ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 26 marzo 2015

Anticipo di prossima europa

Paura di dirsi cristiani (a Londra)

Crocifissi nascosti, chiese che chiudono. La Gran Bretagna si sottomette al laicismo, ma dovrà fare i conti con l’ascesa islamica


La cattedrale di St Paul a Londra
Roma. Se si è cristiani, è preferibile non dirlo. Almeno in Gran Bretagna. Si corre il rischio di essere insultati, derisi o – quando va bene – passare per poveri e retrogradi bigotti. Per farsene un’idea, è sufficiente dare un’occhiata al rapporto pubblicato di recente dalla locale Commissione per le Pari opportunità e i diritti umani, organismo di baronesse e professori istituito dal governo nel 2007. Al questionario hanno risposto in più di duemila, e il quadro che ne è emerso rende l’isola di Elisabetta II una copia tutt’altro che sbiadita della Francia secolarizzata che per settimane s’arrovella sulla carne di porco da inserire o togliere dai menù scolastici e sui presepi da rimuovere dalle sale comunali della Vandea.


ARTICOLI CORRELATI La svastica a Berkeley L’idea di laicizzare gli asili francesi spaventa più gli scout che gli imamC’è la bambina umiliata davanti a tutta la classe perché ha osato dire che l’universo è stato creato da Dio: “L’ho imparato a catechismo, e la maestra mi ha detto che sono una pazza religiosa”. Ci sono gli impiegati che prima di alzarsi dalla sedia per recarsi in processione alla macchinetta del caffè o al distributore di snack controllano d’aver nascosto con cura ogni simbolo che possa ricondurre a una qualche credenza soprannaturale – catenine, braccialetti, anelli, e così via – per non beccarsi le ridanciane sortite dei colleghi devoti alla dea ragione, neanche fossero sul lungomare di Gedda, nella wahhabita Arabia Saudita. Il fatto è che i datori di lavoro sono terrorizzati dal rischio di finire nei guai a causa dell’Equality Act del 2010, la legge che protegge dalla discriminazione (prima di tutto sessuale, ma anche confessionale) in ufficio, scuola o fabbrica, e quindi vietano tutto ciò che possa in qualche modo infrangere il mito dell’assoluta neutralità: “Esibire un crocifisso, un rosario o qualsiasi altro gioiello è vietato, mentre anelli al naso, piercing sulla lingua e tatuaggi vanno bene”, ha scritto uno degli intervistati. “C’è un problema – ha commentato Mark Hammond, il braccio operativo della commissione che ha realizzato lo studio – Quella legge ha portato confusione, ha causato tensioni tra i gruppi confessionali e creato ansia ai datori di lavoro che temono di infrangere la legislazione sulle pari opportunità e i diritti umani”, finendo così nei guai. Simon Calvert, vicedirettore del think tank Christian Institute, si dice paradossalmente sollevato che pure la commissione per i Diritti umani “cominci a rendersi conto che c’è un problema”. Certo, sarebbe utile – aggiunge Calvert – “ammettere che quella stessa commissione è stata parte del problema, visto il modo con cui spesso, in passato, ha aggredito i cristiani”. Mister Hammond, insomma, dovrebbe fare uno sforzo di memoria e ricordarsi quando un avvocato dell’organismo che lui dirige parlò di “infezione” a proposito della presunta “diffusione di opinioni cristiane” in terra britannica.

