ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 25 gennaio 2018

Lupastores

Preti scandalosi e corale indignazione…ovvero… riflessione amara.

Nuove notizie e nuove reazioni indignate… sacrosante, beninteso, ma ecco che sorge spontanea anche la riflessione che qualche prete ligio, tutto canonica e chiesa, chiamerebbe “amaramente zelante”.

E la riflessione è che:  continuare a indignarsi perché in questa nuova Chiesa figlia del Vaticano II ne continuano a succedere di tutti i colori, è diventata una cosa quasi inutile, se non fosse che tanti fedeli continuano ad avere bisogno di rinnovati avvertimenti per guardarsi dai lupi travestiti da preti che ormai scorazzano indisturbati in questa selvaggia prateria che una volta era la terra dei cattolici.

L’ultima notizia viene dalla ex Julia Augusta Taurinorum sede episcopale di San Massimo (V secolo), che oggi si chiama Torino e che ultimamente è stata sede episcopale di quel Michele Pellegrino (1903-1986 - sessantotto) che, come dicono a Torino, più pellegrino di così non si può.



Chiaffredo Olivero, detto Fredo

Uno dei preti cresciuti nell’allevamento sovversivo del Pellegrino, di bel buono decide di non recitare più a Messa il canonico Credo, perché, secondo lui, sarebbe un’inutile tiritera di cose poco comprensibili, e propone il canto di una fesseria che, secondo lui, in quanto comprensibile, farebbe capire ai fedeli che Dio è solo ed esclusivamente amore.

Come si fa a non essere d’accordo? Dopo quattro anni di catechesi bergogliana volta a mutare il Credo dei fedeli?

Ovviamente, se Dio è solo amore e misericordia, che senso ha ricordare che Cristo ritornerà a giudicare i vivi e i morti? Si capisce subito che si tratta di un anacronismo e che quindi occorre aggiornare il Credo perché i fedeli la smettano di pensare ad un Cristo giudice che darà ad ognuno il suo.
A dare ad ognuno il suo ci sta già pensando Bergoglio e tanto basta per smettere di recitare il Credo cattolico e incominciare a cantare fesserie magari tratte dai discorsi martiani del Papa argentino.
Tanti cattolici hanno alzato la voce e hanno gridato allo scandalo, auspicando l’intervento dell’autorità ecclesiastica, come se Bergoglio non fosse lui l’autorità ecclesiastica!
Quando s’è mai visto che l’autorità ecclesiastica intervenga contro se stessa?
E allora?
E allora non bisogna prendersela con quell’apostata di Chiaffredo Olivero che vanta cinquant’anni di Messa moderna e che non è ancora diventato protestante perché non gli conviene, visto che nella neochiesa conciliare è ancora uno che conta, seppure in negativo – il che è tutto dire -; e nella chiesa protestante verrebbe trattato per quello che è: un povero deviato da tenere lontano dai fedeli – i protestanti, nella loro eresia, sono più seri degli apostati cattolici della neochiesa conciliare.

Bisogna prendersela con chi si è fatto untore della peste dell’apostasia e la va disseminando in lungo e il largo, in basso e in alto, il terra e per l’áere aereo, cercando di convincere tutti che la verità è sbagliata e che è giusta solo l’improvvisazione parolaia, meglio se al cospetto dei fotografi e sotto i riflettori delle macchine da presa.

Bisogna prendersela con i prelati che hanno voluto che a capo della Chiesa ci fosse un demolitore della fede cattolica, per portare alle estreme conseguenze gli errori del Vaticano II e dar vita ad una nuova Chiesa quanto più distante è possibile dalla Chiesa di sempre, dalla Chiesa di Nostro Signore.

Bisogna prendersela con i prelati che per quattro anni hanno fatto finta che tutto andava bene e che bisognava solo correggere filialmente questo o quel punto poco ortodosso.

Bisogna prendersela con i fedeli laici che battono le mani alle “birichinate” dei vari Fredi che bestemmiano Cristo e la Sua Chiesa.

