ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 15 maggio 2019

Una guerra combattuta con armi non convenzionali

Rivoluzione in talare 
(dalla ribellione alla conquista del potere, alla diffusione dell’eresia e dell’apostasia)

Parte seconda




4 -  Il consolidamento del potere

Con la progressiva, massiccia infiltrazione massonica nelle file del clero cattolico, la trascendenza viene soppiantata dall’immanenza e la religione viene spiegata come esperienza essenzialmente umana, espressione di un’innata esigenza dell’animo umano, e  non più come un qualcosa disceso dall’alto, una Rivelazione di Dio Creatore. Da ciò consegue la negazione della divinità di Gesù Cristo, dell’opera di Redenzione da Lui attuata, dei suoi miracoli, della sua Resurrezione ed Ascensione (tutte cose relegate nel campo dei miti) oltre che, ovviamente, di tutti i dogmi mariani.

Scopo precipuo della massoneria è giungere alla distruzione del Cristianesimo (in particolare del Cattolicesimo e del papato); vista l’impossibilità di giungere in tempi brevi al loro  obiettivo tramite lo scontro frontale,  i massoni decisero di ripiegare sul sistema del “cavallo di Troia”, cooptando nella massoneria alti prelati che potessero  provvedere dall’interno della Chiesa all’opera di demolizione della Chiesa stessa. In particolare, ciò sembra oggi possibile facendo confluire le tre grandi religioni monoteiste in un’unica religione mondiale, una specie di Onlus, una melassa buonista ed immanentista, infarcita di umanesimo ateo ed orientata esclusivamente al sociale, a “curare le ferite” degli uomini in una specie di “ospedale da campo” (metafora tanto cara a Papa Bergoglio).
Ovviamente tutto questo presuppone la scomparsa dei concetti di evangelizzazione, conversione, proselitismo, comandamenti, precetti, divieti e della loro relativa pratica. Non è forse quello che predica quotidianamente Papa Bergoglio? Andare incontro ai fratelli, ma senza portare loro la verità, senza imporre loro nessun peso, nessuna restrizione al loro modo di vivere.
Due segnali preoccupanti in questa direzione sono emersi recentemente: la proposta di Simon Perez a Papa Bergoglio di mettersi a capo di una sorta di ONU delle religioni e l’avvio della costruzione, a Berlino, del tempio dell’Unico, in cui si dovrebbe celebrare il culto delle tre religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo ed islam).

Ben presto si rivelarono i caratteri salienti del neomodernismo, o progressismo: abbandono del trascendente per abbracciare l’immanente, abbandono del sacro a favore del profano, abbandono del concetto di Regno Sociale di Cristo a favore di un semplice umanitarismo laico, essenzialmente sociale e politico, abbandono del cristocentrismo a favore dell’antropocentrismo (“anche Noi abbiamo il culto dell’uomo”: disse Paolo VI all’ONU), abbandono dell’evangelizzazione (cioè del carattere missionario, essenza ineliminabile del cattolicesimo) a favore di un dialogo sterile e infruttuoso (nessun proselitismo, nessuna conversione dei fratelli: tutte le religioni si equivalgono, tutte conducono alla salvezza).
Quest’ultimo aspetto è di una gravità assoluta, equivale infatti al “non serviam” di Lucifero, consistendo nel rifiuto di svolgere il compito lasciato da Cristo ai Suoi Apostoli (e loro successori, ovviamente) al momento della Sua Ascensione al Cielo, compito ben espresso dal motto “euntes docete”, ed al quale oggi i preti modernisti preferiscono sostituire, appunto,  il dialogo sterile ed infruttuoso, espressione del loro immanentismo antropocentrico, del loro relativismo sincretista, del loro ecumenismo suicida.
Illuminante in proposito il parere espresso da Jean Guitton sui neomodernisti della sua epoca: secondo Guitton,  il modernismo delle origini, paragonato al neomodernismo degli anno ’60-’70 era come un raffreddore paragonato ad una grave malattia. Un paragone veramente azzeccato, se si considera che i due pontificati, di Roncalli e Montini, uniti al rivoluzionario Vaticano II, nel giro di pochi decenni avrebbero portato ad una radicale trasformazione della Chiesa Cattolica, rendendola irriconoscibile per un cattolico dell’Ottocento o del primo Novecento e comunque per qualunque vero cattolico.

