“Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede non può fermare il dibattito” relativo alla situazione dei divorziati risposati che chiedono di essere riammessi ai sacramenti. Un articolo, pur lungo e dotto, anche se pubblicato sul giornale del Papa, non deve impedire alla chiesa universale di interrogarsi sui grandi problemi legati alla pastorale matrimoniale, alla famiglia, alle coppie di fatto, alle unioni tra persone dello stesso sesso che – magari – abbiano anche adottato bambini. Non usa mezze parole, l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx, per chiarire che anche monsignor Gerhard Ludwig Müller, custode della Dottrina e della fede cattolica, deve accettare che nella chiesa investita dal vento fresco e impetuoso che dallo scorso marzo soffia su Santa romana chiesa, ora si discuta.
Anche di quei temi sui quali prima il confronto era raro o frenato in partenza dairichiami all’ortodossia reiterati anche da monsignor prefetto nel suo denso intervento di qualche settimana fa pubblicato sull’Osservatore Romano. In quel contributo – così lo presentava l’organo ufficiale della Santa Sede – il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede metteva in guardia dai “falsi richiami” alla misericordia secondo i quali Dio misericordioso non potrebbe far altro che perdonare.
Le parole di Marx non sono trapelate da un incontro informale, non sono state strappate durante una conferenza accademica o l’inaugurazione di qualche mostra. No, il cardinale tedesco ha lanciato l’altolà al prefetto dell’ex Sant’Uffizio durante i lavori della Conferenza episcopale di Frisinga, che riunisce nel suo plenum anche i vescovi di tutta la Baviera, da Ratisbona a Passavia, da Augusta a Bamberg, da Würzburg a Eichstätt e Spira. Ad aver indispettito il porporato di Monaco sono state proprio le argomentazioni di Müller sull’indissolubilità del matrimonio, il suo fissare paletti all’ospedale da campo di Francesco, depotenziando già in partenza il dibattito su quelle “problematiche inedite fino a qualche anno fa” che saranno oggetto di confronto in occasione del prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia in programma dal 5 al 19 ottobre dell’anno prossimo. Un’assise che non deve partire già ora con risultati preconfezionati né con un instrumentum laboris troppo rigido che impedisca o limiti il franco e libero dibattito. Delle questioni che, secondo quanto scritto nel documento preparatorio del Sinodo, richiedono una risposta “necessaria e urgente”, si discuterà “in modo ampio, con risultati che ora non so prevedere”, ha detto Marx. Ma è chiaro, ha aggiunto l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, che qualcosa al “gran numero di fedeli che non comprende perché una seconda unione non è accettata dalla chiesa” andrà detto. E poi, parlare del divorzio come di “fallimento morale” è del tutto “inadeguato”.
Müller richiama all'ordine Friburgo
Un intervento, quello di Reinhard Marx, che non è passato inosservato. Il porporato tedesco, infatti, è l’unico membro europeo (tolto il curiale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato vaticano) della speciale consulta istituita da Francesco per aiutarlo nel governo della chiesa universale e incaricata di studiare la grande riforma della curia romana. Tra Marx e Müller, poi, non sempre è corso buon sangue. Gli screzi affondano le radici nel passato, e si acuirono allorché Benedetto XVI, nel 2007, scelse di affidare la diocesi che per cinque anni fu sua (dal 1977 al 1982) non al professore di Teologia dogmatica di Magonza e vescovo di Ratisbona, ma all’allora vescovo di Treviri dal curriculum meno fitto e ricco di pubblicazioni. Un “dispiacere” che Müller avrebbe confidato direttamente all’amico Georg Ratzinger, fratello maggiore del Papa oggi emerito e già direttore del coro della cattedrale di Ratisbona. Si disse allora che Benedetto XVI avesse voluto optare per un prelato dal profilo meno definito rispetto a quello dell’amico di Gustavo Gutiérrez, padre spirituale della teologia della liberazione.
Müller richiama all'ordine Friburgo
Un intervento, quello di Reinhard Marx, che non è passato inosservato. Il porporato tedesco, infatti, è l’unico membro europeo (tolto il curiale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato vaticano) della speciale consulta istituita da Francesco per aiutarlo nel governo della chiesa universale e incaricata di studiare la grande riforma della curia romana. Tra Marx e Müller, poi, non sempre è corso buon sangue. Gli screzi affondano le radici nel passato, e si acuirono allorché Benedetto XVI, nel 2007, scelse di affidare la diocesi che per cinque anni fu sua (dal 1977 al 1982) non al professore di Teologia dogmatica di Magonza e vescovo di Ratisbona, ma all’allora vescovo di Treviri dal curriculum meno fitto e ricco di pubblicazioni. Un “dispiacere” che Müller avrebbe confidato direttamente all’amico Georg Ratzinger, fratello maggiore del Papa oggi emerito e già direttore del coro della cattedrale di Ratisbona. Si disse allora che Benedetto XVI avesse voluto optare per un prelato dal profilo meno definito rispetto a quello dell’amico di Gustavo Gutiérrez, padre spirituale della teologia della liberazione.
