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sabato 22 settembre 2012

Religione a fumetti?



“THE AMAZING SPIDER-MAN”: RECENSIONE DI PADRE BARRON

L’ultima avventura dell’Uomo Ragno, fortemente teologica

Padre Barron sottolinea i temi biblici del film

La storia dell'Uomo Ragno è essenzialmente quella di un ragazzo comune, forse un po' a disagio nei rapporti sociali, che viene morso da un ragno radioattivo, subisce una trasformazione e acquisisce essenzialmente la forza e le capacità di un ragno. Se la trama può sembrare quella dei libri comici o dei film estivi di successo, padre Robert Barron, fondatore di “Word on Fire” e presentatore della popolare serie di documentari “Catholicism”, vi intravede allusioni cristiane.

“Che cosa c'è in queste storie – e in particolare in quella dell'Uomo Ragno – che ci affascina?”, chiede l'autore in un editoriale pubblicato da CNA. “Posso suggerire che ha qualcosa a che fare con il cristianesimo, più precisamente con la strana figura ibrida intorno alla quale ruota tutta la religione cristiana”.
Padre Barron spiega che “la salvezza è stata possibile solo attraverso un Dio-uomo, qualcuno nel mondo ma non del mondo, qualcuno simile a noi in tutto fuorché nel peccato, e allo stesso tempo completamente diverso da noi”. In modo simile, indica, quella dell'Uomo Ragno è una storia su “qualcuno che, nella sua umiltà, è del tutto capace di identificarsi e simpatizzare con la nostra sofferenza e, nella sua trascendenza, sa fare qualcosa al riguardo”.

Per il sacerdote, il recente “The Amazing Spider-Man” presenta vari richiami a questo proposito: “Andrew Garfield, l'attore che interpreta Peter Parker, è ovviamente un ragazzo comune che in momenti decisivi dimostra poteri divini”.

Il presbitero riscontra nel film anche i temi della missione e della vocazione, così come il tema biblico della “conoscenza e dell'abuso di questa”.

“La storia biblica del peccato originale si fonda su un atto per tentare di carpire la conoscenza”, osserva. “Ciò non equivale a sconfessare la conoscenza in quanto tale, ma è un avvertimento del fatto che l'uso della conoscenza come mezzo per raggiungere il controllo divino sulla natura è nefasto”.

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