ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 7 febbraio 2020

L'effervescente vena sulfurea

Tutto è cominciato col tradimento
perpetrato dal concilio Vaticano II




Il n° 1850 de La Civiltà Cattolica, del 6 febbraio 2020, ha pubblicato un articolo del cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, intitolato “Il documento sulla fratellanza umana nel solco del Concilio Vaticano”.

E’ da cinquant’anni che, al pari di altri, sosteniamo che il Vaticano II è stato la causa della deriva anticattolica della neochiesa conciliare. Tra le altre considerazioni esposte abbiamo fatto notare che il Vaticano II ha volutamente sostituito nel cattolicesimo la centralità di Dio con la centralità dell’uomo.
Non staremo qui a ricordare che questa svolta antropocentrica è stata ribadita ed elogiata da vescovi, cardinali e papi, poiché la troviamo confermata in questo articolo del cardinale, che rappresenta egregiamente il nuovo tipo di uomini di Chiesa che compongono la neochiesa conciliare.


Di tutti i documenti partoriti dalla effervescente vena sulfurea di papa Bergoglio, il Documento sulla fratellanza umana firmato lo scorso 4 febbraio 2019 con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, è il più rappresentativo del tradimento operato contro Dio a favore dell’esaltazione dell’uomo.
A leggere il Documento, la blasfemia è palese e l’asservimento al Principe di questo mondo, altrettanto.

Ma lasciamo parlare il cardinale, che sull’argomento è più preparato di noi.

«Non si può infatti comprendere il documento se non lo si inserisce nel cammino ormai di lungo corso delle relazioni interreligiose della Chiesa cattolica, che ha trovato espressione ufficiale nel Concilio Vaticano II

Quindi, con “l’espressione ufficiale del Concilio Vaticano II”, la Chiesa cattolica, quella moderna, la neochiesa, ha rinunciato a compiere la missione affidata da Nostro Signore agli Apostoli di evangelizzare e battezzare tutte le genti (Cfr. Mt. XXIV, 14; Mt. XXVIII, 19-20; Mc. XVI, 15-16; Lc. XXIV, 46-47; Gv. XX, 21-23; Atti, I, 8), e ha deciso di fare di testa sua stabilendo “relazioni interreligiose” contro la volontà di Gesù Cristo.

«Con il Concilio l’argine si è progressivamente incrinato e poi si è rotto: il fiume del dialogo è dilagato con le Dichiarazioni conciliari Nostra Aetate sul rapporto tra la Chiesa e i credenti delle altre religioni e Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa, temi e documenti che sono strettamente legati l’uno all’altro, e hanno permesso a san Giovanni Paolo II di dare vita a incontri come la Giornata mondiale di preghiera per la pace ad Assisi il 27 ottobre 1986  e a Benedetto XVI, venticinque anni dopo, di farci vivere nella città di san Francesco la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo Pellegrini della verità, pellegrini della pace».

Onore alla sincerità: c’è un filo diretto, che tocca tutti i papi conciliari, che porta dalla Chiesa cattolica voluta da Nostro Signore alla falsa Chiesa nominalmente cattolica voluta dal mondo e da tutti i nemici di Cristo e della Sua Chiesa: dalla Massoneria all’ONU.

«Pertanto l’impegno della Chiesa cattolica per il dialogo interreligioso che apre le vie della pace e della fraternità, fa parte della sua missione originaria e affonda le sue radici nell’avvenimento conciliare

Disonore alla malafede: quando mai la “missione originaria” della Chiesa cattolica voluta da Nostro Signore è stata il “dialogo interreligioso” e il perseguimento “della pace e della fraternità” universali?  Come può esserci pace e fraternità senza Gesù Cristo e senza la conversione al cattolicesimo di tutti gli aderenti alle false religioni?
Di certo, cardinali così, e papi conseguenti, non solo non sono più seguaci di Nostro Signore, ma mentono sapendo di mentire e conducono le anime diritte all’Inferno, Signore permettendo.
Grazie a Dio, c’è ancora un “piccolo resto” che persevera nella fedeltà a Gesù Cristo, ed è questo “piccolo resto” che oggi rappresenta la vera Chiesa cattolica (Cfr. Mt. XXIV, 11-13), e che il Signore proteggerà e a tempo debito collocherà alla Sua destra, mentre metterà i neo preti della neo Chiesa conciliare alla Sua sinistra (Cfr. Mt. XXV).

