Roma, 19 febbraio 2019, in silenzio e in preghiera per sollecitare i vescovi riuniti a Roma sugli abusi sessuali a rompere il silenzio complice
(Stilum Curiae)
Come se non bastasse la grancassa mediatica delle lobby a martellare fino alla nausea sulla questione degli abusi sessuali, a tal punto da creare nell’opinione pubblica l’idea che, alla fine, si possono anche accettare come “eccezione alla regola”, anche il Vaticano, per non essere da meno, organizza un Sinodo di Vescovi da tutto il mondo il 21 febbraio sullo stesso maniacale e vecchio argomento, quasi fosse un vanto per la Chiesa, mentre ne è la sua vergogna resa volutamente pubblica dallo stesso Vaticano per dare la possibilità di continuare a sputare sulla Chiesa cattolica. In pratica la Chiesa che denigra sé stessa e si offre per essere sputacchiata dai suoi nemici interni ed esterni.
E mentre per la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria da realizzare a Roma con tutti i Vescovi del mondo, condizione voluta dalla Madonna a Fatima nel 2017 per metter fine a tutti i regimi comunisti e dittatoriali sparsi nel mondo, non si sono trovati Vescovi disposti a venire a Roma, nonostante il ripetuto sollecito degli ultimi Papi defunti, sta di fatto che adesso, in vista di questo “nobile” convegno dal tema così “elevato e sublime” tutti riescono a trovare miracolosamente il tempo per riunirsi in Vaticano e continuare a “ruminare” su questo miserabile argomento.
• Perché non avere il coraggio di dire che due sono le cause principali di tutti gli abusi e cioè: l’omosessualità e la teoria del gender, “novità” che vengono insegnate ai bambini delle scuole primarie come grande conquista di libertà mentre è un crimine da disperati senza amore.
• Perché non parlare della bellezza della castità secondo il volere di Gesù? Dell’emozione del vero amore quando è accompagnato dal rispetto per l’altro, nell’attesa del giorno in cui ci si dona reciprocamente in un impegno d’amore totale per tutta la vita davanti a Dio e agli uomini? Ho visto per esperienza personale che questi temi fanno commuovere e piangere di gioia gli adolescenti
• Perché non parlare della bellezza della castità secondo il volere di Gesù? Dell’emozione del vero amore quando è accompagnato dal rispetto per l’altro, nell’attesa del giorno in cui ci si dona reciprocamente in un impegno d’amore totale per tutta la vita davanti a Dio e agli uomini? Ho visto per esperienza personale che questi temi fanno commuovere e piangere di gioia gli adolescenti
Ma quello che ancor più sconcerta di tutto questo è la denuncia del prof. de Mattei in “Corrispondenza Romana” sull’argomento:
“E’ stato pubblicato un pamphlet LGBT contro la Chiesa. Il titolo è “Sodoma” e l’autore Frédéric Martel, un noto attivista LGBT francese. Il libro però è nato in Italia, nel corso di un colloquio tra l’autore e l’editore Carlo Feltrinelli, figlio di Gian Giacomo, l’editore-terrorista morto il 14 marzo 1972, mentre poneva una bomba su un traliccio dell’Enel di Segrate. Sodoma sarà presentato nei prossimi giorni in otto lingue e una ventina di Paesi. Il lancio ufficiale avverrà il 21 febbraio, in concomitanza con l’apertura del vertice vaticano dedicato agli abusi sessuali sui minori. Si tratta dunque di una possente operazione mediatica, che ha come bersaglio la Chiesa cattolica. L’autore del libro, Frédéric Martel, ha raggiunto una certa popolarità per il suo ultimo saggio, Global Gay, dedicato all’odierna marcia trionfante del movimento gay in tutto il mondo. Questo gravissimo problema, portato alla luce dalla testimonianza dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, è stato analizzato in maniera scientifica e documentata da due studiosi polacchi, don Dario Oko e don Andrzej Kobyliński, autori di studi che sono stati ignorati dalla stampa internazionale. Mentre Martel non cerca la verità, il rimedio a tanto male, ma nelle sue pagine insinua, calunnia, denigra.”
