Ah, ed ovviamente l’egiziano che l’ha rovinata per sempre, è libero:
29 settembre 201715:32
Roma, lei disabile a vita ma il suo aggressore libero: la storia di Luana
La donna, dipendente dellʼAtac, è stata aggredita da un passeggero egiziano. Il colpevole, condannato a 14 mesi, è fuggito senza scontare la pena
…
Per l’Inail non è infortunio – “Non mi hanno riconosciuto l’infortunio professionale”, ha detto ai microfoni del programma “Dalla vostra parte”. Nonostante sia inabile al lavoro, per l’Inail non c’è un nesso dimostrabile tra il danno cerebrale e il colpo alla testa. Luana tira avanti con una piccola pensione di invalidità: meno di mille euro al mese per pagare terapie, riabilitazione e assistenza domiciliare.
Roma, lei disabile a vita ma il suo aggressore libero: la storia di Luana
La donna, dipendente dellʼAtac, è stata aggredita da un passeggero egiziano. Il colpevole, condannato a 14 mesi, è fuggito senza scontare la pena
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Per l’Inail non è infortunio – “Non mi hanno riconosciuto l’infortunio professionale”, ha detto ai microfoni del programma “Dalla vostra parte”. Nonostante sia inabile al lavoro, per l’Inail non c’è un nesso dimostrabile tra il danno cerebrale e il colpo alla testa. Luana tira avanti con una piccola pensione di invalidità: meno di mille euro al mese per pagare terapie, riabilitazione e assistenza domiciliare.
Questa è vita quotidiana per il personale viaggiante di treni,tram e bus – che voi milionari, che voi oligarchi di Stato, non avete bisogno di prendere.
Altro che uova, a Roma i rom tirano sassi a bus e auto – VIDEO
Solo ieri arrestati 170 immigrati
Pusher nigeriani si affrontano in piazza col machete, feriti e sangue ovunque
Domenica, 14.30 in piazzale Castellina a Ferrara, nei pressi della stazione dei treni, un nigeriano avvicina un connazionale spacciatore per acquistare 5 euro di hashish e lo paga con una banconota da 10 euro. Ma il venditore non gli dà il resto e la discussione degenera. Il primo tira fuori un coltello per cercare di far valere le sue ragioni, il venditore scappa, i passanti chiamano le forze dell’ordine. I due vengono semplicemente identificati dai carabinieri che non hanno trovato il coltello, visto da testimoni.
Domenica, 14.30 in piazzale Castellina a Ferrara, nei pressi della stazione dei treni, un nigeriano avvicina un connazionale spacciatore per acquistare 5 euro di hashish e lo paga con una banconota da 10 euro. Ma il venditore non gli dà il resto e la discussione degenera. Il primo tira fuori un coltello per cercare di far valere le sue ragioni, il venditore scappa, i passanti chiamano le forze dell’ordine. I due vengono semplicemente identificati dai carabinieri che non hanno trovato il coltello, visto da testimoni.
Lunedì, ore 18 in via Oroboni, una zona più periferica, c’è uno scontro tra due bande di nigeriani che combattono per strada. Parte la caccia all’uomo. 4 nigeriani inseguono un quinto, probabilmente di un gruppo rivale. Uno degli aggressori impugna un machete e colpisce il rivale alla testa. “Ero lì presente”, spiega Lodi, “se non ci fosse stato per caso una pattuglia di passaggio non so come sarebbe finita”.
L’uomo colpito si accascia a terra col sangue che gli cola dalla testa. Gli aggressori scappano, vista la polizia. La vittima si siede su una gradino e con un poliziotto al fianco e aspetta l’arrivo dell’ambulanza. Finirà in ospedale in rianimazione.
Lunedì, ore 22, poco dopo i fatti di via Oroboni c’è un accoltellamento in Corso Giovecca, zona centrale. Un nigeriano viene colpito da un fendente impartitogli da connazionali. Sul posto arrivano carabinieri e sanitari del 11
Andria: rissa tra immigrati tra famiglie e bimbi
Si sono picchiati selvaggiamente anche a colpi di bottiglie, coltelli e mazze: 3 feriti
Attimi di paura ieri sera verso le 20:30 nel parco Graziella Mansi di Andria per via di una rissa tra extracomunitari. Una discussione fra due gruppi di nordrafricani, ubriachi secondo le testimonianze, è degenerata in fretta. Gli immigrati, alcuni ospiti del vicino centro di accoglienza “Buona speranza” di via vecchia Barletta, si sono picchiati selvaggiamente anche a colpi di bottiglie, coltelli e mazze. Tutto è avvenuto davanti a numerose famiglie con bambini che a quell’ora affollavano la piazzetta. Tre nigeriani sono rimasti feriti. Il più grave è stato portato all’ospedale Bonomo e poi dimesso qualche ora dopo con una prognosi di 25 giorni. Gli altri due sono stati medicati sul posto dal 118: ne avranno per 15 giorni. La polizia sta ricostruendo l’accaduto per accertare le responsabilità di ciascuno.
