E IL DIVINO PASTORE SUSCITÒ SAN PIO X
È del giorno in cui si commemora San Francesco di Assisi la prima
Lettera Enciclica E Supremi del Papa San Pio X, il Sommo Pontefice
suscitato dalla Misericordia divina per affrontare i gravissimi problemi
della Chiesa e del mondo iniziati nel XXº secolo.
Come Gesù crocefisso chiese a Francesco di Assisi di restaurarela Sua Casa, nel nostro tempo rovinoso, diede l’incarico a Giuseppe Sarto, divenuto Papa Pio X, a svolgere uno straordinario «lavoro profetico» per rinnovarela Sua Chiesa.
Sentiamolo nella sua prima Lettera Enciclica:
«Nel momento in cui vi rivolgiamo la parola per la prima volta dall’alto di questa Cattedra apostolica alla quale, per imperscrutabile volontà di Dio, Noi siamo stati elevati, non è il caso di ricordare con quali lacrime e con quali ardenti preghiere Noi abbiamo tentato di allontanare da Noi questo tremendo peso del Pontificato. Infatti, malgrado l’assoluta disparità dei meriti, Ci sembra di poter fare Nostro il lamento di Sant’Anselmo, uomo santissimo, quando, malgrado la sua energica opposizione, fu costretto ad accettare l’onore dell’episcopato. Gli stessi segni d’afflizione che egli manifestò allora, sono anche in Noi, e rivelano con quale animo e con quale volontà Noi abbiamo accolto il gravosissimo mandato di pascere il gregge di Cristo. “Sono qui a testimoniarlo le mie lacrime e le voci e i ruggiti del mio cuore afflitto, quali non ricordo di avere mai espresso per nessun dolore prima di quel giorno in cui parve si abbattesse su di me la grave sventura dell’arcivescovado di Canterbury. Coloro che in quel giorno fissarono il loro sguardo sul mio volto non poterono ignorare tale fatto… Più simile a un cadavere che a persona viva, ero pallido di stupore e di costernazione. A questa mia elezione, o piuttosto a questa violenza, mi sono finora opposto, in verità, per quanto ho potuto. Ma ora, volente o nolente, sono costretto ad ammettere ogni momento che la volontà di Dio sempre più resiste ai miei tentativi, sicché in nessun modo posso sottrarmi ad essa. Pertanto, non già vinto dalla violenza degli uomini quanto piuttosto da quella di Dio, contro la quale non esiste riparo, dopo aver pregato quanto ho potuto ed essermi adoperato per allontanare da me, se possibile, questo calice senza che ne bevessi, … posponendo il mio sentimento e la mia volontà, mi sono rimesso interamente alla decisione e alla volontà di Dio”.
«Certamente non mancavano molte e serie ragioni per sottrarCi all’incarico…
«Inoltre, tralasciando il resto, eravamo terrorizzati dall’attuale, deplorevole condizione del genere umano. Chi può ignorare, infatti, che la società umana è ora afflitta, più ancora che nelle età trascorse, da un gravissimo, intimo morbo che, aggravandosi di giorno in giorno, e corrompendola in ogni fibra, la conduce allo sfacelo? Voi comprendete, Venerabili Fratelli, quale sia tale malattia: l’abbandono e il rifiuto di Dio, ai quali è inesorabilmente associata la rovina, secondo le parole del Profeta: “Ecco, coloro che si allontanano da te periranno” [Ps. LXXII, 27].
