ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 21 ottobre 2016

Il fantomatico movimento oppositivo

Riflessioni marginali da parte di chi è ... marginale ..... ad un'intervista di Giacomo Galeazzi

Dopo l’articolo di domenica scorsa pubblicato su ben due paginoni centrali dal quotidiano de La Stampa, per parlare di un movimento – asseritamente marginale all’interno della Chiesa – di contrasto al Vescovo di Roma, il co-autore dott. Galeazzi è ritornato sul tema con una sua intervista: Pierluigi Miele, La “Cyber guerra” contro Papa Francesco. Intervista a Giacomo Galeazzi, in Rainews, 18.10.2016. Ci sarebbe da dire: se il fantomatico movimento oppositivo fosse marginale, o pressoché irrilevante, l’enfasi che se ne è data è certamente controproducente, poiché significa tirarlo fuori da quella presunta marginalizzazione o irrilevanza in cui sarebbe confinato, dandogli notorietà (cfr. Goffredo Pistelli, La Stampa cala l’elmo in difesa di Papa Francesco dai putiniani, in Italiaoggi, 20.10.2016).
Forse era questo il vero intento dei dott.ri Tornielli e Galeazzi? Cioè tirar fuori dall’anonimato ed indistinto quel movimento variopinto? Non si attacca se non chi si teme o, forse, guardando al subconscio, quelli che, segretamente, si ammirano o, forse, ancora si bacchettano questi movimenti “marginali”, ma in realtà si vorrebbe bacchettare il Vescovo di Roma … secondo l’adagio Parlare a nuora, perché suocera intenda.
Non abbiamo il tempo di seguire le reazioni a quest’articolo né vogliamo esprimere dirette considerazioni, benché ce ne sarebbero. Francamente, però, questa dimostrazione di “muscoli” non ci interessa, preferendo seguire la nostra strada.
Per chi, con animo più battagliero del nostro, voglia seguire un po’ da vicino queste vicende rinviamo volentieri ai vari aggiornamenti forniti da MiL (v. Lista di proscrizione sui cattolici “cattivi”: numeri di lettori dei blog, altre considerazioni e secondo aggiornamento, in blog MiL – Messa in latino, 20.10.2016Aggiornamenti sugli articoli de La Stampa e La Nuova Europaivi, 17.10.2016Articolo de La Stampa di oggi sui tradizionalisti: alcune nostre riflessioniivi, 16.10.2016MiL annoverato tra gli “adoratori” di Putin antibergogliani. (La Stampa 16.10.2016)iviQui rilancia le risposte di don Nicola Bux già da noi pubblicate qualche giorno fa e che sono state parimenti pubblicate, riprese dal nostro blog, da Chiesa e postconcilio e da Cristianesimo cattolico) così come a Chiesa e postconcilio (La Stampa: Tornielli, Galeazzi & Introvigne inseriscono CHIESA E POSTCONCILIO nel “grande gombloddoh” antibergogliano, in Chiesa e postconcilio, 16.10.2016), a Radiospada (Cristiano Lugli, Le comiche: ‘La Stampa’ e i suoi strafalcioni su Radio Spada & co., in Radiospada, 18.10.2016), a Riscossa cristiana(Alessandro GnocchiFuori moda - La posta di A. Gnocchi, in Riscossa cristiana, 20.10.2016; Paolo DeottoLa Stampa, Galeazzi, Tornielli, Introvigne. C’è un nuovo “cattivo” da mettere alla gogna: chi critica Bergoglio e apprezza Putin. Ma soprattutto c’è il tentativo (goffo) di inoculare un veleno più sottile, in ivi, 17.10.2016), a Libertà e persona(Francesco AgnoliLe terribili poltiglie di Andrea Tornielli, in Libertà e persona, 16.10.2016Id., Gli adoratori di Putin (anche Benedetto XVI e Francesco?)ivi, 17.10.2016;Asianews risponde alle accuseivi, 18.10.2016CaiusCritica a Galeazzi: disinformazione, calunnia e diffamazione?ivi, 19.10.2016), a Sandro Magister (il quale non ha mancato di sottolineare gli errori dozzinali in cui è incorso il Vescovo di Roma: Quanti errori, Santità. E qualcuno da matita blu, in blog www.chiesa, 