"Stanotte ho fatto un sogno strano: ho sognato che oggi, nel giorno di Pasqua, si affacciava a sorpresa dal balcone pontificio un nuovo Papa con la testa d'uovo e una grande barba". Esordisce così Marcello Veneziani in un articolo su Il Tempo. Un pezzo in cui dà conto di una sorta di visione e che, non a caso, viene pubblicato proprio a Pasqua. Resta il punto centrale: il Papa non è Francesco. Il Papa è "Pasquale III". E terzo "in virtù della tradizione e non per l'anomalo affollamento di papi viventi in Vaticano".
Nel sogno di Veneziani, quel Papa neo-eletto "aveva un programma santo e grandioso: la Chiesa risorta, come Gesù Cristo nel giorno di Pasqua. Il Risorgimento cristiano era indicato dal Papa nella sua orazione come la sua principale missione. Lo splendore della verità unito all'umiltà del sacerdozio, l'amore per la Tradizione, il Rito e la Liturgia come ponti d'oro per connettere la Fede ai popoli, Dio agli uomini, la storia al mistero del sacro".
E ancora, il racconto onirico continua sottolineando: "Ma avendo la Provvidenza deciso di farlo eleggere proprio nella notte pasquale, egli pensò di seguire docilmente la simbolica indicazione celeste. Papa Pasquale si diceva convinto che sarebbe ripartito da un atto di fondazione perché la chiesa, anzi la cristianità, ha riportato molte ferite. Ma risorgere non vuol dire cancellare la storia e la tradizione cristiana". E se iniziate a sospettare che dietro a questo sogno si celi un durissimo attacco a Papa Francesco, non sbagliate.
L'attacco, infatti, poco dopo si fa assai esplicito: "Per Papa Pasquale Gesù Cristo non è venuto solo col Concilio Vaticano II, ma più di duemila anni fa. E i padri della Chiesa non sono Bauman e Scalfari, ma Sant'Agostino e San Tommaso, più l'esercito di santi, martiri e pontefici dei secoli andati". E ancora: "Papa Pasquale cantava in latino e in aramaico, benediceva con grazia, secondo liturgia, e appariva carismatico, senza battute di spirito perché sapeva distinguere lo spirituale dallo spiritoso".
Dunque, la conclusione: "A proposito, che faceva Francesco? Il sogno era sfocato sull'argomento - sottolinea Veneziani -. Forse presiedeva una Ong, si occupava di migranti, scriveva su la Repubblica, giocava a burraco con Ratzinger e Scalfari al circolo dei Papi in congedo, da loro fondato. Aveva dismesso la tonaca, ma non gli scarponi, e ripeteva all'infinito una gag di Totò: Ma io non sono Pascquale. E lì, mi sono svegliato", conclude.
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