Risultati vittoriosi su tutta la linea, i modernisti avrebbero potuto aspettarsi una veloce trasformazione della Chiesa ma, purtroppo per loro, i due pontificati successivi segnarono un rallentamento della marcia trionfale modernista, sia per il fatto che il pontificato di  Karol Wojtyla fu  diretto principalmente a collaborare alla caduta dell’impero comunista sovietico (pur mantenendosi aderente alla dottrina vaticansecondista), sia  per una certa riconciliazione di Papa Ratzinger con il mondo della Tradizione Cattolica.


L’arrivo di un Papa dotato di una grande devozione mariana (Wojtyla, il Papa “totus tuus”) e da un’aperta ostilità contro il comunismo portò a un rallentamento della demolizione  modernista del cattolicesimo, pur nel permanere di tutte le caratteristiche proprie del modernismo: il nome Giovanni Palo II, scelto in onore dei Papi conciliari, l’ostpolitk di Casaroli (Segretario  di Stato dal 1979 al 1990),  l’ecumenismo di Assisi 1 (riunione interreligiosa) il filoprotestantesimo di Ratzinger, grande amico e collaboratore di Wojtyla. Il carisma di GP II ed il suo evidente pragmatismo positivo, però, facevano passare quasi inosservati questi dettagli, essendo tutta l’attenzione delle masse concentrata sul grande carisma del pontefice polacco. A Wojtyla va riconosciuto il merito di essere riuscito a evitare lo scontro armato tra le due superpotenze e di  aver concorso alla caduta dell’impero sovietico “senza neppure rompere un vetro”, come è stato affermato; va però subito aggiunto che il merito di un tale risultato è stato dallo stesso Wojtyla attribuito all’intervento di Maria Santissima, alla Quale egli fu sempre riconoscente per avergli salvato la vita nell’attentato del 1981 in piazza S. Pietro.

Non riteniamo di dover prendere in esame la figura di Papa Luciani, Giovanni Paolo I, dato che la brevissima durata del suo pontificato (soli 33 giorni) non gli consentì di mostrare una sua chiara linea pastorale e dottrinale. La sua scomparsa, però, ha dato luogo a molti interrogativi, rimasti senza risposta. C’è chi ha romanzato la vicenda della sua morte, ricavandone un thriller, avanzando l’ipotesi di un omicidio, motivato dalla sua intenzione di rivoluzionare la Curia romana, cozzando contro forti interessi costituiti (Marcinkus, lo Ior, Calvi, Sindona, ecc.). Il fatto che non abbiano voluto fare l’autopsia non depone certo a favore delle cause naturali. La cronaca racconta della sua intenzione di azzerare tutte le cariche, cambiando radicalmente il volto della Curia, intenzione che manifestò al Segretario di Stato cardinal Jean Villot la sera prima della sua morte, durante un vivacissimo scambio di vedute (si parla di un grande alterco).  L’azzeramento degli incarichi implicava la rimozione dello stesso  Villot che, secondo voci incontrollate, una volta uscito dallo studio del Papa avrebbe avvicinato una delle suore a servizio di Luciani, dicendole “è per stanotte”. La vicenda è ricostruita in modo romanzesco, alla Dan Brown (l’autore del romanzo “Il codice Da Vinci”), ma non si deve dimenticare che Jean Villot sarebbe stato presente, assieme a Montini, alla messa nera celebrata nella cappella Paolina il 29 giugno 1963, otto giorni dopo l’elezione di Montini (un rito di ringraziamento, il corrispettivo per l’aiuto ricevuto?), il tutto ovviamente sempre secondo le solite voci incontrollate e forse prive di ogni fondamento. Ma il cronista (come lo storico) ha il “dovere di cronaca” di riportare  ogni elemento utile alla ricerca della verità.