19.10.2016) ed agli amici Francesco Colafemmina (Vatikan Pravda, in Fides et forma, 16.10.2016) ed Antonio Socci (Ecco perché gli italiani non credono ai giornali (e non li leggono). Ed ecco perché l’opposizione a Bergoglio è esplosa sui siti internet, in Lo Straniero, 20.10.2016). Questi sono molto più qualificati di noi per replicare, punto per punto, come merita l’articolo de La Stampa. L’unico rammarico è che il nostro blog non è stato neppure menzionato, benché spesso sia stato evocato da altri … Forse siamo ancor più marginali. Ed insignificanti. Meglio così. In una prospettiva evangelica ciò che è disprezzato, è appunto marginale, diviene fermento e creta malleabile per essere forgiata da Dio stesso per i suoi fini. 
Ah … dimenticavamo: anche Il Sussidiario si scopre essere un fan di Putin … (v. Carl Larky,Il gioco pericoloso di Obama per incastrare Trump e aiutare Hillary, in Il Sussidiario, 19.10.2016).
No. A noi non interessano molto questi discorsi. A noi è più congeniale un profilo più discreto, più attinente alla dottrina. Per questo riprendiamo dall’articolo di Miele l’intervista al dott. Galeazzi semplicemente per sfatare un mito: che cioè il sostegno di una maggioranza voglia significare giustezza delle ragioni e che una minoranza si coniughi necessariamente e sempre con il torto. 
E questo mito va subito sfatato per una serie di ragioni:
1. in primo luogo non può sfuggire come questa maggioranza/minoranza sia governata dal notevole impatto mass-mediatico che Francesco riceve. Indubbiamente si tratta di un personaggio che gode un forte favore sui maggiori mass-media. Chi lo nega? I media, non servono analisi sociologiche al riguardo, sono in grado di creare la fortuna o la sventura di una persona, buona o pessima che sia. E miti. E così ad es. si è imposto il mito di un “Papa amante dei poveri” o di “Papa ecologico” o altre amenità. Eppure si dimentica che proprio questo papa, o chi per lui (visto che chi lo fa, lo compie in suo nome), non disdegna di voler dare in locazione un enorme immobile a Borgo, nella Città Leonina, alla multinazionale Mac Donald, non certo famosa per il rispetto della biodiversità e l’impegno ecologico, suscitando l’irritazione anche di alcuni prelati; o permettere di aprire in via della Conciliazione un locale di movida dell’Hard rock Cafe in luogo della sacra Elledici. Non si può ancora dimenticare l’affitto, alla nota casa automobilistica Porsche, per un evento mondanissimo … ovviamente “per i poveri”, della Cappella Sistina … quasi che la stessa non fosse più luogo di preghiera, ma auditorium per eventi mondani asseritamente benefici (Domus mea domus orationis vocabitur e non giàspeluncam latronum, esclamerebbe il Salvatore!). 
Philip Alexius de László, Pio XI, 1924,
University of Oxford - Bodleian Library & Radcliffe Camera, Oxford.
Pio XI qui, secondo il parametro dei nostri autori
e fan del Vescovo di Roma, apparirebbe in posa
da ... principe rinascimentale (sic!)
Sempre il nostro vuol degradare Castel Gandolfo a museo, cercando di captare, dietro ovviamente esborso di denaro, le pruriginose curiosità del pubblico odierno dei media che accorrerà, sulle prime, a vedere dove (ci sia permesso usare il tono ironico-sarcastico!) ilbuongustaio Pio XI pranzava, o dove singhiozzava il discusso Pio XII o i passaggi, più o meno segreti, delbonaccione Giovanni XXIII o il letto magnificentissimo in cui l’efferatoBenedetto XV passava i suoi ozi o, infine, lo studio in cui il perfido Paolo VI compose l’Humanae vitae, per poi - dopo qualche mese - reputare tutto un piccolo ammasso di anticaglie e lasciar perdere e magari mettere all’asta per rastrellare il fondo del barile … ovviamente sempre per … i poveri …. dando ovviamente alla notizia la massima enfasi mass-mediatica.
