ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 16 ottobre 2015

Hanno imparato dai secretatori di Fatima? Fuochino..fuochino.. fuoco!


Il Sinodo, la lettera dei cardinali e le guerricciole

Il Sinodo, la lettera dei cardinali e le guerricciole
Della fatidica lettera al Papa spedita (o consegnata a mano) da una dozzina – forse dieci, forse tredici – di cardinali sinodali in protesta per le innovative procedure dentro il consesso che deve stabilire la nuova linea della Chiesa sulla famiglia, interessa più alle gazzette nostrane che al popolo fedele.

IL RUOLO DEI GIORNALISTI
Guerra tra cardinali e guerra contro il Papa, si legge un po’ dovunque. Ma pare che la guerra vera sia tra giornalisti: da una parte i cosiddetti conservatori alla Sandro Magister, dall’altra lo schieramento di chi – tra gli addetti ai lavori – è ritenuto vicino a Bergoglio, dal responsabile di Vatican Insider (Andrea Tornielli) alla editorialista di Avvenire (Stefania Falasca), fino a Luis Badilla, sovrintendente del blog Il Sismografo, parecchio vicino ai palazzi che contano Oltretevere. Se le danno e se le ridanno, tutto su piazza, con stracci che volano.
COME E’ NATA LA LETTERA
Ma che c’è dietro il presunto scandalo epistolare? Riannodiamo i fili della vicenda: si parte con Magister che piazza online una lettera firmata da 13 porporati ostili alle nuove metodologie decise dalla Segreteria generale del Sinodo e approvate dal Papa in persona. I dubbi: rischio di non far eleggere i relatori e i moderatori dei circoli minori, la commissione incaricata di scrivere il documento finale sbilanciata dalla parte dei progressisti, il timore che alla fine non venga messo ai voti nessun testo.
CHI HA FIRMATO
Magister mette in calce i nomi dei 13. Una bomba. Poche ore dopo, ecco fioccare le smentite: Angelo Scola si tira subito indietro, seguito nell’ordine da André Vingt-Trois, Mauro Piacenza e Péter Erdo. In serata, però, si sa qualcosa di più: due dei 13, i cardinali George Pell e Wilfrid Fox Napier, ammettono di aver firmato una lettera, anche se diversa “nei contenuti” da quella apparsa in Rete. E anche i firmatari non corrisponderebbero poi in toto a quelli veri.
GLI ALTRI NOMI
Il giallo continua. Due lettere, dunque? Poche ore dopo, l’autorevolissima rivista dei gesuiti statunitensi, America Magazine, pubblica un nuovo elenco di firmatari: sorpresa, sono sempre 13, e al posto dei quattro che avevano già smentito compaiono quattro nuovi: Sgreccia, Njue, DiNardo e Rivera Carrera. Ma proprio quest’ultimo, con uno statement ufficiale, smentiva tutto: mai firmata “quella lettera”. Un’altra sì? Non si sa.
CHI HA ISPIRATO LA MISSIVA
Quel che è certo è che la lettera esiste e l’ispiratore è il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia. Lo ha fatto intendere lui stesso, ma a confermarlo è stato il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York. Dolan ha ammesso di aver firmato una lettera dopo che Pell glielo aveva chiesto. Ma Pell ha giurato su tutto il giurabile di non aver mai fatto filtrare all’esterno delle sacre stanze la missiva, anzi. Lui ha chiarito che mai avrebbe voluto che un sito web la sbattesse in homepage.
LE PAROLE DI MULLER
Sulla stessa lunghezza d’onda, con tanto di irritazione (eufemismo) è stato il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto di quello che era il Sant’Uffizio. Intervistato dal Corriere della Sera, a stento si è trattenuto, lanciando strali contro chi ha fatto uscire tutto, ribadendo che una lettera al Papa deve rimanere segreta e adombrando il ritorno delle scorie antiche di Vatileaks, la coda velenosa che azzoppò il pontificato di Benedetto XVI.
CONCLUSIONI E INTERROGATIVI
Pare però che la missiva non sia stata data in pasto alla stampa dall’entourage di Pell, anche perché non si capirebbe quale vantaggio potrebbe ottenere il fronte dei cosiddetti conservatori. Semmai, il risultato è quello di mettere alla berlina, soprattutto mediaticamente, i presunti “cospiratori”, rafforzando chi sostiene le tesi più riformiste
16 - 10 - 2015Niccolò Mazzarino
http://www.formiche.net/2015/10/16/sinodo-la-guerra-giornalisti-sulla-lettera-papa-francesco/