Dicevamo, sopra, di  una certa riconciliazione di Papa Ratzinger con il mondo della Tradizione Cattolica. In effetti, Papa Benedetto XVI  promulgò il “Motu Proprio” per concedere la possibilità ai sacerdoti di celebrare il Vetus Ordo Missae (anche se prima non era formalmente vietato, ma sostanzialmente sgradito all’episcopato), revocò la scomunica ai vescovi della Fraternità San Pio X ed avviò trattative per favorire il ritorno di essa dentro la Chiesa Cattolica; anche per Joseph Ratzinger, però, restava un punto fermo il fatto che “indietro non si torna” (dalla svolta del Vaticano II). Questo atteggiamento “morbido” del Papa tedesco non dovette incontrare molto gradimento tra le forze moderniste della Curia vaticana e dell’episcopato, tanto che oscure trame di palazzo (i famosi “lupi” cui Ratzinger accennò nella sua famosa omelia della Messa di intronizzazione papale) lo costrinsero alle dimissioni  per far posto a qualcuno più veloce di lui nel completare l’opera di demolizione della Chiesa Cattolica.
Quel qualcuno è oggi Papa Francesco, al secolo Jeorge Mario Bergoglio, il cd “grande riformatore”. A forza di slogan sessantottini triti e ritriti, privi di ogni valenza soprannaturale, l’attuale Vicario di Cristo sta letteralmente svuotando il Cattolicesimo (e cioè il Cristianesimo) di ogni valore universale, cioè della sua vera essenza e vitalità. Secondo lui, infatti, il cristiano dovrebbe limitarsi ad “uscire e andare incontro ai fratelli nelle periferie” (cittadine? esistenziali?, chissà), per curare le loro ferite in quell’ospedale da campo che, sempre secondo lui, dovrebbe diventare la Chiesa di Cristo, senza però portare loro pesi inutili, come l’invito alla conversione, i precetti, i comandamenti, gli ammonimenti ai peccatori, con invito al pentimento, al ravvedimento operoso, al cambiamento di vita.
Ne sono conferma i suoi incontri con gente come Scalfari, Pannella, Bonino, i leoncavallini, le due lesbiche (conviventi) autrici del libriccino per inculcare le teorie del gender e dell’omosessualità nella mente dei piccoli innocenti (fin dai 3 anni di vita). A nessuno di essi, infatti, Bergoglio ha detto di cambiare vita, per non finire negli abissi infernali, anzi, li ha abbracciati, complimentandosi con loro per il loro operato, li ha benedetti e li ha spronati ad “andare avanti” con il loro stile di vita.
Un vero e proprio schiaffo a Nostro Signore Gesù Cristo, col chiaro intendimento di distruggere duemila anni di magistero cattolico, capovolgendo l’ordine dei valori (il male diventa bene, e viceversa), negando l’esistenza di “valori non negoziabili” (sue testuali parole) e perseguitando i pochi che ancora si ostinano a voler seguire l’insegnamento della Chiesa cattolica di sempre.