«Le ragioni di Dio sono le ragioni Nostre; è stabilito che ad esse saranno votate tutte le Nostre forze e la vita stessa. Perciò se qualcuno chiederà quale motto sia l’espressione della Nostra volontà, risponderemo che esso sarà sempre uno solo: “Rinnovare tutte le cose in Cristo”. Nell’intraprendere e perseguire questa magnifica opera, Venerabili Fratelli, infonde in Noi un grande ardore la certezza di avere in voi tutti degli strenui collaboratori nel realizzare tale impresa. Se ne dubitassimo, dovremmo giudicarvi, a torto, come ignari o indifferenti verso questa nefasta guerra che ora e dovunque è dichiarata e condotta contro Dio. Infatti contro il loro Creatore “le nazioni ebbero fremiti di ribellione e i popoli concepirono idee insensate” [Ps. II, 1]… e quasi unanime è il grido dei nemici di Dio: “Allontanati da noi” [Job XXI, 14]. Perciò si è estinta del tutto nei più la riverenza verso l’eterno Dio, e nella condotta della vita, sia pubblica sia privata, non si tiene in alcun conto il principio della Sua suprema volontà; ché anzi con tutte le forze e con ogni artificio si tende a sopprimere completamente addirittura il ricordo e la nozione di Dio.
«Chi considera ciò, deve pur temere che questa perversione degli animi sia una specie di assaggio e quasi un anticipo dei mali che sono previsti per la fine dei tempi; e che “il figlio della perdizione”, di cui parla l’Apostolo [II Thess. II, 3], non calchi già queste terre. Con somma audacia, con tanto furore è ovunque aggredita la pietà religiosa, sono contestati i dogmi della fede rivelata, si tenta ostinatamente di sopprimere e cancellare ogni rapporto che intercorre tra l’uomo e Dio! E invero, con un atteggiamento che secondo lo stesso Apostolo è proprio dell’“Anticristo”, l’uomo, con inaudita temerità, prese il posto di Dio, elevandosi “al di sopra di tutto ciò che porta il nome di Dio”; fino al punto che, pur non potendo estinguere completamente in sé la nozione di Dio, rifiuta tuttaviala Suamaestà, e dedica a se stesso, come un tempio, questo mondo visibile e si offre all’adorazione degli altri. “Siede nel tempio di Dio ostentando se stesso come se fosse Dio” [II Thess. II, 2]…
«Chi mai, infatti, Venerabili Fratelli, non si sentirà turbato dalla trepidazione e dall’angoscia nel vedere che gli uomini — mentre si esaltano giustamente i progressi umani — si combattono atrocemente la maggior parte fra loro, così che quasi vi è guerra di tutti contro tutti? Il desiderio di pace è certamente un sentimento comune a tutti, e non vi è alcuno che non la invochi ardentemente. La pace, tuttavia, una volta che si rinneghila Divinitàè assurdamente invocata: dove è assente Dio, la giustizia è esiliata; e tolta di mezzo la giustizia, invano si nutre la speranza della pace. “La pace è opera della giustizia” [Is. XXXII, 17]. Noi sappiamo infatti che non sono pochi coloro che, sospinti dall’amore di pace e anche di “tranquillità” e di “ordine”, si raggruppano in associazioni e fazioni che definiscono “d’ordine”. Ahi, quali vane speranze e fatiche! Di partiti “dell’ordine”, che possano portare una pace reale nelle perturbazioni, ce n’è uno solo: il partito dei partigiani di Dio… Ci insegna infatti l’Apostolo: “Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già si trova, e che è Cristo Gesù” [I Cor. III, 11]. È Lui solo “che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo [Job X, 36]; irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” [Hebr. I, 3] in quanto Dio vero e vero uomo: senza di Lui nessuno potrebbe conoscere Dio come si deve. Infatti, “nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” [Matth. XI, 27]. Ne consegue che vi è perfetta concordanza fra il “ristabilire tutte le cose in Cristo” e il ricondurre gli uomini all’obbedienza a Dio. Dobbiamo dunque rivolgere il nostro impegno a questo, al fine di ricondurre il genere umano sotto l’impero di Cristo; raggiunto tale fine, l’uomo ritornerà a Dio medesimo. A un Dio, diciamo, non inerte e indifferente verso gli uomini, come lo ritrassero, delirando, i materialisti; ma un Dio vivo e vero, uno di natura, in tre persone, creatore dell’universo, onnisciente, e infine giustissimo legislatore che punisce i colpevoli e assicura premi alle virtù.