Il Sinodo tra ostilità e veleni, il Papa spiazza tutti: bene così Il Messaggero
(Franca Giansoldati) Un amico argentino in visita rivela: Francesco è entusiasta del dibattito. Commuove il bambino che alla prima comunione dà l' ostia ai genitori risposati -  Le ostilità o le incomprensioni, persino i veleni che si trascinano al Sinodo, hanno un effetto benefico sul Papa. «E' galvanizzato. Dico sul serio: è entusiasta di come sta andando». A rivelarlo è Josè del Corral, un amico argentino di lunga data del pontefice, in questi giorni a Roma per parlargli dei progressi di un progetto sull' educazione dei ragazzi che sta andando avanti in molte aree dell' America Latina, la Schola Occurrentes, praticamente 270.000 istituti in rete tra loro. Dall' interno di Santa Marta, dunque, a detta dell' amico, Bergoglio osserva il braccio di ferro in atto con una buona dose di contentezza. Lungi dall' essere abbattuto, magari demoralizzato a causa del livello di acceso dibattito che trapela all' esterno, si è entusiasmato. «Mi ha spiegato che quando c' è tanto movimento, allora c' è passione, e tutto questo, mi ha detto, è di Dio. E' un bene. Mentre se ci fosse una situazione di stallo, di tranquillità, di noia allora bisognerebbe preoccuparsi, spaventarsi». Del Corral chiarisce di avere trovato il pontefice sereno. «Aveva un po' di raffreddore. Ma è una persona in armonia con se stesso. E anche la solitudine la vive nel migliore dei modi. Ai miei occhi è sembrata la solitudine di un innamorato di Dio, non è la solitudine di un asociale. Ha una capacità di comunicare con la gente e con i giovani fuori dal comune. E non teme affatto quello che sta accadendo al Sinodo. Anzi, ne è contento».
BAMBINI Al di là delle impressioni riportate da Corral, i lavori sinodali sono arrivati al cuore delle questioni chiave, maggiormente dibattute, oggetto di forti tensioni. La comunione ai divorziati risposati si è praticamente trasformata in una simbolica tenzone tra coloro che vorrebbero far prevalere la logica della misericordia e del perdono, e coloro che puntano a contrapporre la giustizia e la verità. Non si tratta tanto di sfumature dottrinali, quanto di un approccio ad un orizzonte di vita quotidiana totalmente differente. Nel frattempo si sta facendo strada l' opzione dei tedeschi, una specie di compromesso capace di orientare la redazione del documento finale in senso armonico. «Per la compilazione finale del testo raccomandiamo di tener conto di due aspetti: Si dovrebbe evitare ogni impressione che la Sacra Scrittura sia usata solo come fonte di citazione per sostenere convinzioni dogmatiche, giuridiche o etiche. La parola scritta è da integrare nella parola viva che abita nel cuore gli uomini grazie allo Spirito Santo». Nel giro di poco, a riprova che il tema è esplosivo, in aula ci sono stati quasi 100 interventi. Intanto un episodio di vita vissuta, sul dolore che provano tante coppie cattolicherisposate che non possono accostarsi al sacramento dell' eucarestia, ha commosso i padri sinodali. Monsignor Roberto Rosa, parroco a Trieste e nominato dal Papa a seguire il Sinodo, ha raccontato di avere assistito ad un gesto d' amore. Un bambino che faceva la prima comunione nella sua parrocchia e i cui genitori erano entrambi divorziati, ha staccato due pezzetti della sua particola. Poi si è incamminato verso la mamma e il papà perché anche i suoi genitori potessero avere la comunione, come tutti gli altri genitori presenti.
PENITENZA L' assemblea al momento resta ancora spaccata come un melone e nemmeno la proposta della via penitenziale, prospettata dal cardinale Kasper, un anno e mezzo fa, come condizione per l' accesso alla comunione, viene condivisa. Il percorso in pratica riprenderebbe una via analoga in vigore nelle Chiese ortodosse, che prevede un pentimento per accettere i propri errori e iniziare un nuovo cammino. Tra i blocchi dei contrari ci sono i polacchi: monsingor Stanislaw Gadecki, presidente della conferenza episcopale, ha ripetuto che per l' episcopato polacco l' ipotesi della comunione di divorziati è impensabile. In ogni caso il Sinodo non approderà a nessuna decisione finale. Quella è nelle mani del Papa.  

