ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 12 marzo 2014

Stelle cadenti, meteore scadenti e trombati sparenti

Diario Vaticano / Promossi e bocciati, in economia

Fuori i cardinali Scola, George, Scherer, Rouco Varela dal nuovo consiglio dei quindici. Nessuna donna tra i sette membri laici. La stella cadente Chaouqui. Il segretario di Stato Parolin tenuto all'oscuro dell'istituzione del nuovo dicastero economico

di ***
CITTÀ DEL VATICANO, 12 marzo 2014 – Sabato 8 marzo, alla vigilia dell’inizio degli esercizi spirituali, papa Francesco ha nominato "ad quinquennium" gli otto cardinali e i sette esperti laici del neonato consiglio per l’economia. "procedendo nella costituzione delle nuove istituzioni create con il motu proprio 'Fidelis dispensator et prudens' del 24 febbraio 2014".

Il papa quindi, nonostante il motu proprio prevedesse che tra gli otto ecclesiastici ci potessero essere anche dei vescovi, ha optato per scegliere solo dei porporati.

Essi sono:
- il tedesco Reinhard Marx (nella foto), arcivescovo di Monaco e Frisinga e da questo 12 marzo presidente della conferenza episcopale tedesca, che assume anche l’incarico di coordinatore del consiglio;
- il peruviano Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima;
- lo statunitense Daniel N. DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston;
- il sudafricano Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban;
- il francese Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux;
- il messicano Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di México;
- il cinese John Tong Hon, vescovo di Hong Kong;
- l’italiano Agostino Vallini, cardinale vicario di Roma.

I sette laici nominati sono invece:

- il maltese Joseph F.X. Zahra, che assume l’incarico di vice coordinatore; 
- il francese Jean-Baptiste de Franssu;
- il canadese John Kyle;
- lo spagnolo Enrique Llano Cueto;
- il tedesco Jochen Messemer;
- l’italiano Francesco Vermiglio;
- l'ex ministro degli esteri di Singapore George Yeo.

Le nomine in questione sono state accompagnate da un commento ufficiale di padre Federico Lombardi.

Il portavoce vaticano ha fatto notare che i cardinali Cipriani Thorne, Napier, Ricard, Rivera Carrera, Tong Hon, Vallini, così come il cardinale Pell, nuovo prefetto della segreteria per l’economia, erano già tutti membri del consiglio per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, il cosiddetto consiglio dei quindici, che "ha cessato di esistere". 

Ha aggiunto che i cardinali Marx e Pell sono entrambi membri del consiglio dei cardinali per la riforma della costituzione apostolica "Pastor bonus" e per aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa universale.

Ha sottolineato che "le relazioni tra consiglio e segreteria per l’economia saranno definite dagli statuti" e che "in ogni caso il consiglio è inteso come organo avente una propria autorità di indirizzo, non un mero organo consultivo della segreteria per l’economia".

E infine ha fatto notare che "la provenienza da diverse aree geografiche dei membri nominati nel consiglio riflette, come richiedeva il motu proprio 'Fidelis dispensator et prudens', l’universalità della Chiesa".

Padre Lombardi ha invece omesso di dire quali erano gli altri cardinali che facevano parte del consiglio dei quindici soppiantato dal nuovo organismo, dal quale sono rimasti fuori.

Si tratta di nomi di un certo interesse.

Infatti tra i non confermati ci sono porporati di prima grandezza che hanno concluso la loro attività pastorale, come il tedesco Joachim Meisner, arcivescovo emerito di Colonia, o che sono a fine mandato in diocesi, come lo spagnolo Antonio M. Rouco Varela o lo statunitense Francis E. George.

Ma ci sono anche l’africano Polycarp Pengo e l’indiano Telesphore P. Toppo che, con Tong Hon, erano stati nominati nel consiglio dei quindici da appena un anno. E poi anche ecclesiastici di rango come il cardinale di Milano Angelo Scola, quello di Caracas Jorge L. Urosa Savino e quello di San Paolo del Brasile Odilo P. Scherer. Quest’ultimo, come pure Toppo, sono stati recentemente estromessi anche dalla commissione cardinalizia di sorveglianza dell'Istituto per le Opere di Religione.

Le nomine sono state rese pubbliche nella giornata della donna. E questo ha fatto risaltare ancora di più la mancanza di rappresentanti femminili tra i sette membri laici del consiglio.

A questo proposito può essere significativo il fatto che mentre ben cinque dei nuovi nominati (Zahra, de Franssu, Llano Cueto, Messemer, Yeo) sono anche membri della pontificia commissione referente per l’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, nel nuovo consiglio non è stata invece cooptata l’unica donna che fa parte della stessa commissione: Francesca Immacolata Chaouqui.

Segno forse che la sua, assieme a quella del suo mentore, il prelato spagnolo Lucio Ángel Vallejo Balda, sia ormai una stella cadente nel cielo vaticano.

Dopo la nomina di Pell – e di Alfred Xuereb, preferito a sorpresa allo stesso Vallejo come prelato segretario – alla segreteria per l’economia, e dopo la scelta dei nuovi quindici membri del neonato consiglio per l’economia, manca quindi all’appello solo la scelta del nuovo revisore generale, il terzo ufficio creato dal motu proprio del 24 febbraio.

E proprio il revisore generale, che potrà essere un laico o una laica, sembra prefigurarsi come una figura centrale nel nuovo assetto economico-finanziario vaticano.

Il vice coordinatore laico del consiglio per l’economia Zahra ha spiegato infatti al "Boston Globe" che sarà il revisore generale a "condurre le annuali revisioni dei conti" degli enti vaticani.

