ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 12 agosto 2014

Sconforto religioso

Francesco, dove vai?

 Le omelie di Francesco accompagnano a morire i centomila nel deserto di Ninive, muniti di conforto religioso a debita distanza.  

di Piero Laporta

zzbmbI centomila nel deserto di Ninive non possono essere salvati con un’omelia dalla finestra petrina, né da un telegenico minuto di silenzio, coi quali tutt’al più li si può accompagnare a  morire muniti d’un conforto religioso a debita distanza. Quei poveretti hanno urgentissima necessità di almeno tre aiuti concreti: un intervento militare sul terreno che arresti l’assalto dell’ ISIS; una massiccia operazione di aviotrasporto che porti lontano dal pericolo i più deboli, bambini, donne e vecchi; una gigantesca operazione di soccorso umanitario sul terreno per nutrire, curare, dare un conforto a quanti non siano immediatamente trasportabili.
È sufficiente un rapido sguardo intorno per comprendere che tutto questo non avverrà.

Non può fare autonomamente nulla Putin coi grattacapi che ha in Ucraina né ha la possibilità di agire da solo su un così vasto problema.
Se mai la Merkel nutrisse una pur timida intenzione, essa patirebbe costrizioni analoghe a quelle di Putin.
Il vero problema è che, al di là di questi due personaggi, i rimanenti – a cominciare da questo telegenico pontefice Francesco – non sono capi carismatici bensì solo personaggi televisivi, incapaci di affrontare la realtà e portarla verso il bene comune. Il loro spessore è quello d’un Robin Williams qualsiasi: al di là del personaggio, quasi nulla.
Prediche, chiacchiere, parole, attacchi aerei da fiction tivvù,  ma alla fine le Nazioni Unite, Obama e Francesco lasciano dietro di loro una realtà in preda al caos, alla violenza, alla morte.
La responsabilità più grave di tutti è di Francesco, il quale, invece di chiamare tutta la cristianità in soccorso dei fratelli nel deserto, insiste in una frolla esibizione di buonismo che non porta da nessuna parte e conduce alla morte i fratelli perseguitati.
Invece di farsi riprendere dalle telecamere nella mensa di Santa Marta, se non è in grado di animare una mobilitazione internazionale, Francesco almeno si porti nei campi e nelle mense, lì nel deserto, dove i suoi preti e le sue monache stanno improvvisando delle mense e degli alloggi col nulla che hanno.
Se teme per la sua vita ha ragione, ne ha ben ragione, visto quanto è accaduto a migliaia di fratelli nel frattempo; sarebbe tuttavia più dignitoso che egli lasciasse la scena da vescovo sul campo piuttosto che da Papa Francesco imboscato.
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fonte: Sito dell’Autore

 – di Piero Laporta

Redazione


4 commenti:

  1. Questo revival teocon fuori tempo massimo da parte dei siti tradizionalisti appare piuttosto pretestuoso ed alquanto problematico. Se c'è una cosa che Bergoglio ha imbroccato è stata proprio la scelta a livello internazionale di non appoggiare nuove crociate dell'"Occidente cristiano". Nella fattispecie quando ha fatto capire che l'intervento in Siria non avrebbe avuto benedizioni. "Occidente cristiano" come sappiamo è un concetto che esiste solo nei media asserviti alla propaganda USA. I vari Ferrara ed atei devoti suonano il corno "Per Israele e per i cristiani perseguitati". Non c'è da aspettarsi nessun esito positivo da questa scelta, dopo oltre dieci anni di interventi umanitari. Il vaso di Pandora l'hanno scoperchiato loro, abbattendo in medio oriente regimi laici e poi chiamando alla "guerra santa"..

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    1. Mi permetto di dissentire su questa tua affermazione: "Se c'è una cosa che Bergoglio ha imbroccato è stata proprio la scelta a livello internazionale di non appoggiare nuove crociate dell'"Occidente cristiano".

      Aldilà delle scelte adottate e dei mass media asserviti noto che forse è proprio qui il limite dell'azione di Bergoglio.
      A mio parere infatti la chiesa cattolica non dovrebbe perdere alcuna occasione per rivendica il suo percorso che è quello tracciato da nostro Signore. In questo, non mi sembra che il suo vicario abbia intenzione di muoversi, così si ritrova a fronteggiare una serie di problemi che unendosi diventano una sorta di valanga non controllabile. Non mi risulta che Gesù parlasse di democrazia, di ecumenismo, di dialogo, ecc.. Al contrario, il cammino proposto da nostro Signore mi sembra una vera e propria crociata contro il peccato sfociata in un olocausto.
      Non sono un tradizionalista e la geopolitica mi interessa poco, cerco di essere un buon cattolico. Ciao, M.

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    2. Esiste il piano della fede come esiste il piano politico , cioè quello delle scelte pubbliche. Per il cattolico la fede può e deve illuminare ogni ambito , ma i piani non devono essere confusi. Sono lontani i tempi in cui il papa indirizzava direttamente i propri consigli ai capi di stato e questi recepivano immediatamente. Secondo la visione "moderna" questo sarebbe un bene. Ora Bergoglio ha già detto che non intende fare "proselitismo" e su questo credo che solo un miracolo possa fargli cambiare idea. Resta il fatto che se qualcuno compie una buona azione , questo vada riconosciuto , anche se appartiene ad un'altra parrocchia.

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    3. Concordo anch'io, i prìncipi cristiani non ci sono più da organizzare nuove Lepanto, anche se il Rosario resta l'arma più potente contro le guerre e ci poteva stare un'altro digiuno/rosario come per la Siria.
      I teocon nostrani poi sono pietosi e spesso succubi degli ebreoatei giornalistici.
      Per questo mi pare che stavolta l'articolo di Melloni, sia il più equilibrato fra le cose lette: chapeu!
      Per questo l'ho postato poco fa..

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