La selezione naturale secondo Bergoglio
I lettori potrebbero, leggendo il titolo del nostro servizio, rimproverarci una certa qual abitudinaria e preconcetta avversione ad ogni qual che sia gesto, ad ogni parola o ad ogni uscita del Pontefice. Una sorta di partito preso che, alla lunga, potrebbe mostrare la corda anche sotto l’aspetto della polemica, per non dire dell’apologìa.
La verità è che non passa giorno – dal marzo 2013 - senza che dalla sacre Stanze, o dalle alte quote aeree, non parta una dichiarazione o non si annunci qualche progetto papale che, al di là della apparente validità e della ovvia necessità di ufficio, non nasconda significati sottili ed intenzioni eversive, vere aggressioni alla Tradizione e all’integrità del dogma.
I lettori sanno le innumeri volte che qualificati personaggi, teologi ed apologeti, sono intervenuti su equivocità e deragliamenti dottrinarî di marca bergogliana e quante volte l’ex responsabile della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dovuto sobbarcarsi, e subire, l’ingrata incombenza di rettificare, se non di oscurare con un anglomane “no comment”, frasi e parole uscite in estemporanea libertà dalla mente e dalla bocca di Sua Santità. Ricordiamo l’ultima piroetta a cui fu obbligato quando, per correggere quel sacrilego, delirante, irresponsabile commento che il Papa, nel corso del Convegno Diocesano Romano (16 giugno 2016), svolse sull’episodio evangelico dell’adultera (Gv. 8, 1/11) col dire che “Gesù, con l’adultera, fa un po’ lo scemo”, che Gesù “non era un tipo pulito”, che Gesù s’era messo “contro la morale”, non trovò, padre Lombardi, altra interpretazione sinonimica e morbida che un patetico e ridicolo “finto tonto”: una pezza, come si vede, peggiore del buco.
Riflessione: se cireneo fu il mite gesuita padre Lombardi, di nomina ratzingeriana, possiamo immaginare quale sarà, in termini di servizio, il novello Direttore della Sala Stampa, il bergogliano giornalista Greg Burke coadiuvato, nella vicarietà, dalla signora Paloma Garcia Ovejero. Altro che pezze!
Ed allora, allo scopo di ribattere all’eventuale osservazione come sopra esposta, rendiamo per intero la notizia su cui s’è fermata la nostra osservazione:
“Nel mese di agosto la Casa Santa Marta in Vaticano si svuota dei suoi ospiti, ma Papa Francesco passerà, come nei tre anni precedenti, tutto il mese in Vaticano. Francesco ha annunciato che rinuncerà ad un tradizionale appuntamento pontificio, il Congresso Eucaristico Nazionale che quest’anno si terrà a Genova dal 15 al 18 agosto, ma il 19 dello stesso mese il Papa si recherà ad Assisi, per celebrare il trentesimo anniversario dell’incontro tra le religioni, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. A comunicarlo non è stata la Sala Stampa Vaticana, ma l’imam di Perugia, Abdel Qader Moh’d, in un’intervista a TV 2000. Papa Bergoglio sarà quindi in Georgia (Caucaso: nostra nota) ed Azerbaijan, dal 30 settembre al 2 ottobre, con ortodossi e musulmani, e in Svezia, a Lund, il 31 ottobre, per commemorare i cinquecento anni della riforma protestante”
(Il Tempo quotidiano 14- 8 – 2016, h.07,52).
(Il Tempo quotidiano 14- 8 – 2016, h.07,52).
L’articolo continua con la celebrazione della pastorale ecumenica – diremmo: ecumenistica!– quale primo punto del programma magisteriale di questo Papa, con cui si intende metter definitivo accordo e canonica pariteticità tra le varie “religioni” con lo scopo ultimo di una convivenza pacifica avendo, il Vat. II, stabilito – in grave, apertissimo contrasto con la perenne dottrina della fede – la comune valenza soteriologica di tutte le confessioni acattoliche che, sia bene ricordare, ai sensi del Salmo 95, 5 altro non sono che “demonî”, manifestazioni, cioè, sataniche. Rileggiamo la novella contro-verità conciliare: “Ecclesia catholica nihil eorum, quae in his religionibus vera et sancta sunt, reiecit. . . quae quamvis ab iis quae ipsa tenet et proponit in multis discrepent, haud raro referunt tamen radium illius Veritatis, quae illuminat omnes homines” (Nostra Aetate, 2) – La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. . . dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavìa non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini.