Purtroppo questa ossessione compulsiva per la richiesta di perdono a nome della Chiesa Cattolica preconciliare, che affligge da decenni i papi conciliari e postconciliari (quasi che volessero scusarsi per il fatto di esistere…) li porta a dimenticare (o a rifiutare di ammettere) il fatto innegabile per un cristiano: che la vera pace ce la può dare solamente Nostro Signore Gesù Cristo. Se si vuole ostinatamente ignorare questo fatto, per andare alla ricerca di una pace (tra le religioni e tra gli Stati) basata su soli elementi umani, si otterrà solo una pace illusoria ed apparente, fragile e transitoria.
Dopo la firma del documento di Abu Dhabi, ispirato alla sola “fratellanza umana”, e dal quale è volutamente  estromesso  Cristo Re, siamo arrivati al gesto scandaloso e sconcertante di papa Francesco prostrato a terra per baciare le scarpe di autorità politiche islamiche, un gesto che ha causato sgomento e sconcerto tra le fila di coloro che ancora mantengono almeno un minimo di vera fede cattolica. Un’incredibile umiliazione della figura del Vicario Di Cristo in terra.


5 – L’ aperta  propagazione dell’eresia e dell’apostasia

Sotto i pontificati di Wojtyla e di Ratzinger ci eravamo un poco assopiti, distratti, riguardo alla pericolosità dell’assalto modernista alla Chiesa Cattolica. Ciò era dovuto al grande carisma di Karol Wojtyla e alla sua coraggiosa lotta contro il blocco comunista sovietico, una lotta vittoriosa, grazie soprattutto all’aiuto decisivo di Maria Santissima, alla quale GP II era devotissimo. Scomparso Karol il Grande (come è stato sopranominato), il pontificato del suo grande amico e collaboratore, il teologo Joseph Ratzinger (già perito modernista al Vaticano II), divenuto Papa col nome di Benedetto XVI, è stato caratterizzato da un certo ammorbidimento del modernismo d’assalto degli anni ’60-’70, da qualche passo indietro sul rigore progressista (basti pensare al c.d. “Motu Proprio” in tema di Messa “Vetus Ordo”, alla revoca della scomunica ed al tentativo di riavvicinamento con la FSSPX); ciò senza tacere, però, il permanere di indubbi tratti modernisti nel magistero ratzingeriano, come la riunione interreligiosa di Assisi 2 (nel 2011), il rifiuto di riparare alla dubbia consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria Santissima (come richiesto a gran voce dai fatimiti), il diniego alle richieste (provenienti da cinque cardinali) di proclamare il quinto ed ultimo dogma mariano (Maria Corredentrice, Mediatrice di tutte le Grazie ed Avvocata nostra), come richiesto dalla Madonna ad Amsterdam negli anni ’50, per il tramite della veggente Ida Peerdeman (diniego motivato affermando che una tale proclamazione avrebbe ostacolato il dialogo ecumenico con  protestanti ed anglicani). Stante tutto ciò, le forze ultra progressiste presenti nella Chiesa (in primis nel collegio