La carità illegale divide la Chiesa
Un'improvvida iniziativa personale o un'azione concordata con il circolo di Santa Marta? Il cardinale Konrad Krajewski, che sabato sera ha rotto i sigilli del contatore per ridare la corrente elettrica al condominio di via Santa Croce in Gerusalemme a Roma, si assume tutta la responsabilità del gesto; ma è difficile non inserirlo nel contesto di un pontificato che, dagli incontri mondiali in Vaticano dei movimenti popolari in poi, non nasconde simpatie per la politica «barricadera».
Ufficialmente nessuno vuole parlare ma dalla Segreteria di Stato al Dicastero per lo sviluppo umano le reazioni vanno dall'imbarazzo al disappunto fino alla rabbia.
C'è il problema dell'incidente diplomatico, visto che Krajewski è formalmente un ministro di uno Stato estero che si è reso protagonista di un reato in Italia, e la Segreteria di Stato sta facendo gli straordinari per evitare spiacevoli ripercussioni col nostro governo. Al momento prevalgono imbarazzo e incredulità da ambo le parti. C'è poi il problema di un giudizio morale e dell'esempio che la Chiesa è chiamata a dare, tanto più che la notizia ha fatto il giro del mondo. Dando per scontato il giudizio estasiato dei soliti «guardiani del regime» che esaltano il gesto «puramente evangelico» e «rivoluzionario», ben altri sono gli umori che si raccolgono in giro per la Curia Romana, per non parlare delle reazioni di tanti cattolici sui social media. «Diciamo pure che le intenzioni erano buone: fare un gesto di carità verso delle persone in difficoltà per svegliare lo Stato davanti alla grave emergenza abitativa dice un monsignore che ben conosce le realtà più povere -, ma non si può essere così imprudenti. Se tutti facessimo così, cosa succederebbe? Azioni di questo genere alimentano soltanto una conflittualità sociale. A maggior ragione come cattolici, e ancor più come rappresentanti della Santa Sede, non possiamo non tenere conto di leggi che regolano la vita di una comunità. Non si può avallare l'idea che l'occupazione delle case sia una cosa buona, è una violazione bella e buona di un diritto di proprietà che è sacrosanto». C'è anche chi fa notare come il blitz di Sua Eminenza abbia coinciso con la lettera con cui papa Francesco convoca ad Assisi per il marzo 2020 giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo «per studiare e praticare un'economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda». L'incontro si chiamerà «L'economia di Francesco». E maliziosamente commenta: «Se questo è il modello proposto dall'economia di Francesco, siamo a posto». La vicenda del «cardinale elettricista» chiosa Stefano Fontana, direttore dell'Osservatorio Van Thuan- «è un esempio della superficialità con cui oggi agiscono troppi uomini ai vertici della Chiesa, pensando che la carità non abbia bisogno della ragione. Ma una carità irragionevole e qualunquista non è carità, produce danni». E prendendo in considerazione cinque principi della dottrina sociale della Chiesa, Fontana conclude che «nessuno di essi» giustifica l'azione del cardinale.
Riccardo Cascioli
http://www.ilgiornale.it/news/politica/carit-illegale-divide-chiesa-1694028.html
Il Cardinale unito nella lotta al racket delle occupazioni-Rave
(MB. si tratta della ” la morale di situazione” – quella che il papa insegna anche nella Amoris Laetitia. Il sesso fra adulteri può esser giustificato, il male può anche essere un bene in certe situazioni ….il finocchio va bene se è fedele…. rubare è giustificao quando ci sono dei bambini senza luce….non esistono valori non negoziabili, bisogna discernere caso per caso ….abbiamo un Situazionista a san Pietro. I Dieci Comandamenti sono scaduti e farisaici.
