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domenica 28 aprile 2019

Gli anticorpi

UNA SOCIETA' SOTTO RICATTO


E' il loro momento e lo stanno sfruttando; e noi? E' il momento della Contro-chiesa, come è il momento di tutte le lobby gay dei clandestini africani e di tutte le minoranze aggressive; mentre la società perbene è sotto ricatto 
di Francesco Lamendola  

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Una società umana si regge su un sistema complicatissimo di spinte e controspinte, bisogni e offerte, domande e risposte, diritti e doveri, tradizione e progresso. Le società sono tante più stabili quanto più sanno contemperare e armonizzare tali fattori; in particolare, se sanno potenziare i fattori virtuosi, cioè socialmente utili e ridurre al minimo quelli negativi, causa di disordine e logoramento. Una società non funziona, ad esempio, quando in essa una quota eccessiva di popolazione diventa indisciplinata, improduttiva, parassitaria, aggressiva e totalmente egoista; e comincia a non funzionare quando la quota di popolazione che è disciplinata, produttiva, laboriosa, pacifica e capace di altruismo, scende al di sotto della soglia minima per poter svolgere una funzione trainante e neutralizzare o assorbire i fattori negativi. Non si può immaginare una società dove la maggior parte dei cittadini reclamino sempre nuovi diritti e rispettino sempre meno i doveri; dove i genitori, i lavoratori, gli educatori, i professionisti non pongano un certo grado di abnegazione, di generosità, di competenza, di serietà in quel che devono fare; dove la quota complessiva di individui sbandati, problematici, violenti, nullafacenti cresca senza alcun limite. 
Non può funzionare neppure una società nella quale chi viola gravemente le regole, chi ha come filosofia di vita il parassitismo, chi bada solo alla propria convenienza e calpesta continuamente il prossimo, trova sempre una rete di connivenze e di complicità, anche a livello istituzionale, per cui i comportamenti antisociali, o delinquenziali, vengono regolarmente scusati, giustificati, minimizzati e condonati in nome di una malintesa forma di disponibilità, di solidarietà e d’inclusione. 

In una società sana, esistono gli anticorpi, sia morali che materiali, ed esistono figure istituzionali, formali e informali (un padre di famiglia è una figura istituzionale, anche se informale) capaci di assumersi la responsabilità di contrastare e reprimere severamente i soggetti che rappresentano, con il loro comportamento e con tutto il loro stile di vita, una minaccia per il corpo sociale. In una società sana, infatti, il valore primario che va sempre difeso è quello del bene comune: una colpevole indulgenza verso chi viola sistematicamente le regole della convivenza civile, o rappresenta in qualsiasi altro modo un fattore di instabilità e di crisi, rappresenta un incoraggiamento a perseverare rivolto agli elementi peggiori, mentre è altamente scoraggiante per tutti gli altri.

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Il pestaggio di rappresentanti dello stato o delle forze dell'ordine è ormai quotidiano! Il messaggio che passa ai delinquenti è sempre lo stesso: continuate pure a delinquere; l’Italia è il paese di Cuccagna!

E adesso, sfogliamo qualche giornale a caso. Un sedicente profugo africano viene fermato, resiste, aggredisce le forze dell’ordine: si accerta che viveva spacciando droga e collezionando reati contro il patrimonio; gli viene comunicato un provvedimento di espulsione e viene rimesso in libertà, provvedimento che ignora puramente e semplicemente; poi torna a far parlare di sé, aggredisce gli agenti con una spranga di ferro: tentativo di omicidio. Pare che nemmeno questa volta possa essere espulso. C’è sempre un magistrato buonista, progressista e umanitario, in questi casi. Poliziotti e carabinieri si sentono frustrati, amareggiati: sanno che, in caso di colluttazione con gli stranieri che vengono fermati per dei controlli, se succede qualcosa, se qualcuno resta ferito, o contuso, molto facilmente la grana sarà tutta loro; se ci saranno spese mediche da pagare, dovranno pagarle loro, di tasca propria: il danno e la beffa. Se si beccheranno una coltellata, o un colpo di spranga in testa, non riceveranno una medaglia: avranno fatto il loro dovere, ma nessuno gliene sarà grato, nessuno parla delle loro difficoltà; l’attenzione dei mass-media, la pietà dei mass-media, la commozione dei mass-media, e dei preti di sinistra alla don Ciotti, e dei preti spacciatori e collegati agli scafisti come don Mussie Zerai, e dei cardinali alla Bassetti, per non parlare del jefe màximo, Bergoglio, è tutta per i poveri migranti, per i loro drammi, per i loro casi pietosi.