cardinalizio) hanno lanciato un grido d’allarme: i loro sforzi per la piena attuazione del Vaticano II rischiavano di vanificarsi, il loro obiettivo rischiava di allontanarsi sempre più (Martini aveva addirittura richiesto l’apertura di un Concilio Vaticano III, non essendo soddisfatto dello sfacelo provocato nella Chiesa e nella società dal Vaticano II). Dopo di ciò si è assistito all’assalto dei lupi al soglio petrino, per usare il linguaggio adoperato da Ratzinger all’atto del suo insediamento (“pregate per me, perché non fugga davanti all’assalto dei lupi”, aveva detto profeticamente nell’omelia della Messa pontificale). Si è amplificata l’eco degli scandali, in particolare quello della pedofilia nel clero statunitense (ma anche gli scandali finanziari nella gestione dello IOR, la banca vaticana). Il colpo di grazia è venuto poi con la fuga di notizie riservate e lo scandalo Wikileaks. Spingi oggi, spingi domani, i poteri forti hanno costretto Papa Benedetto a togliere il disturbo, lasciando campo libero alle forze ultramoderniste, ben organizzate e strutturate. Negli ultimi tempi del suo pontificato era circolata sempre più insistente la voce che il Papa sarebbe deceduto entro la fine del febbraio 2013. Una soffiata dal suo entourage medico ? la possibilità di un attentato al Papa,  come successe nel 1981 a GP II? chi poteva avere interesse a mettere in giro una tale notizia? un ammonimento, una velata minaccia? la possibilità di un secondo caso Luciani?
Il giornale “Tempi” uscì con un articolo in cui si riferivano voci secondo cui il Papa sarebbe morto entro un anno; ciò che colpisce di questo articolo è la data della sua pubblicazione: l’11 febbraio 2012.  Esattamente un  anno dopo Benedetto XVI avrebbe annunciato le sue dimissioni, fissando il termine del suo pontificato al 28 febbraio 2013. Il buon Ratzinger deve aver preso molto sul serio questa minaccia strisciante, dato che poco tempo prima della scadenza dell’ultimatum ha preso la storica decisione di dimettersi. Un fatto più unico che raro nella storia della Chiesa, un vulnus nella casa costruita sulla roccia, una pericolosa falla nella già fragile barca di San Pietro.
A differenza di quanto fece a suo tempo Celestino V poi, Benedetto XVI non si è ritirato in convento, non è scomparso dalla circolazione, ma  è rimasto in Vaticano come “Papa emerito”, con la veste papale, dando così vita ad una nuova carica ecclesiastica, dopo quella di “vescovo emerito” introdotta nella Chiesa da Paolo VI. Quest’anomala situazione fa tornare alla mente una famosa profezia della Beata Katharina Emmerick (autrice di una delle quattro biografie della Madonna attualmente in circolazione), nella quale la monaca agostiniana parla appunto di un tempo in cui la Chiesa avrebbe avuto due Papi, un’epoca molto infausta per la cristianità, come vedremo tra poco.

