ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 1 ottobre 2016

Georgia not Italy

IL PAPA TUONA CONTRO IL GENDER. HO UNA DOMANDA – PER ORA – SENZA RISPOSTA.

Il Pontefice oggi ha detto cose importanti. Riprendiamo dall’ANSA: “C’è ‘un grande nemico oggi del matrimonio: la teoria del gender’, ha detto Papa Francesco nel suo discorso durante l’incontro con il clero a Tbilisi. ‘Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio – ha affermato rispondendo a una delle testimonianze, quella di una madre di famiglia -. Ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee: ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono. Pertanto difendersi dalle colonizzazioni ideologiche’. ‘Il matrimonio è la cosa più bella che Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato uomo e donna e li ha creati a sua immagine: cioè l’uomo e la donna che si fanno una sola carne sono l’immagine di Dio’, ha detto ancora il Papa”. Lasciando intendere chiaramente che solo fra uomo e donna si può avere matrimonio.
Molto chiaro, no? Però nella mia povertà ho una domanda. Se è convinto, come certamente è convinto, di tutto questo, perché picchia in testa a vescovi, cardinali e laici che si battono proprio contro i mali che ha denunciato oggi, e predilige e sceglie quelli che certe questioni e battaglie preferiscono schivarle?
Non ho una risposta. E mi dispiace.
Marco Tosatti
http://www.marcotosatti.com/2016/10/01/il-papa-tuona-contro-il-gender-ho-una-domanda-per-ora-senza-risposta/

IL PAPA: "LA TEORIA GENDER È UNA GUERRA MONDIALE CONTRO IL MATRIMONIO"

Francesco in Georgia ribadisce che "il matrimonio si distrugge non con le armi, ma con le idee. Occorre difendersi dalle colonizzazioni ideologiche"
                             Papa Francesco rientrerà a Roma domenica sera (LaPresse)

Roma. “Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio”, ha detto il Papa rispondendo a braccio alla domanda che una madre georgiana gli aveva posto durante l’incontro con i religiosi e i seminaristi che si è tenuto nella chiesa dell’Assunta a Tbilisi. La donna aveva esplicitamente citato nella sua testimonianza le “nuove visioni della sessualità come la teoria gender e la marginalizzazione della visione della vita cristiana”. La risposta di Francesco non si è fatta attendere: il matrimonio, ha detto, “non si distrugge con le armi, bensì con le idee. Ci sono colonizzazioni ideologiche che lo distruggono. Pertanto occorre difendersi dalle colonizzazioni ideologiche”.

ARTICOLI CORRELATI  Abbiamo il diritto di non mandare i figli a lezione di educazione sessuale  Gender news, il caso del maschio assalito a sangue da una femmina  Il Papa nel Caucaso per uno dei viaggi più delicati del pontificato
L’intervento del Papa ricorda assai da vicino quello da lui stesso pronunciato – sempre a braccio – a Napoli il 22 marzo dell’anno scorso, quando incontrò i giovani sul Lungomare Caracciolo. In tale circostanza, Bergoglio disse che “la famiglia è sotto attacco, c’è un secolarismo attivo, ci sono colonizzazioni ideologiche non solo in Europa. E’ una cultura che non vuole far vedere la famiglia, per la quale è meglio non sposarsi, rimanere a casa”. La minaccia, aveva aggiunto, è insidiata dalla “teoria del gender, uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione”.
Poco settimane dopo, inaugurando sul sagrato della basilica vaticana un ciclo di catechesi su uomo, donna e matrimonio, il Papa aveva rincarato la dose: “Mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”. La responsabilità della diffusione di tali teorie, osservò Francesco, è anche “della cultura moderna e contemporanea che ha sì aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza”, introducendo però “molti dubbi e molto scetticismo”.
di Matteo Matzuzzi | 01 Ottobre 2016 ore 17:30

http://www.simofin.com/simofin/index.php/religione/11400-gender-teoria-contro-famiglia



GENDER A SCUOLA. LA STRANA DEMOCRAZIA DEL RIFIUTO DEL DIALOGO. SI MUOVONO I GENITORI, E MANIFESTANO IN SEDICI CITTÀ. SI ATTENDE LA CEI.



Sono una strana democrazia, e uno strano governo quello che rifiuta di incontrare un Comitato promotore di una manifestazione che ha portato a Roma centinaia di migliaia di persone. Eppure è così: il primo ministro Renzi, il ministro dell’Istruzione Giannini e il ministro per le Riforme Boschi non hanno accettato di ricevere una delegazione del Comitato Difendiamo i Nostri Figli. Chissà di che cosa avranno avuto paura. O forse erano tutti troppo impegnati a cercare di raccattare voti per il sì al Referendum (anti)costituzionale. Comunque così è, e allora, è successo qualche cosa di diverso, come ci informa un comunicato che leggete di seguito.
difendiamo
In attesa dell’uscita delle linee guida del comma 16 della legge 107, la Buona scuola, relative all’attivazione di percorsi educativi di lotta alla ‘discriminazione per orientamento di genere’, e dopo essere stati inascoltati dal ministro dell’Istruzione Giannini e da quello delle Riforme Boschi, una delegazione dei vertici del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, promotore dei Family day del gennaio 2016 e giugno 2016, ha manifestato davanti al Quirinale e consegnato alla segreteria della Presidenza della Repubblica un dossier sui casi di gender delle scuole, la richiesta di ufficializzazione del consenso informato preventivo per affermare il diritto del primato educativo dei genitori e una copia del manifesto educativo redatto dallo stesso Comitato. È stata inoltre avanzata la richiesta di essere ricevuti dal capo dello Stato Mattarella, per esprimergli le preoccupazioni delle famiglie italiane riguardo ai tentativi di introdurre la teoria gender nelle scuole, al fine di destrutturare l’identità sessuata dei bambini.
Contestualmente, in altre 15 città Italiane – Verona, Bergamo, Brescia, Parma, Salerno, Treviso, Genova, Vicenza, Pesaro, Gorgonzola, Perugia, Avellino, Milano, Massa e Novi Ligure – centinaia di persone appartenenti alle sezioni locali del Comitato hanno manifestato davanti agli uffici scolatici provinciali o regionali, consegnando lo stesso materiale e chiedendo di poter argomentare con i dirigenti scolatici rispetto a queste tematiche così sensibili.
“Il comitato rinnova la condanna ferma dei casi di violenza di genere e condivide ogni sforzo teso alla promozione di un’educazione alla parità dei sessi intesa come parità di opportunità, diritti e dignità, senza che questo apra ad una contrapposizione tra genere maschile e femminile a danno dell’identità sessuata dei bambini, ma piuttosto favorisca una alleanza tra uomo e donna nel rispetto della diversità dei sessi”, dichiara Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli.

Posto che si tratta di un qualche cosa che riguarda le famiglie, e le scuole, e naturalmente fra queste anche le cattoliche, ci si attende che i competenti uffici della Cei, e magari, chissà, anche i vertici, mostrino un qualche interesse o preoccupazione per il problema. E facciano sentire la loro voce. O forse anche no, per loro va tutto bene, come in occasione della legge Cirinnà.
MARCO TOSATTI

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.