ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 15 ottobre 2018

Erasmo da Baires



Sulla scia di Erasmo da Rotterdam, le più prestigiose associazioni che difendono la vita hanno elaborato un Elogio (leggibile in calce) di non comune lucidità speculativa e di toccante profondità morale, dedicato a Jorge Mario Bergoglio. In base all’eterno principio del suum cuique tribuere.
Le associazioni dunque esprimono tutta la gratitudine dovuta a chi, sensibile come pochi al pluralismo democratico, ha difeso sempre ogni buona causa insieme al suo contrario, con le parole, gli scritti, e i fatti concludenti.
In effetti, bisogna riconoscere che ciascuna di loro, in relazione alla propria specifica sfera di azione, ha buoni motivi per manifestare tanta riconoscenza.

Gli antiabortisti infatti vedono in Bergoglio il grande difensore della vita contro la «cultura dello scarto»: difesa da lui ostentata con il ripetuto omaggio reso pubblicamente alla persona che meglio ha rappresentato nel nostro paese, e con straordinaria efficacia, quella cultura, e ne è stata anzi la madre fondatrice. Parliamo ovviamente della signora Bonino, famosa esperta di pompe da bicicletta, i noti attrezzi di difesa dei diritti del nascituro sui quali ha fondato l’industria dello scarto. Sappiamo infatti che la Bonino, insieme a Napolitano (il quale avrebbe «eroicamente» accettato per la seconda volta il mandato presidenziale, dopo aver firmato altrettanto eroicamente la condanna a morte di Eluana Englaro) e insieme alla sindachessa di Lampedusa Giusi Nicolini, è stata annoverata tra «i grandi d’Italia» perché «bisogna guardare alle persone, a quello che fanno».
D’altra parte, molta gratitudine devono a Bergoglio anche i Difensori dei nostri figli che, scesi in piazza per sventare il pericolo del gender e della legge Cirinnà, hanno visto subito dopo propagandare il gender cattolico dalle colonne di Avvenire e approvare il “matrimonio” monosessuale nel silenzio del Vaticano, dove in seguito è stato peraltro ufficialmente ricevuto il primo ministro del Lussemburgo accompagnato dal consorte.
Lo stesso silenzio ha accompagnato con autorevolezza anche l’approvazione della legge eutanasica sulle cosiddette DAT, regalata magnanimamente al popolo italiano in occasione del Natale 2017. Sempre sullo sfondo della lotta alla «cultura dello scarto», ci è mancata tuttavia l’immagine grandiosa di una messa celebrata per Alfie sulle bianche scogliere di Dover, come già era avvenuto sulla barchetta del porto di Lampedusa.
Quanto alle Famiglie numerose, esse ringraziano di tutto cuore Bergoglio perché si sono sentite confortate e incoraggiate quando hanno scoperto di essere state da lui promosse al rango prestigioso di conigli.
In ogni caso, la strenua difesa di tutti i valori di cui queste associazioni sono portatrici è espressa dai sensi di profonda stima manifestata in tante occasioni per Marco Pannella: colui che è stato il più entusiasta sostenitore dei programmi abortisti della compagna Bonino, che tanto si è speso per promuovere le campagne eutanasiche del proprio partito e che cristianamente ha fatto in modo che i fanciulli andassero a lui.
Questi, insomma, sono i modelli etici che giustificano tanta gratitudine.
Ma le associazioni non si fermano qui, ed esprimono la propria ammirazione per il ricorrente collegamento della riflessione sull’aborto a quella sulla pace, come su ogni aggressione dell’uomo sull’uomo. Sennonché forse dimenticano che proprio i cultori dell’aborto come la Bonino e Pannella hanno innalzato la bandiera della non-violenza a difesa dei cosiddetti diritti civili, che sono per l’appunto, in quell’orizzonte culturale ed etico, l’aborto, l’eutanasia e l’individualismo libertario senza frontiere, pedofilia inclusa. Che, guardacaso, è la forma più estrema e ripugnante di aggressione dell’uomo sull’uomo.
