ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 settembre 2013

CHIAMATE BERGOGLIO 31-31.

FATANTASTICO TRAVAGLIO: PURE IO VOGLIO LA LETTERA DEL PAPA! - LA RISPOSTA DI BERGOGLIO A SCALFARI SCATENA LA VANAGLORIA DEI “GRANDI” DIRETTORI: TUTTI TEOLOGI!

Dopo il “bignamino” inviato da Papa Francesco a Scalfari, tutti i direttori dei giornaloni (invidia?) rincorrono preti e monsignori per strappare almeno un “pizzino” - Riuniti a Roma da Ravasi, i “boss” della stampa che conta (le copie perdute) si improvvisano teologi: tutto da ridere…

Marco Travaglio per Il Fatto Quotidiano
Se non fosse che rischia di diventare uno stalker, con tutte quelle telefonate in giro, bisognerebbe difendere papa Francesco dallo stalking dei grandi giornalisti.
Da quando ha risposto a Scalfari con un bignamino del vecchio catechismo, che il destinatario da buon neofita ha scambiato per una rivelazione rivoluzionaria, non solo il Papa, ma qualunque sottana di cardinale, arcivescovo, vescovo, monsignore, prete di città e parroco di campagna viene inseguita da molesti direttori di giornaloni, preferibilmente atei o indifferenti al tema, che s'improvvisano grandi esperti in teologia, mariologia, liturgia, escatologia nella speranza di vedersi recapitare dal postino, se non una lettera, almeno un telegramma o un pizzino.
Marco TravaglioMARCO TRAVAGLIO
L'altroieri erano tutti riuniti con le mani giunte al tempio di Adriano a Roma, su invito del cardinal Ravasi, insigne biblista, trombato eccellente all'ultimo conclave ma popolarissimo su twitter. Formazione: Roberto Napoletano del Sòla 24 Ore, Mario Calabresi de La Stampa, Ferruccio de Bortoli del Corriere, Emilio Carelli di Sky, Virman Cusenza del Messaggero e, per Repubblica, Ezio Mauro ed Eugenio Scalfari (la Santissima Duità, secondo il nuovo modello vaticano con Papa ed ex Papa).
Padellaro e TravaglioPADELLARO E TRAVAGLIO
Ravasi, sempre molto cool, ha spiegato che Gesù era un twittatore perfetto: scandiva frasi di 140 caratteri o anche meno ed era anche un ottimo sceneggiatore (solo che le fiction le chiamava parabole). Ma il cardinale Scalfari, abituato ad abbattere ogni domenica i lettori con encicliche di mezzo milione di caratteri spazi esclusi, non raccoglie. E ricorda quando faceva "gli esercizi spirituali", probabilmente nel casinò di cui era croupier da giovane. Poi aggiunge: " Devo molto ai gesuiti, ma sono innamorato dei francescani".
Specie dopo aver venduto la sua quota di Repubblica-Espresso a De Benedetti per una novantina di miliardi di lire. L'arcivescovo Calabresi -informa il Corriere -" non crede nelle verità assolute dell'informazione e invita a rispettare competenze ed esperienze", anche perché " Fides e Ratio convivono nella persona e si bilanciano nella centralità della coscienza". Sua Eminenza de Bortoli, dal canto suo, "si interroga sulla libertà", e ne ha ben donde con gli editori che si ritrova.
Poi rivela che " essere buoni giornalisti significa non pensare mai di essere depositari della verità" : il che spiega, fra l'altro, la presenza sul Corriere di Piero Ostellino. Per monsignor Mauro -riferisce ancora il Corriere -" il giornale, questa cattedrale di carta, resiste perché aiuta la ricerca di senso: oggi le notizie sono delle commodity, ma il giornale è un'altra cosa, non un semplice contenitore: deve far capire quello che è accaduto".
ANTONIO SPADARO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIOANTONIO SPADARO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIOFABIO FAZIO EZIO MAUROFABIO FAZIO EZIO MAURO
Ma attenzione, è il momento del teologo Napoletano, che non delude mai le attese: non si sa bene cosa c'entri, ma afferma che "lo spreco sovente non è denunciato dai comunicatori nella giusta maniera e ci si accanisce contro questioni marginali". Insomma, ci vorrebbe un giornale, ad averlo. Fermo restando che -salmodia il Napoletano -" la ragione allarga il suo orizzonte con la fede, perché la fede ti sorprende, ha lo sguardo sull'abisso".
Laura Boldrini e Eugenio ScalfariLAURA BOLDRINI E EUGENIO SCALFARI
C'è dunque un che di religioso, di mistico, nell'abisso dei conti del suo giornale. Il caltagirologo Cusenza è tacitiano: "Francesco ci obbliga a una semplificazione del linguaggio: anche il giornalista deve andare alle ‘periferie' culturali", sperando che non si spinga anche nelle periferie di Roma e non veda gli obbrobri dei palazzinari editori.
Roberto Napoletano con la moglieROBERTO NAPOLETANO CON LA MOGLIE
In compenso "anche le inchieste sullo Ior vanno a favore della Chiesa e incentivano l'azione di rinnovamento " (perché beninteso il Vaticano, senza le inchieste, non avrebbe saputo nulla di quanto accadeva allo Ior). Secondo Repubblica, è stato " un dibattito vivace", e figuriamoci come sarebbe venuto se fosse stato noioso. Non è dato sapere se gli illustri porporati a mezzo stampa abbiano sciolto l'ultimo mistero doloroso: perché, negli ultimi cinque anni, i giornali hanno perso un milione di lettori. Una prece.
Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.FERRUCCIO DE BORTOLI PAOLO MIELI SCOTT JOVANE E LAURA DONNINI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI RCS LIBRI.