… In verità, Noi Ci proponiamo, durante il Nostro Pontificato, ubbidendo alla divina volontà, di raggiungere questi obiettivi, e li perseguiremo con ogni energia. Spetta a Voi, Venerabili Fratelli, assecondare i Nostri sforzi con la santità, con la dottrina, con l’azione e soprattutto con l’ossequio alla divina gloria; a nient’altro intesi se non a “formare Cristo in tutti” [Gal. IV, 19]… Noi “in spirito di umiltà” [Dn III, 39] con quotidiana e insistente preghiera chiediamo questa grazia a Dio per i meriti di Gesù Cristo. Ricorriamo inoltre alla potentissima intercessione della Madre di Dio; e perché sia a Noi propizia, in quanto questa Lettera porta la data del giorno destinato a celebrare il Rosario Mariano, Noi disponiamo e confermiamo quanto il Nostro Predecessore ha ordinato, dedicando il mese di ottobre all’augusta Vergine con la pubblica recita dello stesso Rosario in tutte le chiese.
Inoltre esortiamo a considerare come intercessori anche il castissimo Sposo della Madre di Dio, patrono della Chiesa cattolica, e i santi Pietro e Paolo, prìncipi degli Apostoli. » Dato a Roma, presso San Pietro, il 4 ottobre 1903, nel primo anno del Nostro Pontificato. PIUS X
Papa San Pio X il mattino del 19 agosto 1914 ebbe una udienza regolare col Segretario di Stato Cardinale Rafael Merry del Val, che la sera, con grande sua sorpresa, fu chiamato d’urgenza dal Papa. Egli non riusciva a parlare e segnava con la mano la gola. Spirò quella notte, ore 1:16, di un attacco di bronchite fulminante (!). Si dirà che era indebolito e che morì di «crepa cuore» a causa del «guerrone» appena scoppiato in Europa. Nessuno sospettò di niente allora?
Il fatto è che tre anni dopo la Madonna a Fatima ha fatto vedere…
«un Vescovo vestito di Bianco, abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina [la Cristianità] e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni» (Suor Lucia, Tuy – 3.1.1944).
Era la visione simbolica di una realtà riguardante la Chiesaela Cristianità.
In seguito, i fedeli a San Pio X hanno conosciuto l’isolamento sotto il successore, Benedetto XV, come oppositori del Modernismo, mentre i sostenitori di questa «fogna di tutte le eresie» hanno avuto vita facile e promozioni.
Vedi Angelo Roncalli, prima sospeso dall’insegnamento perché permeato di modernismo, poi nominato monsignore. C’è da chiedersi se tale promozione di un semplice prete di Bergamo, sospettato di modernismo, fosse normale o rientrasse nel giro delle influenze di Radini Tedeschi in odore di modernismo – ma uomo di Rampolla -, presso i suoi successori Della Chiesa e Gasparri.
Fatto è che durante il pontificato di Papa Della Chiesa, Benedetto XV, i chierici apprezzati da san Pio X furono emarginati mentre per altri si aprirono le porte vaticane, come nel caso di Giovanni Battista Montini (futuro Paolo 6º), che con Roncalli aveva iniziato a Roma dal 1924 una lunga amicizia.
Entrambi lavorarono sodo e insieme per la loro carriera e promozioni.
“Colpirò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse” (Matteo 26, 31)
Il Signore è a un tempo il Pastore e Chi permette il suo abbattimento. Se permette che sia colpito chi Lo rappresenta, non è come se si ritirasi? Non richiede ciò una riflessione sulla forma di castigo evocato dalla misteriosa frase evangelica?
Non è questa una chiave per capire l’eccidio papale del Segreto, svelato a quanti lo accolgono come la profezia sulla misteriosa punizione del mondo che colpiscela Fede, attraverso la persecuzione mortale dei figli della Chiesa e del Papa?