Possiamo osservare, infine, come gli estensori, ammirati dalla sua non comune intensità espressiva, abbiano fatto proprio anche lo stile lessicale bergogliano, ben rappresentato come abbiamo visto dalla «cultura dello scarto». Non poteva quindi mancare un riferimento alle «periferie del mondo». Le troviamo citate infatti proprio nell’incipit, dove leggiamo che le sue sono «parole autorevoli ed efficaci…perché il Santo Padre è molto amato anche nelle periferie del mondo e negli ambienti in cui è maggiormente diffusa una cultura aperta all’aborto». Invero il testo presenta qui qualche difficoltà ermeneutica. Ci chiediamo infatti: le «periferie» e gli «ambienti» formano una paratassi omologata dalla comune cultura abortista, oppure nelle prime egli è amato comunque mentre nei secondi è amato perché vi è maggiormente diffusa la cultura dell’aborto? Questa seconda interpretazione implica, evidentemente, che i secondi (gli «ambienti») rappresentino una realtà socialmente diversa dalle prime (le «periferie»). Lasciamo il problema aperto, nella speranza che intervenga qualche chiarimento in via di interpretazione autentica.
In ogni caso, da parte nostra, propendiamo per l’idea che l’autorevolezza ed efficacia di cui sopra siano misurate da un apprezzamento ad ampio spettro.
Da ultimo, osserviamo che fra la cultura dello scarto, le periferie, gli ultimi, la pace, non si fa menzione di ponti. Ma forse, di questi tempi, la cosa risulta tutto sommato abbastanza comprensibile.
Ringraziamo papa Francesco per le parole che egli ha pronunciato per difendere il diritto alla vita dei bambini non ancora nati.
Sono parole autorevoli ed efficaci, sulla scia di quanto più volte ribadito, perché il Santo Padre è molto amato anche nelle periferie del mondo e negli ambienti in cui è maggiormente diffusa una cultura aperta all’aborto.
Lo ringraziamo a nome di tutte le associazioni, i gruppi e i movimenti di impegno cristiano e sociale che spendono la loro opera in difesa della vita, e soprattutto delle migliaia di volontari per la vita che si sentono incoraggiati dalla vicinanza loro espressa da papa Francesco.
Lo ringraziamo a nome delle donne, che ascoltando le sue parole si sentiranno sostenute nella decisione di accogliere il figlio che vive nel loro grembo, ritrovando così il proprio innato coraggio e la gioia della maternità.
Lo ringraziamo per il conforto dato a tutti i genitori che, rifiutando la cultura dello scarto, hanno accolto con amore i loro figli malati o con qualche problema.
Ringraziamo papa Francesco perché ha collegato la riflessione sull’aborto a quella sulla pace e su ogni aggressione dell’uomo sull’uomo, perché tale collegamento dimostra che la questione dell’aborto non potrà essere considerata chiusa dalla sua legalizzazione.
Rinnoviamo l’espressione della nostra fedeltà e del nostro affetto verso il Santo Padre Francesco.

Associazione difendere la vita con Maria (don Maurizio Gagliardini)
Associazione italiana ginecologi e ostetrici cattolici (Pino Noia)
Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Tonino Cantelmi)
Associazione medici cattolici italiani(Filippo Boscia)
Associazione nazionale famiglie numerose (Mario Sberna)
Associazione Papa Giovanni XXIII(Giovanni Ramonda)
Associazione Scienza & Vita (Alberto Gambino)
Centro Studi Livatino (Mauro Ronco)
Comitato Difendiamo i nostri figli (Massimo Gandolfini)
Federazione europea medici cattolici (Vincenzo Defilippis)
Forum Sociosanitario (Aldo Bova)
Movimento per la Vita italiano (Marina Casini Bandini)
Movimento Per-Politica etica responsabilità (Olimpia Tarzia)
Pro Vita (Toni Brandi)
Società italiana per la bioetica e i comitati etici (Francesco Bellino)
Unione cattolica farmacisti italiani (Pietro Uroda)
Unione giuristi cattolici italiani (Francesco D’Agostino).

– di Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani


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