il direttore La Stampa Mario Calabresi lAd di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della SeraIL DIRETTORE LA STAMPA MARIO CALABRESI LAD DI POLIGRAFICI EDITORIALE ANDREA RIFFESER MONTI E FERRUCCIO DE BORTOLI DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA

CHIAMATE BERGOGLIO! - IL GOVERNO MONTI HA RINUNCIATO A ESIGERE 4 MILIARDI SULL’ICI DELLA CHIESA (E OGGI NON SAPPIAMO DOVE CERCARE UN MILIARDO PER BLOCCARE L’IVA)

Il governo Monti aveva raccontato all’Europa che era “assolutamente impossibile” tornare in possesso dell’ICI dovuta e non pagata sugli immobili di culto - Un ricorso alla Corte UE potrebbe anche riaprire la questione e forzare così il governo a fare finalmente i calcoli: si parla di 600-800 mln l’anno per sei anni…

Valentina Conte per "La Repubblica"
Quando lo scorso 19 dicembre la Commissione europea ha chiuso dopo due anni l'indagine relativa agli aiuti di Stato accordati dall'Italia alla Chiesa, esentandola dal pagamento dell'Ici sugli immobili non di culto, in una scuola elementare Montessori della capitale e in un piccolo Bed&Breakfast di provincia, a pochi chilometri da Roma, hanno sussultato. Le autorità di Bruxelles ammettevano certo gli aiuti di Stato, incompatibili con le norme europee. Ma stabilivano anche che tornare in possesso dell'Ici dovuta ma non pagata, tra il 2006 e il 2011, era «assolutamente impossibile».
Monti in Vaticano del gennaio scorsoMONTI IN VATICANO DEL GENNAIO SCORSO
Perché così aveva raccontato loro il governo, presieduto da Monti. «Alla luce delle circostanze eccezionali invocate dall'Italia, non deve essere disposto il recupero dell'aiuto, avendo l'Italia dimostrato l'impossibilità assoluta di darvi esecuzione», spiegava Bruxelles.
ANTONIO SPADARO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIOANTONIO SPADARO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Un unicum nella giurisprudenza comunitaria. Sbalorditi da siffatta motivazione e guidati da due avvocati esperti, alla fine quella scuola elementare e l'affittacamere hanno deciso di ricorrere alla Corte di Giustizia europea e chiedere così l'annullamento di quanto disposto dalla Commissione. Proprio perché la presunta "impossibilità assoluta" di riavere le somme di fatto «non è stata mai provata». Chi l'ha detto e dov'è scritto che non si può calcolare e recuperare l'Ici pregressa, si chiedono in pratica i due?
BERGOGLIO CON SCIARPA GAYBERGOGLIO CON SCIARPA GAY
La questione non è di poco conto. Stime Anci valutavano gli introiti Ici su quegli immobi-li, riferibili ad enti non profit e per lo più alla Chiesa, pari a 600-800 milioni l'anno. Moltiplicati per sei annualità, fanno una cifra astronomica, attorno ai 4 miliardi. Una manna dal cielo, se confrontata con la caccia affannosa alle risorse di queste ore per evitare il rincaro Iva (serve un miliardo).
O per cancellare la rata di Natale dell'Imu (2,3 miliardi). O ancora quanto basta (circa 1,6 miliardi) per riportare nei ranghi il rapporto tra deficit e Pil (leggermente tracimato al 3,1%), non ripiombare nella procedura di infrazione europea e sbloccare altri soldi (12 miliardi) da usare l'anno prossimo per fare investimenti e occupazione. In effetti, il doppio ricorso depositato dalla Montessori e dal B&B il 16 aprile scorso, esaminato in questi giorni dalla Corte Ue, potrebbe anche riaprire l'indagine sull'Italia. E forzare così il governo (questo o il prossimo) a fare finalmente i calcoli.
ICI ALLA CHIESAICI ALLA CHIESA
Impossibile? Forse. E non solo perché immaginare di richiedere indietro 4 miliardi al Vaticano è pura fantascienza. Ma anche perché un censimento di quegli immobili in realtà non esiste, per negligenza o furbizia, chissà. Non solo. Il governo Monti che di fatto ha messo in campo l'Imu e ne ha definito i nuovi contorni anche per questi enti non profit - proprio per avere il via libera di Bruxelles, intascato appunto il 19 dicembre scorso - non ne ha mai ultimato le procedure attuative.
In un anno e mezzo, né Monti né in seguito Letta sono riusciti ad ottenere dal ministero dell'Economia quel regolamento così indispensabile per calcolare concretamente le porzioni commerciali da quelle non commerciali dei singoli immobili. In Via Venti Settembre assicurano che arriverà entro dicembre. Intanto, nel 2012 e nel 2013, vista la confusione e le circolari criptiche, nessuno ha pagato l'Imu. O meglio: ha pagato chi già versava l'Ici a suo tempo.
possedimenti immobiliari chiesa la stampaPOSSEDIMENTI IMMOBILIARI CHIESA LA STAMPA
Gli altri sono in attesa della burocrazia, pigra o pilotata, che arriva sempre dopo, a volte tardi. Con grandi pasticci per il Paese, come il recente caso Telecom insegna, neppure in grado di difendere la propria rete telefonica perché nessun decreto attuativo l'ha ancora
definita strategica.

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