ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 8 maggio 2020

In poche parole, è tutto

Il Coronavirus è la più grande truffa politica della storia


Il nuovo coronavirus è reale.
La risposta al coronavirus è stata volutamente esagerata. E con il tempo, questa esagerazione si rivelerà come la truffa politica che è.

Infatti, COVID-19 sarà considerato una delle risposte più grandi, vergognosamente esagerate, sovrastimate, esageratamente e irrazionalmente gonfiate, e del tutto ingannevolmente viziate per un problema sanitario nella storia americana, una risposta che è stata largamente propagandata da professionisti del settore medico che non hanno alcuna esperienza in materia di economia o di governo.
I fatti sono questi: COVID-19 è una vera e propria malattia che fa ammalare alcuni, si rivela fatale per altri, soprattutto per gli anziani – e non fa nulla alla stragrande maggioranza delle persone.
Questo è tutto. Questo, in poche parole, è tutto.
O, per dirla con le parole di Dan Erickson e Artin Massih, medici e co-proprietari della Accelerated Urgent Care a Bakersfield, California: Facciamo riaprire il paese – e subito.
“Dobbiamo ancora restare rintanati in casa? La nostra risposta è: decisamente no. Abbiamo bisogno di chiudere le aziende? Decisamente no. … [Tutti] i dati mostrano che è ora di porre termine alle restrizioni”, ha detto Erickson in una recente intervista.
Ha ragione. Hanno ragione.
I dati per tenere l’America chiusa e gli americani segregati semplicemente non esistono.
A dire il vero, è discutibile che sia mai esistita una pandemia.
Gli scienziati che sono stati i fautori più accaniti della chiusura a causa del coronavirus avevano previsto in marzo che in America, sarebbero morte tra 100.000 e 250.000 persone. Hanno basato queste stime sulla modellazione computerizzata.
Ma allo stesso tempo, basando quelle stime sulla modellazione computerizzata, hanno riconosciuto che la modellazione computerizzata è imprecisa e tende a sbagliare per eccesso.
“Non ho mai visto un modello delle malattie con cui ho avuto a che fare dove si sia verificato lo scenario peggiore”, ha dichiarato il Dr. Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases e membro della task force per il coronavirus della Casa Bianca del Presidente Donald Trump, durante un’intervista alla CNN a marzo. “I modelli vanno sempre oltre il limite”.
Capito il messaggio di Fauci? I modelli informatici sono imperfetti e imprecisi e sopravvalutano sempre il problema.
Ma da questi dati informatici difettosi e troppo gonfiati sono nate comunque tutte le azioni costituzionalmente discutibili del governo: dall’ordinare la chiusura di attività commerciali alla messa in quarantena, all’arresto di cittadini americani in quarantena, al decidere qualche rapido e pietoso ed economicamente doloroso schema di redistribuzione del reddito attraverso la legislazione dei fondi per stimolare l’economia.
Da allora, circa 56.000 persone sono morte in America a causa del coronavirus, o no? Anche in questo caso, i fatti sono inconsistenti.
Il governo ha ordinato settimane fa agli ospedali di smettere di eseguire interventi chirurgici selettivi per far posto al numero previsto di pazienti affetti da coronavirus. E così hanno fatto. E così facendo, hanno tagliato i loro flussi di cassa. Così il Congresso ha approvato una legge che dà agli ospedali miliardi di dollari per curare i pazienti affetti da coronavirus. Conflitto di interessi? Diamine, sì!
I conteggi dei casi di coronavirus, già erronei a causa della modellazione computerizzata, sono stati poi sottoposti ad un’altra elaborazione falsata.
“Mentre aumentano le domande sul processo di segnalazione e sull’accuratezza dei dati, la Pennsylvania rimuove più di 200 decessi dal conteggio ufficiale dei morti per coronavirus”, ha riferito l’Inquirer.
Se a ciò si aggiunge la natura sempre mutevole di un virus che si diffonde per via aerea e per contatto, e onestamente, all’improvviso, anche la migliore ipotesi di Fauci, l’esperto, è all’incirca pari a quella di Mario Rossi (Joe Neighbor, nel testo, n.d.t.). È necessario quindi farsi guidare dal buon senso, combinato con la conoscenza dei virus del passato.
