Piccolo elogio dei bacchettoni ipocriti
Ogni tanto, ascoltando le parole di Bergoglio, sorge spontanea una domanda: ma in quale Chiesa vive?
Questa domanda scatta automaticamente quando si ascoltano le sue parole in merito ai «cristiani pappagallo», come lui li chiama. Gli ipocriti. I bacchettoni. È tornato ad occuparsene nel corso della prima udienza generale dell’anno (ascoltabile qui): «è uno scandalo vedere persone che vanno in Chiesa, stanno tutta la giornata lì o vanno tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri, parlando male della gente. Questo è uno scandalo. Meglio non andare in chiesa. Meglio vivere come un ateo».
Meglio vivere come un ateo? L’affermazione di Bergoglio lascia quantomeno dubbiosi: davvero, alla poca fede è preferibile l’assenza totale di fede? Mai si è visto nella storia un papa che fa lo “sponsor” dell’ateismo, prediligendolo ad una fede infiacchita o ormai abitudinaria; in ogni caso, siamo ormai discretamente immunizzati di fronte alle infelici affermazioni del pontefice, per cui sorvoleremo e punteremo dritti alla domanda più importante: in quale chiesa si vede gente che sta lì tutto il giorno per pregare e farsi vedere?
Meglio vivere come un ateo? L’affermazione di Bergoglio lascia quantomeno dubbiosi: davvero, alla poca fede è preferibile l’assenza totale di fede? Mai si è visto nella storia un papa che fa lo “sponsor” dell’ateismo, prediligendolo ad una fede infiacchita o ormai abitudinaria; in ogni caso, siamo ormai discretamente immunizzati di fronte alle infelici affermazioni del pontefice, per cui sorvoleremo e punteremo dritti alla domanda più importante: in quale chiesa si vede gente che sta lì tutto il giorno per pregare e farsi vedere?
Sarebbe un toccasana trovare gente così. Invece, entrando nelle nostre belle chiese, se va bene possiamo trovare l’addetto delle pulizie che lava per terra. Sul serio: preferiremmo di gran lunga trovare schiere di ipocriti bacchettoni che danno aria alla bocca sgranando rosari per mettersi in mostra, piuttosto che ammirare il desolante deserto delle nostre chiese.
Ci fossero davvero, questi benedetti bacchettoni ipocriti! Gente che sta in chiesa tutto il giorno per farsi ammirare. Pensate un po’: significherebbe che, per la nostra società, andare in chiesa, salmodiare e compiere opere pie significa ancora qualcosa. Immaginate un po’, ragazze che perdono la testa per il mansueto universitario occhialuto che, non avendo muscoli da mostrare, sgrana infiniti rosari per far colpo! Immaginate: i chierichetti esisterebbero ancora, perché i genitori (ovviamente, bacchettoni doc) manderebbero tutti i pargoli, ogni domenica, ad assistere la Messa. Naturalmente, la Messa sarebbe in latino, perché i bigotti doc si valutano in base a quante preghiere in latino conoscono. Se ne conosci di più, vinci un santino benedetto.
Tornando seri, questa Chiesa non esiste. Purtroppo, la Chiesa che esiste è moribonda ed esisterà ancora per poco: i fedeli disertano Messa e le chiese sono vuote. Sempre. Altro che “meglio essere ateo”. Atei siamo già, e per tanto così meglio essere bacchettoni. Sarebbe il primo passo per approfondire la propria fede. Sarebbe la base di partenza per la propria vita spirituale, che necessita di essere continuamente esercitata e raffinata, perché «pregare si fa dal cuore, da dentro», come osserva Francesco, e mettere le tende in chiesa serve ma poi te la devi vedere a tu per tu con il Padrone di casa.
Forse, un po’ di moralisti “old style” in più rimetterebbero in riga questa società sbandata. Ben venga, dunque, l’esercito dei bigotti. Magari un giorno arriverà davvero a liberarci dall’oppressione del politicamente corretto e dalla dittatura dell’ateismo. Sperare non costa niente e, per quel che ci riguarda, noi già ripassiamo le preghiere in latino. Il santino benedetto lo vogliamo davvero.
Immagine da gonnelli.it. "CARLO LASINIO (TREVISO, 1759 - PISA, 1838) : BACCHETTONI, E COLLI TORTI, TUTTI IL DIAVOL SE LI PORTI".
di Giorgio Enrico Cavallo
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