Un’infezione che, però, i vescovi anglicani non vedono. Semmai, hanno fatto sapere qualche settimana fa, il pericolo è di vedere gli edifici di culto serrati per mancanza di clero e fedeli più o meno attivi nel partecipare alla santa messa domenicale. La previsione, confortata da analisi statistiche e da una buona dose di realismo, arriva direttamente dal Sinodo generale della chiesa d’Inghilterra: in meno di un decennio, le chiese locali potrebbero scomparire in gran parte della Gran Bretagna rurale. A meno che non si riesca “ad attrarre in breve tempo nuovi membri”, magari attraverso un’intensa campagna di proselitismo messa in piedi con metodi e slogan capaci di incuriosire le nuove generazioni che si professano agnostiche per mancanza di allettanti alternative. Il direttore finanziario di Canterbury, John Spence, ha delineato i contorni di quella che appare come un’agonia in stato avanzato: la partecipazione sta declinando dell’uno per cento ogni anno, e due terzi dei membri della chiesa d’Inghilterra hanno più di cinquantacinque anni. “Se si fa una proiezione di questa tendenza, si scopre che entro il 2057 i fedeli passeranno dal milione e duecentomila del 2007 a due o trecentomila”. Come un paio di quartieri d’una grande metropoli europea, una ridotta comunque destinata all’estinzione naturale. Ci sono intere parrocchie, nell’Inghilterra profonda, tenute in vita da ultrasettantenni, ha aggiunto Spence: niente catechismo, niente oratorio, niente gite estive per fare gruppo. E nessuno, neanche tra i maggiorenti del Sinodo presieduto dall’arcivescovo Welby, pare credere troppo alla possibilità che il via libera all’ordinazione delle vescovesse possa giovare alla causa evangelizzatrice, alimentando la chiesa con centinaia di migliaia di britannici finora distratti.

Facile dunque ipotizzare quel che accadrà entro qualche anno. Anche perché, scriveva il Telegraph, a fronte della lenta scomparsa dei cristiani dal Regno Unito, a crescere è la comunità islamica. Il numero dei bambini cresciuti come musulmani in Gran Bretagna è “quasi raddoppiato” nell’ultimo decennio: un alunno su dodici è musulmano e la metà degli islamici britannici ha meno di venticinque anni. Un terzo, meno di quindici. Altro che disquisizioni sul menù halal, tra poco questo diventerà la regola, sottolinea chi è convinto che il cambiamento nella società britannica non sia ormai arrestabile. I numeri sono chiari, “e pongono diverse questioni politiche al governo”, sostiene Shuja Shafi, segretario generale del Consiglio islamico britannico. Se n’erano accorti a Birmingham, la seconda città del regno per numero d’abitanti, dove ormai interi quartieri – non periferici – sono popolati in maggioranza da uomini e donne che si dichiarano prima di tutto fedeli ad Allah. “Anche se l’immigrazione si fermasse domani”, ragiona per assurdo David Voas, direttore dell’Istituto per la ricerca sociale ed economica all’Università di Essex, “è chiaro che  entro la metà di questo secolo, o forse un po’ più tardi, il dieci per cento della popolazione di questo paese sarà musulmano”. D’altronde, ha chiosato Voas, basta guardare quel che già stanno facendo alcune amministrazioni locali, pronte “a riservare intere piscine, per determinati periodi, alle sole donne”.

di Matteo Matzuzzi | 25 Marzo 2015 
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/03/25/paura-di-dirsi-cristiani-a-londra___1-v-126998-rubriche_c185.htm

Primo marito e moglie squadra del Regno Unito di vescovi annunciato Chiesa d'Inghilterra

Rev Canon Alison bianco viene nominato Vescovo di Hull- seconda donna vescovo del Regno Unito

Frank e Alison bianco
La Destra Rev Frank White con la moglie, il reverendo Canon Alison Bianco 


Primo marito e moglie squadra del Regno Unito dei vescovi è stato creato con la nomina di un nuovo vescovo di Hull.
The Rev Canon Alison Bianco, 58, è quello di diventare la Chiesa di Inghilterrasecondo vescovo femminile , ma il ruolo significherà che vedrà molto meno del marito di 30 anni, la Destra Rev Frank White, che è l'assistente vescovo di Newcastle.
La coppia, che vive attualmente in Riding Mill, Northumberland, sono trasferirmi in Hull. Ma come risultato, la Rt reverendo Bianco affronta una 150 miglia pendolari di Newcastle, costringendolo a rimanere lì diverse notti a settimana.

Reverendo Canon Alison White (PA)
Rev Canon Bianca ha ammesso che lei e suo marito aveva dato attenta considerazione al lavoro, dato il suo proprio ruolo e il frenetico programma che ne seguirà.
Ma ha detto di sperare la sua nomina è stato il passo successivo per rendere donna vescovi una parte quotidiana della vita della Chiesa.
In un messaggio pubblicato on-line , ha scritto: ". Avrete notato che io sono sposata con un Vescovo Questo può sembrare eccessivo!
"Si potrebbe pensare che uno in una famiglia è più che sufficiente. Credetemi, questa è passata per la testa.