Franco Bechis per Il Tempo
PADRE KONRAD
Il cardinale ancora oggi ha ostentato sorrisi e serenità, promettendo di pagare le bollette mai pagate per una somma di 300mila euro da chi occupa il palazzo. Certo, facile sorridere quando si è protetti dall’immunità diplomatica, visto che il cardinale fa parte del governo vaticano. Ogni eventuale accusa da parte di un pm per tutti gli articoli del codice penale che ha violato, difficilmente andrà avanti in un procedimento in tribunale.
Al cardinale probabilmente sfuggono alcuni dettagli però dietro quella occupazione, di certo drammatizzata dalla presenza di famiglie con bambini. In quello stabile nessuno ha mai pagato l’affitto da almeno 15 anni, figuriamoci le bollette dovute all’Hera, società fondata e cresciuta nei comuni della rossa Emilia-Romagna, arrivate a 300mila euro. L’occupazione era partita nel 2003 da un gruppo di immigrati e dall’associazione Action, uno dei più imponenti movimenti romani specializzato nell’assalto di case sfitte, di altri. In quello stesso stabile però ci sono anche attività chiaramente commerciali, anche quelle abusive, usati dall’associazione Spin time labs, che organizza concerti e attività varie, naturalmente a pagamento.
frigorifero, e pure la promessa di un paio di tessere di soci ad honorem (una per lui, l’ altra per il Papa “rivoluzionario”) dell’ associazione che fece occupare lo stabile tanti anni fa. L’ elemosiniere di Francesco il giorno dopo ha assicurato i media di non avere alzato il gomito la sera prima (“Non ero ubriaco”) e ha spiegato così quanto avvenuto: “Sono intervenuto personalmente, ieri sera, per riattaccare i contatori.
“E’ stato un gesto disperato. C’ erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi”. Non è noto se altri poi abbiano spiegato al porporato polacco specializzato in pronto intervento elettrico che con il suo beau geste aveva violato più di un articolo del codice penale italiano. Immagino che se anche qualcuno l’ avesse fatto, il cardinale avrebbe sorriso: facendo parte del governo Vaticano, gode di immunità sul territorio italiano. Nei guai sarebbe finito chiunque di noi a fare la stessa cosa, non lui. E se anche qualche pm avesse l’ ardire di aprire una inchiesta, quella immunità diplomatica verrebbe subito invocata rendendo l’ elemosiniere irresponsabile di quel che ha fatto.
…Immaginate il can can che ci sarebbe stato se a violare i sigilli fosse stato ad esempio un ministro di Emanuel Macron. Saremmo quasi in guerra con la Francia. Il primo a rendersene conto è proprio il Vaticano: secondo indiscrezioni se non proprio il Papa, di sicuro la segreteria di Stato non l’ ha presa benissimo, considerando ancora più inappropriato un gesto così proprio in piena campagna elettorale in Italia.
Quella corrente infatti era stata staccata dopo numerosi solleciti per un fatto banale: nello stabile occupato illegalmente da anni oltre a non pagare l’ affitto, nessuno saldava le bollette della luce, e il debito accumulato era ormai di una certa rilevanza: più di 300 mila euro. La società che eroga la corrente ha perso la pazienza e avviato la procedura di legge per farla staccare. Giusto per segnalarlo, quella società è Hera comm, la multiutility fondata e fatta crescere dai comuni dell’ Emilia Romagna rossa: è quotata in borsa, ma ancora oggi il primo singolo azionista è il sindaco di Bologna, e a ruota i suoi colleghi di Imola, Modena e Ravenna.
La cosca delle okkupazioni
A guidarla è Tomaso Tommasi di Vignano, manager di lungo corso da sempre vicino a Romano Prodi. E ancora per dare una informazione utile all’ elemosiniere del Papa, quello stabile fu fatto occupare da immigrati e altri da Action, il principale movimento no global per il diritto alla casa gratis. Sono gli stessi che anni fa buttarono simpaticamente sacchi di sterco sotto l’ abitazione romana dell’ allora presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi. Ma pure gli stessi che guidarono per poche ore fra lo sconcerto di turisti e fedeli l’ occupazione a Roma delle basiliche di San Giovanni in Latera no (per due volte) e che affiancarono i rom nella occupazione della basilica di San Paolo fuori le mura. Protestavano anche per i troppi immobili sfitti di proprietà del Vaticano e della Chiesa italiana, che avrebbero potuto soddisfare l’ emergenza abitativa a Roma.
