Il cardinal Zen: "Un capolavoro: dire niente con tante parole!"
Il cardinal Zen, vescovo emerito di Hong Kong sull'accordo Cina-Vaticano dice all'agenzia Asia News: "Il comunicato, tanto atteso, della Santa Sede è un capolavoro di creatività nel dire niente con tante parole. Dice che l’accordo è provvisorio, senza dire la durata della sua validità". "Siamo particolarmente preoccupati di sapere: “la nomina dei Vescovi” include anche la legittimazione dei sette?"
Un capolavoro: dire niente con tante parole!
Il comunicato, tanto atteso, della Santa Sede è un capolavoro di creatività nel dire niente con tante parole. Dice che l’accordo è provvisorio, senza dire la durata della sua validità; dice che prevede valutazioni periodiche, senza dire quando sarà la prima scadenza.
Del resto qualunque accordo può dirsi provvisorio, perché una della due parti può sempre aver ragione per chiedere una modifica od anche l’annullamento dell’accordo. Ma la cosa importante è che se nessuno chiede di modificare od annullare l’accordo, questo, anche se provvisorio, è un accordo in vigore. La parola “provvisorio” non dice niente.
“L’accordo tratta della nomina dei Vescovi”. Questo la Santa Sede ha già detto tante volte, da tanto tempo. Allora qual’è il risultato della lunga fatica. Qual’è la risposta alla nostra lunga attesa? Non si dice niente! È segreto!? Tutto il comunicato si reduce a queste parole “C’è stata la firma di un accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi”. Tutto il resto sono parole senza senso.
Allora quale messaggio la Santa Sede intende mandare ai fedeli in Cina con questo comunicato? “Abbiate fiducia in noi, accettate quel che abbiamo deciso”(?) E che cosa dirà il governo ai cattolici in Cina? “Obbedite a noi, la Santa Sede è già d’accordo con noi”(?) Accettare ed obbedire senza sapere che cosa si deve accettare, in che cosa si deve obbedire? Una obbedienza “tamquam cadaver” nel linguaggio di Sant’Ignazio?
Siamo particolarmente preoccupati di sapere: “la nomina dei Vescovi” include anche la legittimazione dei sette? Include anche la rinomina dei Vescovi della Comunità “clandestina” presentati questa volta dal Governo? E quelli che non accettano tale rinomina, non rimane che essere riconoscenti al governo per riconoscerli finalmente come Vescovi Emeriti?
Dichiarazione del cardinal Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, ad Asia News
PECHINO
http://lanuovabq.it/it/il-cardinal-zen-un-capolavoro-dire-niente-con-tante-parole
Cina e Vaticano, un accordo che fa comodo a Pechino
Comunicato della Sala Stampa Vaticana del 22 settembre: i due rappresentanti, della Cina e del Vaticano, hanno "firmato un Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi". Pace fatta? No, perché si tratta di un armistizio e andrà rivisto di volta in volta. Farà comodo alla Chiesa Cattolica questo accordo? C'è da dubitarne fortemente. Farà comodo al governo cinese? Molto. A questo punto hanno uno strumento micidiale per allineare anche coloro che hanno resistito tutti questi anni per manifestare la loro fede e il loro attaccamento alla Santa Sede.
JOSEPH ZEN: DIRE NIENTE CON TANTE PAROLE
Macao
La Sala Stampa Vaticana, in data 22 settembre, ha comunicato quanto segue: “Nel quadro dei contatti tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, che sono in corso da tempo per trattare questioni ecclesiali di comune interesse e per promuovere ulteriori rapporti di intesa, oggi, 22 settembre 2018, si è svolta a Pechino una riunione tra Mons. Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, e S.E. il Sig. Wang Chao, Viceministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese, rispettivamente Capi delle Delegazioni vaticana e cinese. Nel contesto di tale incontro, i due Rappresentanti hanno firmato un Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi.
Il suddetto Accordo Provvisorio, che è frutto di un graduale e reciproco avvicinamento, viene stipulato dopo un lungo percorso di ponderata trattativa e prevede valutazioni periodiche circa la sua attuazione. Esso tratta della nomina dei Vescovi, questione di grande rilievo per la vita della Chiesa, e crea le condizioni per una più ampia collaborazione a livello bilaterale. È auspicio condiviso che tale intesa favorisca un fecondo e lungimirante percorso di dialogo istituzionale e contribuisca positivamente alla vita della Chiesa cattolica in Cina, al bene del Popolo cinese e alla pace nel mondo”.
Quindi il temuto accordo è arrivato, anche se non si capisce bene di cosa si tratta, anche perché il testo, stranamente, non viene diffuso (ma se contribuirà alla “pace nel mondo” perché non farcelo sapere?). Si dice anche che si tratta di un’intesa provvisoria, quindi coloro che titolano enfaticamente “pace fatta” forse si stanno eccitando troppo. Al massimo è un armistizio, che va valutato volta per volta, situazione per situazione, come fa intravedere il comunicato. Malgrado le tante voci che si sono levate contro un accordo in questo momento, voci di persone e intellettuali cattolici che hanno vissuto e lavorato in Cina per molto tempo, che ne conoscono il funzionamento, che sanno quale valore si da agli accordi nel grande paese asiatico, si è voluto procedere. Farà comodo alla Chiesa Cattolica questo accordo? C'è da dubitarne fortemente. Farà comodo al governo cinese? Molto. A questo punto ha uno strumento micidiale per allineare anche coloro che hanno resistito tutti questi anni per manifestare la loro fede e il loro attaccamento alla Santa Sede.
Si dice che ora il Papa può dire l’ultima parola sui candidati all’episcopato de facto approvati dal governo comunista (e ateo). Ma come diceva qualcuno, quante volte può dire di no? E verranno proposti candidati fedeli a Pechino o fedeli a Roma? Quanti ne potrà bocciare il Papa? E come controlleranno, nell’impenetrabile e in parte isolato (controllo su stampa e internet) paese asiatico che non ci siano ora pesanti ritorsioni contro coloro che finora hanno resistito?
Non si può che onorare i cinesi che hanno resistito, quelli che hanno affrontato l’isolamento, le torture, il carcere, la morte, per rimanere profondamente cattolici e per non essere usati in un gioco che non è religioso, ma politico. I martiri cinesi sono semi di cristiani, essi sono e saranno testimonianza di fedeltà, di coraggio, di sprezzo della convenienza. Un giorno, quando le pazzie umane avranno cessato di far sentire il loro brusio, il loro nome verrà cantato come quello dei martiri dei primi secoli, mentre loro si godranno la meritata pace riposando fra le braccia di Dio.
Aurelio Porfiri
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