Reverendo Canon Alison bianco, con il marito Vescovo Frank White (PA)
"In realtà, io sono sposato a Frank e che è dono. Entrambe le nostre vite sono state fatte ricchi da questa vocazione al matrimonio, che abbiamo lavorato su con gioia per oltre trenta anni."
The Rev Libby corsia divenne la Chiesa di prima donna vescovo di Inghilterra quando fu consacrato l'ottavo vescovo di Stockport a gennaio.

Rev Canon White ha detto che conosceva il vescovo Lane e sperava di prendere tempo per scambiare le note con lei.
"Sono estremamente grato a Libby. Non credo che avrei voluto essere la prima donna ad essere chiamato in questo ministero", ha detto.
"Non che essere meraviglioso quando, nel senso migliore, non è interessante perché siamo donne, e 'interessante per quello che siamo chiamati a. E' passo dopo passo nel rendere come al solito."
Rev Canon Bianco, che è cresciuto nel Nord Est, leggere l'inglese presso la Durham University, prima di andare a studiare teologia a Cranmer Hall, Durham e poi intraprendere un Master in Teologia all'Università di Leeds. È stato ordinato diacono nel 1987, diventando sacerdote nel 1994.
Ha fatto parte una volta di una compagnia professionale di teatro con sede presso la chiesa della città di San Nicola ed è un lettore e la scuola avido governatore.

Reverendo Canon Alison bianco e l'arcivescovo di York John Sentamu (a destra), con il marito Vescovo Frank White, a Bishopthorpe Palace (PA)
Annunciando la nomina, l'arcivescovo di York, il dottor John Sentamu, ha dichiarato: "Questo è un giorno di gioia. Sono lieto di essere il benvenuto Alison come il prossimo vescovo di Hull.
"Anche se lei lavorerà con gli altri attraverso la Diocesi di York fede incoraggiare nella vita urbana, avrà particolari responsabilità per la vivace città di Hull e la costa gloriosa e la campagna di Riding.
"Alison è una persona di vera pietà e saggezza - è fantastico che ha accettato la chiamata di Dio a rendere visibile Cristo insieme a tutti noi in questa diocesi di York."
La Rt Revd Bianco, 65, è attualmente agisce Vescovo di Newcastle nella Chiesa d'Inghilterra. Era un assistente sociale per nove anni prima di diventare ordinato nel 1980.
Sua moglie sarà consacrata il 3 luglio a York Minster. Riesce il Diritto reverendo Richard Frith, che divenne vescovo di Hereford scorso novembre.
Sinodo Generale della Chiesa formalmente approvato i piani alla fine dell'anno scorso di ordinare donne vescovo, dopo anni di divisione e di fronte alla dura opposizione.

IL «GALILEI» DI FOLIGNO FERMA I FRATI CHE BENEDICONO PER PASQUA. VIOLANO IL DIVIETO
DI ATTI DI CULTO A SCUOLA

Il «Galilei» di Foligno ferma i frati che benedicono per Pasqua. Violano il divieto<br> di atti di culto a scuola
Divieto di atti di culto durante l'orario scolastico. Lo dice il Decreto legge 297/1994 articolo 11. A questo articolo si è appellata la dirigente scolastica, Simona Lazzari, che da un anno è preside dell'istituto comparivo Galilei di Sterpete, frazione di Foligno, in Umbria, per impedire ai frati di fare quello che avevano fatto da sempre, benedire cioè il complesso scolastico in previsione della Pasqua.
A denunciare il divieto di ingresso sono stati i due frati che si occupano di questa tradizione, domenica scorsa, parlandone con i loro fedeli.
Fratel Leonardo De Mola dei piccoli fratelli di “Jesus Caritas” ha commentato di essere rimasto sorpreso del divieto: "Siamo andati a benedire la scuola di Sterpete fino allo scorso anno. I bambini del quartiere sono i nostri bambini  Abbiamo ottimi rapporti con la scuola, c’è una grande collaborazione, tanto che utilizzano il container della chiesa anche per fare le feste della scuola". Immediate le polemiche anche su facebook per l'accaduto.
La dirigente però che sostiene di aver solo applicato la legge dice adesso che se le famiglie degli alunni ci tengono proprio, la benedizione si potrà fare ma, ha precisato, fuori dell'orario delle lezioni. 

