ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 23 luglio 2012

Qualcuno volò sul nido del corvo


Repubblica: “Stampa, vescovo Clemens e cardinale Sardi, i “corvi” del Vatileaks”

Georg Gaenswein e Paolo Gabriele
Georg Gaenswein e Paolo Gabriele (LaPresse)
ROMA – Ingrid Stampa, il vescovo Josef Clemens e il cardinale Paolo Sardi. La governante del Papa, l’ex segretario e il responsabile dell’ufficio che si occupa di scriverne i discorsi. Questi i tre “corvi”, come scrive Marco Ansaldo in esclusiva su Repubblica, che avrebbero guidato il maggiordomo PaoloGabriele nello scandalo del Vatileaks. Dietro al furto dei documenti ed alla diffusione non ci sarebbe un complotto contro Papa Bendetto XVI, scrive Ansaldo, ma la gelosia dei tre nei confronti di padre Georg Gänswein.Ansaldo scrive della Stampa:

“La sua vicina di casa è la professoressa Ingrid Stampa, spesso ospite della moglie e dei loro tre figli nello stesso edificio, cinquanta metri più in là dov’è stato detenuto. Donna colta, musicista, appartenente al movimento spirituale di Schoenstatt, Ingrid Stampa assiste Ratzinger dall’inizio degli anni Novanta con l’incarico indefinito di governante. Divenuta poi un consigliere fidato del Papa, «capace di arrivare all’orecchio e al cuore tenero del Santo Padre», come è stato scritto, ha spesso dato un proprio contributo nella stesura dei testi pontifici”.
Mentre del vescovo Clemens su Repubblica si parla di “invidia”:
“Anche i passeri sui tetti del Vaticano sanno dell’invidia nutrita da Clemens, che abbandonò l’incarico di segretario di Ratzinger dopo essergli stato vicino per tanti anni nel 2003 chiedendo la promozione a vescovo. Il monsignore tedesco, fino all’ultimo, persino nel giorno dell’elezione, non credeva che il suo omonimo potesse diventare Papa. La sorpresa e anche il dolore per quell’incarico mancato si è trasformato in un risentimento sordo verso il suo successore, controllato a distanza dall’altro lato di Piazza San Pietro, dove Clemens tuttora risiede”.
Infine c’è il cardinale Paolo Sardi, di cui Ansaldo scrive:
“Sono infine ben note le relazioni di lavoro e di amicizia fra la signora Ingrid e il cardinale Paolo Sardi, per tanti anni responsabile dell’ufficio che si occupa dei discorsi del Pontefice, estratti dalle minute che il Papa scrive e la sua Governante decritta. Ma anche il porporato si è defilato e il 22 gennaio 2011 ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani di Benedetto XVI dall’incarico di vice Camerlengo per motivi d’età”.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/vatileaks-ingrid-stampa-clemens-sardi-corvi-gabriele-gaenswein-papa-ratzinger-vaticano-1307410/

Svolta sul Corvo del Papa
"Altri tre sotto inchiesta"

Vaticano, i sospetti sui complici del maggiordomo. Nel mirino finiscono la governante del pontefice Ingrid Stampa, l'ex segretario di Benedetto XVI Clemens e il ghostwriter cardinale Sardi. Non sono più in contatto diretto con il Papa

di MARCO ANSALDO

E DOPO il maggiordomo del Papa venne la governante tedesca, la donna capace di capire la scrittura minuta e articolata delle carte di Benedetto XVI. E dopo la governante l'ex segretario personale di Joseph Ratzinger, tedesco pure lui, oggi vescovo addirittura, sacerdote che l'aveva servito per 19 anni prima di lasciare l'incarico all'aiutante attuale, padre Georg Gaenswein. E infine il cardinale italiano che aiutava il Pontefice a redigere i discorsi, l'ex vice Camerlengo, Sua Eminenza Paolo Sardi.