Tutto sbagliato, tutto da rifare?
No, tutto da buttare! Proprio tutto… perché nell’acqua sporca non c’è alcun bambino da salvare,  non c’è alcunché da preservare: perfino le poche cose accettabili sono infangate dall’errore ed è solo facendo tabula rasa che sarà possibile provare a tenere in vita il seme della verità!
E guai a supporre che un pugno di veri fedeli chierici e laici possano ripulire lo sporco accumulato in quarant’anni in questa neochiesa apostata che si fa chiamare ancora cattolica!
La vera Chiesa di Cristo non la si trova confusa in mezzo alle macerie della neochiesa conciliare, ma laddove si è riusciti a tenersi lontani dalle macerie provocate dal terremoto del Vaticano II e dai suoi demolitori.

Non esiste una Chiesa ufficiale che continua a rappresentare la Chiesa cattolica, esiste solo un agglomerato di Fredi che provano ad ingannare anche i pochi cattolici puliti che nonostante tutto continuano a tenersi in vita e in piedi in mezzo alle macerie e auspicano che i veri fedeli chierici e laici che si sono tenuti distanti dal terremoto continuino a mantenere le distanze in attesa di essere raggiunti dai ritardatari… e provvedano ad allontanare dal loro piccolo recinto i personaggi che sono stati sporcati dagli schizzi di fango provocati dalle macerie cadute nel pantano e ultimamente dalle pietre lanciate quasi giornalmente da Santa Marta.

Come nella neochiesa apostata è facile riconoscere chi resiste alla tormenta e rifiuta l’omologazione, così nel ridotto della vera fede e dei veri fedeli è facile riconoscere chi manifesta di essere attratto dalla tormenta e anela a raggiungere la palude dove ancora troneggia ingannevole il cartello: “chiesa cattolica”, messo apposta lì per nascondere la vera dicitura: “malabòlgia delle sabbie mobili”.
Chi resiste alla tormenta e rifiuta l’omologazione ha bisogno che rimanga intatto il ridotto della vera fede eretto provvidenzialmente da Mons. Lefebvre, e ha bisogno che tale ridotto rimanga raggiungibile per il suo rimanere isolato e distante dalla palude della neochiesa conciliare… e ha bisogno che dall’interno di tale ridotto si caccino via i novelli “Bernardi da Menzingen” che si recano in campo nemico per trattare la pace e consumano invece il tradimento.

Indigniamoci allora, ma di sacrosanta indignazione che miri a tagliare metaforicamente le teste…  perché è dalla testa che incomincia a puzzare il pesce; ed anche chi non ha più buon naso o è affetto da qualche sintomo dell’influenza modernista sente bene il lezzo che esala dal corpo marcio della neochiesa conciliare dove i vari Fredi possono guazzare e guizzare schizzando veleno da tutti i pori per sporcare i pochi rimasti veri fedeli di Cristo.

Indigniamoci non mugugnando, ma gridando ai quattro venti che non se ne può più di bergoglionate con annessi e connessi, vengano da Santa Marta o da qualunque altra parte del campo nemico…
Non si ingannino i giovani chierici che credono ancora nei cartelli di facciata… il campo nemico non è più la Chiesa di Cristo che dice di essere, ma la Sinagoga di Satana che in realtà è.



La vera Chiesa è a destra e scopre la falsa chiesa a sinistra, che è la sinagoga accecata


Zelo amaro! Oh! Sì! Amaro come il fiele
, ma che sgorga spontaneo dal più profondo del cuore e impone che si rinnovi il monito di Chi, voce in Galilea, esclama tuonando: convertitevi e credete al Vangelo! (Mc 1, 15);




e impone che si ripeta l’avvertimento:
«Perché… tu combatta la buona battaglia con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l’hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede» (I Timoteo 1, 18-19);

e impone che si ripeta la raccomandazione:
«annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina.» (II Timoteo 4, 2);

e impone che si ripeta il consiglio:
«Dopo una o due ammonizioni sta’ lontano da chi è fazioso, ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa.» (Tito 3, 10-11).

Combattere la buona battaglia, ammonire, rimproverare, esortare, ma soprattutto stare lontano da chi è andato fuori strada e si è condannato da se stesso… che sia il fedele, il chierico, il vescovo, il cardinale o il papa!