Resterebbe aperto, dunque, l’interrogativo se le figure costruite dai mass-media siano reali o meno. Ma questo sarebbe un altro discorso.
2. In secondo luogo, va rammentata la prospettiva evangelica. Questo consenso “mondiale”, questo plauso coniuga forse l’ottica evangelica? A noi sembra proprio di no. Chi poco poco conoscesse il Vangelo saprebbe benissimo che il consenso “di questo mondo” è, anzi, guardato con estremo sfavore. “Questo mondo”, infatti, è al servizio di colui che Gesù stesso affermò essere il “principe di questo mondo”: quest’ultimo, nelle celebri Tentazioni, volle offrirglielo, perché, diceva: “è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio” (Luc. 4, 6) …. a condizione che, prostrandosi, lo adorasse. In una prospettiva, dunque, evangelica, il plauso “di questo mondo” dovrebbe far inorridire un cattolico e non compiacere. Gesù indica chiaramente, non a caso, la strada del vero discepolato: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Johan. 15, 18-19). La parola del Signore, dunque, non lascia dubbio alcuno: il mondo ama ciò che è suo, ciò che gli appartiene e gli è proprio e congeniale. Ognuno, dunque, ne tragga le debite e logiche conseguenze. La minoranza, asseritamente di “oppositori”, perciò, lungi dall’essere capodica, è, anzi, composta di quei pochi che, non facendosi abbagliare dalle luci della ribalta e dalle luci del mondo, cerca di leggere gli eventi con obiettività, tenendo, o cercando di tenere, innanzi agli occhi il Vangelo e la Verità.
3. In terzo luogo, ci sarebbe da domandarsi in che misura questo consenso “mondiale” sia sincero. Bisognerebbe domandarsi quanta parte di questo plauso non sia interessato; interessato non al bene delle anime, cioè alla loro salvezza eterna, ma per godere di più limitati e contingenti benefici. Bisognerebbe vedere quanti, ad es., nel clero – a differenza di quanto avveniva in passato – pur consapevoli dell’infondatezza e dell’erroneità delle ragioni del Vescovo di Roma manifestino nondimeno un consenso apparente, magari per beneficiare di qualche promozione ecclesiastica presso la nuova corte dei miracoli o, più semplicemente, per “non avere noie” dai propri superiori. Quanti fedeli, poi, più o meno lontani dalla regolare pratica religiosa e dal depositum fidei, e quindi fedeli solo in quanto registrati nei registri di battesimo, sarebbero consapevoli della fondatezza/infondatezza delle motivazioni del Vescovo di Roma? Francamente ci riesce difficile immaginare che un fedele, che, a malapena fosse in grado di segnarsi con la Croce, poi riesca ad esprimere un consenso o un dissenso consapevoli. Quel che si vuol dire insomma è quanta parte di questo consenso sia costituita da una massa informe ed anodina di “pecore matte” di dantesca memoria, manipolata dai mass-media ed affascinata da zuccherosi, e poco virili, abbracci e bacetti? Quanta poi, in situazione irregolare, esprime un consenso decisamente interessato, pensando al proprio particulare?
Per cui, non si dovrebbe equiparare una minoranza al torto delle ragioni: ciò che certamente non si può fare è l’equiparazione contraria, cioè attribuire al consenso della maggioranza la correttezza delle motivazioni.
Un dettaglio non secondario abbiamo dimenticato: l’analisi dei dottori Tornielli-Galeazzi è parziale perché circoscritta solo al fenomeno italiano, forse neppure molto rappresentativo. Dovrebbero estenderla anche a livello più universale per avere uno sguardo più completo.

