Diario Vaticano
Tante sono le Fondazioni registrate dentro le Mura Leonine. Con i rispettivi patrimoni. Eccole ad una ad una, con i nomi dei loro dirigenti. Alcuni dei quali chiacchierati
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CITTÀ DEL VATICANO, 20 aprile 2012 – Al termine del pontificato di Paolo VI erano solo due. Con Giovanni Paolo II sono diventate dieci. Con Benedetto XVI ne sono nate altre tre.
Sono le Fondazioni registrate nello Stato della Città del Vaticano, che raccolgono e amministrano beni mobili e immobili con lo scopo di aiutare le più svariate iniziative della Santa Sede.
Il loro elenco si trova nella sezione finale dell’Annuario Pontificio, il massiccio volume di quasi 2500 pagine rilegato in tela rossa che anno dopo anno registra in modo particolareggiato l'organigramma della curia romana e di tutta la struttura istituzionale della Chiesa cattolica.
Buona parte di queste Fondazioni sono collegate con organismi vaticani e hanno ai loro vertici ecclesiastici di vario rango. Ma alcune sono promosse e rette da laici più o meno illustri.
Nei loro organigrammi, infatti, si possono incontrare nomi blasonati della nobiltà soprattutto romana e tedesca, ma anche quelli di imprenditori di spicco o di manager affermati nel mondo degli affari. Non mancano a volte nomi che sono rimasti impigliati in vicende che, a torto o ragione, non hanno giovato alla loro buona fama.
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Durante il regno di Karol Wojtyla venne creata nel 1981 la “Fundacja Jana Pawla II” per promuovere e realizzare "iniziative di carattere scientifico, culturale, religioso e caritativo" connesse con il pontificato del primo pontefice polacco. Dal 2007 ne risulta presidente il cardinale Stanislaw Rylko, capo del pontificio consiglio per i laici, mentre fino al 2004 ne era pro-presidente Stanislaw Dziwisz, lo storico segretario particolare di Wojtyla, oggi suo successore come cardinale arcivescovo di Cracovia.
Furono poi istituite nel 1984 la Fondazione "Giovanni Paolo II per il Sahel", affidata al pontificio consiglio Cor Unum, per sostenere opere contro la siccità in nove paesi dell'Africa subsahariana, e nel 1990 la Fondazione "Nostrae Aetate", collegata al pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, chiamata ad aiutare gli "studiosi credenti di altre religiosi che desiderano approfondire la conoscenza del cristianesimo a Roma" in vista di "un futuro insegnamento del cristianesimo nei loro paesi".
Nel 1991 nasce invece la Fondazione "Gioventù Chiesa Speranza” che nel 2007 ha cambiato nome in Fondazione "Giovanni Paolo II per la Gioventù’”, che ha tra i compiti precipui quello di "collaborare alla promozione e animazione della Giornata Mondiale della Gioventù". Fin dall’inizio, come presidente della Fondazione figura il laico Marcello Bedeschi, originario delle Marche.
Nel 1992 Giovanni Paolo II, per la ricorrenza del V centenario dell’inizio dell'evangelizzazione dell’America latina, costituisce la Fondazione “Populorum Progressio”, anch’essa collegata a Cor Unum, per aiutare economicamente "la promozione integrale delle comunità contadine più povere".
Nel 1993 viene poi costituita la Fondazione “Centesimus Annus - Pro Pontifice” che, rinnovata negli statuti nel 2004, "si propone di collaborare allo studio e alla diffusione della dottrina sociale cristiana, come esposta in particolare nell’enciclica di Giovanni Paolo II 'Centesimus annus'", nonché di "promuovere la raccolta di fondi per il sostegno dell’attività della Santa Sede". Il suo consiglio di amministrazione è costituito da nove laici, di cui uno designato dall’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, sette chiamati per cooptazione e uno dall’assemblea degli aderenti.
