ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 5 aprile 2014

Sinodo: istruzione per pessimi papi

Riprendo dal blog Mundabor [Traduzione di Chiesa e post concilio]


E così, caro lettore, Lei è oggi Papa. Un Papa davvero scarso. Ossia, una di quelle persone alla Gandhi o come il Dalai Lama, incapace di andare oltre le banalità più trite, ma così innamorate di se stesse che faranno di tutto pur di compiacere la gente che riversa elogi su di esse.
Uno dei problemi che Lei ha, mio caro lettore diventato pessimo Papa, è quello stuolo di Cattolici divorziati che vivono coi loro amanti. Ciò Le dà fastidio. Intendiamoci, non perché essi vivano coi loro amanti, ma piuttosto, perché biasimano la mancata approvazione del loro comportamento da parte della Sua (e, per estensione, la loro) Chiesa. A Lei piace piacere e queste persone sono molto rumorose. Pensano come il mondo, piacciono al mondo, e Lei vuole piacere al mondo. Ergo, deve fare qualcosa per loro.
Ora, essendo Lei un pessimo Papa, pensa anche che tutte le vecchie nozioni relative al “giudicare il prossimo” debbano essere rinnegate. Chi è Lei per giudicare gente che è in buona fede e segue la propria coscienza? Uno scriba? Un ipocrita? Un santino?
No, Lei deve fare assolutamente qualcosa al proposito. Eppure, si rende conto che cambiamenti fondamentali nel modo in cui la Chiesa opera potrebbero suscitare un clamore immenso, e i cambiamenti dottrinali veri e propri non Le sono comunque permessi. Si rivolge quindi ai Suoi consulenti – il Suo amico omosessuale è un tipo furbo, è vero, ma chi è Lei per giudicare? –, che Le suggeriscono di agire come segue:
  1. Annunci un sinodo straordinario e prenda tempo: diciamo tredici o quattordici mesi. Sa, bisogna prepararlo meticolosamente.
  2. Permetta a tutti coloro che sono interessati a cambiamenti materiali di fare un sacco di rumore, esigere riforme che stravolgano tutto in maniera sconvolgente e crei persino l’idea che esse siano ormai inevitabili. Non le supporterà apertamente, ma in maniera sufficientemente chiara. Parlerà in maniera generale della necessità di “non giudicare”, e loro riempiranno i Suoi slogan col contenuto desiderato. Lei elogerà questo o quell’altro Cardinale che stia dalla loro parte, ma non in maniera eccessiva: si manterrà al margine.
  3. Si aspetti un’inevitabile reazione e un’immane resistenza. Permetta ai due campi opposti di combattere uno contro l’altro col coltello tra i denti, invitando nel frattempo entrambi i contendenti alla “tolleranza”, al “dialogo” e, ovviamente, alla “carità”. A questo punto, entrambe le fazioni avranno una pari dignità. Non si tratta più di discriminare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, Lei suggerirà piuttosto di imparare ad avere misericordia in questi nostri tempi così pieni di novità in cui sono apparsi fenomeni sconosciuti all’umanità di un tempo, come per esempio mogli un po’ puttane, mariti sporcaccioni, matrimoni a pezzi e concubine pubbliche. Se i Cardinali Le si rivolteranno contro, Lei userà i Vescovi – molto più numerosi, giovani e affamati – per far sì che le cose vadano nel modo che Lei desidera. Ma non è una cosa che interessa a Lei, bensì allo “Spirito”. Lei parlerà in continuazione dello “Spirito”, perché, come il prezzemolo, lo “Spirito” può essere infilato dappertutto.
  4. Alla fine, interverrà con una soluzione che, pur negando ai riformatori i cambiamenti assurdi che hanno fatto finta di esigere, concederà loro molto di più di quanto sarebbe stato possibile se quelle richieste assurde e irrealistiche non fossero state fatte per prime. Lei avrà ascoltato tutti, avrà ascoltato l’appello d’aiuto rivoltoLe a proposito della necessità di riforme. Potrà sentire lo “Spirito” che agisce. Le riforme del Concilio Vaticano II devono essere continuate. Viviamo oggi nell’èra della misericordia.