Augustinus Hipponensis


giovedì 20 ottobre 2016

La Chiesa 2.0 e l’ermeneutica della confusione

                                    

Tempi difficili per i cattolici. Non bastavano le feroci persecuzioni in Africa e in Medioriente o le leggi bavaglio delle avanguardie mondialiste in Occidente. No, pare che di questi tempi ci si mettano pure i giornalisti cattolici a dare sante “legnate” ai loro fratelli più “intransigenti”. Ormai sembra essere in corso una guerra interna al mondo cattolico. Non è certo questa una novità!
La Chiesa ha sempre visto lo scontro al suo interno di fazioni contrapposte, sin dalla sua origine. Ma allora perché oggi la situazione sembra essere peggiore che nel passato? La risposta sta in quella che possiamo ormai definire “l’ermeneutica della confusione”.

Nel corso della storia la maggior parte di scontri intestini alla vita della Chiesa erano per lo più su questioni politiche e, non raramente, di potere. Non sono mai mancati, chiaramente, anche scontri dottrinali su principi e dogmi di fede. Su questi però l’ultima voce, quella risolutiva, spettava (e spetta anche oggi) al Magistero guidato dal Romano Pontefice. La differenza abissale con il passato non sta nel deragliamento dei teologi e degli intellettuali, ma in quello apparente dei pastori. I Concili del passato hanno rimesso sempre in ordine errori, eresie, sviamenti, debolezze con autorità e fermezza. Ma dal Concilio Vaticano II in poi assistiamo ad un fenomeno inverso. Non solo il CVII non ha risposto ad alcun errore (eh si che c’è n’erano!!) ma parte della confusione e dei problemi che investono l’attuale stato della Chiesa sembrano provenire proprio da alcune “spericolate” aperture dei documenti conciliari, ma ancora di più, dal famigerato “Spirito del Concilio”.  Di questo hanno veramente scritto e dibattuto i più importanti intellettuali cattolici e non degli ultimi quarant’anni, fino a papa Benedetto XVI. È dunque inutile rivangare ciò. L’attenzione, ormai, va posta sullo stato di cose che inevitabilmente è figlia di quello “spirito”, ovvero la Chiesa attuale. “L’ermeneutica della confusione” è talmente evidente che scrittori, giornalisti, intellettuali, semplici fedeli che hanno passato la loro vita a difendere la Chiesa, pagando spesso cari prezzi in termini di lavoro, carriera, emarginazione, oggi siano considerati mandanti oscuri di trame anti-papiste, squadroni che lavorerebbero alla dissoluzione di quella Chiesa a cui hanno dedicato e offerto quasi tutta la loro vita. La singolarità di ciò è data dall’esercito di accusatori: un’accozzaglia che va dai peggiori anticlericali, atei militanti, cripto-comunisti (che fino a ieri lottavano per la demolizione della Chiesa e del Vicario di Cristo0), al progressismo più radicale fino a giornalisti cattolici costretti ad acrobazie intellettuali pur di difendere ciò che prima, essi stessi, attaccavano fermamente. L’ultimo, in termini di esempio, è la scioccante adesione della CEI alla marcia dei radicali (ovvero di coloro che da anni lottano per l’eutanasia, l’aborto, passando attraverso l’utero in affitto, il divorzio, le unioni omosessuali, l’inseminazione artificiale, ecc..) dopo aver pubblicamente declinato l’invito a partecipare alla “Marcia per la Vita” e al recente “Family Day”. Se a questo aggiungiamo le problematiche affermazioni che accompagnano quasi ogni viaggio del Papa, alla frattura aperta durante i due Sinodi sulla famiglia e mai ricucita (circa la Comunione ai divorziati risposati) a cui l’esortazione “Amoris Laetitia” ha contribuito ad alimentare lo stato di confusione, ai recenti festeggiamenti in Vaticano (con tanto di statua commemorativa) dell’eretico Lutero (proprio il giorno in cui si ricordava l’ultima apparizione della Vergine a Fatima), alle liste di proscrizione di fedeli, sacerdoti e cardinali un tempo considerati dei fari e oggi delle zavorre da lasciar cadere, il quadro è completo. Siamo di fronte, dunque, a contraddizioni talmente palesi con i magisteri precedenti da superare il fine dibattito teologico, ed interessare ormai il semplice fedele che, giorno dopo giorno, è messo di fronte ad un “aggiornamento” della Chiesa nel quale non si riconosce più. È per questo che oggi molti filosofi ed intellettuali cattolici sembrano vivere un torpore confortevole che non li rende consapevoli della reale situazione. Avallano con argomenti deboli e superficialmente ciò che invece, per il ruolo che occupano, dovrebbero trattare con la massima serietà e professionalità. Un tempo le gerarchie, pur con tutti i loro problemi e i loro limiti, sono sempre riuscite a ricucire pericolosi strappi dottrinali e a mantenere intatto il “depositum fidei”. Oggi sembra che il caos provenga proprio dai piani alti della Chiesa, da coloro che sono chiamati a guidare il gregge, coloro a cui lo stesso Gesù un tempio ha detto: “a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto”.
Gianburrasca


