ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 8 giugno 2019

Fuori dalla dottrina

Così una parte di Chiesa cattolica celebra il mese del pride

I progressisti presenti nella Chiesa cattolica, anche a livello ecclesiastico, elogiano il mese dedicato alla promozione dei diritti Lgbt. Polemiche in arrivo

C'è una parte di Chiesa cattolica che interpreta la pastorale dell'accoglienza in modo estensivo.
Le battaglie della comunità Lgbt - ci si domanda - devono essere solo accolte o possono trovare piena legittimazione negli ambienti ecclesiastici? Per alcuni di questi, specie tra quelli americani e progressisti, non esiste una differenza sostanziale tra i due approcci possibili.

Il gesuita statunitense e consultore della Segreteria per la Comunicazione James Martin ha persino augurato "buon mese del pride" via Twitter. Poi c'è chi organizza "preghiere" o "processioni" di riparazione per rispondere alle "veglie" contro l'omofobia. Sono tutte vicende che, di tanto in tanto, hanno luogo pure nelle parrocchie del Belpaese, alimentando lo scontro tra i cattolici tradizionalisti e quelli meno inflessibili, i cosiddetti "cattolici adulti". Dando uno sguardo a quello che sta accadendo in questi primi giorni di giugno, che è il mese dedicato all'orgoglio Lgbt, è possibile segnalare - come si legge sul sito Lifesite News- una celebrazione, la seconda in due anni, predisposta dalla diocesi di Newmark, nel New Jersey, in relazione al pride. Forse è il caso più emblematico.
Durante lo scorso Sinodo sui giovani, si è molto dibattuto della dottrina in materia: dopo le prime fasi, quelle in cui sembrava possibile che l'omosessualità venisse sdoganata, si è optato per non modificare il Catechismo. Ma l'acronimo "Lgbt" è sto utilizzato, per la prima volta nella storia del cattolicesimo, per un documento ufficiale del Vaticano. Qualcosa, prescindendo dalla volontà dei teologi conservatori, sta cambiando. C'è un collettivo dell'Università Cattolica di Milano, "LGBcatT", che per giovedì 20 giugno, presso viale Pasubio, ha organizzato un aperitivo tramite cui preparsi alla sfilata per i diritti omosessuali. Il simbolo dell'organizzazione studentesca è un gatto arcobaleno.
Alcuni cattolici, in definitiva, non si chiedono più se accogliere o no le persone appartenenti alla comunità Lgbt: è un dato scontato. Il piano della discussione, oggi, è un altro: la Chiesa cattolica, le istituzioni ecclesiastiche e i fedeli possono o non possono promuovere quelli che Joseph Ratzinger, in maniera critica, chiamava "nuovi diritti"? Le iniziative descritte in maniera sintetica tramite questo articolo contengono una risposta implicita, ma vale solo per la corrente progressista. Le critiche dell'altro emisfero, quello che ritiene che tutto questo sia fuori dalla dottrina ufficiale, non si faranno attendere.

A ROMA SFILA IL GAY PRIDE ANTI-FAMIGLIA. I VESCOVI SCENDONO IN PIAZZA PER L’IMMIGRAZIONE SENZA SE E SENZA MA

8 Giugno 2019 Pubblicato da  7 Commenti --


Cari amici e nemici di Stilum Curiae Oggi a Roma si svolge il Gay Pride della capitale: un evento che certamente è ben lontano dal proporre stili di vita, di pensiero e di morale vicini a quelli cattolici. Questo genere di eventi ha ricevuto l’appoggio entusiastico e incondizionato di una formazione politica, il Partito Democratico, che come potete vedere dal manifestino, ha un’agenda anch’essa ben lontana da ciò che un cattolico crede e vuole. E come sappiamo, è stato ed è un fattore importante nel favorire un’immigrazione senza regole e controlli nel nostro Paese.
I vescovi del Lazio, che non hanno avuto una parola da dire quando il PD faceva passare alcune delle leggi anti-famiglia e anti-vita illustrate nel volantino, e che non hanno una parola da dire sul Gay pride di quella che era la capitale della cristianità, hanno scelto oggi per far conoscere una specie di proprio “manifestino” pro immigrazione, pro PD e anti governo, maldestramente mascherato dietro raccomandazioni evangeliche. Vi invitiamo a leggere qui.
Volentieri riportiamo un bilancio di ciò che è accaduto a Modena nei giorni scorsi, dove centinaia di persone hanno partecipato a una processione di riparazione per il gay pride cittadino.

