E L’INUTILE CHIASSO DEL DELIRIO TEOLOGICO
I teologi parlano e parlano, imperterrita la verità definita
dal credo niceno continua a illuminare la mente dei fedeli. Per alterare o
addirittura liquidare il credo niceno, infatti, sarebbe necessaria la
pubblicazione di un documento fondato sull'infallibilità di un magistero che,
mediante tale atto, smentisce e nega la fonte della propria infallibilità.
E' pertanto lecito affermate che l'ortodossia è custodita
gelosamente dall'impotenza dei suoi avversari clericali. E' certo che i dogmi
del cattolicesimo non sono alterati e neppure minacciati dal fracasso causato
da teologi affascinati dalla modernità agonizzante.
Vanamente i rumorosi seguaci di Karl Rahner inseguono, nella
nebbia della loro mente, la verità nascosta in un sillogismo a quattro termini:
la seconda persona della Santissima Trinità si è incarnata soltanto nella
persona dell'ebreo Gesù, dunque si è incarnata nell'intera umanità.
In un singolo uomo, Gesù di Nazareth, il delirio teologico
si ostina a contemplare l'umanità universa, mentre il sillogismo naufraga nel
doppio senso e nel pirandellismo: uno, tutti, nessuno.
L'assurdo e il grottesco, peraltro, battono alla porta della
teologia novista, poiché affermata l'incarnazione della seconda Persona della
Santissima Trinità in tutti gli uomini, si è costretti ad ammettere che a
chiunque è conferito il potere di camminare sulle acque. Sulle acque della
laguna di Venezia Massimo Cacciari potrebbe danzare il valzer con la profetica
Littizzetto. O no?
Un autentico miracolo del
pensiero sarebbe invece la salvezza universale promessa da Rahner ad uomini
senza vera fede e senza meriti. Promessa infondata e vana, dal momento che il
Credo niceno annuncia che Gesù Cristo verrà nella gloria per giudicare
i vivi e i morti, e non per condurre in cielo tutti gli uomini, credenti e
non credenti, buoni e malvagi, santi e peccatori ostinati fino all'ultimo
respiro.
Teologi più o meno autorevoli predicano la doppia
verità, i buonisti censurano la nozione d'inferno, Rahner, sotto lo
scrosciare di applausi festosi, estrae dal manuale della falsa
logica [il cane abbaia, una costellazione è cane, dunque una costellazione
abbaia] una teologia abbaiante alla luna, la sfida al senso
comune getta l'ombra del dubbio su una o due affermazioni tortuose, consegnate
a documenti pastorali del Concilio ecumenico Vaticano II ... questi
imbarazzanti fatti gettano l'ombra del sospetto sugli innovatori rampanti
e tuttavia non turbano la coscienza dei fedeli.
Ultimamente i teologi divagano anche ad alto livello.
Insinuano, ad esempio, l'opinione secondo cui le pratiche oblique, suggerite da
fondatori di religioni non cristiane o anticristiane, producono benefici
spirituali. Se non che nel Vangelo i fedeli leggono la seguente, contraria
testimonianza degli Apostoli: Signore, Tu solo ha parole di vita. La
tesi di alcuni arditi teologi, secondo cui anche Lao-Tse, Budda, Confucio,
Mani, Maometto, Lutero, Calvino e (perché no?) Hegel, Marx e Cicciolina hanno
parole di vita, non modifica ma rafforza la fede di sempre. La stupidità
dell'errore conforta i credenti e aumenta la loro fede nella Verità rivelata.
In definitiva il deragliamento nell'assurdo del giornalismo
teologico, quantunque autorevoli e solenni siano i suoi banditori, non può
intaccare e debilitare la fede genuina.
di Piero Vassallo
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