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E' in corso una selezione all’incontrario e l’intera società viene presa dallo sconforto e dallo scoraggiamento: non solo vengono mortificati i buoni e gli onesti e vengono premiati i violenti e i delinquenti; vengono anche castigate e umiliate le forze dell’ordine: è il totale capovolgimento dei principi elementari sui quali poggia l’esistenza di una società!

E così l’attenzione e la commozione dei partiti di sinistra, dei politici di sinistra, dei giornalisti e degli opinionisti di sinistra: tutti pronti a levare altissime grida d’indignazione se affonda un barcone, ma nessuno disposto ad ammettere che, se si impedisse la partenza di quei barconi, le morti non ci sarebbero; meno ancora disposti a riconoscere che la vera ragione di tanta mobilitazione per i migranti, di tanta comprensione per loro, di tanta indulgenza verso i delinquenti stranieri, è il gigantesco business che ruota intorno a questa parola magica: accoglienza. Senza di essa, ci sarebbe una tremenda cura dimagrante per le associazioni di volontariato, per le parrocchie dei preti di sinistra, per i comuni con amministrazioni di sinistra, per gli alberghetti fuori mercato che hanno le stanze vuote, per i fornitori collusi con la mafia e la camorra, che ai centri di accoglienza rifilano persino il cibo per maiali, e intanto fanno la cresta sui soldi stanziati dal governo per i profughi. Tutti ci guadagnano qualcosa e si fanno belli, si riempiono la bocca di magnifiche parole, fanno sfoggio di ottimi sentimenti, come il pavone fa la ruota con le sue penne multicolori. Ma intanto, il messaggio che passa ai delinquenti è sempre lo stesso: continuate pure a delinquere; l’Italia è il paese di Cuccagna per quelli come voi, fate venire anche i vostri amici e colleghi; la magistratura è più occupata a rompere le scatole ai poliziotti che fanno il loro mestiere, che non a mettere al fresco i delinquenti che spadroneggiano da un capo all’altro del Paese. E contestualmente, il messaggio che arriva alle persone oneste, ai cittadini pacifici e rispettosi della legge, a tutti quelli che fanno in silenzio il proprio dovere, a cominciare dai membri delle forze dell’ordine, è diametralmente opposto: smettetela di affannarvi per far rispettare l’ordine pubblico, datevi una calmata, non vi conviene; state buoni, state tranquilli, girate la testa dall’altra parte, fate finta di non vedere, di non sentire: chi ve lo fa fare? Se non vi buscate una pallottola oggi, vi prenderete una querela domani; e dovrete mangiarvi lo stipendio per difendervi, soli e ignorati. Lo Stato non sarà con voi; sarà contro di voi. Dovrete pagarvi le spese processuali, e non è detto che riuscirete a dimostrare la vostra perfetta correttezza: avete anzi molte probabilità di venire condannati e di finire anche alla gogna mediatica.

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Quel che è in atto, oggi, nella Chiesa, è un colpo di Stato condotto dalla massoneria interna e da quella esterna, specie dalla massoneria sionista, nonché da pare di lobby di cardinali satanisti e di altri cardinali (o forse gli stessi) dediti alla sodomia e alla pederastia, il cui scopo ultimo è sdoganare il peccato e desacralizzare totalmente la religione cattolica, per giustificare se stessi!

