Il Papa su Twitter
Da Noè ad Avetrana il passo è breve: basta un tweet a Benedetto
Il ludibrio irreverente nei confronti della Chiesa sul profilo del Pontefice è l’ennesima prova del dilettantismo dei suoi spin
Tutto è compiuto. Basta andare su Twitter e ricercare l’hashtag #askpontifex per comprendere a quale ludibrio sia stato sottoposto Benedetto XVI alla vigilia del suo sbarco sul social network del momento.
«Dove si trovava il 26 agosto 2010 verso le 14.30? Forse zio Michele l’ha intravista in quel di Avetrana...». «Ma quando l’Italia diventerà uno stato veramente laico?». «Ma cosa succede se un proiettile inarrestabile incontra un muro impenetrabile?». «Ma è più forte Chuck Norris o Paolo da Tarso?». «Ma è vero che sopra lo Stato la Chiesa campa, ma sotto la Chiesa lo Stato crepa?». «Dove posso fare domanda per entrare nell’esercito imperiale e contribuire alla conquista della galassia da parte dei Sith Risp?». «Posso supporre che si sia connesso a Twitter perché in Vaticano c’è una connessione della Madonna?». «Ma perché l’ostia s’attacca sempre al palato? È per questo che i preti ci bevono sempre sopra un quarto di Tavernello?». «Ho due grandi interrogativi: il primo è la risurrezione della carne (come saremo?), l’altro l’Eucarestia è una forma di cannibalismo? Angoscia!». «Considerare la rete il luogo della virtualità, dell’inganno, dell’inautenticità,... e la Chiesa?». «Pontefice maximo, lei organizza corsi pomeridiani su come camminare sull’acqua?». «Quale è il problema con i gay? Anche tu ami Gesù (che era un uomo)». «Mi sa che si pentirà di aver creato un account Twitter». «A partire dal 12/12/12. Prima risposta alle 12:12? Ma quanto vi piace spaventare la gente, eh sor Pontifex?». «Ti iscrivi anche a Facebook? Mi manca un vicino a Farmville 2...». «Ma da domenica prossima, invece del mitico "fratelli e sorelle" menzionerai i follower e following?».
Sul filo dell’ironia, e a volte dell’irriverenza, c’è però una nota quasi comune nei messaggi che stanno arrivando a Benedetto XVI via Twitter. Un dato, bisogna sottolinearlo, abbastanza confortante. In quasi tutti i tweet di 140 caratteri emerge una conoscenza, seppur elementare, del catechismo per l’iniziazione cristiana. Ben venga la battuta su Noè che portò sull’arca anche le mosche e le zanzare se vuol dire che l’autore conosce la storia del diluvio universale. Così come la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù dell’Egitto attraverso il passaggio nel Mar Rosso, o domande escatologiche sulle fine del mondo e la risurrezione della carne, o addirittura sulla transustanziazione.
Il ludibrio a cui è stato sottoposto in questo modo il Papa, e che lo staff che ha organizzato l’account pontificio su Twitter doveva prevedere e quindi evitare, se stimola però coloro che si rivolgono in modo irriverente a Benedetto XVI ad affinare la loro sagacia ironia sulle pagine più "controverse" e anche più conosciute della storia della Bibbia, può essere, questo sì, un momento catechetico importante soprattutto in questo Anno della fede. Ciò non toglie che gli errori, non poco gravi, sono stati già commessi. E che ora si dovrà correre ai ripari prima che sia troppo tardi.
Francesco Grana
ma com'è ovvio i cattocom vivono altrove...
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(Fabio Colagrande) L'annunciato
esordio di Benedetto XVI su Twitter, uno dei social-network più
frequentati al mondo che incarna meglio le nuove dinamiche orizzontali
della comunicazione digitale 2.0, è un evento mediatico senz'altro
incoraggiante per il futuro (...)
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