ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 21 giugno 2013

Gli untori dell’omosessualismo

Ci è stata segnalata un’intervista pubblicata da La Gazzetta del Mezzogiorno, il quotidiano di Bari, il 12 giugno, nella quale si parla bellamente della moderna problematica dell’omosessualismo, diventato ormai il pane quotidiano del mondo moderno, tra scoperte dell’acqua calda e banalizzazione del vizio, allo scopo di far passare l’idea che l’aberrazione non sarebbe altro che una cosa normalissima e diffusa ovunque, soprattutto nella Chiesa.




La tattica è sempre la stessa, si parla di un’eccezione come fosse una norma e si condisce tutto con una buona dose di sentimentalismo e una manciata di morbosità, che fa tanto bene alla psiche malata dell’uomo moderno, continuamente alimentata da sempre nuove supposte scoperte di personaggi che si prestano volentieri ad essere strumentalizzati, se non altro perché così si fanno pubblicità e aiutano a diffondere l’infezione.
È come esaltare un cancro per il suo vitalismo, mentre si sa che condurrà a morte l’organismo in cui è riuscito ad allignare, ma… si dissimula.

D’altronde, come dicono i corifei della corruzione: non è giusto che tutti abbiano il diritto di vivere liberamente le proprie scelte?
Siamo o non siamo in democrazia?
Certo che siamo in democrazia.… Purtroppo!

E allora ecco che si trova un tizio che dice di essere un prete e lo si intervista per sentirgli dire che il cancro è una bella cosa e che non si vede l’ora che alligni dappertutto.

Per cogliere la malizia di manovre come queste, che tali rimangono anche se gli articolisti non si rendono conto di prestarsi ad un’orchestrazione che è più grande di loro, basta soffermarsi a considerare ciò che in questa intervista dice il tizio che si presenta come prete cattolico.

Anche lei ha avuto una storia con un uomo importante della Chiesa?
«Sì, non lo nascondo, l’ho fatto sperando di fare carriera. […] Pensavo che una storia con un suo conterraneo [di Papa Wojtyla] mi facesse fare carriera all’interno del Vaticano. Io ero un giovane prete, cedetti alle sue avances, …».
A leggere queste affermazioni si rimane, per un verso allibiti, per altro verso indignati. Allibiti, per l’incoerenza del tutto, talmente evidente, che si capisce di trovarsi di fronte a forti scompensi mentali e psichici; indignati per la palese offesa all’intelligenza.
In questa dichiarazione sono presenti: una professione di fede nel nichilismo esistenziale, un palese disprezzo per la propria libera scelta personale, un evidente arrivismo da quattro soldi fondato su una sensibilità da prostituzione, una macroscopica propensione alla falsità e… se fossimo addentro nelle cose della moderna psicologia “del profondo”… e non vogliamo esserlo… potremmo continuare ad elencare diverse altre storture, scompostezze e deviazioni.

Costui avrebbe frequentato un’Università Pontificia evidentemente per fare il prete, cioè per “consacrare la propria via al ministero al servizio di Dio” … e ci scusiamo per la definizione e per la menzione di Dio…, ma ecco che la prima cosa che pensa è di prostituirsi per fare carriera!
Incredibile, ma vero. Cioè, vero che costui era ben propenso a tradire da subito la sua libera scelta di fare il prete… e nel modo più abietto. E non si cerchino le scuse, come l’infelice affermazione “cedetti alle sue avances”… poverino!
Uno che ha già in testa, non di fare il prete, ma di fare qualsiasi cosa per fare carriera, avrebbe “ceduto” alle avances di un depravato!…
Ma andiamo… come si fa a seguire questo ragionamento distorto… l’unica cosa seria che si riesce a cogliere è che la “giovane vittima” probabilmente non vedeva l’ora di farsi “agganciare” o di “agganciare” qualcuno, magari sfruttandone le note turpi debolezze.

Qui si tratta di una solenne porcheria, che non alligna esclusivamente in Vaticano, ma dappertutto nel mondo moderno, dove ormai sono più coloro che si prostituiscono che coloro che vivono dignitosamente.
Ecco perché parliamo di untori. Perché, con la scusa del prete e del Vaticano, si diffonde il messaggio che la prostituzione morale e psichica… e fisica, sia cosa diffusa, normale e liberamente praticabile… fino all’aberrazione.

Le intervistatrici, infatti, non lesinano le smancerie da batticuore: “Tony Adams è un uomo dolce. Sorridente. […] Ha 71 anni ma ne dimostra molti meno, sarà l’amore per suo marito a mantenerlo così giovane” (sic!)
Fin dalla presentazione si pubblicizza il fatto che a Terlizzi, in provincia di Bari, vi è la tenuta di un ricco gay italo-americano “considerata uno dei più grandi ritrovi gay internazionali”, ed è in questo posto paradisiaco che si svolge la conversazione tra le due intervistatrici e il dolce mogliettino gay che fa anche il prete nella Chiesa moderna.