Stesso discorso per il cittadino che si è semplicemente difeso da un’aggressione o per un insegnante che ha rimproverato un ragazzaccio e poi viene preso a pugni dal genitore inferocito; specie se si tratta di un rom, o di un africano, è quasi certo che non succederà proprio nulla, che nessuno prenderà le sue difese, anzi, che il preside aprirà un provvedimento contro di lui. E quando dalle istituzioni arrivano, quotidianamente, sistematicamente, messaggi di questo tipo, la fine è solo questione di tempo. Non solo vengono mortificati i buoni e gli onesti e vengono premiati i violenti e i delinquenti; vengono anche castigate e umiliate le forze dell’ordine, viene sbeffeggiata l’intera classe docente nella persona di quel professore, picchiato per aver fatto un rimprovero a un alunno: è il totale capovolgimento dei principi elementari sui quali poggia l’esistenza di una società. Per esistere e sopravvivere, una società non può remare all’infinito contro se stessa. Se quelli che dovrebbero dare il buon esempio e far rispettare l’ordine sono i primi ad agire in senso diametralmente opposto, è facile capire che l’intera società viene presa dallo sconforto e dallo scoraggiamento. E questa dinamica perversa, questa selezione all’incontrario, avviene ogni giorno anche in forme meno drammatiche, ma ormai estremamente diffuse. Sempre restando nel  mondo della scuola: da quanto tempo il merito degli studenti non viene più premiato, mentre l’ignoranza e la pigrizia sono incoraggiate, scusate e perdonate? E nella pubblica amministrazione? E nell’università? E nella sanità pubblica? E nei trasporti pubblici? Da quanto tempo i peggiori restano al loro posto, i mediocri fanno carriera, e i migliori se ne stanno in un angolo, quasi in castigo, oppure se ne vanno all’estero, stufi di umiliazioni e di pernacchie? E nel settore privato? Da quanto tempo i capitani alla Schettino arrivano al comando di una nave che trasporta oltre 5.000 perone, mentre i professionisti competenti e responsabili, sono talmente emarginati che non si vedono quasi più in giro? E le forze armate? E la protezione civile? E la ricerca scientifica e tecnologica? E la cultura, il teatro, la musica, la letteratura, la saggistica, la filosofia? Da quanto tempo trionfano i conformisti, i piccoli, i meschini, i narcisi da quattro soldi, e sono stati fatti sparire gli intelligenti, i creativi, gli originali, i profondi? E nel giornalismo, che succede? Come mai fanno carriera i più servi, i più banali, i più disposti a vendersi, e prendono stipendi favolosi per una singola serata in televisione, mentre i giornalisti onesti, con una coscienza etica, che non si prostituiscono al potere, spariscono addirittura dalla scena, non li si vede più, è come se fossero stati ingoiati dalle sabbie mobili? Come mai cadono ponti, deragliano treni, crollano asili, naufragano navi, s’incendiano teatri, e nessuno paga per i proprio errori? Come mai è così difficile licenziare un impiegato pubblico disonesto o assenteista? Chi ci guadagna in questa assurda difesa a oltranza del posto di lavoro, anche quando si tratta di lavoratori fannulloni, incompetenti o irresponsabili? E le direzioni degli orfanotrofi? Come mai è così difficile adottare un bambino italiano, tanto che quasi tutte le coppie sono spinte ad adottare bambini stranieri? Forse qualcuno ha interesse a che gli orfanotrofi di casa nostra non si svuotino mai? Forse c’è un indicibile giro di denaro?

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E' solo un gigantesco business quello che ruota intorno a questa parola magica: "Accoglienza". Senza di essa, ci sarebbe una tremenda cura dimagrante per le associazioni di volontariato, per le parrocchie dei preti di sinistra, per i comuni con amministrazioni di sinistra!

 
È il loro momento e lo stanno sfruttando; e noi?

di Francesco Lamendola


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