Evitiamo di soffermarci su questa eretica definizione, fatta di affermazioni a priori, di litoti e di reticenze – il linguaggio circiteristico conciliare già denunciato da Romano Amerio (IotaUnum, ed. Lindau 2009, pag. 104, § 50) - con cui taluni diabolici padri conciliari riuscirono a soffocare la voce di Dio-Verità che dentro loro parlava ed ammoniva, definizione uscita dal covo di serpi incistato in un Concilio formalmente definito “pastorale” ma di fatto dogmatico, perché andremmo lontano dal tema fissato. Su questo fuorirotta hanno navigato tutti i Papi postconciliari, da G. XXIII, P. VI, G.P. II, B. XVI sino all’attuale F. I.
Ora, tornando all’articolo, affermiamo con sicurezza che nel programma di Papa Bergoglio esistono elementi gravi su cui posare l‘attenzione ed evidenziarne la connotazione eversiva visto che, questa volta, non si tratta di benevoli e pensieri sui sodomiti portatori di “valori pedagogici” o sulle “zitelle” di clausura, ma addirittura del declassamento di Cristo Eucaristìa sancito mediante la solita prassi pastorale ecumenistica che, sia chiaro, trova proprio in Cristo Eucaristìa un ostacolo al disegno, targato Nuovo Ordine Mondiale, di una Chiesa cattolica collocata nel minestrone di una religione cosmica A. G. D. G. A. D. U.
Ne parliamo senza segno alcuno di sorpresa ché, dopo tre anni ed oltre di amenità, di cappellate e di sfondoni dogmatici, questa circostanza si palesa nello stile comportamentale di Bergoglio, di questo monarca della Chiesa che, non appena raggiunto il soglio papale, invece di onorare e ringraziare il suo Capo, si attovaglia con la mondanità salutando i fedeli con un “buonasera”.
Logo Assisi 2002
Rinuncia a presiedere il Congresso Eucaristico Nazionale dove il gregge dei fedeli, privo del suo pastore, per quattro giorni assisterà - non sappiamo con quale tasso di reverenza e di fede, dato il quotidiano andazzo di indifferenza e di sciatteria esibito nelle Sante Messe - al Mistero di Cristo Seconda Persona della Trinità presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità sotto le specie del Pane e del Vino.
Rinuncia al suo primo dovere di Vicario di Dio per offrirsi alla festante platea gnostica di Assisi, la sconsacrata città del Poverello dove, nell’ottobre del 1986 GP II celebrò, primo Pontefice, il riconoscimento del paganesimo e la sua legittimazione, accostando all’unica, sola e santa religione di Cristo il fetido, idolatrico coacervo delle altre confessioni. Ricordiamo, per chi non ne fosse al corrente che quel Papa, che si fregiava del motto mariano “Totus tuus” e che il 13 maggio del 1981 fu salvato dalla Vergine di Fatima dai proiettili di una pistola, quel Papa permise che, sul Tabernacolo della chiesa di San Pietro in Assisi, venisse intronizzato un idolo del Buddha, nel contempo vietando alla statua della Madonna di Fatima, l’ingresso nella città giustificandosi col dire che tale iniziativa avrebbe, in un certo modo leso, la sensibilità dei pagani (ma che tatto!).
Assisi 1986 - Budda sul Tabernacolo
Ed ecco che, puntuale in questo funesto anniversario su cui dovrebbe calare la “damnatio memoriae”, si consuma l’ennesimo tradimento, si proclama l’ennesima apostasìa annunciata non già dalla Sala Stampa Vaticana – povero Burke, oscurato da un… burka TV 2000! – ma, pensate, dall’imam di Perugia e orchestrata dalla comunità santegidiana, il paravaticano ministero-ombra, quello che, ad ogni Natale del Signore, trasforma la veneranda chiesa paleocristiana di Santa Maria in Trastevere di Roma in una trattoria; quello che ama disbrigare i suoi affari con la “fratellanza” finanziaria ebraica della B’naï B’erith da cui riceve riconoscimenti e premi – la Menorah d’oro, 2007 - ; quello che ha organizzato e portato a termine un “colpo di teatro” quando ha programmato e gestito – in un recente fine settimana di aprile trascorso nell’isola di Lesbo - l’adozione papale di tre famiglie islamiche “in possesso di regolari documenti” a danno di altrettante famiglie cristiane “non in regola” (peggio per loro!)
