Gravità e compostezza comportamentali. Le grandi dimenticate.
Immagini ieratiche del tempietto longobardo di Cividale del Friuli |
La compostezza da me
considerata non è un comportamento da Galateo. Sarebbe qualcosa di
formale e di falso. Questa compostezza è un atteggiamento spontaneo
che procede interiormente e nasce dal fatto di porre, prima di tutto,
lo sguardo sulla propria interiorità nella quale Dio ama abitare con
la sua grazia, come hanno sempre ricordato i grandi autori spirituali.
Dominare
la
passioni, secondo la cultura ascetica e monastica, comporta evitare
sia la tristezza e la depressione sia il riso sguaiato, la frenesìa
comportamentale (per cui sono sempre stati banditi balli e clamori da
stadio) e l'ilarità
clownesca.
La
conoscenza di queste cose ha orientato generazioni di cristiani e di
sacerdoti a tal punto che, non molto tempo fa, si eccedeva in senso
contrario: la “musoneria” pareva essere il vero atteggiamento
cristiano.
L'odio per
le tradizioni e l'autorità, l'ignoranza e la diffidenza verso i sani
principi ascetici, hanno prodotto recentemente diverse generazioni di cristiani
e di clero in totale sfasatura dagli antichi orientamenti. Per la
maggioranza di costoro, la parola d'ordine odierna è godersi la vita, come si
riesce e come meglio si può. Il quaerere Deum è stato sostituito dalla ricerca di se stessi e del proprio comodo. In tal modo, lo sguardo si è spostato
dall'interiorità all'esteriorità divenendo puramente mondano,
psichico, antispirituale.
Il
clero,
ahimé, è la prima vittima di tutto ciò e il fatto di essere divenuto
psichico come tutti lo rende di fatto inabile al suo ministero,
appiattendolo ad una routine puramente formale ed esteriore.
In questo modo, chi ha un minimo di buon senso cristiano, riesce a riconoscere quasi dal primo istante se chi gli sta di fronte è persona di particolare profondità o meno. Non parlo di un'impressione superficiale ma di un'intuizione e sensazione interiore ricevuta dal proprio prossimo. La persona molto superficiale, sensuale, mondana mostra immediatamente la sua “carta d'identità” dal modo in cui guarda, sorride, si atteggia, si veste e muove il proprio corpo.
In questo modo, chi ha un minimo di buon senso cristiano, riesce a riconoscere quasi dal primo istante se chi gli sta di fronte è persona di particolare profondità o meno. Non parlo di un'impressione superficiale ma di un'intuizione e sensazione interiore ricevuta dal proprio prossimo. La persona molto superficiale, sensuale, mondana mostra immediatamente la sua “carta d'identità” dal modo in cui guarda, sorride, si atteggia, si veste e muove il proprio corpo.
Allo
stesso
modo, indica da che ambiente proviene, serio o altrettanto facilone e
superficiale. La Chiesa, intesa in senso profondo e autentico, non è
mai rappresentata dai secondi ambienti ma dai primi anche se dovesse
attraversare epoche nelle quali le persone serie sono quasi introvabili.
Questo modo
di osservare le cose non è finalizzato ad un giudizio ingeneroso
sulle singole persone ma ad un necessario discernimento per sapere
con chi si ha a che fare, in modo da non affidarsi ingenuamente a chi
non è in grado di guidare gli altri in senso profondo.
Pongo
di
seguito alcune immagini che renderanno più evidente quanto sto
esponendo. Sono divise in due sezioni: clero con formazione
tradizionale, clero con formazione antitradizionale. Il fatto di porre
clero cattolico e ortodosso assieme, non significa che un chierico
cattolico serio sia in tutto necessariamente uguale e interscambiabile
con uno ortodosso. Significa che la base comune di una corretta
compostezza è in entrambi osservata e nulla più.
CLERO CON FORMAZIONE TRADIZIONALE
L'imagine dello sguardo rivolto all'interiorità è particolarmente
evidente in quest'ultima foto. Se un religioso non cura la propria
interiorità (che non significa intimismo, perché quest'ultimo è qualcosa
di psicologistico), non è un autentico religioso. La foto, infatti, ci
indica qualcosa che va oltre la semplice compostezza mostrando la
cosiddetta spiritualità.
CLERO CON FORMAZIONE ANTITRADIZIONALE
Il vitalismo pare essere il motore principale del clero attuale.
Il vitalismo, però, non è mai spirituale ma sempre psicologistico.
Il cardinale di New York, mons. Timothy Doland, tristemente noto
Papa Francesco Bergoglio un "riformatore" destinato a fallire?
Il cardinale Karl Lehmann in una kermesse.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.