    A questo punto, Lei avrà messo nelle mani dei suoi amici molto di più di quanto potessero sognare e sarà presentato dai Suoi utili idioti – un Papa ne ha sempre in abbondanza – come un Papa misericordioso e conservatore che traghetta saggiamente la Chiesa in tempi difficili. Una massa sterminata di blogger incenserà la Sua mano delicata e pastorale, e la stampa cattolica comincerà a preparare i fedeli per la Sua suppostamente ormai inevitabile canonizzazione.
  5. Segue la fase di consolidamento, la terapia di mantenimento, ma anche il tempo della raccolta. Il mondo gioirà. Lei ha partorito di nuovo. La stampa secolare metterà l’accento su tutto quel che Lei starà demolendo… ehm… modernizzando, sul modo in cui la Chiesa comprende se stessa. Trasmetterà ai suoi lettori il chiaro messaggio secondo cui la Chiesa ha sempre sbagliato e Lei lo ha finalmente capito; affermerà che Lei sta distruggendo tutto quel che può essere distrutto considerando i limiti inerenti alla Sua posizione e che, nonostante Lei sia Papa, si trova dalla loro parte. A volte la criticheranno ancóra debolmente – per esempio, per il fatto di non praticare apertamente la sodomia – ma questo Le sarà comunque utile perché a questo punto ogni critica offrirà ai suoi lecchini il destro per gridare al mondo quanto è ortodosso Lei. “Forse il Papa non è cattolico?”, chiederanno col sorriso sulle labbra. È una questione di affari, gente. Cos’avete da osservare? Come direbbe un poliziotto italiano: circolare, circolare!
    A questo punto la Sua vittoria sarà quasi totale. È vero che una minoranza di guastafeste continuerà a criticarLa. Lo faranno ad alta voce e insistentemente, finché Lei vivrà. Useranno parole rudi. Ma Lei sarà preparato. Manderà loro la Sua armata di lecchini e Lei parlerà in continuazione di gente “che giudica”, di “ipocriti”, di “neo-pelagiani”. Li denigrerà e insulterà in tutti i modi possibili e immaginabili, ripetendo tuttavia incessantemente che non bisogna giudicare il prossimo. Non saranno mai distrutti, ma non potranno nemmeno intralciarLa, per lo meno finché le cose andranno secondo i piani. Infatti, Lei cercherà di utilizzarli per presentare se stesso come la vittima innocente di pregiudizi, come l’uomo della misericordia criticato da un “popolo della legge” che è bidimensionale come un santino.
Caro lettore e pessimo Papa, mentre Le sto scrivendo Lei si trova al punto 2, e tutto sta andando secondo i piani. Il punto 3 sarà uno shock tremendo per i cattolici, ma Le gioverà moltissimo. Il punto 4 sarà il più difficile per la Sua persona. Il punto 5 potrà rappresentare una sfida ma, visti i tempi, sarà perfettamente fattibile.
In ogni momento, poi, Lei sarà comunque libero di fare marcia indietro se si accorgerà che il gioco starà diventando troppo pericoloso. Sarà lei che deciderà quando aprire il fuoco, quando ritrattare pubblicamente e mandare messaggi in codice o quando rimettere il piede sull’acceleratore. Alla fin fine, nulla Le verrà attribuito direttamente, e quando si arriverà alla resa dei conti, sembrerà solo che Lei stia reagendo, saggiamente e pastoralmente, a circostanze esterne, dando ascolto allo Spirito.
Quindi non si preoccupi. Lasci che la gente combatta la battaglia per Lei e rimanga tranquillo: baci i bambini, abbracci gli invalidi, stia vicino alle telecamere e prepari il terreno.

Non ci sono svantaggi per Lei: ne uscirà comunque vincitore.

Il mondo è così pazzo…

Mundabor

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