ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 28 novembre 2015

La piccola Loggia

Repubblica benedice la nuova religione 

Corrado Augias dixit. Dialogo e pluralismo in salsa laicista, con umanità spirituale che non necessita di educazione religiosa. Sembra solo un guazzabuglio, in realtà è molto peggio.

di Paolo Deotto
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  zzzzggrgNella rubrica “Lettere, Commenti & Idee”, su Repubblica di ieri, Augias risponde alle lettere di due lettori che esprimono la loro laica e civile soddisfazione perché i funerali della giovane uccisa a Parigi hanno visto la partecipazione di “tre religioni”. Così, con l’occasione, un lettore propone anche che a scuola si introduca l’insegnamento di queste “tre religioni” (nuova frase magica), smettendola con l’insegnamento della sola religione cattolica. “Un corso laico, storico-critico”.
Ora, a prescindere dal fatto che il lettore che si duole per l’insegnamento della religione cattolica probabilmente non sa che ormai nell’ora di religione si parla di sociologia, ecologia, pluralismo, sessualità eccetera e solo in qualche raro caso di religione cattolica, a prescindere da ciò, dicevo, Corrado Augias prende la palla al balzo e ci spiega che una educazione religiosa “in senso confessionale” non è indispensabile per diventare ottimi cittadini dotati di un “senso profondo di umanità che non esito a definire spirituale”.

E il gioco è fatto. I funerali della povera e casuale vittima di Parigi sono l’occasione per il rilancio alla grande di un progetto vecchio di secoli: cancelliamo la religione cattolica e, per non mostrarsi atei, la cosa migliore è esaltare il mito del “dialogo interreligioso”. Dal momento che le religioni devono dialogare, confrontarsi e così via, dal momento che sono tutte sullo stesso piano, nessuna di queste è quella vera. La religione diventa un mondano e simpatico gioco di società – basta che non disturbi le sacre istituzioni – con una vaga spolveratura di “spiritualità”, che non si capisce bene cosa sia, ma che nobilita tanto il discorso.
Siamo agli antipodi della religione cattolica, del Verbo incarnato, della salvezza portata da Nostro Signore con la Sua morte e resurrezione.
Una bella religione laica, fatta di dialogo e di “profondo senso di umanità” e, come tale, “aperta” a tutto e a tutti. Del resto, di che dolerci, se il Patriarca di Venezia non ha esitato a partecipare a una cerimonia pagana? Ripeto, pagana.
E di che dolerci, se da Roma stessa ci è stato spiegato che la “interreligiosità è una grazia” e che “Dio non è cattolico”?
I risultati, eccoli. La stampa laicista ormai si occupa giornalmente di religione e lo fa, ovviamente, a modo suo e per i suoi interessi. Se poi il segnale arriva da Repubblica, organo ufficioso ma quasi ufficiale della neochiesa, si può essere certi che ci sarà un seguito…
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– di Paolo Deotto



Redazione

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