Il Sinodo tra ostilità e veleni, il Papa spiazza tutti: bene così Il Messaggero (Franca Giansoldati) Un amico argentino in visita rivela: Francesco è entusiasta del dibattito. Commuove il bambino che alla prima comunione dà l' ostia ai genitori risposati - Le ostilità o le incomprensioni, persino i veleni che si trascinano al Sinodo, hanno un effetto benefico sul Papa. «E' galvanizzato. Dico sul serio: è entusiasta di come sta andando». A rivelarlo è Josè del Corral, un amico argentino di lunga data del pontefice, in questi giorni a Roma per parlargli dei progressi di un progetto sull' educazione dei ragazzi che sta andando avanti in molte aree dell' America Latina, la Schola Occurrentes, praticamente 270.000 istituti in rete tra loro. Dall' interno di Santa Marta, dunque, a detta dell' amico, Bergoglio osserva il braccio di ferro in atto con una buona dose di contentezza. Lungi dall' essere abbattuto, magari demoralizzato a causa del livello di acceso dibattito che trapela all' esterno, si è entusiasmato. «Mi ha spiegato che quando c' è tanto movimento, allora c' è passione, e tutto questo, mi ha detto, è di Dio. E' un bene. Mentre se ci fosse una situazione di stallo, di tranquillità, di noia allora bisognerebbe preoccuparsi, spaventarsi». Del Corral chiarisce di avere trovato il pontefice sereno. «Aveva un po' di raffreddore. Ma è una persona in armonia con se stesso. E anche la solitudine la vive nel migliore dei modi. Ai miei occhi è sembrata la solitudine di un innamorato di Dio, non è la solitudine di un asociale. Ha una capacità di comunicare con la gente e con i giovani fuori dal comune. E non teme affatto quello che sta accadendo al Sinodo. Anzi, ne è contento». BAMBINI Al di là delle impressioni riportate da Corral, i lavori sinodali sono arrivati al cuore delle questioni chiave, maggiormente dibattute, oggetto di forti tensioni. La comunione ai divorziati risposati si è praticamente trasformata in una simbolica tenzone tra coloro che vorrebbero far prevalere la logica della misericordia e del perdono, e coloro che puntano a contrapporre la giustizia e la verità. Non si tratta tanto di sfumature dottrinali, quanto di un approccio ad un orizzonte di vita quotidiana totalmente differente. Nel frattempo si sta facendo strada l' opzione dei tedeschi, una specie di compromesso capace di orientare la redazione del documento finale in senso armonico. «Per la compilazione finale del testo raccomandiamo di tener conto di due aspetti: Si dovrebbe evitare ogni impressione che la Sacra Scrittura sia usata solo come fonte di citazione per sostenere convinzioni dogmatiche, giuridiche o etiche. La parola scritta è da integrare nella parola viva che abita nel cuore gli uomini grazie allo Spirito Santo». Nel giro di poco, a riprova che il tema è esplosivo, in aula ci sono stati quasi 100 interventi. Intanto un episodio di vita vissuta, sul dolore che provano tante coppie cattolicherisposate che non possono accostarsi al sacramento dell' eucarestia, ha commosso i padri sinodali. Monsignor Roberto Rosa, parroco a Trieste e nominato dal Papa a seguire il Sinodo, ha raccontato di avere assistito ad un gesto d' amore. Un bambino che faceva la prima comunione nella sua parrocchia e i cui genitori erano entrambi divorziati, ha staccato due pezzetti della sua particola. Poi si è incamminato verso la mamma e il papà perché anche i suoi genitori potessero avere la comunione, come tutti gli altri genitori presenti. PENITENZA L' assemblea al momento resta ancora spaccata come un melone e nemmeno la proposta della via penitenziale, prospettata dal cardinale Kasper, un anno e mezzo fa, come condizione per l' accesso alla comunione, viene condivisa. Il percorso in pratica riprenderebbe una via analoga in vigore nelle Chiese ortodosse, che prevede un pentimento per accettere i propri errori e iniziare un nuovo cammino. Tra i blocchi dei contrari ci sono i polacchi: monsingor Stanislaw Gadecki, presidente della conferenza episcopale, ha ripetuto che per l' episcopato polacco l' ipotesi della comunione di divorziati è impensabile. In ogni caso il Sinodo non approderà a nessuna decisione finale. Quella è nelle mani del Papa.  

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