiarire, senza nessun desiderio di difesa, giustificazione o parzialità.

In questi ultimi anni è aumentato il numero di consacrate che hanno abbandonato il 3GF: alcune a causa del dovuto discernimento vocazionale; altre, dopo essere venute a conoscenza della nostra storia e della vita del fondatore. A tutto questo si sono aggiunte altre consacrate che hanno manifestato poca pienezza nella loro consacrazione, dinnanzi al processo di rinnovamento interno del Regnum Christi [RC].

Alcune consacrate, desiderando continuare la loro consacrazione, manifestarono al Santo Padre il loro desiderio di unirsi sotto l'autorità di un Vescovo con la decisione di vivere la loro consacrazione rispondendo alla chiamata di Dio nel loro cuore. Fu loro desiderio di chiedere consiglio al Santo Padre prima di procedere, in modo tale di agire su una retta via, sapendo anche che il processo che segue il RC è sottoposto al suo Delegato Pontificio. Il Santo Padre ha fatto arrivare loro, tramite l'autorità ecclesiale, il suo sostegno e benedizione per questa iniziativa.

Questa realtà non esclude, e nemmeno si scontra, con chi continua nel cammino attuale di rinnovamento del 3GF del RC, e lo vive in pace, con fiducia e libertà. Le varie convinzioni sono state, sono e credo debbano essere rispettate, accolte e degne di fede. Squalificare o condannare alcune di esse è assumere un'autorità che soltanto Dio e la coscienza personale posseggono.

Perché avere paura? Può essere questa un'opportunità affinché ognuna di noi, e tutte noi, abbia la possibilità di seguire il cammino che il Signore suscita nei nostri cuori? Possiamo unire i nostri sforzi per conformarci, tutte noi, a questa Chiesa così amata e sulla quale abbiamo parlato spesso, e nella quale tutti hanno il loro posto ed alla quale possono apportare il meglio? Sarà un sogno pensare che vi sia il rispetto, la preghiera, il sostegno e l'amore cristiano di tutti e verso tutti?

Mi vengono in mente le parole di San Paolo ai Corinzi 3, 4-5: “Quando uno dice: 'Io sono di Paolo', en un altro: 'Io sono di Apollo', non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso".

Che grande distinzione che tra le nostre [vite] possa sorgere più vita da aggiungere alle file di tanti che cercano di amare Dio nella Chiesa, al servizio degli uomini, come consacrate!

Da parte mia, conoscete la lettera personale del 29 ottobre 2011 nella quale ho manifestato a tutte voi il fatto di aver presentato la mia rinuncia come assistente del direttore generale. Pubblicamente, lo scorso 24 gennaio a Roma l'ho riconfermata, richiedendola direttamente al Cardinale De Paolis e al suo consiglio. Sono in attesa della sua risposta. Per quanto riguarda il resto, ho bisogno di tempo, preghiera e distacco per incontrare la Volontà di Dio su di me. In alcuni momenti si è detto che la ragione di questa richiesta personale era frutto della stanchezza, dall'essere colpita per quanto vissuto od altro; mi affretto subito a chiarire che le ragioni che mi muovono a prendere queste decisioni  le vivo con grande pace, vanno oltre me stessa e Dio soltanto le ha messe nel mio cuore.

So che Dio porta la storia della salvezza come anche le nostre vite, quella di tutti e di ciascuna di noi, ed è stato questo stesso Signore che ha iniziato quest'opera e la porterà a buon termine.

Rimaniamo unite nella consacrazione e nella Chiesa, sicure che con Dio il  meglio deve sempre ancora arrivare.

Coraggio sincero per tutte, e continuiamo ad aiutarci per l'incontro definitivo in cielo. Ringrazio sinceramente tanta carità di ognuna di voi, l'esempio di dedizione, la testimonianza di generosità ed amore, umiltà e sacrificio… Dio che sa tutto, vi ricompenserà.

Chiedo perdono per il dolore e il danno che, senza volerlo, abbia causato o stia causando, per tutti i miei errori, limiti e cattivi esempi, per non aver saputo aiutare e capire tutte voi. Sono sicura che Dio misericordioso guarirà tutto e spargerà la sua luce su ognuna di voi, per far si che continuiate il vostro cammino seguendo Cristo e la santità.

Potrete contare sempre su di me, specialmente nella preghiera e nel ricordo davanti a Maria Santissima, la migliore delle madri, quella che ci mantiene tutti nel suo grembo, ed è Madre della speranza. Pregate per me, ne ho tanto bisogno, e voi più di tutti ne avete avuto conferma. Un abbraccio a ciascuna con tutto l'affetto di chi è vostra sorella e serva in Cristo,

Malén Oriol M.

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