Tutti i tormenti tedeschi di Papa Francesco
Apertura verso i divorziati ed i risposati, interviste che criticano in maniera forte l’operato di Papa Francesco, mandati di arresto verso alti esponenti del clero tedesco. La Chiesa tedesca rischia, sempre più, di finire nel caos.
E’ dalla Germania, la terra d’origine del Papa emerito Benedetto XVI, che arrivano alcune “spine” nel fianco del pontificato di Papa Francesco. Episodi significativi di una difficile convivenza tra le varie anime che caratterizzano la Chiesa tedesca. Che la Germania non fosse un luogo tranquillo per la Chiesa di Roma lo si scoprì già poco prima della visita di Benedetto XVI nel 2011. Un sondaggio, infatti, rilevò come l’86% dei tedeschi non fosse interessato a quella visita mentre, tra i cattolici, solo uno su tre si dichiarò interessato al viaggio di Benedetto XVI. Questo a distanza di sei anni dal giorno in cui la Bild, uno dei principali quotidiani tedeschi, per celebrare l’elezione di Benedetto XVI, scrisse in prima pagina “Noi siamo Papa”. Questa volta, però, a preoccupare il Papa non è un sondaggio ma alcuni episodi che stanno scuotendo la Chiesa tedesca. Apertura verso i divorziati ed i risposati, interviste che criticano in maniera forte l’operato di Papa Francesco, mandati di arresto verso alti esponenti del clero tedesco. La Chiesa tedesca rischia, sempre più, di finire nel caos.
Le aperture della diocesi di Friburgo
E’ dalla diocesi di Friburgo che arriva un preoccupante strappo alla dottrina cattolica, tanto che alcuni giornali hanno parlato di “breccia di Friburgo”. La diocesi di Friburgo è attualmente la seconda per estensione in Germania e questo rende l’idea dell’importanza di quanto avvenuto. In una lettera inviata a tutti i sacerdoti della diocesi, infatti, il responsabile dell’ufficio per la cura delle anime della diocesi, ha chiarito come presto sarà possibile concedere ai risposati, nel rispetto di alcune condizioni, i sacramenti ed occupare posizioni all’interno dei consigli parrocchiali. Le parole del decano Andreas Mohrle sono chiare: “La fiducia e la misericordia di Dio vale anche per coloro il cui progetto di vita è fallito”. Una sorta di rivoluzione, dunque, che arriva dopo un lungo dibattito, durato più di sei mesi, che ha preso il via da una lettera firmata da circa 300 sacerdoti della diocesi che invitavano a modificare l’atteggiamento della Chiesa verso i divorziati e risposati.
E’ dalla diocesi di Friburgo che arriva un preoccupante strappo alla dottrina cattolica, tanto che alcuni giornali hanno parlato di “breccia di Friburgo”. La diocesi di Friburgo è attualmente la seconda per estensione in Germania e questo rende l’idea dell’importanza di quanto avvenuto. In una lettera inviata a tutti i sacerdoti della diocesi, infatti, il responsabile dell’ufficio per la cura delle anime della diocesi, ha chiarito come presto sarà possibile concedere ai risposati, nel rispetto di alcune condizioni, i sacramenti ed occupare posizioni all’interno dei consigli parrocchiali. Le parole del decano Andreas Mohrle sono chiare: “La fiducia e la misericordia di Dio vale anche per coloro il cui progetto di vita è fallito”. Una sorta di rivoluzione, dunque, che arriva dopo un lungo dibattito, durato più di sei mesi, che ha preso il via da una lettera firmata da circa 300 sacerdoti della diocesi che invitavano a modificare l’atteggiamento della Chiesa verso i divorziati e risposati.
La Santa Sede ha immediatamente preso le distanze da questa iniziativa e padre Federico Lombardi ha chiarito come “non cambia nulla, non c’è nessuna novità per i divorziati risposati” dal momento che il documento in questione “proviene da un ufficio pastorale locale e non investe la responsabilità del vescovo”. Già, un vescovo, Robert Zollitsch, che è anche presidente della Conferenza episcopale tedesca e che ha fatto sapere di “non essere stato consultato e di non avere avallato il documento”. Anche se, in realtà, non sono pochi a sospettare che il vescovo tedesco guardi con una certa simpatia a questa iniziativa. Risuonano, infatti, ancora forti le dichiarazioni rilasciate da Zollitsch al quotidiano Spiegel nel 2008. Il vescovo, che lascerà il proprio incarico a metà del prossimo anno per limiti d’età, aveva invitato a non accostarsi al tema del celibato con un atteggiamento di divieto assoluto dal momento che non si tratterrebbe di una “necessità teologica”.