E che castigo può essere peggiore di quello per cui il Signore si ritira dalla stessa Sede e Luogo santo della Fede? Della Chiesa che resta senza il Papa cattolico?
Ecco cos’ha fatto l’aggiornamento dell’ordine cristiano aprendo alla modernità: è stato l’invito all’idea gnostica e massonica che il pensiero cattolico ribadito dai Papi rifiuta come perversa, ma che i pastori conciliari prediligono e approvano.
Il pastore idolo di questa rivoluzione è additato nella frase dello scrittore Louis Veuillot: “Quando l’insolenza dell’uomo, ostinatamente respinge Dio, Dio alla fine dice all’uomo: sia fatta la tua volontà! E l’ultimo flagello si scatena: non è più la fame, la guerra, la peste… è l’uomo! E quando l’uomo è consegnato all’uomo, si può capire quel che significa la Collera di Dio!”.
Si tratta dell’uomo elevato “con ogni prodigio di menzogna e ogni sorta d’empio inganno per quelli che si perdono, per non aver accolto l’amore della verità che salva. Ecco perché Dio lascia essi nell’apparato di errori, perché credano alla menzogna, affinché siano condannati quelli che non hanno creduto alla verità ma hanno acconsentito all’iniquità” [II Thess. II, 9-11].
Cos’altro è accogliere come rappresentanti di Dio in terra anticristi che insegnano menzogne? Onorare maestri ecumenisti che abrogano, secondo lo spirito non serviam, la necessità di conversione alla sola Parola di Dio Uno e Trino?
Ecco l’inganno terminale che il Papa santo ha descritto e la censurata visione di Fatima ha datato, poiché rendeva l’inganno conciliare più chiaro nel 1960»!
Eppure, la grande apostasia causata da tale insuperabile «prodigio di menzogna» – la «continuità nella riforma dei papi conciliari» -, aggrava la cecità di quanti non più credono alla verità ma accettano cotanta iniquità nel Luogo Santo.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
http://www.agerecontra.it/public/press20/?p=13239
Come Gesù crocefisso chiese a Francesco di Assisi di restaurarela Sua Casa, nel nostro tempo rovinoso, diede l’incarico a Giuseppe Sarto, divenuto Papa Pio X, a svolgere uno straordinario «lavoro profetico» per rinnovarela Sua Chiesa.
Sentiamolo nella sua prima Lettera Enciclica:
«Nel momento in cui vi rivolgiamo la parola per la prima volta dall’alto di questa Cattedra apostolica alla quale, per imperscrutabile volontà di Dio, Noi siamo stati elevati, non è il caso di ricordare con quali lacrime e con quali ardenti preghiere Noi abbiamo tentato di allontanare da Noi questo tremendo peso del Pontificato. Infatti, malgrado l’assoluta disparità dei meriti, Ci sembra di poter fare Nostro il lamento di Sant’Anselmo, uomo santissimo, quando, malgrado la sua energica opposizione, fu costretto ad accettare l’onore dell’episcopato. Gli stessi segni d’afflizione che egli manifestò allora, sono anche in Noi, e rivelano con quale animo e con quale volontà Noi abbiamo accolto il gravosissimo mandato di pascere il gregge di Cristo. “Sono qui a testimoniarlo le mie lacrime e le voci e i ruggiti del mio cuore afflitto, quali non ricordo di avere mai espresso per nessun dolore prima di quel giorno in cui parve si abbattesse su di me la grave sventura dell’arcivescovado di Canterbury. Coloro che in quel giorno fissarono il loro sguardo sul mio volto non poterono ignorare tale fatto… Più simile a un cadavere che a persona viva, ero pallido di stupore e di costernazione. A questa mia elezione, o piuttosto a questa violenza, mi sono finora opposto, in verità, per quanto ho potuto. Ma ora, volente o nolente, sono costretto ad ammettere ogni momento che la volontà di Dio sempre più resiste ai miei tentativi, sicché in nessun modo posso sottrarmi ad essa. Pertanto, non già vinto dalla violenza degli uomini quanto piuttosto da quella di Dio, contro la quale non esiste riparo, dopo aver pregato quanto ho potuto ed essermi adoperato per allontanare da me, se possibile, questo calice senza che ne bevessi, … posponendo il mio sentimento e la mia volontà, mi sono rimesso interamente alla decisione e alla volontà di Dio”.