"Ci saranno sorprese", aveva detto poche settimane fa all'agenzia Ansa il cardinale Julian Herranz Casado, capo della Commissione composta da tre porporati, incaricata da Benedetto di scoprire la verità sui documenti trafugati dalla sua scrivania e finiti pubblicati sui media. "Ci saranno sorprese", dice a Repubblica una fonte interna alle Mura vaticane circa l'identità dei cosiddetti Corvi, cioè coloro che hanno fatto uscire le carte. E per la prima volta, sabato, nel suo briefing con la stampa il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, non ha negato che ci possano essere altre persone sottoposte a indagine. I sospetti degli inquirenti penali e della Commissione cardinalizia che ora ha consegnato il rapporto al Papa si stanno così concentrando, fra gli altri, su 3 persone attorno al Pontefice: la professoressa Ingrid Stampa, il vescovo Josef Clemens, e il cardinale Paolo Sardi.

LO SMARTPHONE DEL MAGGIORDOMO
Nei cinquanta giorni in cui è rimasto recluso in una cella della Gendarmeria, prima di guadagnare l'altro ieri gli arresti domiciliari e rientrare nell'abitazione da moglie e figli, il maggiordomo Paolo Gabriele ha ampiamente parlato. Ma a parlare ai detective vaticani è stato anche il suo smartphone, capace di rivelare il volume dei suoi contatti, i messaggi registrati, il traffico di posta elettronica.

Perché un'altra delle informazioni trovata dalla commissione d'inchiesta convocata dal Papa per conoscere i motivi del tradimento è che "Paoletto", come l'addetto di camera veniva da tutti chiamato, portava fuori le carte da qualche anno. Documenti in tedesco, che non era nemmeno in grado di leggere. Era stato assunto in Vaticano per pulire i pavimenti della Basilica di San Pietro e poi consigliato proprio dall'allora monsignor Paolo Sardi a monsignor James Harvey, prefetto della Casa Pontificia. Nel 2006 la promozione a succedere all'addetto di camera del Papa, Angelo Gugel, figura leggendaria nel piccolo Stato. Per quale motivo, poi, Paolo Gabriele non abbia portato via da casa il suo computer, l'agenda e i documenti compromettenti è una questione che gli inquirenti si sono spiegati con il fatto che il maggiordomo credesse di poter essere protetto molto in alto.

LA "PAPESSA" CUSTODE DELLE CARTE

I giudici vaticani si sono quindi concentrati sulla ristretta cerchia delle persone che gravitavano attorno a "Paoletto". La sua vicina di casa è la professoressa Ingrid Stampa, spesso ospite della moglie e dei loro tre figli nello stesso edificio, cinquanta metri più in là dov'è stato detenuto. Donna colta, musicista, appartenente al movimento spirituale di Schoenstatt, Ingrid Stampa assiste Ratzinger dall'inizio degli anni Novanta con l'incarico indefinito di governante. Divenuta poi un consigliere fidato del Papa, "capace di arrivare all'orecchio e al cuore tenero del Santo Padre", come è stato scritto, ha spesso dato un proprio contributo nella stesura dei testi pontifici. Alcuni anni fa il sito tedesco del quotidiano "Die Welt" riportava che nei corridoi del Vaticano veniva chiamata "La Papessa". Ed è celebre fra le Mura leonine la sua gelosia per chiunque avvicinasse il Papa. Buoni i suoi rapporti con l'allora assistente di Ratzinger, Josef Clemens, pessimi con il nuovo, monsignor Georg Gaenswein. Repubblica del 27 maggio scorso aveva parlato dell'esistenza di una donna tra i Corvi del Vaticano, definendola come una laica che lavora nel Palazzo apostolico. 