Ma i medici esperti hanno rifiutato questo approccio, si sono rifiutati di riconoscere il buon senso, si sono rifiutati di confrontarsi con i virus del passato in qualsiasi modo che non esagerasse l’impatto del coronavirus.
È stato detto agli americani che questo virus era diverso, che era molto più contagioso di qualsiasi altra cosa mai vista o studiata prima; così hanno detto agli americani. E ogni volta che i numeri diminuivano e si dimostravano sbagliati, beh, questo era dovuto al distanziamento sociale, alla quarantena ed alle mascherine che gli americani avevano indossato, per ordine del governo. Questo era stato detto agli americani.
Non ha senso. Semplicemente: non quadra. Semplicemente: non si giustificava, e non giustificava la totale distruzione dei diritti civili.
Ed ora alcuni nella comunità medica, grazie al cielo, cominciano a mettere in evidenza le evidenti omissioni di logica e di fatto che hanno afflitto questa lotta contro il coronavirus, lotta che si è protratta per troppo tempo, troppo a lungo.
Tra alcune delle osservazioni di Erickson: “Questa è immunologia – microbiologia 101. Questa è la base di ciò che sappiamo da anni: Quando prendi degli esseri umani e dici: “Andate a casa vostra, pulite tutti i mobili, disinfettateli con lisoformio”…, che danni fa tutto ciò al nostro sistema immunitario? … La reclusione in casa abbassa le difese e deprime il sistema immunitario”.
E questo: “Ogni volta che si verifica qualcosa di nuovo nella comunità [medica], si diffonde la paura – e io avrei fatto quello che ha fatto il dottor Fauci… inizialmente. … Ma sapete, guardando le teorie e i modelli – che è ciò che queste persone usano – è molto diverso dal modo in cui il virus reale si presenta nelle comunità”.
E questo: “Pensate di essere protetti da COVID quando indossate guanti che trasferiscono malattie ovunque? … Indossiamo mascherine in un ambiente a rischio per proteggerci, ma non le indossiamo sempre. Perché? Perché capiamo la microbiologia. Capiamo l’immunologia. E vogliamo un sistema immunitario forte. Non vogliamo nasconderci in casa, deprimere il sistema immunitario e poi uscire (indeboliti) e contrarre malattie”.
E questo: “Quando scrivo un referto di morte, mi viene fatto pressione per aggiungere COVID. Perché? Perché ci vengono fatte pressioni per aggiungere COVID? Forse per aumentare i numeri e farlo sembrare un po’ peggiore di quello che è? Ci stanno facendo pressioni all’interno dell’azienda per aggiungere COVID alla lista diagnostica quando riteniamo invece che non abbia nulla a che fare con l’effettiva causa della morte. La vera causa di morte non è stata il COVID, ma viene riportata come uno dei fattori di malattia. Non li ha uccisi il COVID, li hanno uccisi 25 anni di tabacco”.
Diventa più chiaro così?
Seriamente, America. L’unica ragione per cui siamo è ancora in modalità “chiusura” è politica.
O i politici hanno troppa paura di fare qualsiasi mossa che potrebbe ritorcersi contro di loro politicamente, oppure i politici stanno usando questo coronavirus per i propri fini politici. Per esempio per approvare leggi sul controllo delle armi, come il governatore della Virginia Ralph Northam. O per alimentare le speranze della propria campagna elettorale sull’attuale economia devastata, come l’ex vicepresidente Joe Biden e tutti quelli che guardano ai democratici.
Ma per il resto dell’America, quell’America laboriosa e amante della libertà, è giunto il momento di mettere un freno a quanto è radicalmente incostituzionale.
“Se hai intenzione di calpestare i diritti costituzionali di qualcuno, è meglio che tu abbia una buona ragione – è meglio che tu abbia una ragione davvero buona, non solo una teoria”, ha detto Erickson. “I dati ci mostrano che è ora rialzare la testa… quindi, se non la rialziamo, qual è la ragione?
Questa è la domanda chiave.
Con il passare del tempo, la risposta diventerà sempre più evidente. Il coronavirus può essere reale – ma è stato ingannevolmente esagerato, gonfiato. Ora speriamo solo che questa non sia una bufala che si ripeta ogni volta che si avvicina la stagione dell’influenza.

