ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 26 marzo 2015

Benedetti in nome di Chi?

SINODO, IN SVIZZERA C'È CHI ALZA IL TIRO E CHIEDE DI INTRODURRE LA BENEDIZIONE DELLE COPPIE OMOSESSUALI

Sinodo, in Svizzera c'è chi alza il tiro e chiede di introdurre la benedizione delle coppie omosessuali
«Il prossimo Sinodo sulla famiglia potrebbe aprire la strada a una benedizione delle coppie omosessuali. Per ora la posizione è quella di un’accoglienza incompleta: accettare le persone omosessuali rigettando la loro sessualità. Una situazione che potrebbe evolvere».
Questo il sommario di un articolo pubblicato sul portale in lingua francese Cath.ch, con sede a Losanna, legato alla Conferenza episcopale svizzera.
L’autore, Pierre Pistoletti, redattore di Cath.ch, riporta alcune voci tra cui spiccano quella di Thierry Collaud, docente di teologia morale alla Facoltà teologica dell’Università di Friburgo, che chiede una chiara e concreta apertura della Chiesa alle istanze delle coppie omosessuali, e quella di don Nicolas Betticher, canonista della diocesi di Friburgo, già portavoce della Conferenza episcopale svizzera, che spiega: «La parola benedizione non è forse la parola giusta, anche se si volesse benedire le persone individualmente e non le coppie dello stesso sesso. Non si tratterebbe di un riconoscimento sacramentale, ma dell’accoglienza di una coppia che vuole esprimere il proprio amore orientato a Dio. La Chiesa accompagnerebbe questo amore e pregherebbe per questa coppia, per la sua fedeltà, per i diritti e doveri insiti nella decisione di vivere insieme sotto lo sguardo di Dio».
DocenteFinalmente un altro gesto chiaro ed assolutamente in linea con la Dottrina cattolica: il Card. Ricardo Ezzati ha sollevato il prof. Jorge Costadoat Carrasco, Padre gesuita, dall’incarico di docente di Teologia presso l’Università Cattolica del Cile. Secondo quanto riferito dall’agenziaInfoCatolica, il decano della facoltà, Fredy Parra Carrasco, avrebbe invitato Sua Eminenza l’Arcivescovo di Santiago a riconsiderare la propria decisione, vi sarebbe stato in merito anche un incontro. Ma senza esito, né successo. All’insegnante in questione il porporato ha cortesemente indicato la porta d’uscita.
I motivi sono molto semplici e sono riassumibili nelle due parole-chiave del Sinodo: omosessuali e divorziati risposati. Padre Costadoat ha, infatti, appoggiato pubblicamente le tesi del Vescovo di Anversa, mons. Johan Bonny, già collaboratore del Card. Walter Kasper al Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani. Tesi, con le quali il prelato ha chiesto alla Chiesa la piena approvazione delle relazioni gay.
Ma non solo. Il docente ha anche lanciato espliciti segnali di “apertura” ai divorziati risposati, chiedendone l’accesso ai Sacramenti. A suo avviso, si dovrebbe distinguere caso per caso, secondo una “teologia della circostanza” per la verità già consunta. E ritiene anzi «pastoralmente negativo» dir loro la verità ovvero il fatto di trovarsi in stato di «peccato grave», poiché, scrive, «mi metto al loro posto e soffro, mi sento umiliato». Non tiene conto della sofferenza e dell’umiliazione, invece, inflitta – con una frattura frutto di un atto deliberato e consapevole – non solo al coniuge abbandonato, ma al Sacramento del matrimonio in quanto tale. No, secondo Padre Costadoat, negare la Santa Comunione ai divorziati risposati costituirebbe addirittura «una negazione della ‘verità’ del Vangelo».
E’ chiaro come posizioni di questo tipo ed altre valutazioni analoghe abbiano posto il reverendo in contrapposizione netta e frontale con la Scrittura, il Magistero, la Tradizione. Da qui la decisione del Card. Ezzati di far chiarezza. E pulizia.
In un proprio comunicato, il Circolo degli Studenti di Teologia ha definito quasi un bene il mancato rinnovo dell’incarico al docente “ribelle”, in quanto questo gli consentirebbe un pieno esercizio, ora, della propria libertà accademica. Allo stesso modo, l’interessato non pare aver capito granché del senso del provvedimento, avendo sul suo blog così commentato la vicenda: «Quando si confonde la missione di un’università con le esigenze della religione cristiana, è proprio la cattolicità dell’università a finir disprezzata». Senza comprendere la stridente schizofrenia – ed anche l’insopportabile, vile inganno – intrinseco al servirsi di una struttura cattolica, quale l’Università, per diffondere le proprie, personalissime teorie contrarie alla retta Dottrina.
Il benservito dato al prof. Costadoat ha pertanto prodotto due benefici effetti: il primo, far perdere un pezzo alla “Chiesa della misericordia” allineata col Card. Kasper; il secondo, rafforzare e ribadire la verità di Cristo ed il Suo insegnamento.
http://www.nocristianofobia.org/cile-docente-della-cattolica-messo-alla-porta-dal-card-ezzati/