 La notizia è che un Vescovo ha analizzato e si è alzato in piedi per difendere il suo gregge e la famiglia naturale:
“Credo che il matrimonio sia una comunità di vita e di amore tra un uomo e una donna, connotata da complementarità, reciprocità e generatività, e come tale rientri nel progetto stabilito da Dio creatore e confermato da Cristo redentore”.
Grazie alla mediazione ecclesiale del Centro Culturale il Faro, il Vescovo di Modena aveva già concesso al Comitato promotore il sagrato del Duomo precisando che “non c’è alcuna contrarietà che i fedeli, inclusi i presbiteri, partecipino alla processione di riparazione”.
C’è di più: Mons. Castellucci esprime un inequivocabile “sostanziale dissenso dai contenuti e dal metodo che anima il Gay pride” a smentire ogni lettura faziosa operata in queste ore dai mass-media laicisti e lefebvriani.
Ed ecco che, per la prima volta in Italia, una processione riparatrice ha luogo con il placet fattuale del Vescovo, vede la partecipazione di altri sacerdoti incardinati nella Diocesi e viene guidata da un parroco, Don Giorgio Bellei, che non teme di dichiarare alla stampa: “preghiamo perché questo peccato viene sbandierato contro il progetto di Dio, che maschio e femmina li creò e che ha dato alla sessualità umana un fine preciso” (Cfr. Repubblica Bologna, 1/6/2019).
La chiesa di Lefebvre? irrilevante come sempre e stavolta – finalmente! – senza alcuna visibilità.
Anche i partiti del centro-destra non si sono lasciati ingannare dai soliti attivisti LGBT presi in prestito da altre città, ma hanno avuto ben presente il risultato ottenuto dalla paladina dei diritti LGBT dell’Emilia-Romagna, l’Assessore alle Pari Opportunità Roberta Mori: bocciata.
Ma non solo: terz’ultima dei candidati del Partito Democratico del Nord-Est. E la petizione a favore della famigerata legge regionale sull’omotransnegatività non ha raggiunto le 2.500 firme in tutta Italia (= 125 per Regione).
Per tutte queste ragioni, per questo intelligente modo di operare, il centro-destra ha sostenuto i cattolici:
– la Lega di Salvini: sia con il Ministro per la Famiglia, sia con i Consiglieri Comunali neo-eletti, sia con il fattivo interessamento del Segretario Regionale On. Vinci:
– Forza Italia, sia con una presa di posizione di un Consigliere Regionale modenese, sia con una durissima presa di posizione del Segretario Regionale, On. Bignami, che giustamente segnala che “i gay pride finiscono, sistematicamente, per rivelarsi manifestazioni che sviliscono o condannano la famiglia tradizionale e il concetto stesso di eterosessualità“.
Quali i partiti a favore del pride? Solo il Sindaco del Partito Democratico di Modena e pochissimi altri suoi colleghi della provincia sono sfilati con la fascia istituzionale, in mezzo a uomini sculettanti e con le calze a rete. Vedremo il frutto di tale comportamento alle elezioni regionali di questo fine d’anno…
Dunque, un successo connotato dall’ecclesialità, che auspichiamo si estenda alle altre iniziative analoghe. Possibilmente, migliorando le capacità di comunicazione e tenendo conto di tutti suggerimenti già indicati dall’Osservatorio Gender.

Marco Tosatti

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.