Un "aggiornamento" che merita qualche riflessione in più
Significato della compresenza di "due papi" in un evento ufficiale
Ho già meglio esplicitato come Aggiornamento, nell'articolo dedicato, le conclusioni che l'evento commentato mi suscita. Qui lo evidenzio e lo completo ulteriormente.
L'anomalia non è nelle dimissioni di Benedetto XVI, previste dal diritto
canonico anche se non avvenute nelle circostanze eccezionali
consegnateci dalla storia. L'anomalia non sta neppure nell'elezione del
nuovo papa, regolarmente avvenuta attraverso la scelta dai cardinali e
perfezionata dall'accettazione della sua funzione, anche se ne ha
inopinatamente rifiutato i simboli e ne sta svuotando la pregnanza.
L'anomalia sta nella contestuale presenza, addirittura ostentata come in
questo caso, di un papa secondo il suo dire "per sempre" ma in
"servizio contemplativo" a fianco del papa "in servizio attivo". Tenendo
poi conto che l'inedita (e non codificata) figura di papa-emerito, lo associa a quella di vescovo-emerito che
si dimette per la stessa motivazione: "ingravescentem aetatem". Il che
stabilisce un precedente che passa come eccezionale ma che rischia di
diventare regola. Con la contraddizione, tuttavia, che anziché le vesti
di un vescovo, oltre a conservare il titolo, Benedetto ha conservato il
nome[1] e lo stemma e continua a vestire la talare bianca da papa,
mentre il suo stemma è stato associato a quello del papa regnante sul
monumento appena inaugurato da Francesco. Una compresenza non solo
inedita ma codificata nella pietra. Che dire? Che cosa significa o vuole
significare? C'è di che rimanerne quanto meno costernati e anche pieni
di interrogativi non risolti e che nessuno si prende la briga né di
porsi né di cercar di sanare.
Sostanzialmente, in nome della fatidica 'pastorale' conciliare - prassi
ateoretica senza spiegazioni o con spiegazioni sommarie sganciate dalla
tradizione perenne perché divenute 'tradizione vivente' portata avanti
dal nuovo-soggetto Chiesa che ha preso il posto dell'oggetto-Rivelazione -, de facto se non de iure si incide nella sostanza e si dà concretezza ai cambiamenti che vengono non più sanciti ma operati e rappresentati e
addirittura ormai recepiti dall'opinione comune. E nessuno può dir
nulla, perché contrapporre parole ai fatti non serve a niente, mancando
alle parole la materia prima del contendere: la esplicitazione teorica
del nuovo corso di volta in volta instaurato.
Il comportamento, sempre più pragmatico e rivoluzionario di Bergoglio, sta completando l'opera, iniziata da Paolo VI e traghettata con una spinta finale da Benedetto XVI [vedi qui : Che n'è del primato di Pietro?]. E l'Autorità, oggi, viene esercitata dispoticamente nel silenziare, oltre che nel disprezzare, ogni ragionevole voce contraria di dissenso che cerchi di ricondurre la Chiesa nell'alveo della sua Via Maestra, della quale si stanno perdendo le tracce. E si continua a dialogare con l'errore, mentre la verità è oscurata e deformata. E, per contro, come si potrà più dialogare con una Tradizione che è stata svuotata del suo contenuto, rovesciando il significato dei termini concettuali che la identificano?
Chi sono costoro e dove credono di portarci?
A questa domanda faccio mia la risposta di un lettore, che condivido. Essa non cancella gli interrogativi ai quali non abbiamo risposte, che non possiamo darci da soli e non abbiamo neppure l'autorità munita del munus magisteriale che ce le fornisca; ma ci indica una via percorribile. Non so se questa è una religione "di grembiulini", ma senz'altro è una religione "da grembiulini". Dunque evitiamo di inciampare e tiriamo dritti per la via stretta. Il Signore giudicherà noi, non i nostri superiori.
Questo non significa non riconoscere il Papa. Dunque nessun rischio di sedevacantismo. Significa semplicemente che il nostro tesoro è là dov'è il nostro cuore e non possiamo collocarlo in questa, sappiamo de fide momentanea, deviazione di percorso.
Diceva Dom Gueranger : “… quando il pastore si cambia in lupo, tocca anzitutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e i sudditi non devono giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel campo della Rivelazione vi sono dei punti essenziali dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso di essere cristiano, ha la necessaria conoscenza e la custodia obbligatoria.” E San Vincenzo da Lerino : "Quando il veleno ariano ebbe contaminato non una piccola regione ma il mondo intero, quasi tutti i vescovi latini cedettero all'eresia, alcuni costretti con la violenza, altri sedotti con la frode. Una specie di nebbia offuscò allora le menti, per cui non era possibile distinguere la via da seguire. Per essere al riparo da questa peste contagiosa il vero e fedele discepolo di Cristo dovette preferire l'antica fede a queste false novità".
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[1] Nome di fatto non deponibile? Il cambiamento di nome non denota infatti un cambiamento di status, la cosiddetta translatio personae dal carattere singolare e permanente legato alla persona e non solo all'ufficio?
Il comportamento, sempre più pragmatico e rivoluzionario di Bergoglio, sta completando l'opera, iniziata da Paolo VI e traghettata con una spinta finale da Benedetto XVI [vedi qui : Che n'è del primato di Pietro?]. E l'Autorità, oggi, viene esercitata dispoticamente nel silenziare, oltre che nel disprezzare, ogni ragionevole voce contraria di dissenso che cerchi di ricondurre la Chiesa nell'alveo della sua Via Maestra, della quale si stanno perdendo le tracce. E si continua a dialogare con l'errore, mentre la verità è oscurata e deformata. E, per contro, come si potrà più dialogare con una Tradizione che è stata svuotata del suo contenuto, rovesciando il significato dei termini concettuali che la identificano?
Chi sono costoro e dove credono di portarci?
A questa domanda faccio mia la risposta di un lettore, che condivido. Essa non cancella gli interrogativi ai quali non abbiamo risposte, che non possiamo darci da soli e non abbiamo neppure l'autorità munita del munus magisteriale che ce le fornisca; ma ci indica una via percorribile. Non so se questa è una religione "di grembiulini", ma senz'altro è una religione "da grembiulini". Dunque evitiamo di inciampare e tiriamo dritti per la via stretta. Il Signore giudicherà noi, non i nostri superiori.
Questo non significa non riconoscere il Papa. Dunque nessun rischio di sedevacantismo. Significa semplicemente che il nostro tesoro è là dov'è il nostro cuore e non possiamo collocarlo in questa, sappiamo de fide momentanea, deviazione di percorso.
Diceva Dom Gueranger : “… quando il pastore si cambia in lupo, tocca anzitutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e i sudditi non devono giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel campo della Rivelazione vi sono dei punti essenziali dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso di essere cristiano, ha la necessaria conoscenza e la custodia obbligatoria.” E San Vincenzo da Lerino : "Quando il veleno ariano ebbe contaminato non una piccola regione ma il mondo intero, quasi tutti i vescovi latini cedettero all'eresia, alcuni costretti con la violenza, altri sedotti con la frode. Una specie di nebbia offuscò allora le menti, per cui non era possibile distinguere la via da seguire. Per essere al riparo da questa peste contagiosa il vero e fedele discepolo di Cristo dovette preferire l'antica fede a queste false novità".
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[1] Nome di fatto non deponibile? Il cambiamento di nome non denota infatti un cambiamento di status, la cosiddetta translatio personae dal carattere singolare e permanente legato alla persona e non solo all'ufficio?
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