Chi non se la sente di affondare il bisturi, tenga a mente che “il medico pietoso fa la piaga verminosa” e che ogni male si aggrava se non si ha la forza e la determinazione di estirparlo nonostante la cosa appaia dolorosa.


di Belvecchio
  • NEOCHIESA

In Austria arriva la "parroca" e la messa è fai da te

Sissy Kamptner
La pastora – cattolica – della diocesi di Linz, in Austria…
In  Katholisches – Rivista per Chiesa e Cultura abbiamo trovato un articolo molto interessante, scritto da una donna, Martha Burger, il che può evitare almeno qualche accusa di maschio-centrismo, su uno strano fenomeno che ha luogo nella diocesi di Linz. In cui una donna, in una chiesa cattolica, dice di sé: “Sono una pastora, manager, parroco e diaconessa, (a ciò) consacrata dalla vita”.
Martha Burger osserva che “Il fenomeno dell'usurpazione degli spazi sacri da parte di donne sta infettando in modo strisciante la Chiesa austriaca e provocando una scarsità di vocazioni mai osservata prima”. E’ un processo che ha radici antiche; e nota, in particolare per il suo Paese la Burger, che  “Determinate correnti di pensiero, in particolare quando non fanno parte del mainstream o addirittura ne sono messe al bando, possono sopravvivere sottotraccia anche per generazioni. È solo quando hanno raggiunto una certa forza che accedono la dimensione dell'ufficialità, talvolta in modo improvviso, altre volte in modo subdolo”.  Ora, è un dato di fatto che la Chiesa cattolica contemporanea è stata indulgente con deviazioni e le correnti "di rottura" sviluppatesi al suo interno dopo il Concilio Vaticano II, perdendone progressivamente il controllo. I vertici ecclesiali si sono sottratti troppo spesso al confronto, hanno permesso il progressivo emergere di situazioni a loro volta non affrontate.  
Le conseguenze di tale indulgenza della Chiesa è che essa è arrivata a tollerare deviazioni dottrinali nelle scuole e facoltà teologiche.
Martha Burger parla di conseguenza di una “cecità pericolosa” nella Chiesa. E ne fornisce un esempio evidente: “Questa cecità diviene visibile nell'edizione odierna del Kronenzeitunng (una rivista austriaca n.d.t.). Si noti lo stravolgimento dei concetti, la percezione del proprio ruolo e la pretesa avanzata”.
“Io sono una pastora”: queste sono le parole di Sissy Kamptner (57 anni) riportate dal Kronenzeitung, nel quale si legge ancora: “La teologa cura la Parrocchia del Gesù Bambino a Steyr e chiede più diritti per tutte le donne all'interno della Chiesa“. Il Gesù Bambino (Christkindlbasilika) è una meta di pellegrinaggio nota a livello internazionale soprattutto per il suo ufficio postale, indirizzo "ufficiale" per le lettere dei bambini inviate a Gesù Bambino in tempo natalizio. Figlia di un imprenditore, la Kamptner non ha voluto entrare nell'azienda di famiglia: “Lavoro nella Chiesa già dal 1984“ dice. “Oggi“, continua l'articolo, “la cura delle anime al Gesù Bambino è interamente nelle sue mani".
“Sono la "parroca" (Pfarrerin è il femminile di Pfarrer=parroco, n.d.t.) titolare”
Nota Martha Burger: “Lo afferma la stessa Kamptner. E' da tempo, oramai, che la comunità ha imparato ad ‘apprezzare il suo impegno all'altare’ riporta il giornale, anche se si intuisce che si sarebbe potuto dire qualcosa di più che però, per ragioni di "political correctness", non è stato scritto. ‘Il sacrificio eucaristico in Basilica viene celebrato da un parroco aggiunto esterno’, così si legge sul giornale e si coglie, in questa breve frase, il completo stravolgimento della Liturgia e dei Sacramenti. La celebrazione Eucaristica diviene un elemento opzionale, accessorio e occasionale; l'elemento centrale è costituito dalla ‘Messa’ della ‘Parroca titolare’. La parolina ‘aggiunto’ lascia poi intuire chi è ora al comando e chi, invece, è solo tollerato”.
Martha Burger sottolinea il fatto che non è più il sacrificio eucaristico, ma delle non meglio specificate “funzioni religiose”. E scrive: “Sorprende che il livellamento venga tollerato ufficialmente dei vertici della Diocesi. A riguardo non è chiaro se - e se sì, chi - si stia comportando colpevolmente in modo ingannevole. Perché, evidentemente, nella Diocesi non c'è nessuno a ricordare ai fedeli che un qualche genere di ‘funzione religiosa’ non soddisfa l'obbligo domenicale”.