IL RISENTIMENTO DEL VECCHIO SEGRETARIO 
Anche i passeri sui tetti del Vaticano sanno dell'invidia nutrita da Clemens, che abbandonò l'incarico di segretario di Ratzinger dopo essergli stato vicino per tanti anni nel 2003 chiedendo la promozione a vescovo. Il monsignore tedesco, fino all'ultimo, persino nel giorno dell'elezione, non credeva che il suo omonimo potesse diventare Papa. La sorpresa e anche il dolore per quell'incarico mancato si è trasformato in un risentimento sordo verso il suo successore, controllato a distanza dall'altro lato di Piazza San Pietro, dove Clemens tuttora risiede. Qualche martedì, giorno di libertà in Vaticano, quando padre Georg esce la sera, Benedetto era solito far arrivare Clemens, con il quale si intratteneva piacevolmente. Una tradizione che il Papa da qualche mese ha bruscamente interrotto. Nella sua gelosia, il vescovo tedesco aveva trovato nella ambiziosa professoressa Stampa una sua affine.

IL CARDINALE CHE COLLABORAVA AI DISCORSI
Sono infine ben note le relazioni di lavoro e di amicizia fra la signora Ingrid e il cardinale Paolo Sardi, per tanti anni responsabile dell'ufficio che si occupa dei discorsi del Pontefice, estratti dalle minute che il Papa scrive e la sua Governante decritta. Ma anche il porporato si è defilato e il 22 gennaio 2011 ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani di Benedetto XVI dall'incarico di vice Camerlengo per motivi d'età.

L'ALLONTANAMENTO DA BENEDETTO
Tutte e tre queste persone - a vari gradi di distanza - stavano vicini al Papa e avevano dimestichezza con il suo maggiordomo. Com'è ovvio per tutti vale la presunzione d'innocenza, eppure non si saranno sorpresi di essere coinvolti nell'inchiesta e di essere ascoltati tanto dagli inquirenti penali quanto dalla Commissione cardinalizia. Tutti e tre, non a caso, sono ora tenuti a distanza dal Pontefice. La stampa non si occupa più delle carte del Papa, Benedetto ha cancellato gli incontri con Clemens, e il cardinale Sardi si è dimissionato.

L'"INVIDIA CLERICALIS"
"Certo - confida un attento osservatore interno - sulla base di questi presupposti, se si fa uno più uno si arriva a questo". "Una situazione sconcertante", non esita a definirla un altro. "La commissione cardinalizia ha lavorato benissimo - aggiunge un terzo - e non è un caso che, da quando sono entrati in campo, il flusso di documenti e le minacce di nuove rivelazioni si sia improvvisamente interrotto". 

Il motivo che viene addotto dall'aver fatto portare fuori le carte al maggiordomo del Papa appare per ora meno complottistico e molto più umano: la gelosia, la cosiddetta e ben nota storicamente nella Chiesa "invidia clericalis" per chi è più vicino al Papa. Che naturalmente si è trovato ad essere ferito da questa storia. E le critiche più forti si sono concentrate sul Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, accusato di avere accumulato troppo potere. Ma soprattutto sull'attuale segretario del Papa, padre Georg, trovatosi involontariamente in mezzo a una lotta fra tedeschi. 

Commenta Paul Badde, vaticanista di lungo corso del quotidiano Die Welt, autore di articoli molto acuti sul caso dei Vati-leaks: "Una cospirazione all'interno della Curia? Forse anche, ma solo un po'. E non certo un colpo di Stato. Nessuna rivoluzione di palazzo. Nessun Dan Brown. Tutto è molto più realistico - e più umano: un cuore palpitante pieno di risentimento e di invidia. Più Shakespeare che Dostoevskij". Infatti, è la gelosia ad aver accecato.  
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/07/23/news/corvo_papa_inchiesta-39529631/?ref=HREC1-9

Vaticano, “Inchiesta su un cardinale”. Ma la Santa Sede smentisce: “Falso”

Accertamenti su un porporato che dirigeva l'ufficio per la redazione dei discorsi di Benedetto XVI. Ma anche sulla governante (l'unica che sapeva "decifrare" la grafia del papa) e sull'ex segretario, ora vescovo. Padre Lombardi: "Il fatto che siano state ascoltate delle persone non significa che sono indiziate"