I lefebvriani tedeschi contro Papa Francesco
Che ai seguaci di monsignor Lefebvre questo Papa Francesco proprio non piaccia, non è certo un mistero. Lo si è capito sin dal giorno della sua elezione. Basta infatti fare un rapido giro sui siti e sui blog tradizionalisti per farsi un’idea. Se quindi ai tempi diBenedetto XVI si pensava che fosse possibile arrivare a superare lo scisma, ora, con Papa Francesco, i rapporti tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X stanno assumendo toni quasi drammatici. E non certo per colpa di Papa Bergoglio. E’ di qualche giorno fa, infatti, un’intervista al capo dei lefebvriani in Germania, Matthias Gaudron, pubblicata sul quotidiano Spiegel. Gaudron, innanzitutto, fa una profezia: la Chiesa di Roma nel giro di vent’anni non esisterà più in Germania mentre la comunità lefebvriana sta assistendo ad un incremento delle vocazioni sacerdotali e della presenza di fedeli alle proprie messe in rito tridentino. Non manca inoltre, nell’intervista, un riferimento ai rapporti con la Santa Sede che oggi sarebbero congelati anche a causa della presenza di un “nemico” della Fraternità in Vaticano: Gerhard Muller, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Che ai seguaci di monsignor Lefebvre questo Papa Francesco proprio non piaccia, non è certo un mistero. Lo si è capito sin dal giorno della sua elezione. Basta infatti fare un rapido giro sui siti e sui blog tradizionalisti per farsi un’idea. Se quindi ai tempi diBenedetto XVI si pensava che fosse possibile arrivare a superare lo scisma, ora, con Papa Francesco, i rapporti tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X stanno assumendo toni quasi drammatici. E non certo per colpa di Papa Bergoglio. E’ di qualche giorno fa, infatti, un’intervista al capo dei lefebvriani in Germania, Matthias Gaudron, pubblicata sul quotidiano Spiegel. Gaudron, innanzitutto, fa una profezia: la Chiesa di Roma nel giro di vent’anni non esisterà più in Germania mentre la comunità lefebvriana sta assistendo ad un incremento delle vocazioni sacerdotali e della presenza di fedeli alle proprie messe in rito tridentino. Non manca inoltre, nell’intervista, un riferimento ai rapporti con la Santa Sede che oggi sarebbero congelati anche a causa della presenza di un “nemico” della Fraternità in Vaticano: Gerhard Muller, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Ma è soprattutto l’attacco contro Papa Francesco a destare scalpore. Secondo Gaudron, infatti, Papa Francesco avrebbe un atteggiamento contraddittorio verso gli omosessuali. “Il Papa – afferma Gaudron – dice di accettare la dottrina della Chiesa cattolica, dottrina secondo la quale l’omosessualità è un peccato. Ma dall’altra parte Francesco ha dato l’impressione che essere gay sia tutto sommato una cosa buona”. L’intervista, poi, si conclude con una vera e propria “legnata” a Giovanni XIII, reo di avere indetto il Concilio Vaticano II, e a Giovanni Paolo II, accusato di “avere dato l’impressione che tutte le religioni siano uguali”. E intanto dal Vaticano trapela una notizia che di certo non contribuirà a rasserenare i rapporti con la Fraternità. Monsignor Piero Marini, ex cerimoniere di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e poco stimato dai lefebvriani, potrebbe essere chiamato a guidare la Congregazione per il culto divino.
Le vicende del vescovo di Limburgo
31 milioni di euro per la nuova sede vescovile. E’ questa la cifra che ha scatenato una vera e propria bufera mediatica sul vescovo di Limburgo, Franz Peter Tebartz-van Elst. Secondo le accuse, infatti, il vescovo avrebbe pagato ben 3 milioni solamente per il proprio appartamento, pensando bene di acquistare una vasca da bagno del valore di 15.000 euro. Guardando poi ai dati in generale, spulciati dalla Bild, viene fuori un elenco di sprechi impressionanti: 783.000 euro per la costruzione di un giardino, circa un milione di euro per gli stipendi degli impiegati della foresteria e 2,67 milioni di euro per la cappella privata del vescovo.
31 milioni di euro per la nuova sede vescovile. E’ questa la cifra che ha scatenato una vera e propria bufera mediatica sul vescovo di Limburgo, Franz Peter Tebartz-van Elst. Secondo le accuse, infatti, il vescovo avrebbe pagato ben 3 milioni solamente per il proprio appartamento, pensando bene di acquistare una vasca da bagno del valore di 15.000 euro. Guardando poi ai dati in generale, spulciati dalla Bild, viene fuori un elenco di sprechi impressionanti: 783.000 euro per la costruzione di un giardino, circa un milione di euro per gli stipendi degli impiegati della foresteria e 2,67 milioni di euro per la cappella privata del vescovo.
Sono in tanti, ora, a chiedere un allontanamento del vescovo. Il vice presidente delBundestag, il parlamento tedesco, ne ha chiesto le dimissioni, affermando che “anche un vescovo cattolico, seppure nominato dal Papa, ha bisogno della fiducia dei fedeli della sua diocesi” mentre Alois Gluek, presidente del Consiglio centrale dei cattolici tedeschi, ha chiesto un deciso intervento di Papa Francesco dato che “servono decisioni rapide”. Il vescovo di Limburgo sarà oggetto, la prossima settimana, proprio di un colloquio traRobert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca, e Papa Francesco, che si incontreranno in Vaticano. Ad aggravare la posizione del vescovo di Limburgo c’è però anche un’inchiesta giudiziaria che lo vede coinvolto. Tebartz-van Elst, infatti, è indagato per falsa testimonianza dalla procura di Amburgo. L’accusa? Quella di avere negato sotto giuramento le spese di un volo in India. Ovviamente in prima classe.
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