SUL LAGO DI COSTANZA E OLTRE. BREVE VIAGGIO NELLA CHIESA AUSTRIACA

Fervono i lavori in vista del Sinodo di ottobre sulla famiglia. Se i vescovi austriaci mettono «in guardia contro soluzioni affrettate», offrono anche un inedito geografico: per la prima volta l’assemblea generale della Conferenza episcopale si è tenuta in Germania. O quasi.
divisorio
Il Sinodo sulla famiglia dell’ottobre scorso ha evidenziato, dentro e fuori dalle aule vaticane, una convergenza fra alcuni esponenti della Chiesa austriaca e di quella tedesca, soprattutto sul tema della pastorale familiare. Una rinnovata vicinanza fra le due principali Chiese teutoniche che un carattere inedito nell’assemblea generale della Conferenza episcopale austriaca svoltasi ad inizio marzo sembrerebbe confermare, almeno geograficamente: l’incontro si è infatti tenuto per la prima volta in Germania. O quasi.
Su invito dell’abate di Wettingen e priore di Mehrerau,Anselm van der Linde, i vescovi austriaci, guidati dal cardinale Christoph Schönborn, si sono infatti riuniti presso la cittadina di Uhldingen-Mühlhofen, sulla sponda tedesca del Lago di Costanza, che ospita il sontuoso complesso del castello di Maurach e dell’exmonastero cistercense di Salem, dal 2009 in gran parte di proprietà del Land del Baden-Württemberg.
L’abate-priore Anselm van der Linde è formalmente parte del clero e della Conferenza episcopale austriaci, anche se Wettingen-Mehrerau gode dello status diabbazia territoriale ed è quindi direttamente sottoposta alla Santa Sede. I rapporti fra l’ex monastero di Salem e l’abbazia cistercense di Wettingen-Mehrerau, vicino a Bregenz, in territorio austriaco, sono storicamente saldi. Momento spirituale centrale della visita dei vescovi austriaci a Salem è stata la celebrazione vespertina, diretta dall’arcivescovo emerito di Friburgo in Brisgovia ed ex presidente della Conferenza episcopale tedesca,Robert Zollitsch. Presenti anche il nunzio apostolico in Austria, l’arcivescovo Peter Stephan Zurbriggen, e mons. Gabor Pinter.
Al di là delle incursioni geografiche, però, a differenziare la Chiesa austriaca da quella tedesca sono i dati statistici. Se è infatti vero che in entrambe le Chiese le cifre indicano tendenze allo svuotamento – nel clero diocesano, negli ordini religiosi, nel numero delle parrocchie e nei fedeli, nell’accesso ai sacramenti – queste in Austria non hanno ancora assunto le proporzioni di vera crisi che caratterizzano la Chiesa cattolica in Germania e appaiono invece più riconducibili a fenomeni di stagnazione comuni a molte Chiese europee.
Secondo gli ultimi dati disponibili, se nel 2013 la popolazione totale dell’Austria ammontava a 8,5 milioni di persone, si contavano fra esse 5.308.515 cattolici, nuovamente in calo rispetto ai 5.359.151 del 2012 e ai 5.403.722 del 2011. Numeri lontani dall’esodo tedesco, ma certamente non confortanti, si registrano anche nellapartecipazione alla vita spirituale attiva da parte dei fedeli, così come nell’acceso ai sacramenti. Appare infatti in calo il numero totale dei battesimi (49.275 nel 2011, 48.645 nel 2012, 48.098 nel 2013), a fronte però di una crescente diffusione di quelli amministrati a catecumeni di età compresa fra i 7 e i 14 anni (874 nel 2011, 862 nel 2012, 882 nel 2013) e soprattutto di oltre 14 anni (237 nel 2011, 247 nel 2012, 332 nel 2013).
Più variabile il numero totale di matrimoni, che nel 2013 torna a contrarsi nettamente (11.155), dopo il lieve aumento del 2012 (12.364 matrimoni, a fronte degli 11.951 del 2011). Progressiva flessione anche nel numero delle Prime Comunioni (53.268 nel 2011, 52.968 nel 2012, 52.610 nel 2013) e delle Cresime (54.458 nel 2011, 52.765 nel 2012, 49.921 nel 2013), che non lascia ben sperare per il futuro quantitativo della Chiesa cattolica in Austria. In controtendenza il dato dei funerali officiati secondo il rito cattolico, in aumento negli ultimi anni (51.556 nel 2011, 53.136 nel 2012, 53.164 nel 2013).