Ma siccome non c’è più limite al peggio, pare che sia lo stesso Vaticano, attraverso Mons. Battista Ricca, definito da Sandro Magister «il prelato della lobby gay», ad aprirgli le porte accogliendolo in trionfo come colui che ha la chiave giusta per risolvere questi problemi. E come? Liberalizzandoli, anzi, mettendoli addirittura sotto la protezione della Chiesa che da matrigna potrebbe diventare madre di tutti i gay! PERTANTO E’ LA STESSA CHIESA (N.B. DI BERGOGLIO NON DI GESU CRISTO!) CHE, ATTRAVERSO UN SINODO STRUMENTALE, DISTRUGGE SE’ STESSA FINGENDO DI RIMEDIARE A UN MALE CHE IN REALTA’ VIENE SUBLIMATO ATTRAVERSO UN LIBRO CHE INNEGGIA A QUEL “MALE” CHE LA CHIESA AFFERMA DI VOLER COMBATTERE.
Diabolica contraddizione. Si può dire che è il Sinodo dell’ipocrisia? D’altra parte non si dice che il diavolo è padre della menzogna e omicida? Un fatto analogo capitò (meglio dire “fu architettato”) in concomitanza con il Sinodo sulla famiglia di qualche anno fa. Anche allora ci fu un certo sacerdote polacco giovane che, proprio in quell’occasione, presentò ufficialmente il suo amante dicendo di volerlo sposare e suscitando un vespaio di polemiche, allo scopo di presentare comunque in modo plateale, scandalistico, anche l’altro aspetto della famiglia, quella gay, per cominciare a renderla accettabile all’opinione pubblica. E dove avvenne ciò? In Vaticano! Coincidenza? Tutto orchestrato dalle lobby gay civili ed ecclesiastiche con una ipocrisia davvero luciferina perché, mentre si finge di voler combattere determinati comportamenti, di fatto li si vuole sdoganare e accettare. Più diabolico di così!
Ma perché l’argomento “sesso” è diventato così importante ultimamente che lo si mette dappertutto fino alla nausea? Perché una volta aperta questa breccia nella vita dell’uomo, è più facile cedere su tutto il resto diventando burattini di lobby potenti che dopo aver distrutto la famiglia, ci trattano da poveri orfanelli manipolabili, sapendo che da quella porta ben spalancata del sesso facile passano tutte le altre perversioni: droga, alcool, corruzione, denaro, delirio di onnipotenza, omicidi, suicidi, stupri, manipolazioni genetiche e così via.
E noi crediamo che le persone ridotte in questo stato pietoso, riescano ancora a pregare? A dire qualche Avemaria? A credere in Gesù Cristo e nella Vita Eterna? Il demonio che è riuscito a spalancare la porta del sesso libero, presentandolo come diritto illimitato, farà entrare altri diavoli come lui che prenderanno dimora dentro di lui, come dice Gesù nel Vangelo, e pertanto la situazione di quest’uomo è peggiore di quella di prima.
Che fare? Umanamente parlando siamo perdenti, ma ci gloriamo di essere piccolo gregge fedele a Gesù e alla sua vera Chiesa per ora perseguitata e ridotta al lumicino, però autentica, vera, fedele, come da alcuni scritti di papa Benedetto XVI che ci esortano ad essere forti e perseveranti nella preghiera cristiana alla Vergine Maria e al glorioso San Giuseppe “Patrono della Chiesa universale”, nella certezza che Gesù Cristo verrà e ristabilirà il Suo Regno di Verità, di Giustizia e di Pace per tutto il creato. “Tanto è il bene che mi aspetto, diceva San Francesco, che ogni pena mi è diletto”.
I padri sinodali, molti dei quali sulla soglia della vita eterna, dovrebbero ricordarci invece che questa vita passa in fretta: 80 anni, dice il Salmo, è come un turno di veglia nella notte, come il giorno di ieri che è passato, e che Gesù ci mette in guardia da certi pericoli: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?” dove in questo “guadagno” c’è anche l’aspetto sessuale che va regolato e talvolta anche mortificato quando non è secondo la legge di Dio perché non possiamo essere dominati dall’istinto ma dobbiamo essere noi a dominare il nostro istinto e tutto il nostro corpo con la nostra intelligenza sana e la nostra forza di volontà, e soprattutto con la nostra preghiera umile e fiduciosa, in vista della Vita Eterna.
