Europa: si fa presto a dire “cattolici”
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All’inizio di un nuovo anno, una fotografia del cattolicesimo in Europa e nel mondo è offerta dal Pew Reserach Center (http://www.pewresearch.org/fact-tank/2018/12/19/5-facts-about-catholics-in-europe/).
I ventuno paesi europei con le maggiori quote di cattolici sono situati per lo più nell’Europa meridionale e centrale. Ad esempio, almeno tre quarti degli adulti in Polonia (87%), Italia (78%) e Portogallo (77%) si identificano come cattolici, e significative maggioranze si registrano in Spagna (60%) e Ungheria (56%).
Eccezioni a questo schema sono rappresentate dall’Irlanda (al 72% cattolica) e dalla Lituania (75%).
Considerevoli popolazioni cattoliche sono sparse in tutto il resto del continente. I cattolici sono il 19 per cento nel Regno Unito e nei Paesi Bassi, e il 10 per cento in Ucraina, anche se in quest’ultimo caso la maggior parte dei cattolici si identifica con la Chiesa greco-cattolica ucraina, Chiesa di rito orientale che aderisce sotto molti aspetti al cristianesimo ortodosso, ma è in piena comunione con il papa.
In Europa i paesi dell’Europa centrale e orientale sono più religiosi di quelli dell’Europa occidentale. In queste aree i cattolici che vanno in chiesa almeno una volta al mese sono il 44 per cento contro il 33 per cento della media europea; quelli che pregano ogni giorno il 36 per cento (contro il 13 per cento) e quelli che considerano la religione molto importante nella loro vita il 31 per cento (contro il 13 per cento).
In Ucraina la maggioranza dei cattolici (56%) afferma di pregare almeno una volta al giorno, mentre in Francia questa quota è appena del 9 per cento.
Questa divisione Est – Ovest tra i cattolici rispecchia una dinamica regionale più ampia: nel complesso, in tutto il continente le persone che vivono nei paesi dell’Europa centrale e orientale, indipendentemente dalla loro affiliazione, tendono ad essere più religiose delle persone che vivono nell’Europa occidentale.
I cattolici dell’Europa centrale e orientale tendono inoltre a essere più conservatori di quelli occidentali. Per esempio, se in ogni paese dell’Europa occidentale (con punte del 92 per cento nei Paesi Bassi e dell’83 per cento in Belgio) la maggioranza dei cattolici sostiene il matrimonio gay legale, al contrario la maggior parte dei cattolici dell’Europa centrale e orientale si oppone al matrimonio gay (nove su dieci in Ucraina e Bosnia).
Anche il sostegno all’aborto legale è differente: in media, 47 per cento tra i cattolici dell’Europa orientale, 71 per cento tra i cattolici dell’Europa occidentale.
I cattolici dell’Europa occidentale sono anche più inclini ad accettare la presenza di musulmani. Infatti nella maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale almeno la metà dei cattolici dichiara di essere disponibile ad accettare un musulmano come membro della famiglia. È il caso della Spagna (69%) e della Svizzera (57%). Al contrario, tra i cattolici dell’Europa centrale e orientale queste percentuali scendono in maniera significativa (per esempio, 21 per cento in Ungheria e 15 per cento in Lettonia). Le differenze regionali nell’atteggiamento nei confronti dell’Islam riflettono una più ampia spaccatura tra cattolici dell’Est e dell’Ovest in Europa.
In generale, si può osservare che, sebbene gran parte della popolazione cattolica globale si sia spostata in America Latina, Africa e Asia, la Chiesa cattolica rimane strettamente legata all’Europa. La Chiesa cattolica dopo tutto ha sede nella Città del Vaticano, che si trova a Roma, e il 42 per cento dei cardinali proviene ancora dall’Europa. Inoltre i cattolici sono ancora il più grande gruppo religioso in molti dei paesi più popolati del continente, tra cui Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna.
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