E giù con la diffusione di altre manciate di porcheria, per aiutare i lettori ad assimilare l’idea che non di porcheria si tratti, ma di pezzi di vita normale.
«La mia battaglia contro l’ipocrisia della Chiesa è iniziata quando ho visto la posizione del Vaticano rispetto al riconoscimento delle coppie gay e delle loro unioni. Tutta questa falsità è inaccettabile, almeno il 75% dei preti è omosessuale, hanno una regolare vita sessuale e affettiva e, questo, la Chiesa lo sa ma fa finta di non saperlo».
Che tradotto in italiano significa che praticare l’omosessualità, non solo è cosa normale, ma perfino sacrosanta… lo fanno quasi tutti i preti!
Non importa quanto sia vera questa sparata, l’importante è far passare il messaggio. Calunnia… calunnia…!

E cosa fa questo dolce mogliettino? 
«celebro regolarmente matrimoni. Matrimoni gay. […] Negli stati americani dove le nozze tra persone dello stesso sesso sono legali.»
Come non pensare che questo tizio, partendo dalle sue esperienze giovanili, sia davvero riuscito a far carriera?

E cosa auspica il tipo?
«Solo le suore americane potranno cambiare la storia della Chiesa sono le più attiviste e anche le più forti. Quando decideranno che è arrivato il tempo di chiedere che sia loro permesso di celebrare i sacramenti e di poter fare carriera nella Chiesa diventando vescovi, monsignori, cardinali e anche Papa, allora la Chiesa cambierà».
Ecco il grande obiettivo, la grande conquista: riempire a dismisura di fango la Chiesa, per affossarla in un mare di porcheria… ecco il comando del “signore”… del signore delle tenebre!

Ovviamente, il messaggio non sarebbe completo se non si “informasse” che:
Padre, sicuro che non è nemmeno mai stato scomunicato dalla Chiesa?
«Certo. Non sono più attivista nella mia Diocesi, ma per mia scelta».
Ora, crediamo che ce ne sia abbastanza per parlare di orchestrazione diabolica atta a diffondere il più possibile il male, poiché è evidente che con la scusa dell’informazione si realizza solo un’infame propaganda, e non solo in questo caso, ovviamente, perché probabilmente neanche lo stesso Direttore del giornale si rende conto di questo, ma in tutta l’informazione di massa moderna: dai fumetti alla televisione,  dall’editoria al cinema, in tutti i campi, dove non si perde occasione per presentare il solito gay di turno, con contorno di buonismo e di morbosità, senza contare ovviamente le indecenti manifestazioni pubbliche, singole e di gruppo, a cui sono oggi liberamente avvezzi tanti tristi figuri con la copertura, l’appoggio e la complicità dei moderni “capi delle nazioni”, siano essi politici, intellettuali, professori o semplici utili idioti.

Quando da parte cattolica c’è chi parla di Sodoma e Gomorra, viene subito apostrofato come fanatico, passatista e bacchettone, perfino da certi cattolici e perfino da certi cattolici che si credono “tradizionali”, ma la verità è che a Sodoma e Gomorra il vizio, la corruzione e la depravazione erano praticate in un ambito ristretto del mondo, mentre oggi, non solo vengono praticate dappertutto, ma gli impazziti uomini moderni si industriano in tutti i modi per diffonderne la pratica laddove ancora la si rifiuta: il progresso… si dice… la civiltà che avanza… e giù leggi e costrizioni per proteggere ed esaltare il male e perseguitare coloro che lo contrastano.

Quanto si pensa che possa durare ancora questo miserevole abbrutimento  dell’uomo moderno? Prima che Iddio provveda con la Sua giustizia e porvi riparo col fuoco?

Dies Irae, dies illa, 
solvet saeclum in favilla, cantava già nel XIII secolo il francescano Tommaso da Celano, e molti si consolano pensando che, siccome già allora si temeva una fine del mondo, che non ci fu, così oggi sarebbe solo puro pessimismo riprendere quei timori.

In realtà, non solo questi nostri tempi e la successiva definitiva punizione sono chiaramente indicati nei Vangeli, ma perfino nel Medioevo si parlava con perfetta cognizione di causa, poiché è del tutto vero che finì il mondo, quel mondo, … che finì il mondo della Cristianità, e si fece largo il mondo moderno con tutte le sue perniciosità e i suoi germi della dissoluzione definitiva e, guarda caso, proprio a partire dalla lotta aperta e dalla ribellione alla Chiesa: col protestantesimo del monaco tedesco lussurioso.

Qualcuno spera forse che prossimamente verrà indetto il Concilio di Trento Secondo?
Qualcuno immagina forse che i vescovi, i cardinali e i papi del Vaticano II improvvisamente si metteranno a lanciare anatemi e a convocare crociate contro il male che impazza dappertutto, Vaticano compreso?
Qualcuno di questi inguaribili ottimisti spera forse nei capi dei vescovi che benedicono e comunicano i pubblici peccatori in chiesa, come Ruini a Bari, appunto, e Bagnasco a Genova?
O sperano in Bergoglio che parla della lobby gay, ma lascia che se ne occupi la sua novella commissione di cardinali, che farà laicamente dell’accademia?

Sperano in Dio – ci si risponderà – facendo finta di dimenticare che Dio ci ha già pensato, prevedendo la fine del mondo e il castigo finale e predisponendo le tenebre eterne, dove sarà pianto e stridore di denti!

«Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -, allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.
 Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. […] Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. […] Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.
 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. […]Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti. (Mt. 24, 15-22; 33-34; 40-42 e 48-51)
di Giacomo Devoto

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.