Noi cristiani viviamo questi pochi decenni sulla terra sapendo che dobbiamo “combattere la buona battaglia, conservando la fede”, come dice San Paolo, anche davanti a tribolazioni e persecuzioni, nella certezza del premio che già inizia su questa terra grazie alla consapevolezza che siamo figli di Dio, che nulla ci mancherà, nell’attesa del Paradiso, perché Gesù ce lo ha promesso e non ci inganna: “Dove sono io, sarete anche voi” nella pienezza della gioia che non ha fine. Coraggio!
di Patrizia Stella
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RVC: DOMANI È LA FESTA DELLA CATTEDRA DI PIETRO. TRISTEZZA E PENTIMENTO.
Marco Tosatti
Cari Stilumcuriali, Romana Vulneratus Curia (RVC in breve) ci ha mandato una riflessione sulla giornata di domani. Domani si celebra la festa della Cattedra di Pietro, il cui compito fondamentale e primario sarebbe quello di confermare i fratelli nella fede. Oggi è così? In tutta umiltà, a me non pare. E se leggete Romana Vulneratus Curia, e capite la sua tristezza, forse avrete motivo di riflessione e di tristezza anche voi. E forse, come dice, è anche colpa nostra perché non abbiamo pregato abbastanza.
“Caro dottor Tosatti, oggi 22 febbraio noi cattolici festeggiamo (ancora) la festa della Cattedra di San Pietro. Il lettore abbia pazienza, arrivi alla fine.
L’Evangelista Luca (22,32) scrive “Dice il Signore a San Pietro : Io ho pregato per te, che non venga mai meno la tua fede, e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”. Sappiamo cosa è una cattedra, è lo scanno dal quale insegna il maestro. Sappiamo, dalla tradizione, che San Pietro sedeva su una cattedra di legno, ora custodita nella basilica di San Pietro nel reliquiario detto “Gloria del Bernini” per ricordare che ivi lo Spirito Santo irradia la Sua assistenza al Pontefice e sappiamo anche che nel quarto secolo la Chiesa iniziò a festeggiare il giorno dell’inizio del pontificato di Pietro (“Natale Petri de Cathedra “) per ricordarci l’obbedienza e l’amore che dobbiamo avere per il rappresentante di chi fa le veci di Cristo in terra. San Leone Magno spiega che “… San Pietro venne a Roma perché centro del mondo… perché a Roma, la luce della Verità, in funzione della salvezza universale, si sarebbe più facilmente diffusa. Ma anche perché a Roma bisognava schiacciare certe teorie filosofiche e spazzar via le frivolezze della sapienza terrena, abbattere il culto dei demoni e distruggere l’irriverenza sacrilega di tutti i sacrifici, perché proprio qui si ritrovava raccolto, ad opera delle superstizioni…tutto quanto altrove avevano elaborato gli errori più disparati…” ( san Leone Magno, Omelie). La tradizione vuol significare in modo tangibile, materiale, visibile che Simon Pietro è, per espressa volontà divina, la roccaforte sicura e salda che sostiene l’edificio della Chiesa attraverso i secoli, perché nel suo magistero e in quello di suoi successori risuoni infallibile la voce di Cristo, e perciò la nostra fede ha ferme e solide fondamenta. La missione affidata dal Signore a Pietro e ai suoi successori è quella di dirigere gli altri pastori che conducono il gregge del Signore e averne cura, confermare nella fede il popolo di Dio, vegliare sulla integrità della dottrina e dei costumi, interpretare –con l’assistenza dello Spirito Santo- le Verità contenute nel deposito della Rivelazione.
La festa di oggi ci offre l’occasione per riflettere sul perché abbiamo sofferto leggendo quello che ho scritto sopra; per riflettere su che cosa è cambiato in brevissimo tempo. Dovremmo, io per primo, riflettere anche sulla nostra responsabilità, perché è evidente che non abbiamo pregato abbastanza frequentemente “Dominus conservet eum, et vivificet eum et beatum faciat eum in terra et non tradat eum in animam inimicorum eius”.