21 ottobre 2016

Dichiarazione di solidarietà cattolica

L'Amicizia San Benedetto Brixia ha diffuso questa Dichiarazione, che ben volentieri riprendiamo.
DICHIARAZIONE DI SOLIDARIETÀ CATTOLICA


L'Amicizia San Benedetto - Brixia, in seguito all'uscita di alcuni articoli de “La stampa” (16/10/2016 e 17/10/2016 ) relativi a veri e presunti oppositori di papa Francesco, è rimasta impressionata dall'arbitrarietà, dall'insipienza e dalla malevolenza degli attacchi in essi contenuti. 

È superfluo citare la sorprendente e inopportuna commistione tra questioni teologico-ecclesiastiche e simpatie politiche, poiché è dal 1983 (anno di revoca della " scomunica ai comunisti") che vi è la libertà personale relativa all'adesione politica, pur rimanendo la responsabilità sulle singole scelte. 

Riteniamo, invece, importante redarguire fraternamente gli autori degli scritti, perché si servano degli strumenti che hanno a disposizione per la sana informazione e per il bene della Chiesa e non per fomentare lo scontro tra cattolici legati a sensibilità diverse. 

Desideriamo, infine, esprimere la nostra vicinanza, la nostra solidarietà e il nostro sostegno a coloro che sono stati ingiustamente accusati; ci rivolgiamo, in modo particolare, ai cardinali Carlo Caffarra e Raymond Leo Burke, che è stato ospite della nostra associazione il 15 maggio 2015, al vescovo Athanasius Schneider e a don Nicola Bux, anch'egli nostro ospite il 31 marzo 2016. 


Facciamo nostra una pubblica presa di posizione del Cardinale Burke riguardo l'Esortazione Apostolica Amoris laetitia



«Questo documento [...] deve essere accolto con quel profondo rispetto dovuto al Romano Pontefice in quanto Vicario di Cristo, che è, secondo le parole del Concilio Ecumenico Vaticano II: “perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Lumen Gentium, n. 23). 
Alcuni commentatori confondono questo rispetto con un presunto obbligo di credere “per fede divina e cattolica” (can. 750, § 1) tutto quanto è contenuto nel documento. Ma la Chiesa cattolica, pur insistendo sul rispetto dovuto all’Ufficio petrino, in quanto istituito da Nostro Signore stesso, non ha mai sostenuto che ogni affermazione del Successore di Pietro debba essere ricevuta come parte del suo Magistero infallibile». 

Affidiamo il senso e l’esito di tale Dichiarazione all’intercessione e mediazione invincibile di Maria, Madre delle Grazie, patrona della nostra diocesi. 

Vos autem dixi amicos

lì Brescia 21/10/2016
Amicizia San Benedetto Brixia


http://blog.messainlatino.it/2016/10/dichiarazione-di-solidarieta-cattolica.html

Ma non facciamo ridere i polli, ops, gli atei!