[Le tre famiglie siriane islamiche sono state, poi, con un furbo sorriso, scaricate al Ministero degli Interni italiano che ha assicurato loro permesso di soggiorno, abitazione, sicurezza di lavoro e sostegno negli studi. In pratica, mantenute dal contribuente italiota perché in Vaticano vige l’acronimo N. I. M. C. (Not in my courtyard = non nel mio cortile). Noi, in un precedente servizio, denunciammo come anticristiano questo maneggio che si oppone all’Apostolo che ordina di operare il bene verso tutti ma prima verso i fratelli di fede (Gal. 6, 10)].
Ma, come dicemmo allora, il Papa non conosce San Paolo ma solo Andrea Riccardi.Andarsene ad Assisi, rinunciando a presiedere il Congresso Eucaristico, dove si adora il Fondatore e Capo della Chiesa cattolica, sarebbe come - anzi è peggio - se un dirigente di una grande azienda programmasse un viaggio di rappresentanza senza prendere ordini e direttive dal proprio presidente. Eppure l’Apostolo è chiaro:
“. . . in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è laprimizia, poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo” (Cor. I, 22/23) scrive, in questa festa dell’Assunta, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Ma Papa Bergoglio, che ha dimostrato per altre circostanze di non voler riconoscere l’autorità di San Paolo, abolisce il suo primo dovere, l’atto cioè di adorazione a Cristo Eucaristìa, per volare tra i nemici del Signore, pagani, protestanti ed idolatri. Gesù, fa capire con palese tratto di superbia Papa Bergoglio, non è la primizia ma uno scarto di cui liberarsi secondo il criterio della raccolta differenziata.
La nostra maggior Musa previde siffatta figura papale quando fece dire a Giovanni XXII di Cahors “io non conosco il pescator né Polo” (Par. XVIII, 136). Allora un papa simoniaco, adesso un papa apostata e sincretista, entrambi accomunati dal misconoscimento consapevole del proprio altissimo ruolo di successori di Pietro e dal rifiuto della dottrina di S. Paolo.
Ma ciò non meraviglia perché, è noto, il Papa venuto dalla fine del mondo, non è uso inginocchiarsi davanti al Sacrificio dell’altare ma ben sollecito ad inchinarsi davanti a regine – meglio se islamiche – o davanti a clandestini pagani come da tre anni fa nella sacrilega lavanda dei piedi, come amava, e tuttora ama, mettersi in ginocchio in mezzo alla cerchia di protestanti nell’atto di ricevere, da questi scismatici, lo “Spirito” che, sia più chiaro, sarà uno dei tanti spiriti girovaghi ma non è assolutamente la terza Persona della Trinità.
Non ritiene di dover rendere omaggio e adorazione a Cristo Eucaristìa ma si dimostra solerte, pronto, entusiasta e paternamente affettuoso ed amicale con i musulmani dell’Azerbaijan nello spirito e nella lettera del già citato, nefasto documento “Nostra Aetate” § 3, che spudoratamente equipara l’idolo Allah al Signore del V.T. e del N.T. laddove stabilisce che “Ecclesia cum aestimatione quoque muslimos respicit qui unicum Deum adorant, viventem et subsistentem, Creatorem coeli et terrae, homines allocutum” - La Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini -.
Per questo, Papa Bergoglio, non esiterà ad entrare in moschea e pregare l’unico Dio del Vat. II, così come fecero GP II e ribadì B. XVI l’emerito. [Il quale, nel suo “Fede, Verità, Tolleranza – ed. Cantagalli 2005, pag. 110” respinge la categorìa della “multireligiosità” bizantinamente distinguendola dalla corrispondente “interreligiosità” (stessa pappa della prima, salvo la anteposta preposizione), in nome della qual differenza (?) non partecipò ad Assisi 1986 proprio in quanto eretica ma, poi, cedendo per debolezza culturale o per poca fede o per calcolo, organizzò, da Papa, l’incontro sincretistico del 2011 mescolandosi, sorridente, tra sciamani, bonzi, imam, rabbini, luterani, animisti, monaci zen, ebrei].