«Certamente non mancavano molte e serie ragioni per sottrarCi all’incarico…
«Inoltre, tralasciando il resto, eravamo terrorizzati dall’attuale, deplorevole condizione del genere umano. Chi può ignorare, infatti, che la società umana è ora afflitta, più ancora che nelle età trascorse, da un gravissimo, intimo morbo che, aggravandosi di giorno in giorno, e corrompendola in ogni fibra, la conduce allo sfacelo? Voi comprendete, Venerabili Fratelli, quale sia tale malattia: l’abbandono e il rifiuto di Dio, ai quali è inesorabilmente associata la rovina, secondo le parole del Profeta: “Ecco, coloro che si allontanano da te periranno” [Ps. LXXII, 27].
«Le ragioni di Dio sono le ragioni Nostre; è stabilito che ad esse saranno votate tutte le Nostre forze e la vita stessa. Perciò se qualcuno chiederà quale motto sia l’espressione della Nostra volontà, risponderemo che esso sarà sempre uno solo: “Rinnovare tutte le cose in Cristo”. Nell’intraprendere e perseguire questa magnifica opera, Venerabili Fratelli, infonde in Noi un grande ardore la certezza di avere in voi tutti degli strenui collaboratori nel realizzare tale impresa. Se ne dubitassimo, dovremmo giudicarvi, a torto, come ignari o indifferenti verso questa nefasta guerra che ora e dovunque è dichiarata e condotta contro Dio. Infatti contro il loro Creatore “le nazioni ebbero fremiti di ribellione e i popoli concepirono idee insensate” [Ps. II, 1]… e quasi unanime è il grido dei nemici di Dio: “Allontanati da noi” [Job XXI, 14]. Perciò si è estinta del tutto nei più la riverenza verso l’eterno Dio, e nella condotta della vita, sia pubblica sia privata, non si tiene in alcun conto il principio della Sua suprema volontà; ché anzi con tutte le forze e con ogni artificio si tende a sopprimere completamente addirittura il ricordo e la nozione di Dio.
«Chi considera ciò, deve pur temere che questa perversione degli animi sia una specie di assaggio e quasi un anticipo dei mali che sono previsti per la fine dei tempi; e che “il figlio della perdizione”, di cui parla l’Apostolo [II Thess. II, 3], non calchi già queste terre. Con somma audacia, con tanto furore è ovunque aggredita la pietà religiosa, sono contestati i dogmi della fede rivelata, si tenta ostinatamente di sopprimere e cancellare ogni rapporto che intercorre tra l’uomo e Dio! E invero, con un atteggiamento che secondo lo stesso Apostolo è proprio dell’“Anticristo”, l’uomo, con inaudita temerità, prese il posto di Dio, elevandosi “al di sopra di tutto ciò che porta il nome di Dio”; fino al punto che, pur non potendo estinguere completamente in sé la nozione di Dio, rifiuta tuttaviala Suamaestà, e dedica a se stesso, come un tempio, questo mondo visibile e si offre all’adorazione degli altri. “Siede nel tempio di Dio ostentando se stesso come se fosse Dio” [II Thess. II, 2]…
