ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 marzo 2015

Grazie tante..

GLI SCAFISTI DERIDONO GLI ITALIANI  

Gli scafisti deridono gli italiani: "Facciamo 800mila euro a tratta ​e in patria diventiamo dei miti"

Ecco le conversazioni choc di tre scafisti rinchiusi in carcere: Quando torniamo, dobbiamo comprare una nuova barca. Speriamo di riempirla..."
Il barcone naufragato viene raccolto da una nave mercantile che deve fare rotta nel porto del capoluogo ligure.
Nonostante cerchino di confondersi tra i clandestini, gli scafisti vengono presi e sbattuti in cella al carcere di Marassi. Qui parlano liberamente, senza sapere della cimice che registra le loro conversazioni. Per loro essere arrivati a portare gli immigrati fino a Genova è un motivo di vanto. "Perché nessuno è mai arrivato fino qui - si lodano gli egiziani Idris, Hani e Abdalla - in patria diventeremo dei miti, quando tutti sapranno che siamo riusciti ad arrivare fino nel porto di Genova diventeremo famosi. Nessuno dei migranti è stato mandato indietro". Dietro alle sbarre parlano anche del risvolto pubblicitario che avrà il viaggio. "Quando sapranno che tutti quelli che erano a bordo - dice Mohamed, un loro connazionale recluso - sono entrati a Genova con il vostro viaggio lavorerete proprio tanto".
"I passeggeri sono degli scemi, spendono una fortuna anche 35mila lire egiziane (circa 3.500 euro) e poi più della metà viene rispedita. Sai quanto ha guadagnato il proprietario della barca? 8 milioni di lire egiziane (800mila euro)...". Le "cimici", nascoste dagli agenti della squadra mobile su mandato dei sostituti procuratori della Dda Federico Manotti e Federico Panichi, dimostrano come il giro d’affari dietro al traffico di esseri umani sia enorme: "Quando torno - dice Hassan - dobbiamo comprare una nuova barca... Speriamo di riempirla...". A quel punto Idris, uno dei leader della cellula, lo tranquillizza: "Stai tranquillo, giù di lavoro (inteso come passeggeri da trasportare) se ne trova sempre".
Ai detenuti nordafricani con i quali condividevano la cella del carcere di Marassi, gli scafisti facevano anche "lezione" su come si svolgeva la loro attività di trafficanti di esseri umani."Partiamo alle 2 o a mezzanotte e prendiamo la fluka (piccolo gommone ndr) si caricano dieci persone per volta e si mettono sulla barca più grande- dice Hassan - se fai così è perfetto, nessuno ti spara se fai così". Il compagno di cella chiede il motivo per cui, per far prima, non usino due gommoni. Hassan controbatte: "Ci sono dei controlli sulla spiaggia con i cammelli. Sono per la sorveglianza?". Poi si interrompe e rivela: "Ma si possono corrompere con dei soldi... comunque la fluka non viene mai controllata""I clienti migliori sono i siriani - dice Labib - loro hanno la certezza di non essere rispediti indietro e pagano fino a 5mila dollari". Gliscafisti consigliano anche di usare il cellulare satellitare: "Devi sempre usare questo per telefonare, non il tuo - dice Hassan - quando poi arriva la guardia costiera lo butti in mare. A me hanno sequestrato il mio personale ma dentro non troveranno niente. Le telefonate importanti le ho fatte con quello che è in acqua!".
http://www.stampalibera.com/?a=29165

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