RVC
Oggi è il 171° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.
Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?
È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?
Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.
Il summit del mea culpa. Tutti i presidenti delle conferenze episcopali nazionali si ritrovano per discutere di abusi sessuali da parte di membri del clero. Il cardinale Cupich: “E’ in gioco la chiesa”
Foto LaPresse |
Roma. Cardinali, vescovi ed esperti della materia si sono già espressi in queste settimane sul vertice che per tre giorni da oggi farà convergere in Vaticano tutti i presidenti delle conferenze episcopali nazionali per discutere di abusi sessuali da parte di membri del clero. “La protezione dei minori nella chiesa” è il titolo ufficiale dell’evento.
Il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, con tono solenne ha detto che “in gioco non c’è il pontificato di Francesco ma la chiesa”, come se da tre giorni di simposio si potesse determinare il destino di un’istituzione che ha duemila anni. Forse mons. Cupich – complice la pressione mediatica del momento, chissà – si è fatto prendere un po’ la mano, soprattutto se si considera il programma ufficiale del vertice e si leggono i titoli degli interventi che saranno pronunciati davanti ai reverendi convenuti. Oggi si parlerà di “responsabilizzazione dei pastori”. Aprirà le danze il cardinale Luis Antonio Tagle, che svilupperà una riflessione su “l’odore delle pecore. Sentire le difficoltà e guarire le ferite, centro del compito del pastore”. Quindi toccherà a mons. Charles Scicluna, da tempo cacciatore provetto di preti abusatori che parlerà della “chiesa come ospedale da campo. Assumersi la responsabilità”. Nel pomeriggio prenderà la parola il cardinale colombiano Rubén Salazar Gómez che discorrerà della “chiesa trafitta. Affrontare i conflitti e agire con decisione”. Domani si discuterà di “responsabilità” con il cardinale indiano Oswald Gracias (il tema è “Collegialità: inviati in missione”), il già citato Cupich (“Sinodalità: responsabilità condivisa”) e Linda Ghisoni, sottosegretario del dicastero per i Laici, la famiglia e la vita (“Communio: agire insieme”). Sabato mattina aprirà i lavori suor Veronica Openibo (“Essere disponibili: inviati nel mondo), seguita dal cardinale arcivescovo di Monaco Reinhard Marx (“Una comunità di credenti trasparente”) e – nel pomeriggio – dalla giornalista Valentina Alazraki (“Comunicazione: a tutte le persone”). Il tutto inframmezzato da sessioni di dibattito, pause e “lavoro di gruppo”. A gestire l’Aula, padre Federico Lombardi. Dai titoli delle relazioni si comprende subito il carattere quasi penitenziale dell’evento.
Che fine ha fatto il cardinale O’Malley
Un corale mea culpa – in questi giorni s’assiste a teorie di vescovi che esprimono contriti il proprio dolore per i delitti commessi, ultimo il cardinale Gualtiero Bassetti, “condivido il dolore delle vittime” – che però non sembra aggiungere niente di straordinario e di nuovo a quanto già da tempo si dice e si discute sulla chiesa imputata d’essere il ricettacolo dei peggiori depravati viventi sul pianeta. Giusto la presa d’atto che un problema c’è e che è venuto il momento di stendere linee-guida comuni (per quanto possibile) in merito alla risposta da dare. L’antifona s’è avuta ieri, con l’incontro tra il Comitato organizzatore del vertice e un gruppo di rappresentanti di vittime di abuso da parte di membri del clero: erano presenti dodici persone, ha fatto sapere la Sala stampa della Santa Sede. Nelle scorse settimane dal Vaticano si è cercato di calmare le attese – molto mediatiche – di chi avrebbe voluto che il vertice si trasformasse in una sorta di tribuna da cui mettere all’indice cardinali e vescovi rei (o presunti rei) dei peggiori misfatti. Non sarà così, e prova ne è che perfino il capo della Pontificia commissione per la tutela dei minori – cioè l’organismo istituito in questo pontificato proprio per far luce e combattere gli abusi –, il cardinale americano Sean O’Malley, è stato messo in disparte, invitato alla tre giorni di dibattito solo in qualità di membro della consulta cardinalizia che lavora alla nuova costituzione apostolica che governerà la curia (manca poco alla sua pubblicazione). Un po’ poco per chi, solo un anno fa, pubblicava un commento sul sito della diocesi di Boston in cui prendeva le distanze dal Pontefice per quanto da quest’ultimo detto durante il viaggio in Cile, con la difesa del vescovo Juan Barros – poi rimosso dall’incarico – “Non ci sono prove, solo calunnie”.