Proprio lui, Clemens, è la seconda persona che sarebbe finita sotto la lente d’ingrandimento delle indagini coordinate da una commissione cardinalizia (composta da tre porporati) guidata dallo spagnolo Julian Herranz Casado, membro dell’Opus Dei, che nei giorni scorsi si era lasciato sfuggire che presto ci sarebbero state sorprese. Clemens, dunque: tedesco, 65 anni, commise un “errore di valutazione” quando decise di lasciare il ruolo di segretario di Ratzinger nel 2003, sicuro che non sarebbe stato lui ad essere eletto dal conclave che avrebbe dovuto decidere la successione di Giovanni Paolo II (morto poi due anni dopo). Errore di valutazione: chiese la promozione a vescovo, diventò segretario del Pontificio Consiglio per i Laici e allo stesso tempo fu nominato vescovo di Segerme, in Tunisia, una cosiddetta “sede titolare”, cioè una diocesi che non è una materiale residenza del prelato che quindi non “governa” propriamente la Chiesa di quella zona. Anche Clemens, quindi, non ha simpatie per il suo successore, padre Gaenswein. Il rapporto d’amicizia con Ratzinger era proseguito anche dopo che questi è salito al soglio pontificio, scriveRepubblica, ma si è interrotto all’improvviso alcuni mesi fa.

Si profila, fin qui, una storia che si fonda più su una gelosia personale per padre Georg – come sottolinea il quotidiano diretto da Mauro definendola invidia clericalis - che non su un vero e proprio scontro di potere ai vertici della gerarchia vaticana. L’ultima “riprova” sarebbe il coinvolgimento anche del cardinale Paolo Sardi, diacono di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana e patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta. Ma soprattutto principale collaboratore di Ratzinger nella redazione dei testi e dei discorsi. E’ una figura tutt’altro che secondaria: è stato vice camerlengo(il camerlengo è reggente della Santa Sede dal momento della morte del pontefice al termine del conclave). Ma anche sua eminenza Sardi non è più nella cerchia di collaboratori stretti di papa Ratzinger: ha dato le dimissioni all’inizio del 2011 per raggiunti limiti d’età. 
Tutt’e tre – Stampa, Clemens, Sardi – erano vicini al papa e per forza di cose avevano contatti con Gabriele. E’ un fatto, salvo il vero, che tutti sono stati allontanati negli ultimi mesi dalle stanze vicine agli appartamenti e agli uffici del pontefice. 
Ma tutto questo, compreso l’allontanamento, viene smentito in modo quasi sdegnato dalla Città del Vaticano: “Ho ripetuto molte volte che il fatto di essere sentiti da una commissione nel corso delle sue indagini non significa in alcun modo essere sospettati – ha dichiarato padre Federico Lombardi – Era ovvio che le tre persone indicate nell’articolo possano essere state ascoltate, ma ciò non dice nulla sul loro essere sospettate di corresponsabilità e complicità”. Secondo padre Lombardi l’articolo di Repubblica riprende un pezzo già uscito la scorsa settimana sulla versione online del Die Welt: “Non era stato ripreso finora dalla generalità della stampa tedescache ne aveva giustamente riconosciuto l’evidente parzialità e la grave responsabilità di indicare alcune persone come corresponsabili senza argomenti oggettivi – spiega il portavoce della Sala Stampa vaticana - Per questo non avevo ritenuto opportuno reagire ad esso con decisione”.
“La mia prudenza nel parlare delle indagini e delle persone è sempre stata motivata dalla stessa ragione – sottolinea padre Lombardi – Il rispetto del segreto sulle indagini e della comunicazione dei risultati da parte delle legittime istanze nel tempo e nel modo debito, opponendomi ad indiscrezioni parziali e incontrollate i cui risultati deleteri sono sempre evidenti”. Il minimo che si possa dire, continua il responsabile della comunicazione della Santa Sede, “è che ritengo gravissimo gettare simili sospetti su persone degne di rispetto, che hanno svolto con impegno molti anni di servizio totalmente dedicato alla persona del Santo Padre”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/23/vaticano-linchiesta-sui-corvi-si-allarga-indagini-anche-su-cardinale/302337/

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