Benedetto XVI torna, da Papa emerito, in Vaticano. Ma la sua salute non sarebbe in ottime condizioni, a quanto dicono adAffaritaliani da Oltretevere. Benedetto sembrerebbe essersi ulteriormente indebolito e si parla di un Papa alquanto acciaccato, con problemi di deambulazione e gambe sempre più deboli che non gli permetterebbero di camminare a lungo. Joseph Ratzinger si è ritirato a Castel Gandolfo il 28 febbraio scorso, poco prima che – alle ore 20 – diventasse effettiva la sua rinuncia al Soglio. Da lì ha seguito il Conclave che ha portato all'elezione di Jorge Mario Bergoglio, sempre molto affettuoso e premuroso nei confronti del predecessore.
IL RITORNO IN MONASTERO- Ora è tempo di tornare a Roma. La data del rientro dal palazzo papale di Castel Gandolfo è fissata al 2 maggio, quando nel pomeriggio finalmente il predecessore di Francesco si ritirerà nel monastero “Mater Ecclesiae”. Il monastero è ripartito su 4 piani, con una superficie calpestabile di circa 200 metri quadri. Oltre a Ratzinger ci saranno suo fratello Georg, monsignor Georg Gaenswein (segretario del Papa emerito ed al momento Prefetto della Casa Pontificia), un diacono fiammingo, le “memores Domini” di Comunione e Liberazione che hanno sempre prestato servizio per Benedetto come cuoche e per il guardaroba. Qui, dove sorgevano 12 cellette occupate da ultimo dalle monache visitandine, sono stati fatti lavori che hanno impermeabilizzato il tetto e creato miniappartamenti al posto delle celle, con uno spazio per la biblioteca e il tavolo da lavoro di Benedetto XVI. Il monastero era stato sgomberato alla fine del 2012: nessuno, nel dicembre scorso, quando dall'Appartamento Papale è stato fatto sapere alle visitandine che sarebbe terminata la loro permanenza, avrebbe potuto immaginare i motivi straordinari alla base di questa decisione.
COME STA- Accanto al ritorno del Papa emerito in Vaticano, però, c'è chi si chiede come stia effettivamente Benedetto XVI. Dicono ad Affari che chi ha potuto vederlo negli ultimi tempi avrebbe notato un aumento degli acciacchi fisici del pontefice emerito: si parla di gambe deboli (più di quanto fossero deboli al momento della visita resagli da Francesco poco dopo l'elezione, il 13 marzo scorso) e di una salute che – compatibilmente con l'età avanzata di Ratzinger – avrebbe avuto un appannamento. Certamente è un segno che l'89enne Georg Ratzinger viva ormai accanto al fratello, lui che è sempre rimasto in Germania – salvo qualche visita a Roma - quando Joseph era Papa (è arrivato presso la residenza estiva dei Papi attorno alla metà di Aprile, poco prima del compleanno di Benedetto).
CROLLO FISICO?- E c'è chi all'ombra del Cupolone si spinge a parlare addirittura di “evidente crollo fisico” del Papa emerito, espressione peraltro a cui si è molto avvicinata il mese scorso Paloma Gomez Borrero, vaticanista spagnola, aveva detto: “Il deterioramento fisico (di Benedetto, N.d.R.) è stato impressionante, e il Papa ha qualcosa di abbastanza grave”. Espressioni immediatamente respinte alla mittente dalla Santa Sede, che ha precisato di aver avuto rassicurazioni da monsignor Gaenswein sulle discrete condizioni di salute del Papa emerito. Ma che la sua salute sia peggiorata questo è stato abbastanza evidente proprio nelle immagini della visita di Francesco, nel corso della quale Ratzinger – seppur molto lucido, come sempre – è apparso invecchiato e stanco. Anche il 30 aprile, quando è stato annunciato il ritorno del Papa emerito in Vaticano, riferisce Radio Vaticana, ai giornalisti che chiedevano notizie sulla salute di Benedetto XVI, padre Lombardi ha replicato: “E' un uomo anziano, indebolito dall'età, ma non ha nessuna malattia”.