Poi ci sarebbe anche questo, presidente: :
Oseghale confessa: ho fatto a pezzi Pamela, ma non l’ho uccisa
Il 29enne ha raccontato che la ragazza era morta dopo essersi iniettata una dose di eroina
Con questa confessione, il negro si scagiona dell’omicidio. Sarà condannato “solo” perché hb fatto a pezzi la donna. Ora, attorno a questo Oseghale c’è stato subioto, a Macerata, molto riguardo.
Lui steso aveva detto: “Ci ho fatto sesso e l’ho fatta a pezzi”, ma poi
Il riesame esclude lo stupro per Oseghale
Continuiamo;
a macggio si è parlato di una intercettazione :
“Innocent mi chiese se volevo stuprarla”
Nel tragico caso di Pamela Mastropietro spunta un intercettazione: “Innocent mi telefonò chiedendomi se volevo andare a stuprare una ragazza che dormiva”, avrebbe detto Lucky Awelima a Desmond Lucky. I
Quei due, Lucky eDesmond, spacciatori nigeriani come lui, inizialmente sembrava avessero partecipato almeno allo squartamento, se non all’assassinio. Ebbene:la magistratra li ha scagionati. Restano in carcere solo per droga.
Secondo articoli, Oseghale era stato intercettato in carcere mentre ammetteva:
Ho ucciso io Pamela, ho fatto tutto da solo”: Innocent Oseghale intercettato in carcere
continua su: https://www.fanpage.it/ho-ucciso-io-pamela-ho-fatto-tutto-da-solo-innocent-oseghale-intercettato-in-carcere/
http://www.fanpage.it/
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Ora, invece, dice che lui non l’ha ucccisa. Lei è morta da sé, di morte naturale per overdose. Non si sa come coordinarla con un’altra informazione che era stata diffusa:
L’autopsia sul corpo della vittima, però, ha recentemente rivelato che un’altra è stata la causa della morte: Pamela, infatti, è stata colpita alla testa e trafitta con un fendente. Dopo la sua morte, avvenuta verosimilmente nell’appartamento in via Spalato, a Macerata, il suo corpo è stato smembrato con grande precisione e lavato con la candeggina per cancellare le tracce di DNA.
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Una strategia difensiva che quindi rigetta l’accusa di omicidio e di violenza sessuale e che era stata già preannunciata dagli avvocati del giovane nei giorni scorsi. Secondo l’accusa infatti il 29enne quel giorno avrebbe fatto entrare la ragazza nella sua casa, le avrebbe venduto l’eroina per poi violentarla; infine per non far scoprire la violenza, l’avrebbe assassinata con due coltellate al fegato e poi fatta a pezzi, lavandola con la candeggina e asportando alcune parti dove credeva si potessero trovare delle tracce degli abusi inflitti.
“. Così commenta l’avvocato Simone Matraxia. Il penalista ascolano contesta comunque l’ipotesi dell’accusa in base alla quale Pamela sarebbe stata uccisa a colpi di coltello. “Non siamo d’accordo con questa ricostruzione, basata su quanto affermato dai consulenti medico legali della Procura. In base a quanto ci riferiscono i nostri consulenti – spiega Matraxia – la povera ragazza è morta per un malore conseguente all’assunzione di droga e non perché colpita con un coltello quando era ancora in vita”.
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Certo lo spacciatore ha buoni avvocati, se li può pagare . O è difeso d’ufficio? Insomma sono sparite le coltellate al fegato, sparita laviolenza carnale, sparito l’omicidio.
Mai esplorata l’ipotesi dell’omicidio rituale con pasto cannibalico a scopo magico, nessuna indagine sull’appartenenza a costui e i suoi amici a quelle sette stregonesche che la polizia nigerian chiama “Ritualist” e di cui trova spaventosi residui – fra cui corpi umani tagliati con estrema perizia, cuori e fegati strappati e mangiati, e così via.
Conclusione:
Fra quattro-cinque anni Oseghale è fuori. Dovete proprio credere, o giudici, alla sua giustificazione? Di uno spacciatore della mafia più pericolosa, omicida e spietata dell’Africa nera?
Mi sono spesso domandato: se io, il sottoscritto Blondet, fosse beccato con due valige con dentrro un corpo umano, tranciato alla perfezione, ma prima stuprato e accoltellato, potrei giustificarmi assicurando: “Ma non l’ho uccia io!”? Mi crederebbero?