Attualmente questa Fondazione è presieduta dallo spagnolo Domingo Sugranyes Bickel, e fanno parte del suo CdA nomi altisonanti come Grazia Rizzo Bottiglieri leader dell’omonima società di navigazione, la principessa Camilla Borghese Khevenhüller, l’ingegnere Federico Falck, industriale dell'acciaio, il principe Alois zu Lowenstein, il conte Lorenzo Rossi di Montelera, già presidente della Fondazione stessa, Attilio Tranquilli, dirigente della Fiera di Roma, e il maltese Joseph Zahra. Nel collegio dei revisori dei conti figura il cavalier Piero Melazzini, presidente della Banca Popolare di Sondrio. Del CdA del precedente mandato facevano parte due banchieri italiani di prima grandezza: Roberto Mazzotta e Pellegrino Capaldo.
Nel 2004 sono due le Fondazioni istituite da Giovanni Paolo II: “Il Buon Samaritano”, collegata al pontificio consiglio per la pastorale sanitaria, col fine di "sostenere economicamente gli infermi più bisognosi, in particolare i malati di AIDS", e la Fondazione "Per i beni e le attività artistiche della Chiesa”, promossa dalla pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa, la cui attività "si concretizza soprattutto con la promozione di eventi artistici e culturali, quale esempio di valorizzazione in senso ecclesiale del patrimonio storico e artistico".
Attualmente il CdA di quest’ultima Fondazione è presieduto dal cavalier Emilio Acerna (della società statale Fintecna), mentre il vicepresidente è Roberto Ruozi (ex rettore dell'Università Bocconi e ora presidente della banca Mediolanum). Ne sono inoltre membri il conte Aldo Maria Brachetti Peretti, petroliere, e il presidente della società elettrica Terna, Luigi Roth. Nel collegio dei revisori siede l’ex ragioniere generale dello Stato italiano Andrea Monorchio. Fino al 2010 figurava come presidente della Fondazione Giovanni Morello, mentre tra i membri del CdA sedevano come segretario generale Marco Simeon e come tesoriere Paolo Bedeschi, figlio del summenzionato Marcello.
Marco Simeon, nato a Genova nel 1977, laureato in diritto canonico con una tesi sul ruolo del segretario di Stato, dopo aver curato i rapporti istituzionali, e quindi anche con il Vaticano, del gruppo bancario Capitalia e poi di Mediobanca quando ne era capo il potente banchiere Cesare Geronzi, dalla fine di ottobre del 2009 è direttore delle relazioni istituzionali e internazionali della RAI, la radiotelevisione italiana di Stato, e dal 2010 guida anche la struttura RAI-Vaticano. È diventato un volto noto da quando il suo nome è ripetutamente comparso in varie vicende e intercettazioni connesse a indagini della magistratura. È considerato molto vicino – non si sa quanto per millantato credito e quanto no – a importanti cardinali quali il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, il prefetto della congregazione per il clero Mauro Piacenza e l’arcivescovo di Genova e presidente della conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco. Con la fine del suo incarico nella Fondazione per i beni culturali il suo nome non compare più nell’Annuario Pontificio.
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La prima Fondazione del pontificato di Benedetto XVI nasce nel 2007 ed è la "San Matteo", sorta in memoria del cardinale vietnamita François-Xavier Van Thuan, strettamente collegata al pontificio consiglio della giustizia e della pace di cui Van Thuan fu presidente. Essa ha tra l’altro lo scopo di favorire "la diffusione della dottrina sociale della Chiesa secondo le linee espresse nel 'Compendio della dottrina sociale'". Nel suo CdA siedono attualmente il principe Prospero Colonna, Ettore Quadrani (della Fidimpresa Lazio), Carl Albert Anderson dei Cavalieri di Colombo, Mauro Miccio (consigliere della compagnia elettrica ENEL e membro di "Regnum Christi") e il produttore televisivo polacco Jan Przemyslaw Hauser. Fino allo scorso anno vi sedevano anche il senatore del Partito della Libertà eletto all’estero Juan Esteban Caselli, già ambasciatore dell'Argentina presso la Santa Sede, e il vescovo ausiliare dell’Aquila Giovanni D’Ercole.