«In tutto il Documento di Abu Dhabi traspare la convinzione che tutti insieme si possa e si debba ancora lavorare con coraggio e fede per recuperare la speranza in un nuovo futuro per l’umanità

Con coraggio, sicuro, perché ci vuole coraggio per fare affermazioni come queste; ma con “fede” no, perché, di grazia, signor cardinale, di quale fede si tratta? Forse la sua e di papa Bergoglio, ma di certo non della fede cattolica.
Senza parlare dell’ipotetico “nuovo futuro per l’umanità”… quale futuro potrà esserci per questo mondo che ha rinnegato Dio e si volge ad adorare gli idoli, ben seguito da papa Bergoglio che introduce gli idoli perfino nella Basilica di San Pietro, profanandola e recando offesa a Nostro Signore Gesù Cristo e alla Sua Chiesa.
Il futuro dell’umanità è nelle mani del Signore, ed egli tratterà questa umanità rendendo ad essa secondo i suoi meriti e i suoi demeriti, e cioè con un castigo che, come dicono i Vangeli, sarà terribile come mai si è visto (Cfr. Mt. XXIV, 21-22).

«E’ indubbiamente un Documento impegnativo, direi un punto di non ritorno, che richiede riflessione, studio e che ci impegna nella sua diffusione

Dopo quanto abbiamo detto, si rimane scioccati nel leggere che un tale documento “richiede” “riflessione, studio e … diffusione”.
Certo che si tratta di un “Documento impegnativo”, ma un documento che impegna a rigettarlo e condannarlo, perché è contrario ad ogni insegnamento della Chiesa e della vera religione di Dio.
Per di più, il documento contiene, tra le altre cose, la seguente affermazione:
«Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano

Siamo di fronte ad un’affermazione falsa e chiaramente contraddittoria, che addebita a Dio, che è Uno, una volontà molteplice; e fa risalire a Dio, mentendo, la condizione “diversificata” in cui vive da millenni l’umanità affetta dalle conseguenze del peccato originale, quel peccato che condusse l’uomo all’allontanamento da Dio e che da allora ha condotto il genere umano dalla unità originaria alla dispersione e alla diversificazione.
Signor cardinale, basterebbe leggere la Bibbia per rendersi conto di come stanno veramente le cose.
Nostro Signore Gesù Cristo è venuto al mondo per riunire di nuovo ciò che è sparso e ricondurre l’uomo all’unità in Dio e con Dio; e questo che significa “cattolicità” ed è da qui che la Chiesa fondata da Gesù Cristo è “Una” e “Cattolica”.
Ed è anche da qui che si deduce facilmente che i moderni uomini di Chiesa e la stessa neochiesa abortita dal Vaticano II non sono più cattolici: sono diventati degli anticattolici e dei servi dei nemici di Cristo.

La diversità di cui parla il documento e che pretende abbia “origine” nella “sapiente volontà divina”, è invece frutto della “ subdola volontà diabolica”, che vuole condurre gli uomini alla perdizione eterna.
Solo gli accecati da questa volontà diabolica non si accorgono che l’affermazione in questione è una palese blasfemia e una titanica, quanto vana, sfida a Dio stesso.
E coloro che la pronunciano e la difendono possono solo aspettarsi la condanna e la punizione di Dio.

Nostro Signore, sulla Croce, si rivolse al Padre dicendo: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc. XXIII, 34); ma il perdono del Padre non esclude, anzi comprende la condanna con la relativa pena, salvo la contrizione e il dolore e le relative confessione e penitenza.
Questa è la vera misericordia di Dio, che difficilmente interesserà i moderni vescovi, cardinali e papi, visto che, non solo non si pentono, ma vanno orgogliosi dei loro peccati e li esaltano.

di
 Giovanni Servodio

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