Assisi 2011
Che cosa c’è da celebrare con costoro lo sanno soltanto lui e tutta la gerontocrazia curiale, mentre è certo che, con tale brindisi fraterno, il Papa tradirà la propria Madre, già colpita nel 1517 da una rivolta che ha generato i mostri delle guerre di religione (guerra dei 30 anni, le stragi contadine), la rivoluzione giacobina (1789), quella comunista, russa/cinese (1917/1949), quella anarchica (Spagna 1936/37), quella apostatica (Vaticano II, 1963/65), quella politica/morale (1968).
Bergoglio dirà, come ha già detto, che è preferibile dialogare con i nemici storici che con i fedeli legati alla Tradizione i quali, secondo il suo schema, sono integralisti, ottusi, stretti alla lettera della legge, farisei, antipatici, egoisti. La dimostrazione?
Lo scempio commesso sul corpo vivo della Vergine Maria quando, senza indugî e con metodi degni del più perfido regime inquisitoriale sovietico, smembrò l’Ordine dei Frati Francescani dell’Immacolata, addebitando loro le spese della devastazione. In pratica, facendo loro pagare la pallottola con cui sono stati uccisi. Ne risponderà a Colui che tutto registra e tutto giudica, e sarà un “dies irae” di durezza inimmaginabile in cui nulla ed inefficace, se non addirittura quale aggravante, si rivelerà l’ipotetica difesa dei Kasper, dei Galantino, degli Scalfari, dei Mancuso, degli Odifreddi, del rabbino Abraham Skorka, di padre Raniero Cantalamessa bolso ministrante di questi disonesti riti.
Ecco,in conclusione, la selezione naturale, secondo il codice genetico bergogliano: dal “Figlio dell’uomo” ai “figli degli uomini”.
di L. P.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1627_L-P_Gesu_Eucaristia.html
Tutto è grazia.Persino lo strazio provocato da settori deviati di questa neo-chiesa pseudo-cattolica
Penso che queste parole che un Fedele ha scritto su un blog autenticamente cattolico non abbiano bisogno di commenti tant'è alto il livello di amore che traspare per la nostra Santa Madre Chiesa!
AC
"Tutto è grazia. Lo scrivo convintamente, senza ironie.
Persino lo strazio di questa neo-chiesa pseudo-cattolica: è necessario che gli scandali avvengano, anche se Gesù non risparmia un esplicito "guai" a chi li provoca.
Rileggiamoci Matteo 24,9-13 o anche 2 Tm 3,1-9 oppure ancora 2 Pt 2 ...
Ci tocca: Dio è paziente e noi, con la carità che è grazia di Dio e nostra comunione con Lui, dobbiamo renderci disponibili a portare il peso della croce, sulla via crucis della Chiesa.
Gesù non è una specie di befana su scopa o babbonatale su slitta , che porta dolciumi...
Gesù non lo si può festeggiare suonando il campanello e dicendo: "dolcetto o scherzetto?".
Gesù, e la Madonna lo sapeva dall'inizio, tanto da essere avvertita della "spada che le avrebbe trapassato l'anima, per corredimere, è "segno di contraddizione" (Lc 2,34-35).
Gesù, carità perfetta, con la grazia di Dio non copre i peccati, ma trasforma i peccatori!
Gesù, verità, smaschera gli inganni del principe del mondo e non lo serve, pur adulato.
Gesù è Dio: la santa messa è l'offerta di un sacrificio di lode, donando a Lui la nostra vita come Lui ha donato la Sua per noi; siamo lì per la comunione, non per "far comunella".
Perchè oggi il katechon non trattiene più questo spirito immondo che signoreggia il mondo?
Perchè chi dovrebbe esercitare il ruolo di katechon non istruisce più il gregge?
Forse perchè è stato tolto di mezzo: 2 Ts 2,6-12
Beh, in tal caso, pur con tutta l'amarezza e il dolore nel vedere devastata -almeno nelle strutture gerarchiche e nelle strutture catechetiche e liturgiche- la Chiesa, nostra madre che ci ha generati alla fede, ci resti il vangelo: non tutto vien per nuocere...
Alzate il capo, la vostra redenzione è vicina! (Lc 21,28).
Restiamo saldi in Cristo (Col 2,7): eu-charis-tici... pregando Dio con la ke-charitomene...
Tutto è grazia, anche se chi pecca e fa mercato del tempio è una dis-grazia..."
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.