CHE COSA FARA' RATZINGER- Quello che attende Ratzinger è presto detto: al “Mater Ecclesiae” il Papa emerito troverà le sue carte personali. Ovviamente non quelle inerenti il governo della Chiesa, che ora sono a disposizione dell'Archivio Segreto Vaticano dove resteranno a disposizione del successore (e dei successori) fino a quando uno di essi non deciderà che possano essere consultate (al momento il limite di consultabilità il febbraio 1939, fine del pontificato di Pio XI). Benedetto ritroverà anche i suoi volumi e potrà quindi leggere, scrivere e soprattutto pregare come ha promesso negli ultimi giorni del suo Pontificato. Non è dato sapere se ci sarà un nuovo libro o un qualche scritto, visto che comunque la possibile enciclica targata Ratzinger sulla fede è stata abbandonata con la fine del papato.
di Antonino D'Anna
http://www.affaritaliani.it/cronache/ratzinger-fa-ritorno-in-vaticano-rumors-ma-c-chi-parla-di-crollo-fisico02052013.html
Ratzinger (coi suoi libri) torna in Vaticano. Da un mese Bergoglio ha in mano la sua enciclica
Mancano poche ore al ritorno di Benedetto XVI in Vaticano. Da quando il Papa emerito metterà piede nel suo nuovo alloggio, il monastero Mater Ecclesiae, inizierà entro le mura leonine l’inedita “coabitazione” col suo successore Papa Francesco.
S’incontreranno i due? Bergoglio, quando ne sentirà il bisogno, lascerà la residenza di Santa Marta per andare dall’altra parte dei giardini vaticani a trovare il suo predecessore? Difficile rispondere. Di certo c’è che una certa collaborazione fra i due è già iniziata, almeno sul piano teologico.
Infatti, come Ratzinger scrisse la sua prima enciclica, la “Deus caritas est”, nel Natale del 2005, rimodellando un testo sul quale stava lavorando il suo predecessore Giovanni Paolo II, così Papa Francesco potrebbe dare presto alle stampe – si dice entro il prossimo autunno – la sua prima lettera enciclica intervenendo su una bozza dedicata la tema della fede che Benedetto XVI gli ha consegnato durante il loro ultimo incontro avvenuto a Castel Gandolfo il 23 marzo. Se la pubblicazione avverrà, potrebbe essere l’inizio di una collaborazione, seppur discreta, anche su altri temi. Ratzinger, infatti, entra al Mater Ecclesiae insieme alla maggior parte dei suoi libri – altri rimarranno nell’archivio segreto – per i quali è stato creato un ampio studio, e seppure non si dedicherà a scrivere, consigli anche teologici al suo successore sarà ben attrezzato per darne.
La “bozza Ratzinger” di questa nuova enciclica, un testo di circa 30-40 cartelle, ha avuto una genesi fulminea. Lo scorso ottobre Benedetto XVI, aprendo un anno dedicato alla fede, ha chiesto all’ufficio dottrinale dell’ex Sant’Uffizio di lavorare su una prima bozza che avesse al centro il tema della fede alla luce dei suoi interventi in merito, non soltanto i testi papali ma anche i libri, su tutti il volume del 1968 “Introduzione al cristianesimo”.
I teologi vaticani, dopo poche settimane, gli hanno inviato un testo che egli ha rimandato indietro chiedendo un ulteriore lavoro. La seconda bozza gli è stata consegnata circa un mese prima dell’annuncio della rinuncia al soglio di Pietro. Egli l’ha tenuta con sé, per poi consegnarla a Bergoglio – evidentemente soddisfatto del lavoro dei teologi vaticani – dicendogli di decidere lui cosa farne. Dicono oltre il Tevere: «Il testo è completo. Non è stato scritto di suo pugno da Ratzinger ma è ratzingeriano in tutto. Dottrinalmente è ineccepibile e ben fatto».
La fede è stato il tema principale del pontificato di Ratzinger. “Dove c’è Dio, là c’è futuro”, fu non a caso il titolo che egli volle dare alla sua terza visita in Germania, nel 2011. Il programma del pontificato aveva al centro il tentativo di riavvicinare gli uomini a Dio. Ma la sfida riguardava e riguarda anche la Chiesa, nella consapevolezza più volte esplicitata che la crisi profonda della Chiesa odierna «è una crisi di fede». È anzitutto la Chiesa ad aver perso la bussola, quasi a non conoscere più l’abc della fede. Di qui un anno dedicato al tema. Di qui un’enciclica ora nelle mani di Bergoglio che, dopo un suo intervento, potrebbe renderla pubblica.
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