Infine una piccola “chiosa”: l’11 febbraio è una data molto significativa, ricorrendo la solennità della Madonna di Lourdes. Una veggente aveva riferito di aver ricevuto una locuzione da Nostro Signore nella quale si diceva che nel giorno di una importante solennità mariana ci sarebbe stato un grave evento in Vaticano, foriero di grandi sventure per la Chiesa. Alcuni esorcisti, poi, riferirono che durante alcuni esorcismi praticati nel 2012 l’entità  presente nelle persone possedute era stata costretta a confessare che nel 2013 e nel 2014 le forze delle tenebre avrebbero sferrato un grande attacco contro il papato. Retroscena esoterici, opinabili se si vuole, ma che portano acqua al mulino di coloro che sostengono la tesi che le dimissioni di Joseph Ratzinger hanno avuto motivazioni oscure, non portate a conoscenza della collettività.

Una volta ritiratosi Benedetto XVI, il collegio cardinalizio, ormai in maggioranza modernista, ha fatto cadere la sua scelta su di un uomo di sicura fede progressista, l’italo-argentino Jeorge Mario Bergoglio, che ha preso il nome di Papa Francesco, con riferimento al poverello di Assisi (e non, come avevo pensato in un primo momento, a S. Francesco Saverio, cofondatore, con S. Ignazio di Loyola, della Compagnia di Gesù, della quale Bergoglio fa parte). Sono corse voci di accordi preconclave, di condizioni imposte a Bergoglio, di irregolarità procedurali (ipotesi avanzata dal giornalista cattolico Antonio Socci). Sin dal suo esordio al balcone del palazzo apostolico, Bergoglio ha sorpreso tutti con il suo “Buonasera!”, al posto del tradizionale “Sia lodato Gesù Cristo”, poi ha esplicitamente affermato di non voler benedire la folla in piazza San Pietro per non urtare la suscettibilità dei non credenti (altro che invito alla conversione!), e da lì è iniziata la serie dei suoi famosi “buongiorno, buon pranzo, buona sera, buona notte”. Inoltre, sempre al suo primo esordio, ha chiarito subito di avere “l’ambizione di attuare completamente il Vaticano II”. Tempo dopo, alle domande di chi si stupiva delle sue iniziative “poco ortodosse”, ha risposto “io devo fare ciò che mi hanno richiesto i signori cardinali” (non certo Burke e Caffarra, ovviamente, bensì coloro che lo  hanno posto al timone della barca di Pietro). Così con il pontificato di Papa Francesco è esploso in tutta la sua virulenza l’assalto finale dei neomodernisti a quel poco che resta di cattolico nella Chiesa di  Cristo: epurazioni ed allontanamento di cardinali filo tradizionalisti (Piacenza, Burke); commissariamento e distruzione di ordini religiosi fiorentissimi, accusati di simpatie preconciliari (frati e suore Francescani dell’Immacolata); apertura totale, senza invito alla conversione, al ravvedimento e al cambiamento di vita, ad anticlericali incalliti (Pannella, Scalfari, i leoncavallini dei centri sociali); atti personali di Bergoglio: offese e martellamento continuo, nelle omelie di S. Marta, ai cattolici,  a coloro che pregano intensamente,  che difendono i cd valori non negoziabili; preghiere interreligiose con capi musulmani, patriarchi ortodossi, primate anglicano (con evidenti atti di sottomissione, come il bacio delle mani), visita a moschee (pregando rivolto alla Mecca), templi buddisti, benedizioni richieste a pastori protestanti, sospensione di ogni giudizio sulle peggiori perversioni sessuali … la lista potrebbe continuare, ma ciò sarebbe preso per accanimento, quindi è meglio fermarsi qui.

L’ultima battaglia dei modernisti contro la Chiesa Cattolica, un vero “assalto alla baionetta”, viene condotto con le armi tradizionalmente usate dalla Chiesa, ma stavolta adoperate al contrario, contro sé stessa: misericordia, accoglienza, dialogo, perdono:  si perseguono ostinatamente le utopie e si combatte la Verità; così i difensori di quest’ultima si fanno apparire come mostri, soffocatori della libertà, “rigidi”, escludendoli a priori dal dialogo, dall’accoglienza, dal perdono, mentre sull’altro versante si accetta tutto: anarchia, violenza, perversioni, tutti i credi religiosi (inclusi gli animisti, gli sciamani, ecc.).  Un sempre maggior annebbiamento delle menti e dei cuori si diffonde nelle masse, cattoliche,  anticattoliche, atee, non cristiane, che recepiscono senza batter ciglio qualsiasi uscita provocatoria e dissacratoria del “caro leader” italo argentino, dimostrando verso di lui un culto della personalità da far impallidire i leader sovietici del passato.

L’obiettivo inconfessato dei modernisti dell’ultima ora (Braz de Aviz, Madariaga, Kasper, Marx, ecc.), tutti portati a posti di comando nella Chiesa da Papa Francesco,  sembra essere quello di trascinare la Chiesa Cattolica a confluire in una nuova religione unica mondiale di stampo massonico, una specie di ONU delle religioni, dove l’identità cattolica, o anche solo cristiana,  si dissolva in una specie di ONG planetaria, una melassa buonista,  di stampo umanitario sociale laico. Una richiesta in tal senso è già stata avanzata dal leader israeliano Simon Peres a Bergoglio: mettersi alla guida di una vera e propria ONU  mondiale delle religioni. Del resto, a Berlino è già iniziata la costruzione di un tempio sacro dedicato “all’Unico”, dove le tre grandi religioni monoteiste (le c.d. “religioni del libro”) possano celebrare assieme. Vittoria del sincretismo e del relativismo? è presto per dirlo, certo è che dal 1958 il potere della massoneria all’interno della Chiesa Cattolica è andato aumentando a dismisura, ponendo seri interrogativi sulla sopravvivenza stessa di questa istituzione religiosa.