Ma non solo. Il revisore "avrà anche l’autorità di eseguire inchieste speciali, se necessario".

Zahra ha inoltre confermato che la neonata segreteria per l’economia "è stata messa sullo stesso livello della segreteria di Stato".

Talmente a pari livello – e alle dirette dipendenze del papa – che il segretario di Stato Pietro Parolin ha appreso come tutti solo la mattina del 24 febbraio dell'avvenuta istituzione della nuova segreteria dell'economia.
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Sui tre nuovi organismi economico-finanziari creati da papa Francesco:


> Diario Vaticano / La segreteria di Stato ha perso il controllo sull'economia
Il cardinale più ricercato
di KNA (Katholische Nachrichtenagentur)
in “www.domradio.de” del 12 marzo 2014 (traduzione: www.finesettimana.org)
Ora è deciso: il nuovo presidente della Conferenza episcopale tedesca si chiama Reinhard Marx, cardinale arcivescovo della diocesi di Monaco-Frisinga. Così Marx ha ora un altro importante incarico.
Reinhard Marx, 60 anni, cardinale ed arcivescovo di Monaco-Frisinga, è il nuovo presidente della Conferenza episcopale tedesca. Nell'assemblea di primavera a Münster i vescovi lo hanno eletto come successore del friburghese Robert Zollitsch, settantacinquenne. L'ultimo arcivescovo di Monaco ad avere l'incarico della presidenza è stato il cardinale Julius Döpfner (1913-1976), che guidò la conferenza dal 1965 fino alla morte nel 1976.
La scelta a capo della Conferenza episcopale tedesca era ovvia. Marx guida un importante arcivescovato, è una persona di grande abilità mediatica e politica, un esperto di livello internazionale e, con la sua nomina nel Consiglio dei cardinali, ha un rapporto stretto con papa Francesco. Però la sua elezione non era affatto scontata.
Una prima perplessità era la seguente: cos'altro deve ancora caricarsi sulle spalle? Non è una responsabilità eccessiva per una persona sola? Appena sabato scorso il papa lo ha anche nominato coordinatore della nuova autorità vaticana per l'economia. C'era anche chi mormorava che il cardinale con quel nome altisonante non poteva presentare particolari meriti né come teologo né come pastore.
I sostenitori di queste riflessioni non si sono imposti. E così la decisione a favore di quest'uomo nativo della Westfalia è innanzitutto una decisione per una presenza forte ed energica verso l'esterno. Il suo talento come moderatore di un organismo estremamente eterogeneo di confratelli che danno grande valore alla sua capacità di autonomia lo dovrà ancora mettere alla prova.
La presidenza della conferenza richiede forze che al sessantenne, a causa delle molte altre funzioni, mancheranno. Di questo Marx è ben consapevole. Perciò la prima avvincente domanda che ci si pone è da quale degli altri incarichi si dimetterà. Ad esempio è anche presidente della COMECE, la commissione dei vescovi UE, a Bruxelles e grande cancelliere dell'unica università cattolica tedesca ad Eichstätt-Ingolstadt.
Il robusto cardinale, fumatore di sigari, è stato l'esperto dei temi sociali ed economici dei vescovi tedeschi. La sua capacità di formulare i concetti con la massima precisione lo ha fatto diventare un ricercato interlocutore sulle scene più diverse, dal forum economico di Davos all'università di Oxford. Se volesse, potrebbe apparire ogni settimana in un qualsiasi Talkshaw.
La sua ultima intervista prima dell'assemblea generale dei vescovi a Münster l'ha concessa al quotidiano della sinistra alternativa “taz”. In quell'occasione giustificò la critica al capitalismo di papa Francesco.
Marx è una persona che, per sua natura, guarda avanti con ottimismo. La scelta del successore di Benedetto XVI, a cui ha sicuramente contribuito, gli ha messo ulteriormente le ali. Con lui si annuncia un'atmosfera di nuovo inizio. Che la Chiesa continui a percorrere una curva discendente, probabilmente non è qualcosa che sottoscriverebbe.
Quali compiti ritiene abbiano i vescovi tedeschi, il cardinale lo ha espresso in un'intervista alla KNA non molto tempo fa: dovrebbero riflettere sul loro comune impegno a livello nazionale. “È importante che siamo presenti pubblicamente nei media ma anche nel mondo della cultura e della scienza, e che possiamo intervenire reagendo velocemente ad un livello qualitativo alto, in modo concentrato, ma anche flessibile”.

Che cosa succede, quando le vie per assumere delle decisioni sono troppo lente e la competenza viene delegata a troppo organismi, la Chiesa cattolica, e soprattutto lo stesso Marx, dovrebbero averlo capito con il disastro della Weltbild. L'azienda mediatica non è diventata insolvente solo per errori di management, ma anche per mancanza di decisione dei proprietari. Questa lezione costa cara: le diocesi dovranno pagare un importo di centinaia di milioni ed è valsa alla Chiesa titoli di prima pagina per niente positivi.
All'interno della Chiesa, intanto, Marx viene annoverato tra i riformatori. Questo può derivare soprattutto dal suo atteggiamento scevro da compromessi nella difesa dei minori e per la sua forte spinta a favore di una soluzione per i cattolici divorziati risposati, i quali si sentono umiliati per la loro esclusione dai sacramenti. Su questo tema, l'arcivescovo di Monaco si è già anche opposto pubblicamente al prefetto della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede.
A quale soluzione si addiverrà per questo problema non è ancora prevedibile. Perché nel frattempo anche Gerhard Ludwig Müller è diventato cardinale e gode del favore del papa.

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