«Chi mai, infatti, Venerabili Fratelli, non si sentirà turbato dalla trepidazione e dall’angoscia nel vedere che gli uomini — mentre si esaltano giustamente i progressi umani — si combattono atrocemente la maggior parte fra loro, così che quasi vi è guerra di tutti contro tutti? Il desiderio di pace è certamente un sentimento comune a tutti, e non vi è alcuno che non la invochi ardentemente. La pace, tuttavia, una volta che si rinneghila Divinitàè assurdamente invocata: dove è assente Dio, la giustizia è esiliata; e tolta di mezzo la giustizia, invano si nutre la speranza della pace. “La pace è opera della giustizia” [Is. XXXII, 17]. Noi sappiamo infatti che non sono pochi coloro che, sospinti dall’amore di pace e anche di “tranquillità” e di “ordine”, si raggruppano in associazioni e fazioni che definiscono “d’ordine”. Ahi, quali vane speranze e fatiche! Di partiti “dell’ordine”, che possano portare una pace reale nelle perturbazioni, ce n’è uno solo: il partito dei partigiani di Dio… Ci insegna infatti l’Apostolo: “Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già si trova, e che è Cristo Gesù” [I Cor. III, 11]. È Lui solo “che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo [Job X, 36]; irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” [Hebr. I, 3] in quanto Dio vero e vero uomo: senza di Lui nessuno potrebbe conoscere Dio come si deve. Infatti, “nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” [Matth. XI, 27]. Ne consegue che vi è perfetta concordanza fra il “ristabilire tutte le cose in Cristo” e il ricondurre gli uomini all’obbedienza a Dio. Dobbiamo dunque rivolgere il nostro impegno a questo, al fine di ricondurre il genere umano sotto l’impero di Cristo; raggiunto tale fine, l’uomo ritornerà a Dio medesimo. A un Dio, diciamo, non inerte e indifferente verso gli uomini, come lo ritrassero, delirando, i materialisti; ma un Dio vivo e vero, uno di natura, in tre persone, creatore dell’universo, onnisciente, e infine giustissimo legislatore che punisce i colpevoli e assicura premi alle virtù.
… In verità, Noi Ci proponiamo, durante il Nostro Pontificato, ubbidendo alla divina volontà, di raggiungere questi obiettivi, e li perseguiremo con ogni energia. Spetta a Voi, Venerabili Fratelli, assecondare i Nostri sforzi con la santità, con la dottrina, con l’azione e soprattutto con l’ossequio alla divina gloria; a nient’altro intesi se non a “formare Cristo in tutti” [Gal. IV, 19]… Noi “in spirito di umiltà” [Dn III, 39] con quotidiana e insistente preghiera chiediamo questa grazia a Dio per i meriti di Gesù Cristo. Ricorriamo inoltre alla potentissima intercessione della Madre di Dio; e perché sia a Noi propizia, in quanto questa Lettera porta la data del giorno destinato a celebrare il Rosario Mariano, Noi disponiamo e confermiamo quanto il Nostro Predecessore ha ordinato, dedicando il mese di ottobre all’augusta Vergine con la pubblica recita dello stesso Rosario in tutte le chiese.
Inoltre esortiamo a considerare come intercessori anche il castissimo Sposo della Madre di Dio, patrono della Chiesa cattolica, e i santi Pietro e Paolo, prìncipi degli Apostoli. » Dato a Roma, presso San Pietro, il 4 ottobre 1903, nel primo anno del Nostro Pontificato. PIUS X
Papa San Pio X il mattino del 19 agosto 1914 ebbe una udienza regolare col Segretario di Stato Cardinale Rafael Merry del Val, che la sera, con grande sua sorpresa, fu chiamato d’urgenza dal Papa. Egli non riusciva a parlare e segnava con la mano la gola. Spirò quella notte, ore 1:16, di un attacco di bronchite fulminante (!). Si dirà che era indebolito e che morì di «crepa cuore» a causa del «guerrone» appena scoppiato in Europa. Nessuno sospettò di niente allora?