Ecco quello che i cardinali pensano di "Sodoma"
I prelati sono indignati dal libro francese sugli scandali sessuali nella curia: “Un’operazione squallida e senza prove. Non ci resta che pregare”
Domando al cardinale se abbia letto “Sodoma”, il libro del giornalista francese Frédéric Martel sugli scandali sessuali veri o presunti che si sarebbero verificati in Vaticano nel corso degli ultimi decenni. “Una cosa immonda”, ribatte lui, con un gesto di stizza. E perché?, gli chiedo. “Perché è un’operazione squallida che non riporta nulla di vero, ma fa solo allusioni su uomini di chiesa per lo più morti. Si insinua il dubbio, si fa chiacchiericcio e non si portano a sostegno prove. Nessuna prova, nessuna”. Il cardinale è infuriato mentre sta alla poltrona del suo studio, nella penombra che fa pendant con l’umore nerissimo.
Silenzio totale: solo la sua voce e il ticchettio del vecchio pendolo – “suona pure in ritardo, questo coso”, sbotta. “La cosa peggiore, che è quella che fa più male a me ma anche alla chiesa, è che perfino dei cardinali si siano prestati a questa operazione, facendosi intervistare. Mi auguro solo che fossero all’oscuro degli intenti di questo signore, perché altrimenti sarebbe gravissimo”. Obiezione: ma non si vuole trasparenza? “È trasparenza questa? Questa è gogna pubblica, veleno purissimo. E per di più alla vigilia di un summit che già di par suo è delicatissimo e non si sa dove porterà”. Che cosa pensa, eminenza? “Che la situazione sia sfuggita di mano a tutti, anche ai piani più alti. E che ora non si sappia come frenare i buoi scappati. Siamo entrati in un tunnel oscuro in cui non si vede neanche una piccola luce. Non resta che pregare”.
PER GIACINTA E FRANCESCO
Oggi , 20 febbraio 2019 (20 febbraio 1920, morte di Giacinta, invertendo i numeri… ) data comune della loro Festa: Festa dei Santi Giacinta e Francesco di Fatima, proclamati il giorno 13 maggio 2017 da Papa Francesco al Santuario di Fatima: i primi bambini non martiri ad essere proclamati Santi nella Storia Bimillenaria della Chiesa.
C’è un brano degli Atti degli Apostoli che suggerisce l’atteggiamento da assumere di fronte ai pericoli della perdita della Fede Cattolica e conseguente perdita ingente di anime: la preghiera incessante “… mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio un preghiera per lui… in quella notte… Pietro piantonato da due soldati stava dormendo… ecco un angelo del Signore gli si presentò e una luce sfolgorò nella cella… (At 12)”.
…“L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva, Gustate e vedete quanto è buono il Signore. Beato l’uomo che in lui si rifugia (Sl 33)”…
La preghiera è l’unica àncora di salvezza, più che mai oggi. Perché?
Il mio padre Spirituale, Don Attilio Negrisolo, figlio spirituale di Padre Pio: …“ In questo secolo ci troviamo con tanti Santi perché hanno fatto della loro vita un continuo atto d’amore. Per esempio: Suor M. Consolata Betrone, Serva di Dio… Gesù ti amo… dalla mattina alla sera, ha portato avanti la dottrina di Santa Teresina del Bambin Gesù un continuo atto d’amore… però la Santa non dice come. In Suor Consolata invece è Gesù che dà l’istruzione: dimmi sempre, Gesù ti amo!