 Scelto e tradotto per www.comdonchisciotte.org da Arrigo de Angeli/CptHook
La crisi Coronavirus ci sta portando alla dittatura sanitaria. L’incredibile caso del TSO a Dario Musso

Cesare Sacchetti
Lacrunadellago.net
Se si legge il caso di Dario Musso, si ha la sensazione di ripercorrere una vicenda ambientata nel Cile di Pinochet o piuttosto nell’Argentina dei desaparecidos degli anni’70.
Tutto questo invece sta accadendo in Italia, non più giardino d’Europa, ma sempre più simile all’arcipelago Gulag narrato dalla penna di Solženicyn.
Il TSO contro Dario Musso
Il caso di Dario Musso non ha ricevuto praticamente nessuna attenzione da parte dei media mainstream. Lo scorso 2 maggio, il giovane di 33 anni aveva inscenato una protesta contro la quarantena e si era dotato di megafono mentre girava in auto per le strade della sua città, Ravanusa, gridando che non c’era nessuna pandemia.
L’uomo, in un video già condiviso su Twitter, era stato fermato da una volante dei carabinieri ed è stato sottoposto ad un TSO firmato dal sindaco della stessa cittadina, Carmelo D’Angelo.
Il TSO è un acronimo che sta per trattamento sanitario obbligatorio ed è regolato da una legge specifica, secondo la quale questo può essere eseguito “solo se esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici.”
Se si guarda il video pubblicato dallo stesso 33enne prima di essere fermato dai carabinieri del posto e dagli operatori sanitari, si ha la netta impressione che Musso non fosse affatto in preda “ad alterazioni psichiche”.
L’uomo stava inscenando una protesta politica e il modo in cui è stato fermato in mezzo alla strada fa pensare che si è voluto dare un esempio a tutti coloro che stavano assistendo alla scena.
Placcato dai carabinieri nonostante non stesse facendo nessuna resistenza e subito dopo sedato da tre operatori sanitari.
Una scena che testimonia la brutalità di un regime che inizia sempre di più ad assomigliare alle feroci dittature totalitarie del secolo scorso.

Il video del giovane sottoposto a TSO in mezzo alla strada
Da quel momento, Musso si trova nell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, legato ad un letto e con un catetere senza la possibilità di parlare con la sua famiglia.
Il fratello, l’avvocato Lillo Massimiliano Musso, ha provato più volte ad entrare in contatto con lui dal giorno del ricovero coatto, ma i responsabili del reparto gli hanno ripetutamente negato la possibilità anche solo di parlargli al telefono.
L’avv. Musso ha registrato le conversazioni avute dal 2 maggio in poi con gli operatori sanitari.
Ogni volta che il fratello e anche legale dell’uomo ricoverato prova a chiamare gli viene ripetuta la stessa risposta.
“Suo fratello sta dormendo.”