6 – Considerazioni finali


Concludendo, non possiamo continuare a nasconderci  come oggi sia in atto una guerra non dichiarata,  scatenata dalle potenze occulte mondialiste, globaliste (i cosidetti “poteri forti”, cioè finanza speculativa, grandi banche, organismi  sovranazionali, dinastie plutocratiche, multinazionali, ecc.) contro la civiltà occidentale europea e la religione cattolica,  contro l’identità stessa dell’Europa; una guerra condotta con armi non convenzionali, iniziata  dalla massoneria nel secolo scorso,  con l’infiltrazione silenziosa e metodica  dei massoni (comunisti, laicisti, protestanti, ecc.) all’interno della Chiesa, fino a giungere ai vertici della gerarchia ed alla stessa Prima Sede.
Una guerra combattuta, dicevamo, con armi non convenzionali, tra le quali spiccano:
- la globalizzazione, o mondializzazione dell’economia, con la scomparsa dei protezionismi, ma anche delle difese delle economie nazionali, il che significa abbandono della tutela dei lavoratori degli stati ad economia avanzata, perdita   delle conquiste dei diritti dei lavoratori, ottenute con decenni di lotte e battaglie sindacali (e che ciò sia avvenuta ad opera delle sinistre, un tempo difensori dei lavoratori, è proprio il colmo);
- creazione di organismi sovranazionali con progressiva perdita della sovranità nazionale, nell’ottica di un sempre maggior controllo del governo dei singoli stati da parte di élites massoniche internazionali; abbattimento dei governi ostili al Nuovo Ordine Mondiale ed insediamento, al  loro posto, di governi fedeli esecutori delle direttive loro imposte. Obiettivo finale: creazione di un governo mondiale manovrato da pochi eletti, cioè da una oligarchia massonica al servizio del Principe di questo mondo;
- eliminazione delle identità nazionali, delle radici culturali, etniche, sociali e politiche dei singoli stati dell’Occidente (una volta chiamato mondo libero, in opposizione all’impero sovietico bolscevico, ed oggi divenuto tirannia mascherata da buonismo e non discriminazione…), tramite l’invasione islamica afroasiatica, ottenuta con le cd “primavere arabe” (guerre e sommosse provocate ad arte) e la successiva migrazione di massa promossa e incanalata da organismi prezzolati al servizio dei massoni e dalla quinta colonna rappresentata dalla Chiesa (ex) Cattolica, ora braccio ecclesiastico del moderno cesaropapismo di origine e ispirazione  luciferina;
- crisi finanziarie internazionali, manovrate ad hoc dalla finanza speculativa mondiale (agendo sul debito pubblico degli Stati), con conseguenze tragiche per intere nazioni, messe in ginocchio e letteralmente depredate dei loro beni.

La Chiesa cattolica, dal canto suo,  sta scivolando  sempre più velocemente verso il baratro infernale, mentre il gregge è abbandonato a sé stesso, alla mercé dei lupi o, peggio ancora, guidato verso l’abisso nella confusione della mente (dottrina) e del cuore (liturgia). L’apostasia della Chiesa, ad iniziare dal suo vertice, si fa sempre più manifesta, con il capovolgimento dei valori e la rinuncia ad adempiere ai propri doveri, in particolare al compito assegnatole dal suo Fondatore all’atto della Sua Ascesa al Cielo (”andate ad annunziare la Buona Novella, sino ai confini del mondo, battezzando tutte le genti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”). Forse oggi, più che ingenui sognatori, Papa Bergoglio ed i suoi (Kasper, Sosa Abascal, Marx, Paglia, Maradiaga, Braz de Aviz, ecc.) assomigliano più a una combriccola di malfattori della fede (come l’ormai famosa mafia di san Gallo), tristi figuri incaricati di fare il lavoro più sporco dell’intera storia umana: la distruzione  totale della Chiesa Cattolica, con l’abolizione del Santo Sacrificio, in modo da eliminare il Kathekon e consentire a Lucifero di insediarsi al posto di Nostro Signore Gesù Cristo, come Re dell’universo.  Ma il piano dell’eterno nemico di Dio (e anche nemico nostro) è destinato a fallire; a sconfiggerlo sarà l’umile Ancella del Signore: un vero  smacco per lui, superbo ed orgoglioso oltre ogni limite, essere sconfitto da un mortale (lui che disprezza tutti i mortali, considerandoli delle nullità al suo cospetto) e dal più umile e semplice di tutti, la “Serva del Signore”.  Non dimentichiamo le parole rivolte da Maria Santissima a Suor Lucia di Fatima “quando tutto sembrerà perduto, allora Io sarò con voi ….. alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà”.