Miracolo. Quanti cattolici in Norvegia, troppi


Oslo
A nord delle Alpi il modello protestante delle Chiese di Stato ha influito parecchio sullo statuto pubblico della Chiesa cattolica. Nel bene e nel male.
Nel bene nel senso materiale che tale modello assicura alla Chiesa cattolica un gettito sicuro di denari da parte dello Stato, misurato sul numero dei suoi appartenenti.
Nel male nel senso che per consolidare o aumentare le erogazioni statali la Chiesa cattolica può cadere nella tentazione di manipolare i registri dei propri adepti.
È ciò che accade in Germania e in Norvegia.
Della Germania si sa e Settimo Cielo lo ha già spiegato.
Siccome un numero elevato di cattolici tedeschi dichiara ogni anno di non appartenere più alla Chiesa al fine di non pagare la Kirchensteuer, la relativa tassa obbligatoria per legge, i vescovi della Germania hanno emanato nel 2012 un decreto che commina ai dimissionari una serie micidiale di sanzioni canoniche, come fossero scomunicati e appestati, senza più sacramenti né sepoltura.
Tutto questo per scoraggiare l’esodo e preservare il bottino dei 5 miliardi di euro che lo Stato tedesco assegna ogni anno alla Chiesa cattolica, quella stessa Chiesa che su tante altre questioni di morale e di dogma si mostra di manica larghissima.
In Norvegia, invece, il problema non sono i fedeli che scappano, ma quelli che semplicemente non ci sono.
A fronte dei luterani e degli agnostici, i cattolici sono un’inezia. Dieci anni fa quelli registrati come tali erano 50 mila su 4 milioni e mezzo di abitanti. Cinque anni fa 70 mila, grazie a un po’ di immigrati.
Dopo di che sui registri i cattolici si sono miracolosamente moltiplicati, arrivando a 140 mila, quasi tutti nella diocesi di Oslo. Col risultato che alla Chiesa cattolica norvegese lo Stato ha versato tra il 2010 e il 2014 50 milioni di corone in più, in euro 5,7 milioni.
Lo scorso dicembre il giurista della diocesi mise in guardia il vescovo, Bernt Ivar Eidsvig, canonico agostiniano, sui dubbi di regolarità che sollevava tale aumento di fedeli.
Il vescovo fece orecchie da mercante, il giurista si dimise e a fine febbraio la polizia giudiziaria si presentò alla porta del vescovado con un avviso di indagine per frode.
L’accusa è di aver gonfiato il numero dei fedeli iscrivendo a loro insaputa nei registri decine di migliaia di nomi di nuovi immigrati, ricopiati dagli elenchi del telefono.
Il vescovo lo ha ammesso, specificando di aver fatto registrare i nomi dei soli provenienti da paesi cattolici.
La conferenza episcopale scandinava ha blandamente difeso il vescovo di Oslo. Ma a tanti suoi fedeli autentici l’affare non è affatto piaciuto e alcuni hanno inviato le loro proteste a Roma alla congregazione per i vescovi.

Settimo Cielodi Sandro Magisterhttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/03/26/miracolo-quanti-cattolici-in-norvegia-troppi/