Ma la sola cosa che ottennero fu l’ immediato sgombero delle basiliche. Ultima informazione da fornire al cardinale- elettricista che nello stabile a cui avevano staccato la luce non c’ era solo povera gente, ma un auditorium e alcuni locali annessi utilizzati da una associazione culturale, lo Spin time labs, che organizza concerti, rave live, e spettacoli vari per il quartiere. Ma non lo fa per buon cuore: mette pure in vendita i biglietti (il rave del primo maggio costava 20 euro ad ingresso, senza manco certezza di potersi sedere).
Poi se in questo quadro l’ elemosiniere del Papa resta comunque commosso per la povera gente che da 16 anni mette nei guai le famiglie di chi lavora in una municipalizzata e quelle che lavorano nella società proprietaria dell’ immobile che non riceve un euro di affitto,una soluzione in linea con il rispetto della legge italiana qui violata da tutti, ci sarebbe: mettere mano al portafoglio e con le elemosine saldare il debito di queste povere famiglie. E magari pure offrire in alternativa qualche immobile di proprietà vaticana per questi poveretti che non possono pagarsi l’ affitto. Certo, poi bisognerà godersi a casa propria anche i rave party…
10 commenti
https://www.maurizioblondet.it/il-cardinal-teppista-col-il-racket-delle-occupazioni/ L'OKKUPAZIONE VATICANA
Di dottrina e di diritto: non è elemosina, è ingiustizia
Il blitz del cardinale elemosiniere del Papa nel palazzo okkupato da abusivi apre gli interrogativi sugli illeciti legittimi per un bene superiore. Ma da qualunque punto la si guardi, la mossa di Krajevski non può ottenere nessuna giustificazione né attenuante. A cominciare dai criteri della Dottrina sociale della Chiesa per i quali quel gesto rappresenta un'ingiusitzia nei confronti di tutti
Il cardinale Krajevski in Vaticano con Papa Francesco
CARITA' IRRAGIONEVOLE di Stefano Fontana
Ma anche per il diritto l'okkupazione in porpora rappresenta una collaborazione ad un furto. È bene aiutare i poveri, ma mancano i requisiti per qualificare quel furto come moralmente lecito. E potrebbe sfociare in anarchia.
EMINENZA, COSI' E' ANARCHIA di Tommaso Scandroglio
- FARE L'ELEMOSINA CON I SOLDI DEGLI ALTRI, di Riccardo Cascioli
L'okkupazione in porpora è ingiustificabile sotto tutti i principi della Dottrina sociale della Chiesa. Quello del “cardinale elettricista” è un esempio della superficialità con cui oggi agiscono troppi uomini ai vertici della Chiesa, pensando che la carità non abbia bisogno della ragione. Perché non c’è bene comune senza giustizia. Invece l’intervento del cardinale ha prodotto ingiustizia in tutti i soggetti coinvolti.
-OKKUPAZIONE IN PORPORA, CARITA' IRRAGIONEVOLE di Stefano Fontana
Anche dal punto di vista del diritto mancano i requisiti perché il gesto dell’elemosiniere del Papa possa qualificarsi come moralmente lecito: un pericolo che attenti a un bene essenziale e uno stato di miseria o di indigenza che sia incolpevole. È bene aiutare i poveri, ma rispettando le regole, che sono poste a tutela del povero che non ha nulla, ma anche del proprietario. In caso contrario sfoceremmo nell’anarchia.