Quando ero in Seminario, studiavo anche all’Università e andavo in libreria per leggere i libri e quando ho letto quello di Suor Consolata, ho toccato il Cielo e cercavo di praticarlo proprio alla lettera, facevo di tutto per metterlo in pratica… perché Gesù le diceva… butta via tutti i pensieri inutili, tutte le parole inutili, tutti gli interessamenti che non ti riguardano ecco che nella preghiera si pone la mortificazione, il silenzio… se tu tieni i pensieri, discorsi vani, non concludi niente… vienimi sempre dietro facendomi un atto d’amore, diceva Gesù alla Suora… ed io cercavo di farlo… se voi aveste sentito ai miei tempi in Seminario, ero con un gruppo di professori, Madre santa… impossibile, tutte le obiezioni… questi i loro commenti. Come adesso che hanno buttato via il Rosario, così a quei tempi buttavano via questi insegnamenti. Dopo andavo a confessarmi dal successore di san Leopoldo, anche questi contrario a quelle pratiche… sembrava che ci fosse una peste. Vado da Padre Pio, e non gli dico niente ma dentro di me, a forza di dire sempre: Gesù ti amo, mi si scioglieva il cervello a volte… mi confesso e lui mi dice: Quando si ama Cielo e terra si uniscono! … Dunque l’atto più bello che possiamo portare davanti a Gesù Cristo è l’atto d’amore. A Fatima l’Angelo insegna ai pastorelli questa preghiera: Mio Dio, credo, adoro, spero e vi amo… Ecco gli atti d’amore! Di tutti gli atti e di tutte le Virtù l’atto più meritorio davanti a Dio sopra tutti è l’atto d’amore! Padre Pio dice: voglio che la mia vita sia un continuo atto d’amore, consacrata all’amore…. e don Attilio proseguiva dicendo: fatevi santi e quindi impegnatevi con la preghiera a questa santità. Con la preghiera imparate questo punto: ottiene l’Azione Divina in noi che ci permette di mettere in movimento le capacità che i Sacramenti, cioè la Vita Divina, portano all’anima nostra, le quali capacità restano vuote, non producono frutti se io non vi porto l’Azione Divina con la mia preghiera”.
In San Giovanni ( Cap 15) Gesù dice: “senza di me non potete fare nulla”…. Quella “Chiesa” siamo noi: il Battesimo ci ha resi ‘familiari di Dio’, popolo santo di Dio, per cui la nostra preghiera diventa Cattolica, cioè Universale; abbiamo un Solo Padre in Cristo Signore, Unico Nome in Cielo e sotto Terra da adorare, da amare e che ci può salvare. Imitiamo i Piccoli ma Grandi Santi Giacinta e Francesco, che con la guida di un Angelo ( L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva, gustate e vedete quanto è buono il Signore: Sl 33) hanno imparato e conseguito, poi, la Via, breve per loro, ma sicura per l’Eternità che inizia, già qui sulla Terra, con la preghiera semplice, ma che non conosce sosta, del S. Rosario, uniti alla Madre Santa, Vergine Maria, ai piedi di un Altare, dove si perpetua Quell’Unico Sacrificio Santo e Immacolato dell’Agnello, Figlio di Dio Padre che ha… “tanto amato il mondo da dare il Suo Unico Figlio”…
* Dedico a Te Amabile Vergine Maria, il mio canto d’amore, dopo quello a Gesù:
Il Tuo ‘SI’ a nome nostro, o Madre e Vergine Immacolata
ci ha salvati da sicura morte:
Tu di noi poveri peccatori
Speranza
hai dato Carne alla Parola Vera e Santa
Cibo che sostiene il nostro cammino.
Umanità in perenne pericolo
quando non accoglie
non riconosce Te
Dispensatrice di tutte le Grazie.
Sposa dello Spirito Santo
Relazione unica e divina:
l’uomo non comprende
appieno
solo l’Umiltà Tua con la Sapienza
ha inteso.
Il combattimento con il mondo è forte
e Tu Giglio di Purezza
aiutaci a distaccarci da questa terra.
La soave Tua benignità
ci incoraggi sempre
nella tribolazione
fin quando arriveremo
alla Casa della nostra Consolazione.
mariacicerchiacasati
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