L’ennesima intervista di Scalfari al Papa (che un po’ smentisce)
Papa Francesco (Foto Lapresse)
Errare è umano, ma perseverare è bergogliano. Per due volte in meno di un anno – la prima risale a ottobre del 2013, la seconda a domenica scorsa – quella che la Repubblica lancia come intervista del Fondatore a Papa Francesco, il quale sceglie proprio Eugenio Scalfari come interlocutore privilegiato e metaforico maieuta di ragguardevolissime novità nella vita della chiesa, diventa motivo di imbarazzatissima smentita da parte della Sala stampa vaticana diretta da padre Federico Lombardi.
Le dichiarazioni sconfessate perché “non possono essere attribuite con sicurezza al Papa”, come recita la nota ufficiale vaticana, sono – come la prima volta – quelle più succulente e adatte a essere presentate come nuove, inaspettate tappe della rivoluzione ecclesiale bergogliana. “Ad esempio e in particolare – ha sottolineato Lombardi nel comunicato – ciò vale per due affermazioni che hanno attirato molta attenzione e che invece non sono attribuibili al Papa. Cioè che fra i pedofili vi siano dei ‘cardinali’, e che il Papa abbia affermato con sicurezza, a proposito del celibato, ‘le soluzioni le troverò’”. Padre Lombardi si spinge addirittura a definire il modo in cui sono state presentate da Repubblica le pseudo-dichiarazioni papali, in un sospetto gioco di virgolette aperte e mai chiuse, come “manipolazione per i lettori ingenui”. Toni da dichiarazione di guerra.Ma la verità è che l’uomo di mondo e gran facitore di giornali Eugenio Scalfari sa e calcola benissimo quel che fa e come lo fa, e le sue interviste papali a memoria, senza taccuino, senza registratore e non riviste dall’intervistato, stanno ormai diventando un nuovo e grandioso genere letterario. A non aver capito quello a cui va incontro ogni volta sembra invece proprio Papa Francesco. Talmente sprovveduto – ma è davvero così ingenuo, il primo Pontefice gesuita? – da non prevedere (e prevenire) l’uso e perfino il legittimo abuso giornalistico che di quei colloqui farà il suo interlocutore Scalfari, il laico non credente affezionato all’umanità di Cristo ma poco o niente affezionato alla chiesa.
© FOGLIO QUOTIDIANO
Chi è che piccona la Chiesa?
di Don Francesco Cupello
Domenica 13 luglio vengo svegliato dalla radio sveglia con il giornale-radio delle ore 6,00 e sento dal sommario che il Papa in un'intervista rilasciata a Eugenio Scalfari per il quotidiano La Repubblica dichiara che il 2% dei preti è pedofilo e che tra essi ci sono anche vescovi e cardinali.
Resto allibito e addolorato: ma proprio il Papa si mette a fare il picconatore della Chiesa? Nessuno gli nega il diritto e il dovere di essere un fustigatore, ma tra la frusta e il piccone c'è una bella differenza.
Mi sono anche detto: forse d'ora in poi invece dell'Osservatore Romano o degli Acta Apostolicae Sedis dovrò comprare La Repubblica, per conoscere il pensiero e il magistero del S. Padre e non dovrò aspettare Encicliche, Lettere ed Esortazioni Apostoliche, ma leggere le interviste al Papa da parte di un laicista laico e anche mangia-preti quale è Eugenio Scalfari su un giornale altrettanto laicista e anticattolico quale è La Repubblica, o un'intervista "al volo" rilasciata dal Papa su un aereo?
Mi permetto di osservare che non si può sottovalutare il pericolo che un giornale laicista venga trasformato dalla "presenza" del Papa in una cassa di risonanza di ideee anticattoliche, che potrebbero frastornare tanti lettori. In prima pagina si parla infatti di Gesù come di una leggenda, di un mito, di un uomo eccezionale, ma cui non viene riconosciuta nessuna divinità, essendo Egli solo figlio di Maria e di Giuseppe (peggio dei mussulmani, che ritengono Gesù figlio di Maria, che per loro è vergine).
Queste affermazioni, resi "autorevoli" dall'intervista al papa sullo stesso numero del giornale, sono molto disorientanti per i lettori meno vaccinati.