Il fatto è che tre anni dopo la Madonna a Fatima ha fatto vedere…
«un Vescovo vestito di Bianco, abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina [la Cristianità] e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni» (Suor Lucia, Tuy – 3.1.1944).
Era la visione simbolica di una realtà riguardante la Chiesaela Cristianità.
In seguito, i fedeli a San Pio X hanno conosciuto l’isolamento sotto il successore, Benedetto XV, come oppositori del Modernismo, mentre i sostenitori di questa «fogna di tutte le eresie» hanno avuto vita facile e promozioni.
Vedi Angelo Roncalli, prima sospeso dall’insegnamento perché permeato di modernismo, poi nominato monsignore. C’è da chiedersi se tale promozione di un semplice prete di Bergamo, sospettato di modernismo, fosse normale o rientrasse nel giro delle influenze di Radini Tedeschi in odore di modernismo – ma uomo di Rampolla -, presso i suoi successori Della Chiesa e Gasparri.
Fatto è che durante il pontificato di Papa Della Chiesa, Benedetto XV, i chierici apprezzati da san Pio X furono emarginati mentre per altri si aprirono le porte vaticane, come nel caso di Giovanni Battista Montini (futuro Paolo 6º), che con Roncalli aveva iniziato a Roma dal 1924 una lunga amicizia.
Entrambi lavorarono sodo e insieme per la loro carriera e promozioni.
“Colpirò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse” (Matteo 26, 31)
Il Signore è a un tempo il Pastore e Chi permette il suo abbattimento. Se permette che sia colpito chi Lo rappresenta, non è come se si ritirasi? Non richiede ciò una riflessione sulla forma di castigo evocato dalla misteriosa frase evangelica?
Non è questa una chiave per capire l’eccidio papale del Segreto, svelato a quanti lo accolgono come la profezia sulla misteriosa punizione del mondo che colpiscela Fede, attraverso la persecuzione mortale dei figli della Chiesa e del Papa?
E che castigo può essere peggiore di quello per cui il Signore si ritira dalla stessa Sede e Luogo santo della Fede? Della Chiesa che resta senza il Papa cattolico?
Ecco cos’ha fatto l’aggiornamento dell’ordine cristiano aprendo alla modernità: è stato l’invito all’idea gnostica e massonica che il pensiero cattolico ribadito dai Papi rifiuta come perversa, ma che i pastori conciliari prediligono e approvano.
Il pastore idolo di questa rivoluzione è additato nella frase dello scrittore Louis Veuillot: “Quando l’insolenza dell’uomo, ostinatamente respinge Dio, Dio alla fine dice all’uomo: sia fatta la tua volontà! E l’ultimo flagello si scatena: non è più la fame, la guerra, la peste… è l’uomo! E quando l’uomo è consegnato all’uomo, si può capire quel che significa la Collera di Dio!”.
Si tratta dell’uomo elevato “con ogni prodigio di menzogna e ogni sorta d’empio inganno per quelli che si perdono, per non aver accolto l’amore della verità che salva. Ecco perché Dio lascia essi nell’apparato di errori, perché credano alla menzogna, affinché siano condannati quelli che non hanno creduto alla verità ma hanno acconsentito all’iniquità” [II Thess. II, 9-11].
Cos’altro è accogliere come rappresentanti di Dio in terra anticristi che insegnano menzogne? Onorare maestri ecumenisti che abrogano, secondo lo spirito non serviam, la necessità di conversione alla sola Parola di Dio Uno e Trino?
Ecco l’inganno terminale che il Papa santo ha descritto e la censurata visione di Fatima ha datato, poiché rendeva l’inganno conciliare più chiaro nel 1960»!
Eppure, la grande apostasia causata da tale insuperabile «prodigio di menzogna» – la «continuità nella riforma dei papi conciliari» -, aggrava la cecità di quanti non più credono alla verità ma accettano cotanta iniquità nel Luogo Santo.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
http://www.agerecontra.it/public/press20/?p=13239
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