-CHE ERRORE: COSI' E' ANARCHIA di Tommaso Scandroglio
http://www.lanuovabq.it/it/di-dottrina-e-di-diritto-non-e-elemosina-e-ingiustizia
PEZZO GROSSO RIFLETTE SULLA POLONIA, TERRA DI SANTI, DI MARTIRI, DI EROI, DI ELETTRICISTI E DI KRAJEWSKI
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Pezzo Grosso è rimasto molto colpito dalla sceneggiata inscenata dall’Elemosiniere di Sua Santità, il cardinale Krajewski con l’exploit elettricistico al Centro Sociale Occupato. E ci ha mandato questo commento. Buona lettura.
Caro Tosatti, la vicenda- show del blitz dell’elemosiniere vaticano di Bergoglio (card. Konrad,Krajewski) passerà alla storia solo quale ultimo atto di un brutto sogno in una notte da incubo, da cui non riusciamo a risvegliarci. Ma mi ha fatto fare una riflessione sui santi martiri polacchi, di cui Sua Eminenza Reverendissima il card. Krajewski aspira ad esser il prossimo esemplare. Con piccole differenze fra lui e santi o eroi predecessori, che esporrei di seguito.
La Polonia ha fornito alcuni santi ed eroi polacchi straordinari. Per primo ricordo il Venerabile ( con causa di beatificazione in corso) card. Wyszynski, che difese i cristiani cattolici polacchi dalle persecuzioni comuniste in odio alla fede e protesse anche dalla persecuzioni gli ebrei che vivevano in Polonia.
Per secondo ricordo il re di Polonia Jan Sobiesky che difese nel 1683 Vienna dall’attacco dell’esercito turco-ottomano di Kara Mustafà che voleva islamizzare l’Europa intera. Grazie a questa vittoria fu onorato da Papa Innocenzo XI, quale difensore della fede e nei musei vaticani gli è stata persino dedicata una stanza.
Per terzo, ricordo San Massimiliano Kolbe, francescano polacco che ad Auschwitz si sacrificò per salvare un padre di famiglia. Papa Paolo VI lo definì “martire dell’amore”.
E la Polonia continua ancora ora a fornirci di neo-santi, ma stavolta bergogliani.. Il santo polacco di oggi è proprio il card. Krajewski (con un passato da elettricista, come racconta Rodari su Repubblica oggi, ma non mi par vero), noto per essersi già sacrificato (in totale discrezione…. affinché la mano destra non sapesse ciò che faceva la sinistra) cedendo (su suggerimento di Sant’Egidio) ad una coppia siriana il suo appartamento in città leonina (e trasferendosi poi in Vaticano).
Il futuro Venerabile Krajewski ha però fatto molto di più e meglio: ha difeso gli abusivi (ben 450) che occupano un palazzo appartenente ad una banca (o all’ INPS), accendendogli la luce, ottenendo così tutta la prima pagina di Repubblica che titola “IL ROBIN HOOD DEL PAPA”.
Ma per il neo-santo bergogliano proporrei anche una specie di premio Nobel grazie alla risposta che da’ a Gian Guido Vecchi sul Corriere. Vecchi gli chiede chi pagherà le bollette. La risposta : “Si parla di soldi, ma non è questo il primo problema. Ci sono i bambini. E allora la prima domanda da porsi è: perché sono li, per quale motivo?”.
Eminenza, lei lo sa certamente perché sono lì, potrebbe illuminarci spiegandocelo?
Se ci riesce le assicuro che Stilum Curiae la proporrà per il Nobel per l’economia, per la morale, per la pace (ecc.).
Magari, essendo lei vicino a Sant’Egidio, potrebbe anche escludere che questo immobile, a luce allacciata, sia destinato ad esser ora gestito da Sant’Egidio che si offrirà di pagare le bollette? Già che c’è, potrebbe intercedere affinché questa Istituzione così trasparentemente dedicata ai soccorsi umanitari, arrivi magari, un giorno a pubblicare persino i suoi bilanci, certificati, spiegando quanti contributi riesce a prendere dallo Stato e a che titolo, e come li usa?
Marco Tosatti
14 Maggio 2019 10 Commenti --
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