Che poi il papa affermi che tra i pedofili ci sono anche vescovi e cardinali, è davvero sconcertante. Un'affermazione così grave in termini così generici può pronunciarla solo chi volesse usare il piccone contro la Chiesa e non la frusta come quella usata da Gesù contro i mercanti del Tempio.
Finora tra i cardinali ce ne sono stati solo due accusati di tale crimine, ma si trattava di fatti risalenti a molti anni addietro quando gli accusati non erano ancora nemmeno vescovi e non si trattava di bambini, ma di ragazzi non ancora maggiorenni: se usare questi fatti per sparare nel mucchio sono i peggiori nemici della Chiesa, non ci sarebbe nulla da meravigliarsi, ma se a farlo è addirittura un papa, è grottesco.
E infatti mentre scrivo apprendo dal telegiornale che il portavoce vaticano Padre Lombardi smentisce categoricamente che il papa abbia fatto certe affermazioni comprese quelle attribuitegli dal giornale su possibili novità sul celibato ecclesiastico. Questo non fa che confermare l'anomalia di rilasciare interviste a un giornale laicista da parte del Papa e del grave rischio di fraintendimenti e forzature del pensiero papale.
A questo punto c'è da sperare che papa Francesco non rilasci più interviste a chicchessia e che per esprimere il suo pensiero e il suo magistero si serva dei soliti classici canali della Sede Apostolica.
Resto allibito e addolorato: ma proprio il Papa si mette a fare il picconatore della Chiesa? Nessuno gli nega il diritto e il dovere di essere un fustigatore, ma tra la frusta e il piccone c'è una bella differenza.
Mi sono anche detto: forse d'ora in poi invece dell'Osservatore Romano o degli Acta Apostolicae Sedis dovrò comprare La Repubblica, per conoscere il pensiero e il magistero del S. Padre e non dovrò aspettare Encicliche, Lettere ed Esortazioni Apostoliche, ma leggere le interviste al Papa da parte di un laicista laico e anche mangia-preti quale è Eugenio Scalfari su un giornale altrettanto laicista e anticattolico quale è La Repubblica, o un'intervista "al volo" rilasciata dal Papa su un aereo?
Mi permetto di osservare che non si può sottovalutare il pericolo che un giornale laicista venga trasformato dalla "presenza" del Papa in una cassa di risonanza di ideee anticattoliche, che potrebbero frastornare tanti lettori. In prima pagina si parla infatti di Gesù come di una leggenda, di un mito, di un uomo eccezionale, ma cui non viene riconosciuta nessuna divinità, essendo Egli solo figlio di Maria e di Giuseppe (peggio dei mussulmani, che ritengono Gesù figlio di Maria, che per loro è vergine).
Queste affermazioni, resi "autorevoli" dall'intervista al papa sullo stesso numero del giornale, sono molto disorientanti per i lettori meno vaccinati.
Che poi il papa affermi che tra i pedofili ci sono anche vescovi e cardinali, è davvero sconcertante. Un'affermazione così grave in termini così generici può pronunciarla solo chi volesse usare il piccone contro la Chiesa e non la frusta come quella usata da Gesù contro i mercanti del Tempio.
Finora tra i cardinali ce ne sono stati solo due accusati di tale crimine, ma si trattava di fatti risalenti a molti anni addietro quando gli accusati non erano ancora nemmeno vescovi e non si trattava di bambini, ma di ragazzi non ancora maggiorenni: se usare questi fatti per sparare nel mucchio sono i peggiori nemici della Chiesa, non ci sarebbe nulla da meravigliarsi, ma se a farlo è addirittura un papa, è grottesco.
E infatti mentre scrivo apprendo dal telegiornale che il portavoce vaticano Padre Lombardi smentisce categoricamente che il papa abbia fatto certe affermazioni comprese quelle attribuitegli dal giornale su possibili novità sul celibato ecclesiastico. Questo non fa che confermare l'anomalia di rilasciare interviste a un giornale laicista da parte del Papa e del grave rischio di fraintendimenti e forzature del pensiero papale.
A questo punto c'è da sperare che papa Francesco non rilasci più interviste a chicchessia e che per esprimere il suo pensiero e il suo magistero si serva dei soliti classici canali della Sede Apostolica.
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