Anzi. Per me,notorio sovranista e anti-euro, sarebbe adottata subito la certezza della mia colpa, anzi, aggravata a fantasia. Come – per esempio- la miliardaria Rula Jebreal, “giornalista” tv ma oggi vivente milionaria a Manhattan. Per lei il lancio dell’uovo alla lanciatrice di disco di Moncalieri è diventato “un pestaggio di neo-nazisti”.
Daisy Osakue è un’atleta italiana: è stata aggredita e picchiata da un gruppo di neo-nazisti italiani. Le minacce si stanno facendo sempre più pesanti per quelli come noi non ritenuti di “razza pura” dal governo italiano. Svegliamoci! Abbiamo già visto tutto questo prima! L’Europa è a rischio!
Ovviamente questa è la Chiesa che se ne frega di Luana, la povera addetta dell’ATAC ridotta all’invalidita; se ne strafotte di Pamela violentata e fatta a pezzi, dei poveri sempre più poveri, delle vittime sempre più indifese e spregiate da voi oligarchi, da voi ricchi, da voi sicuri.
E’ questa Chiesa:
E’ questa Chiesa:
Ex parroco sposato
con un uomo torna
a celebrare messa
VERONA. Il 5 luglio l’abbraccio col vescovo Giuseppe Zenti, a Selva di Progno, sembrava aver spento i riflettori sulla vicenda di Giuliano Costalunga, l’ex parroco veronese al centro di un caso che aveva fatto il giro del mondo in seguito alla notizia che si era sposato con il suo compagno. Il matrimonio civile era stato celebrato in aprile a Gran Canaria. Costalunga, con una lettera al vescovo, in febbraio aveva ufficializzato la volontà
di abbandonare il ministero. Il matrimonio, poi, gli aveva procurato l’automatica sospensione “a divinis”. Ma ora, come riporta L’Arena.it Costalunga ha accettato l’invito della Chiesa Vetero Cattolica Americana: il 6 settembre nella parrocchia di Grassobbio, a Bergamo, «presiederà una solenne celebrazione eucaristica».
di abbandonare il ministero. Il matrimonio, poi, gli aveva procurato l’automatica sospensione “a divinis”. Ma ora, come riporta L’Arena.it Costalunga ha accettato l’invito della Chiesa Vetero Cattolica Americana: il 6 settembre nella parrocchia di Grassobbio, a Bergamo, «presiederà una solenne celebrazione eucaristica».
sICCHé PENSO PROPRIO CHE FRA QUATTRO ANNI OSEGHALE USCIRà, TORNERà DALLA COMPAGNA ITALIANA, E APRIRà MAGARI UN RISTORANTE COME QUELLO CHE HANNO SCOPERTO IN NIGERIA.
Serviva carne umana cotta. Ma aveva in frigo anche due teste freschissime avvolte in cellofan.
Come dice la Boldrini, sono l’avanguardia di uno stile di vita che sarà anche il nostro. Infatti voi oligarchi, a noi già ci state divorando.
DELIRIO ANTIRAZZISTA
Ma le uova non fanno male se colpiscono le Sentinelle
La vicenda dell'atleta azzurra di origine nigeriana Daisy Osakue, colpita al volto da un uovo lanciato da balordi, è da scuola di giornalismo. Benché fosse evidente da subito che non c'era motivo razziale, si è scatenato un can can incredibile. Neanche un fiato invece quando ad essere sistematicamente colpite da uova erano le Sentinelle in piedi.
Dopo l'aggressione alle Sentinelle in Piedi
Non tutte le uova vengono per nuocere. O di certo non tutte si guadagnano l’apertura dei tiggì, o migliaia di condivisioni sui social network, o ancora fiumi di inchiostro come quelli versati per la vicenda che ha visto Daisy Osakue, atleta azzurra under 23 di lancio del disco, colpita da un lancio di uova da un’auto in corsa nella notte del 29 luglio mentre rientrava nella sua casa di Moncalieri. Il tiratore forse non era scelto, ma aveva senz’altro una discreta mira perché ha colpito la ragazza in pieno volto, provocandole una lesione all’occhio sinistro che per qualche ora ha fatto temere che l'atleta, torinese di origine nigeriana, potesse non partecipare ai prossimi europei di atletica.
Le agenzie di stampa hanno divulgato la notizia lunedì mattina, scrivendo che gli inquirenti avevano subito escluso il movente razziale del gesto, ma la notizia viene immediatamente connotata grazie al post di Enrico “mitraglietta” Mentana, che per primo scrive su Facebook: «Salvini, Di Maio, ma come si fa a dire che non c'è un aumento allarmante di episodi di intolleranza nei confronti dei neri in questo paese?». Condisce la sua uscita con un tocco da lord inglese: l’hashtag #merde.