Ancora sulla Norvegia. La parola alla difesa

NORGE
Gentile Sandro Magister,
norvegese di nascita, seguo con interesse la realtà della Chiesa nel mio paese anche se da vari anni all’estero. Il presente caso è doloroso, certo, ma non è così semplice come lei lo descrive. Conosco personalmente il vescovo di Oslo e parecchie persone che lavorano nell’amministrazione diocesana, persone di grandissima sincerità cristiana. Ho pure parecchi amici fra il gruppo che lei qualifica come “fedeli autentici”.
Nell’articolo, mi sembra che lei non abbia bene studiato tutti i fattori rilevanti. Negli ultimi sei mesi la diocesi di Oslo ha lavorato in stretto contatto col governo norvegese per mettere a punto un rapporto attendibile sulla composizione dei registri che lei cita con cifre non esatte. Una équipe di trenta persone ha lavorato sodo per prendere contatto con tutte le persone registrate durante gli ultimi anni. Nessuno fra di loro è rimasto all’oscuro di essere iscritto come membro della Chiesa cattolica in Norvegia. A tutti i membri registrati viene inviata ogni due mesi la rivista della diocesi. Dal 2012 questa pubblicazione ha regolarmente chiesto ai fedeli di prestare aiuto nella correzione dei registri. È stata una sfida massiccia. Dal 2007 in poi più di 100 mila polacchi sono arrivati in Norvegia, per non parlare dell’immigrazione cattolica venuta da altri paesi.
L’intera documentazione è stata presentata il 16 marzo, il termine fissato dal governo. Lei potrà facilmente scaricarla qui:
Il rapporto dimostra sulla base di criteri della più rigorosa oggettività che non è mai stata questione di “aver gonfiato il numero dei fedeli iscrivendo a loro insaputa nei registri decine di migliaia di nomi di nuovi immigrati”. Mostra anche che il numero dei cattolici presenti in Norvegia in realtà eccede il numero dei fedeli registrati. Alte autorità giuridiche si sono lamentate per le procedure inadeguate e sensazionaliste adottate dalla polizia giudiziaria.
Nel cuore di questa situazione sta un complesso di sospetti e conflitti che non è giusto ridurre sbrigativamente e denunciare in termini di bianco e nero, proprio mentre un processo di analisi, di sistemazione e di riconciliazione si sta realizzando.
Il mio lavoro da monaco è di pregare. Non sta a me scrivere sui blog. Ma sentivo l’obbligo di fare almeno questo piccolo sforzo per impedire a una persona che stimo di commettere pubblici errori.
Con i più cordiali saluti.
Lettera firmata

Svizzera: sempre più atti blasfemi contro i Crocifissi sulle strade

NuglarVia Gesù, tolto dal Crocifisso ad opera – si dice – di vandali. Al suo posto ignoti, con la vernice, hanno disegnato una donna nuda, una peccatrice. Il gesto blasfemo è stato compiuto all’incrocio tra Nuglar e S. Pantaleone, nel Canton Soletta, Svizzera tedesca.
Adolf Morand, referente del consiglio parrocchiale della comunità cattolica, ha dichiarato alla stampa d’aver avuto nell’ultimo periodo gravi problemi con alcuni teppisti, ma è difficile definire semplicemente così gli autori di un simile gesto sacrilego: in ogni caso ignora cosa sia di preciso accaduto, «non ho visto una cosa simile», ha affermato.
Impossibile immaginare un blitz casuale, messo a segno da semplici perditempo in cerca di un “rimedio” alla noia… La questione è ben diversa. Anche perché non è la prima volta che avvengono episodi del genere. Tutt’altro. Sono ripetuti, frequenti, mirati. «Il Salvatore sofferente è già stato levato o distrutto da oltre la metà delle croci della nostra comunità – ha detto Morand – Un esemplare è stato trovato anche su di un albero nei pressi, appeso ad una corda». Chiaro il gesto…
Il fatto che simili episodi avvengano periodicamente e con simili modalità spinge a ritenere che si tratti di azioni compiuti con obiettivi precisi e provocate da moventi tanto specifici quanto intenzionali: «Naturalmente non tolleriamo situazioni del genere», ha concluso Morand. Infatti, è già stata sporta denuncia presso le autorità competenti. Un’altra fedele ha detto ai media: «Dio li punirà». Ma sarebbe bene anche andare più a fondo nella sconcertante vicenda e capire quali ne siano le reali cause.
Quella dissacrante immagine femminile è stata già cancellata. A fatica, ma la gente del posto, subito attivatasi, c’è riuscita. E’ servito un intero pomeriggio, per far tornare pulito il manufatto. Fino a quando? Il dubbio che ancora non si possa porre la parola fine a questa storia, è concreto.

1 commento:

  1. scusate ma di quale religione stiamo parlando?aaah ho capito quella umana...e come suggeritore l'anticristo .....

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