Autore: Mondinelli, Andrea  Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
venerdì 21 ottobre 2016

Una congregazione che protesta verso i protestanti
Una congregazione che protesta verso i protestanti

Cari amici,
veramente gustoso, chi l’avrebbe mai detto, questo articolo di Massimo Maiurana sul blog dell’uaar (unione atei agnostici razionalisti):

Perché la laicità sta a un livello superiore sia rispetto alla fede che all’ateismo, non è sinonimo né dell’una né dell’altro e certamente le due dimensioni non possono coesistere nella stessa persona. Ci mancherebbe altro. O possono?
La risposta arriva dal freddo Canada ed è quasi sconcertante: sì, si può appartenere a una congregazione religiosa e allo stesso tempo non credere in Dio, non è un ossimoro . Anzi, si può perfino creare una congregazione di fede che paradossalmente della fede non tiene proprio conto, parola della pastora reverenda Gretta Vosper, della West Hill United Church di Toronto, che dichiara apertamente «noi non parliamo di Dio». Caspita, una Chiesa che non parla di Dio. Più o meno come un’associazione ambientalista che non parla di alberi, o un circolo della caccia dove non si parla di armi da fuoco . Ma Vosper insiste sostenendo che la sua Chiesa, che è senz’altro tale per sua stessa denominazione, si rivolge a coloro i quali sono «in cerca di una comunità che li aiuti a riempire la loro vita di significato senza ricorrere a Dio».Anzi, per lei sarebbe addirittura tempo che la Chiesa in generale la smetta di «idolatrare un Dio teistico».
[…] Non può prescindere dalla fede senza rinnegare se stessa. Se lo fa non è una ChiesaDevo ammettere che faccio fatica ad assimilare concetti così contraddittori . Anzi, diciamo pure che non ci riesco proprio, è qualcosa che esula dalle mie capacità cognitive, probabilmente un difetto mio. Una Chiesa, per come la intendo io, è una comunità di fede e quindi non può prescindere dalla fede senza rinnegare se stessa. Se lo fa non è semplicemente una Chiesa, è qualcosa di diverso .

Il problema della Chiesa di Vosper però non è la sua identità, anche perché in tal caso non sarebbe nemmeno un problema per il semplice fatto che non riguarda gli altri. Uno può anche definirsi vegano e addentare una costoletta, e sarebbe senza dubbio libero di vivere la propria contraddizione finché non pretende che un altro vegano lo sostenga mandando giù a sua volta una salsiccia. Il problema di Vosper è infatti proprio questo: convincere la United Church of Canada, federazione a cui aderiscono varie Chiese cristiane, a mantenere affiliata la sua Chiesa pur riconoscendola come atea.
Un po’ troppo anche per la liberale Chiesa protestante canadese, tant’è che Don Schweitzer, uno dei suoi esponenti di punta, ammette: Il problema di Vosper è infatti proprio questo: convincere la United Church of Canada, federazione a cui aderiscono varie Chiese cristiane, a mantenere affiliata la sua Chiesa pur riconoscendola come atea.


E’ la prova evidente che padre Cornelio Fabro aveva proprio ragione:

Il momento negativo esprime la liberazione raggiunta dall’uomo moderno – con un processo iniziato già nel secolo tredicesimo – da ogni strettoia metafisica ed esteriorità di fede ecclesiastica e quindi la compiutezza della sua libertà. Qui la guida Bonhoeffer: «L’uomo ha così imparato ad affrontare qualsiasi problema, anche importante, senza far ricorso all’ipotesi dell’esistenza e dell’intervento di Dio». E questo non solo nella scienza, nell’arte e perfino nell’etica ma ormai, e in un modo sempre più chiaro, anche nelle questioni religiose: «È ormai evidente che tutto può andare avanti anche senza Dio». Il segno e la prova di questo è che più si insiste nelle prove dell’apologetica tradizionale, più si ottiene l’effetto contrario, di allontanare
l’uomo moderno da Dio. L’uomo moderno è ormai consapevole di aver rotto i lacci dell’infanzia e di aver conseguito la propria maturità, è convinto di poter ormai fare da sé. Secondo Bonhoeffer, «…Dio stesso c’insegna che la nostra vita di uomini deve ormai proseguire come se egli non esistesse».


A forza di vivere come se Dio non esistesse si diventa atei o al più deisti.
Oggi le comiche…



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