Come di fronte a un ordine di scuderia, poco dopo tutti i principali siti di informazione sono pronti a rilanciare. Ansa, Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Espresso, Tg Rai, Sky, Mediaset all’unisono aprono con questa notizia titolando, in diverse declinazioni, sull’«allarme razzismo». Richiamati dalla parola d’ordine, sui social network sono apparsi uno dopo l’altro i paladini del politicamente corretto. In pole position l’ex "presidenta" della Camera, Laura Boldrini: «Mentre Salvini – quello che dovrebbe garantire la sicurezza nel nostro Paese – era impegnato a twittare slogan mussoliniani, ieri un’atleta italiana veniva aggredita da un branco di vigliacchi». Subito dopo il segretario fantasma del Pd, Maurizio Martina: «Chi nega la spirale razzista che sta crescendo nel nostro Paese, se ne rende complice #bastarazzismo»; e poi Cecile Kyenge, indimenticato ministro per l’integrazione del Governo Letta: «#DaisyOsakue, ennesima vittima di violenza razzista. Non arrendiamoci a questo clima d'odio: siamo in tanti, facciamo sentire la nostra voce: #bastarazzismo!».
Non poteva mancare Matteo Renzi, secondo cui Daisy Osakue è stata nientepopodimeno che «selvaggiamente picchiata da schifosi razzisti» e che ha aggiunto: «Gli attacchi contro persone di diverso colore della pelle sono una emergenza. Ormai è un'evidenza, che nessuno può negare, specie se siede al Governo». Il premio delirio del giorno comunque è andato a Rula Jebreal, giornalista e scrittrice palestinese naturalizzata italiana, che sempre ai social network ha affidato la sua acuta riflessione: «Daisy Osakue è stata attaccata e colpita da un gruppo di neo-nazisti in Italia. Le minacce stanno diventando sempre più micidiali per quelli tra noi che non sono considerati 'razzialmente puri' dal governo italiano». Ci mancavano solo gli hacker russi e poi avremmo avuto il quadro completo.
E dire che non ci voleva un’indagine del Fbi per capire che il razzismo non c’entrava nulla con questa vicenda. Bastava Google per apprendere che nelle ultime settimane a Moncalieri sono piovute uova da un’auto in corsa anche addosso ad un pensionato della zona e a un gruppo di donne ferme a chiacchierare fuori da un ristorante. Non è importante. Se ad essere danneggiati sono dei bianchi il lancio di uova smette di essere un fatto grave.
Non ci pare di ricordare titoloni o tweet indignati quando il lancio di uova era tra gli sport preferiti dei contestatori delle Sentinelle in Piedi, insieme a spintoni e pugni che sono volati nelle piazze di Bologna, Rovereto, Genova, Torino ecc. D’altra parte si sa, meglio un uovo oggi che una Sentinella domani, per il resto la realtà non conta, quel che conta è spingere al massimo sull’allarme del momento e l’allarme del momento – realtà o non realtà – deve essere il razzismo.
Che poi pensandoci, si tratta di un’emergenza del tutto nuova, nel nostro Paese: i razzisti devono essere arrivati in Italia tutti insieme, negli ultimi mesi, di certo non c’erano durante il Governo Gentiloni, men che meno durante il governo Renzi; l’allarme è scattato tutto ad un tratto, un po’ come avvenuto per le cosiddette fake news: le bugie infatti hanno iniziato ad essere un problema solo dal novembre del 2016, casualmente in concomitanza con l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, prima non c’era nessun pericolo di notizie false, menzogne o manipolazioni dell’informazione. Tutti fedeli alla nuda verità. E che dire dell’emergenza omofobia, qualcuno se la ricorda? È scattata nel nostro Paese sul finire della primavera del 2013 quando si sono sprecati titoli, articoli e servizi televisivi, tutti a gridare «allarme omofobia», casualmente proprio nel momento in cui veniva presentato l’omonimo testo di legge firmato dal piddino Ivan Scalfarotto. Ma non c’erano omofobi in Italia prima del 2013?
Non c’erano i razzisti in Italia prima di Matteo Salvini vicepremier? O divulgatori di fake news prima di Donald Trump alla Casa Bianca? Mistero. Ci resta l’hashtgag del giorno dopo, l’immancabile #siamotuttiDaisy, sulla scia del #jesuischarlie. In effetti rischiamo tutti di essere un po’ Daisy Osakue, ci piovono addosso notizie già cucinate come fossero uova sode, scansarle e provare ad andare a fondo è faticoso ed è più facile accodarsi al mainstream: «L’Italia è un Paese razzista», «ce lo chiede l’Europa», e soprattutto il grido di battaglia Lgbt «love is love». O a questo punto dovremmo dire «l’ov is l’ov».
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