E a quanto pare questa ambiguità non si limita a Steyr, se “Anche nel capoluogo Linz accade che in alcune parrocchie, dove non si trova più un parroco, si dia libero sfogo alla follia celebrando ogni genere di ‘funzioni religiose’ (celebrazione della famiglie, dei bambini, del carnevale, ecumeniche ...), quando basterebbe chiedere ai fedeli di spostarsi di poche centinaia di metri per assistere a una Santa Messa nella Parrocchia confinante”.
L’ambiguità è diffusa e alimentata dalla pagina web della parrocchia-santuario. Denuncia Martha Burger: “La Kamptner, teologa al Gesù Bambino, opera una sorta di inganno, come si intuisce leggendo la pagina internet della parrocchia inserita nel sito della Diocesi. Vi si annunciano diligentemente le funzioni religiose domenicali, senza però indicare se si tratti di Sante Messe o di celebrazioni a-la-Kamptner. Qui, colei il cui ruolo ufficiale è ‘assistente parrocchiale’, appare rivestire all'interno della chiesa un ruolo analogo a quello di un consacrato. Anche in questo la situazione è equivoca e in verità, tra le assistenti pastorali nella Diocesi di Linz, è più la regola che l'eccezione. I loro fazzoletti dai colori batik indossati a guisa di stola dovrebbero indicare una dignità sacerdotale mai posseduta”.
Per farsi un'idea più precisa è sufficiente cliccare sul calendario delle funzioni nella pagina internet della basilica e valutare le indicazioni incomplete che il visitatore vi trova. Per esempio, domenica prossima 21.1.2018 vi sarà una “funzione della parola" e una "funzione parrocchiale", ma nessuna Santa Messa. “La "funzione della parola" prevede una "preghiera commemorativa" per una famiglia in suffragio del loro figlio defunto. Si tratta di una Messa in suffragio per il quale viene pagata un'offerta? Il sospetto che si incassino offerte per "funzioni religiose" che non sono Sante Messe, è espresso in diverse Diocesi austriache”.
La mancanza di sacerdoti è la ragione addotta, come ben sappiamo, da molti per giustificare questo genere di esperimenti creativi. In Austria – e anche in altri Paesi europei, aggiungiamo noi – questa carenza, secondo la Burger, ha a che fare “con una teologia sbagliata, che combatte il sacerdozio cattolico e che lo vuole sostituire con un altro tipo di sacerdozio. La carenza di sacerdoti, sia voluta oppure no, è il risultato diretto di una teologia errata, alla base della quale vi è una errata comprensione della Chiesa. Questa sempre più pressante mancanza di preti è anche auspicata, almeno da parte del clero e dei laici che operano nella Chiesa. Si ritiene che in questo modo la si potrà costringere a cambiamenti strutturali che si vorrebbero introdurre: la rimozione del celibato sacerdotale e l'accesso della donne al sacerdozio”.
L’ultima consacrazione di un sacerdote – non monastico, o appartenente al mondo della “tradizione” – risale al 2014, e i sacerdoti venivano dalla Polonia e dallo Schleswig- Holstein. Il seminario è quasi vuoto,  perché scrive Martha Burger, “I pochi seminaristi capaci di resistere in un apparato di laici infestato dall'ideologia gender, politicamente rosso-verde (Sinistra e Verdi, n.d.t.) e sostanzialmente ostile alla Chiesa, fugge a cercare riparo nella comunità monastiche storiche o nei capitoli dei canonici”.
"Il nostro compito è al servizio della vita, e non delle strutture di potere” – afferma la Kamptner,  indicando che la sua  - e di altre – funzioni è quella di “promuovere l'equiparazione all'interno delle strutture“. E cioè, "l'ammissione delle donne alle ordinazioni“, il Kronenzeitung riporta letteralmente le parole di Kamptner, “vale a dire che in tema di consacrazione delle donne al Diaconato finalmente si proceda!” In conclusione, dice di se stessa: “Io sono diaconessa, consacrata dalla vita!".
Marco Tosatti

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.