Le telefonate dell’avv. Musso con l’ospedale e le forze dell’ordine
L’avvocato parla al telefono con una dottoressa che lavora nel reparto e le chiede conto del motivo per il quale il suo assistito si trova lì dentro.
Il medico spiega che c’è un TSO in corso e nega a Lillo Musso la possibilità di parlare telefonicamente con suo fratello.
Ma la legge sul TSO a questo riguardo è chiara. La famiglia ha il diritto di comunicare con la persona sottoposta a questo trattamento.
A questo punto, l’avvocato esasperato dai continui rifiuti chiama i carabinieri della stazione di Canicattì sollecitando un loro intervento, ma questi dicono che non hanno una volante a disposizione per intervenire e suggeriscono piuttosto di contattare il commissariato di polizia locale.
Il legale chiama il commissariato di Canicattì che prova subito a ributtare la palla ai carabinieri, sostenendo che la competenza è loro dal momento che sono stati i carabinieri a fermare l’uomo.
L’avvocato Musso racconta che l’ospedale continua a negargli la possibilità anche solo di parlare telefonicamente con suo fratello e denuncia un reato, ovvero la violazione dell’art.328 del codice penale che riguarda il rifiuto d’atti d’ufficio.
La polizia quindi sotto le pressioni dell’avvocato chiama l’ospedale e parla con la dottoressa che riferisce la stessa storia.
Dario Musso sta dormendo e non si può parlare con lui perchè non ci sarebbe un telefono cordless per passargli la comunicazione.
Lillo Musso non si arrende e richiama di nuovo l’ospedale.
“Suo fratello è contenuto. E’ meglio che dorme.”
L’avvocato di Ravanusa ribadisce che sono ben tre giorni che la famiglia non ha notizie del suo congiunto e chiede che cosa gli hanno somministrato.
L’impressione è che i vari responsabili del reparto si siano messi d’accordo per raccontare la stessa storia.
Ma se stanno rispettando la legge e stanno effettivamente somministrando al paziente medicinali non dannosi per la sua salute, perchè ogni volta avanzano la stessa scusa e impediscono all’uomo ogni comunicazione con l’esterno?
Per quattro giorni consecutivi, l’ospedale continuerà a negare alla famiglia la possibilità di parlare con Dario Musso.
La risposta è sempre la stessa. “Sta dormendo.”
Alla fine, Lillo Musso riesce a parlare con suo fratello solo grazie all’intervendo di un operatore sanitario del reparto che glielo passa finalmente al telefono.
L’uomo appare completamente stordito probabilmente per l’effetto dei sedativi che gli sono stati somministrati.
“Sono chiuso nelle mani e nelle braccia.” Questa la prima cosa che il 33enne di Ravanusa dice al fratello, facendogli sapere che è stato legato
Domani dovrebbe essere il suo ultimo giorno di ricovero coatto, ma la famiglia ha già presentato ricorso contro questo provvedimento che verrà discusso al tribunale di Agrigento il prossimo 4 giugno.
Il TSO è il manganello della nuova dittatura sanitaria
La vicenda di Dario Musso è estremamente preoccupante ed allarmante perchè testimonia la pericolosa deriva autoritaria che sta travolgendo l’Italia.
Recentemente, il CODACONS ha esortato ad usare il TSO a coloro che si rifiutano di sottoporsi al tampone.
E’ la nuova dimensione della dittatura sanitaria che sta prendendo forma. La presunta tutela della salute pubblica è divenuta il pretesto per colpire i dissidenti del regime.
“Se non obbedisci, ti faccio rinchiudere in un ospedale psichiatrico.”
Chi si rifiuta di seguire questo nuovo regime orwelliano potrebbe fare la fine di Dario Musso.
Sedato in mezzo alla strada come il più pericoloso dei criminali e trasportato all’ospedale negandogli i suoi diritti fondamentali.
Le leggi vengono calpestate. Gli abusi si stanno accumulando fino a diventare intollerabili.
Se si vuole avere ancora l’imprescindibile diritto costituzionale di poter esprimere liberamente la propria opinione, è vitale parlare di quanto è accaduto a Ravanusa, perchè potrebbe essere l’inizio del trattamento che questa dittatura totalitaria riserverà a tutti coloro che oseranno opporsi.
In una democrazia, il caso di Dario Musso avrebbe già sollevato un vespaio di polemiche e sarebbe sulle prime pagine dei giornali.
In una dittatura, questo caso viene ignorato. In una dittatura come quella che si è impadronita del Paese, il TSO è diventato il manganello per mettere a tacere la voce dei dissidenti.

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