Bibliografia minima

- Don Andrea Mancinella “1962 . rivoluzione nella Chiesa”, Editrice
  Civiltà, Brescia, 2010
Opere di don Luigi Villa (Editrice Civiltà) :
   “Paolo VI il Papa che cambiò la Chiesa”,
   “La nuova Chiesa di Paolo VI
   “Paolo VI beato?”, 1998
   “Paolo VI – Processo a un papa”.
   “Anche Giovanni XXIII beato?”.
   “Karol Wojtyla … santo?”.
   “Critiani, Musulmani, Ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!
   “Assisi: verso l’apostasia?”.
   “Fuori della Chiesa non c’è salvezza”.
   “Appunti critici sul Vaticano II – 1, 2, 3, 4, 5”.
   “Vaticano II dietro front!”
   “È cambiata la Fede?”

Sulla comune matrice del modernismo cattolico con la rivoluzione massonica italiana (il cosiddetto Risorgimento) si veda:

Lorenzo del Boca : 
-  “Risorgimento disonorato – il lato oscuro dell’unità d’Italia”, Utet
    2011;
- “Maledetti Savoia”, Editrice Piemme, 2010;
-  “Il maledetto libro di storia che la tua scuola non ti farebbe mai
   leggere –  Controstoria d’Italia, per non farsela raccontare”, Editrice Pemme, 2017.

Massimo Viglione :
- “Rivolte dimenticate – le insorgenze degli Italiani dalle origini al
  1815”,  Città Nuova Editrice, 2001;
- “1861 – le due Italie, identità nazionale, unificazione, guerra
   civile”, Editrice Ares, 2011;
- “L’identità ferita – Il Risorgimento come rivoluzione & la guerra civile italiana”, Editrice Ares, 2006.

Angela Pellicciari :
-  “Risorgimento anticattolico”, Fede e Cultura, 2011;
-  “L’altro Risorgimento – una guerra di religione dimenticata”,
    Editrice Ares, 2011;
-  “Risorgimento da riscrivere – liberali e massoni contro la Chiesa”,
    Editrice Ares, 2011;
-  “I panni sporchi dei Mille”, Edizioni Fondazione Liberal, Roma,
    2009;
-  “Risorgimento ed Europa – miti, pericoli, antidoti”, Fede e Cultura, 2008.

Elena Bianchini :
-  “Risorgimento – le radici della vergogna”, C.S.R. - “Centro Studi
sul  Risorgimento, e sugli stati preunitari” -, Edizioni Terra e Identità, Modena, 2009.

Luca Marcolino :
-  “Contro Garibaldi – quello che a scuola non vi hanno raccontato”, Vallecchi  Editore, 2011.

Giovanni Fasanella  e Antonella Grippo :
“1861 – la storia del Risorgimento che non c’è sui libri di storia”, Sperling  Kupfer, 2011.

Gigi di Fiore :
- “Controstoria dell’unità d’Italia – fatti e misfatti del Risorgimento”, Rizzoli 2011.

Gennaro de Crescenzo :
-  “Contro Garibaldi”, Editrice Il Giglio, Napoli, 2013;
-  “L’altro 1799 – i fatti”,  Edizioni Scientifiche Cuzzolin, Napoli, 1999.

di Catholicus


Parte prima


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.