20 marzo 2013 - Incontro con rappresentanti di altre religioni
Papa Bergoglio e il rabbino Riccardo di Segni
Come riportato dai giornali, il 20 Marzo scorso il Papa, ha ricevuto in udienza i rappresentati delle altre religioni.
Nel discorso pronunciato dal Pontefice emergono purtroppo i principii liberali espressione di quell’indifferentismo religioso promosso e diffuso dal Concilio Vaticano II.
Nello specifico, egli ha iniziato il suo discorso affermando che la “La Chiesa cattolica è consapevole dell'importanza che ha la promozione dell'amicizia e del rispetto tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose”.
Questo lascerebbe intendere che Il Cattolicesimo sarebbe semplicemente una “tradizione religiosa” da porre, pertanto, sullo stesso piano delle altre “tradizioni” espressioni di costumi e usi differenti.
Non conduce forse questo all' indifferentismo religioso?
Il Papa ha continuato il suo discorso salutando “innanzitutto i Musulmani, che adorano Dio unico, vivente e misericordioso, e lo invocano nella preghiera”. In essi il Pontefice vede “un segno tangibile della volontà di crescere nella stima reciproca e nella cooperazione per il bene comune dell'umanità”.
Quale dio adorano i musulmani?
Essi non riconoscono Nostro Signore come Figlio di Dio (ma solo come profeta) e considerano una bestemmia il dogma trinitario.
Pertanto qual è il Dio “vivente” e “misericordioso” pregato da loro?
Di certo non è il Dio cattolico, l’Unico e Vero! Ma un falso dio. Ricordiamoci il famoso passo della Sacra Scrittura: “tutti gli dei delle genti sono demoni” (Sal 95,5).
Dire, poi, che il dio degli islamici è “vivente” significa lasciar credere che esso È VERO, cioè ESISTE. Ma questo non corrisponde all'insegnamento della fede cattolica.
E come può, infine, una falsa religione cooperare al bene comune dell’umanità?
“Io sono la Via, la Verità, la Vita”, afferma Nostro Signore nel Vangelo. Solo con Gesù Cristo può essere raggiunta la vera pace.
Tutto questo non conduce forse all' indifferentismo religioso?
Nel Pantheon di tutte le religioni non può non trovare spazio quella ebraica, pertanto il Papa - dopo essersi rivolto ai musulmani - ha salutato i rappresentati della religione ebraica citando il documento del Concilio Vaticano II “Nostra Aetate” e ricordando lo “specialissimo vincolo spirituale” che lega il popolo cristiano all’ebraismo.
Qual è questo vincolo?
Gli aderenti alla religione giudaica, non riconoscendo Nostro Signore come Messia, anzi avendone decretato la Sua morte perché creduto un bestemmiatore, non hanno alcun legame con il cristianesimo e il dio adorato da essi non è il vero Dio: non si può credere nell’Antico Testamento e non credere in Gesù Cristo, in quanto l’Antico Testamento trova il compimento in Nostro Signore.
E, ugualmente, o si crede al dio unitario dell’antico testamento e si segue la legge mosaica (divenuta mortifera dopo la diffusione del Vangelo) (1) o si crede al Dio Trinitario del Nuovo Testamento e si segue la nuova legge. Tertium non datur.
La vera carità, dunque, verso gli acattolici è pregare per la loro conversione, ma ovviamente in questo ecumenismo c’è spazio solo per il dialogo finalizzato ai buoni rapporti umani. Quello stesso dialogo che ha portato un Papa (Giovanni Paolo II), a varcare per la prima volta una sinagoga e ad organizzare un incontro ecumenico di “preghiera” ad Assisi.
Lo stesso dialogo che ha fatto ritornare più di una volta in sinagoga Benedetto XVI, lo ha fatto entrare in Moschea per “pregare” assieme ai “fratelli” islamici e che ha riorganizzato, sempre ad Assisi, un altro incontro ecumenico.
Ma purtroppo i cattolici si sono così abituati a questi scandali pubblici, che non reagiscono più, malgrado le condanne infallibili della Chiesa su queste idee ed azioni.
Non ci si scandalizza vedere sullo stesso piano l’unica e vera religione con sette di ogni genere.
Non ci scandalizza il sapere che uno degli ultimi atti di Benedetto XVI è stato inviare un messaggio di auguri al nuovo primate anglicano Justin Welby, “arcivescovo” di Canterbury.
Nel testo del messaggio inviato si legge che Benedetto XVI spera che il suo apostolato “produca un ricco raccolto e apra gli occhi e le orecchie di molti al messaggio vivificante del Vangelo”
Un Papa, che ha il compito del deposito e della trasmissione della Fede, si augura – invece - che l’anglicanesimo continui e cresca nella sua opera!
Non è forse questo indifferentismo religioso?
Benedetto XVI crede che l’unica salvezza è solo dentro la Chiesa Cattolica?
A giudicare dai suoi scritti e atti da Cardinale e Papa, viene seriamente il dubbio. E alla luce di ciò, come si poteva credere che Benedetto XVI fosse un restauratore?
E per non essere da meno, anche l’attuale Pontefice, si è preoccupato anch’egli di inviare in questi giorni un messaggio di auguri allo stesso “arcivescovo” chiedendo “reciproche preghiere”.
Solo il fatto che un Papa chieda preghiere ad un eretico, dovrebbe scandalizzarci, ma – invece - questa notizia sembra meno importante della mozzetta non indossata il giorno della sua elezione.
In questo mese di Marzo, preghiamo San Giuseppe, protettore della Chiesa, affinché converta il cuore del Pontefice regnante e faccia uscire così da questa terribile crisi in cui la Sposa Mistica di Nostro Signore è piombata con il Concilio Vaticano II.
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