Intanto, secondo quanto anticipato dalla Tagespost, il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede ha chiesto alla diocesi di Friburgo di ritirare il documento preparato da un ufficio pastorale in cui si apriva alla possibilità di riaccostare ai sacramenti i divorziati risposati. “Il documento utilizza terminologia non chiara in due punti” e contrasta “con l’insegnamento della chiesa”. Mons. Müller chiarisce che “il magistero della chiesa ribadisce la sua prassi di non ammettere i divorziati risposati all’eucarestia”. Ecco perché, spiega ancora il prefetto tedesco, è preferibile “non creare smarrimento dei fedeli relativamente al magistero della chiesa sull’indissolubilità delle nozze”.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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Müller boccia l'apertura ai divorziati della diocesi di Friburgo
Dopo la precisazione di padre Lombardi, la lettera del Prefetto dell'ex Sant'Uffizio che chiede di cambiare il testo delle «linee-guida»
ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
Quando, all'inizio di ottobre, il documento ottenne gli onori della cronaca internazionale per le sue aperture verso i divorziati risposati, intervenne padre Federico Lombardi per precisare: «Non cambia nulla, non c'è nessuna novità per i divorziati risposati: il documento proviene infatti da un ufficio pastorale locale e non investe la responsabilità del vescovo. Si tratta di una fuga in avanti che non è ufficialmente espressione dell'autorità diocesana». Da qualche giorno sulle «linee guida» aperturiste espresse da un ufficio diocesano di Friburgo è arrivata anche la presa di distanze ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede guidata dall'arcivescovo Gerhard Ludwig Müller.
Con una lettera datata 21 ottobre e apparsa ieri sulla «Tagespost» (lo stesso quotidiano che il 15 giugno aveva pubblicato un ampio articolo del Prefetto della dottrina negativo verso possibili aperture sull'argomento divorziati risposati, ripubblicato qualche settimana fa da «L'Osservatore Romano»), l'arcivescovo Müller ha bocciato alcune posizioni espresse nel documento della diocesi di Friburgo, ancora per qualche mese guidata dal presidente uscente della conferenza episcopale tedesca Robert Zollitsch. La lettera del Prefetto è stata inviata a Zollitsch e a tutti i vescovi della Germania.
Müller riconosce che le linee-guida pubblicate all'inizio di ottobre a Friburgo presentano «indicazioni pastorali giusti e importanti», ma allo stesso tempo utilizzano una «terminologia non chiara» e in due punti si allontanano dall'insegnamento della Chiesa. Il primo riguarda la possibilità che una coppia di divorziati risposati arrivi «responsabilmente» a una «decisione di coscienza» di accostarsi alla comunione. In questo caso, secondo gli estensori del documento, il parroco e la comunità devono rispettare questa loro decisione. Müller ribadisce che i divorziati risposati devono essere invitati a partecipare alla vita della Chiesa, ma non possono essere ammessi all'eucaristia. Il farlo creerebbe uno «smarrimento dei fedeli relativamente al magistero della Chiesa sulla indissolubilità delle nozze».
La seconda critica riguarda la preghiera e la benedizione delle coppie di divorziati risposati. «Cerimonie di questo tipo sono state espressamente vietate da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI». Pertanto, scrive Müller, «a causa delle citate divergenze il progetto di linee-guida deve essere ritirato e rielaborato in modo che non vengano avallate vie pastorali contrarie al magistero della Chiesa».
Era del tutto evidente fin dall'inizio che le linee guida di Friburgo, invece di aiutare, avrebbero complicato il non facile cammino della fase preparatoria del Sinodo straordinario sulla pastorale familiare. Anche su questa discussione, che il Papa vuole sia ampia e partecipata, coinvolgendo le Chiese locali, è scesa la precisazione preventiva di Müller, il quale ha ripubblicato su «L'Osservatore Romano» l'articolo nel quale - ricordando l'insegnamento della Chiesa sull'argomento - chiudeva in modo drastico su possibili aperture. Come quelle riferibili alla prassi ortodossa (che ammette la benedizione di una seconda unione per il coniuge «incolpevole» che è stato abbandonato), citata da Papa Francesco nell'intervista sul volo di ritorno da Rio de Janeiro. La ripubblicazione di quell'articolo, secondo quanto scrive la «Tagespost», sarebbe avvenuta «dopo consultazione con il Santo Padre».
Una critica aperta all'articolo di Müller, salutato come «un'eruzione di dottrina» e un «recinto» attorno all'«ospedale da campo» della misericordia (immagine quest'ultima usata da Francesco per definire il compito della Chiesa verso i tanti «feriti» della società moderna) è arrivata nei giorni scorsi dall'arcivescovo di Monaco di Baviera Reinhard Marx, uno dei otto cardinali consiglieri del Papa chiamati ad aiutarlo nel governo della Chiesa universale e nella riforma della Curia. «Il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede non può chiudere la discussione», ha detto Marx.
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