Nasce poi nel 2010 la Fondazione "Joseph Ratzinger-Benedetto XVI" che vuole promuovere la conoscenza e lo studio della teologia anche con l'assegnazione del Premio Ratzinger, la cui seconda tornata è prevista per il prossimo ottobre. Presidente del suo CdA è monsignor Giuseppe Antonio Scotti, segretario aggiunto del pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, vicepresidente è Paolo Cipriani, direttore generale dell'Istituto per le Opere di Religione. Altri membri sono monsignor Georg Gänswein, segretario particolare del papa, Stephen Horn, presidente dell’associazione degli ex allievi di Ratzinger, e don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana. La Fondazione ha anche un comitato scientifico nel quale sono presenti i cardinali Tarcisio Bertone, Camillo Ruini e Angelo Amato. Sono loro a selezionare i vincitori del Premio Ratzinger.
Nell’Annuario Pontificio ancora non compare, ma lo scorso anno è infine sorta la terza Fondazione dell’attuale pontificato. Con un chirografo, infatti, Benedetto XVI ha elevato l’opera cattolica internazionale “Aiuto alla Chiesa che soffre” a Fondazione di diritto pontificio. Suo presidente è stato nominato il cardinale Mauro Piacenza, prefetto della congregazione per il clero, mentre ne è diventato presidente esecutivo il tedesco Johannes Heereman von Zuydtwyck, già presidente dei Cavalieri di Malta in Germania e padre dell'attuale vicario generale dei Legionari di Cristo, Sylvester Heereman.
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Ma non è tutto. Compulsando l’Annuario Pontificio si scopre che, oltre alle Fondazioni presenti nella sezione finale del volume, ce ne sono altre due collegate alle Accademie pontificie. A partire dall’Annuario del 1994, infatti, è segnalata la Fondazione per l’Accademia delle Scienze sociali e da quello del 1995 la Fondazione "Vitae Mysterium" per l’Accademia per la Vita.
Della prima è presidente fin dall’inizio Herbert Batliner, avvocato, cittadino del Liechtenstein, anche lui finito in cattiva luce sui media per veri o presunti scandali finanziari. In ogni caso, dal 2010 l’Annuario Pontificio non riporta più l’organigramma di questa Fondazione, limitandosi a segnalare il nome del rappresentante della Santa Sede nel suo Consiglio, il vescovo austriaco Egon Kapellari di Graz-Seckau, mentre il nome di Batliner rimane negli indici dell'Annuario solo in quanto Gentiluomo di Sua Santità dal 1998.
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Del citato Marco Simeon va segnalata la surreale intervista a "Il Fatto Quotidiano" del 26 febbraio 2012:
> Marco Simeon, il nuovo potere tra RAI e Vaticano
In essa, Simeon ha tra l'altro ammesso di aver percepito una parcella "leggermente inferiore" a 1,3 milioni di euro per la sua intermediazione nella vendita di un complesso delle suore dell’Assunzione in viale Romania a Roma al gruppo immobiliare “Lamaro costruzione” dei fratelli Toti.
La scorsa primavera Simeon era stato oggetto di accuse pesanti da parte dell'attuale nunzio apostolico negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, all'epoca segretario generale del governatorato dello Stato della Città del Vaticano, in una lettera riservata al cardinale Tarcisio Bertone finita successivamente sui media:
> "Reputo mio dovere riferire a Vostra Eminenza..."
Nella dichiarazione con cui il 4 febbraio di quest'anno il governatorato ha replicato a Viganò, dopo la pubblicazione della citata lettera e di un'altra da lui indirizzata al papa, si sono respinte praticamente tutte le sue accuse, salvo quelle a Simeon di cui non si è fatto parola:
> Dichiarazione della Presidenza del Governatorato
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350225
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