Sostanziale stagnazione anche nel clero e negli Ordini religiosi. In calo i sacerdoti diocesani (2.246 nel 2011, 2.242 nel 2012, 2.218 nel 2013) e i sacerdoti appartenenti ad Ordini religiosi (1.543 nel 2011, 1.553 nel 2012, 1.525 nel 2013); in lieve aumento i diaconi permanenti (628 nel 2011, 634 nel 2012, 656 nel 2013). Il numero dellereligiose, dopo una crescita fra il 2011 e il 2012 (da 4.280 a 4.359) è tornato a diminuire nel 2013 (4.241). Ondivaghe su cifre modeste appaiono le ordinazioni e le professioni di voti: nel 2013 sono stati ordinati 11 nuovi sacerdoti diocesani, 18 sacerdoti appartenenti ad Ordini religiosi e 19 diaconi permanenti, mentre hanno emesso i voti 5 uomini e 17 donne. Costante anche il numero delle parrocchie (3.047 nel 2011, 3.053 nel 2012, 3.051 nel 2013), mentre il 2013 segna il netto ridimensionamento della particolare realtà delle quasi-parrocchie1, che passano dalle 79 e 72 esistenti rispettivamente nel 2011 e 2012, alle 27 rimaste nel 2013.
Significativo è infine il dato economico. Se per la Chiesa tedesca questo appare infatti l’unico indice in crescita, apparentemente ancora immune alla crisi religiosa in atto nel Paese, la Chiesa austriaca non gode della medesima prosperità finanziaria. Nel 2011 le entrate totali ammontavano a quasi 496 milioni di euro, salite a quasi 538 milioni nel 2012 e a 546,7 milioni nel 2013, sull’onda dell’incremento degli introiti dellaKirchenbeitrag, un contributo non volontario calcolato in base al reddito imponibile e richiesto ai cittadini austriaci membri della Chiesa cattolica, di quella evangelica o di quella vetero-cattolica con più di 19 anni (ne sono però esentati gli appartenenti a varie categorie, fra i quali dipendenti pubblici e studenti privi di un reddito proprio. Per gli altri sono comunque previste detrazioni e agevolazioni).
A superare i ritmi di crescita delle entrate sono però quelli delle spese, principale delle quali (61% della spesa totale) è il pagamento degli stipendi dei dipendenti della Chiesa cattolica austriaca – oltre 10mila – che ne fa uno dei maggiori datori di lavoro nel Paese. Ingenti anche le spese per il funzionamento della macchina ecclesiastica (30% della spesa totale) e per la manutenzione degli edifici (9%), fra i quali figurano molte chiese di grande rilevanza artistica e turistica. Un complessivo aumento della spesa che nel 2013 ha visto quest’ultima superare le entrate di oltre 3 milioni di euro (550 milioni contro 546,7).
Alla luce di questa situazione e dell’importanza dei prossimi appuntamenti non sorprende che il tema principale dell’assemblea generale dei vescovi austriaci svoltasi ad inizio marzo sia stato il Sinodo ordinario sulla famiglia che si terrà il prossimo ottobre a Roma. Se i due Sinodi si sono infatti posti l’obiettivo di «trovare soluzioni concrete ai problemi e alla miriade di sfide» offerte sul tema della famiglia nella Chiesa e nel mondo odierni, secondo i vescovi austriaci essi vanno interpretati nell’ottica di un «processo spirituale», che dopo l’avvenuto esame della situazione reale condurrà nel prossimo Sinodo ad una fase di «chiarimento e discernimento». Per questo dalla Conferenza episcopale i vescovi mettono «in guardia contro soluzioni affrettate».
Lineamenta, comprensivi di relatio synodi, dovranno infatti essere «di nuovo ampiamente trattati all’interno della Chiesa». L’approccio rimane quello di «mantenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo», che «ha guardato alle donne e agli uomini che ha incontrato con amore e tenerezza, accompagnando i loro passi con verità, pazienza e misericordia, nell’annunciare le esigenze del Regno di Dio»2. Se per il cardinale Schönborn è prevedibile che «ci saranno controversie» – come ha dichiarato a margine dell’incontro con alcune autorità politiche e religiose tedesche a Salem – tuttavia dal prossimo Sinodo il presidente della Conferenza episcopale austriaca si aspetta «soprattutto un grande incoraggiamento». A rappresentare la Chiesa austriaca al Sinodo di ottobre sarà mons. Benno Elbs, vescovo di Feldkirch.

1 Lat. quasi-paroecia. «A meno che il diritto non disponga diversamente, alla parrocchia è equiparata la quasi-parrocchia, che è una comunità determinata di fedeli nell’àmbito della Chiesa particolare, affidata ad un sacerdote come suo pastore, che, per speciali circostanze, non è ancora stata eretta come parrocchia» (Cod. Dir. Can., lib. II, parte II, sez. II, tit. III, cap. VI, can. 516 §1).
2 Lineamenta per la XIV Assemblea Generale Ordinaria. La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo (4-25 ottobre 2015), 9 dicembre 2014, n. 12.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.